8 lug 2013

La “polis” e la visione ristretta del “modus administrandi”

di vincenzo cacopardo
Sono sempre più' convinto che la politica debba essere considerata come una dottrina che operi in favore della società: Il sapere e la conoscenza di chi sa mettersi a disposizione della comunità per la soluzione funzionale delle esigenze di tutti.
Sappiamo bene che la prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis". Un termine che in greco significa città e che secondo il filosofo, assumeva il significato di amministrazione della "polis" per il bene di tutti.
Successivamente…per il sociologo, filosofo e storico tedesco Max Weber… la politica è sempre stata legata al potere e quindi anche al monopolio legittimo dell'uso della forza. Infine..per l’odierno politologo Giovanni Sartori, la politica è rappresentata da una sfera delle decisioni sovrane della collettività. Al di là di ogni definizione, la politica in senso generale, riguarda tutti i soggetti inseriti in una società e non può essere di pertinenza solo di coloro che vi operano attivamente.
Definire la politica nel riduttivo senso dell’“amministrare” per il bene di tutti è, oltre che demagogico, limitativo e poco utile per lo stesso scopo che essa dovrebbe prefiggersi. In più…quel concetto di “polis” Aristotelica riferita alla amministrazione cittadina…risulta restrittiva e poco utile.. quando la si paragona alla politica condotta da uno Stato che, in un ambito molto più vasto, dovrebbe seguire le esigenze e le funzioni istituzionali connesse al grande territorio (ciò vale ancora di più oggi, in considerazione del fatto che un sindaco siede al comando del governo di un intero Paese).
Se, ancora oggi, noi restiamo fermi ai principi di una politica come “amministrazione della polis”, non comprendendo l’importanza strategica di una visione più "funzionale" e globale che deve  svolgere nell’intero Paese, resteremo in una logica ristretta che non ci permetterà di operare con maggiore interazione in ogni dibattito Europeo.
L’altro aspetto importante è quello determinato dal predominante significato che si tende a dare alla politica e cioè: quello  limitato alla sola  “amministrazione del bene di tutti”.
La politica non può solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento. La politica rimane arte nel principio consistente la ricerca delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell'esercizio della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo costruttivo della società.
Ecco, perciò, la determinazione dei due ruoli (“induttivi” e  “deduttivi”). Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse  al fine di raggiungere un unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe utile e funzionale. 
Ed ecco anche la ragione per la quale sarà sempre più insensato seguire un principio della politica circoscritto al puro ambito amministrativo: Una logica che porta ad una consequenziale  determinazione di principi senza un positivo riscontro con i valori.
Se oggi.. è importante interagire con gli Stati della Comunità Europea…non è nemmeno pensabile che si possa farlo solo in un ristretto ambito amministrativo..Il ruolo induttivo della ricerca e delle idee risulta essenziale e, persino, propedeutico ad un funzionale “modus operandi”.
Guardare ad un futuro della politica significa indicare percorsi più attinenti affinchè si possa definire una logica strada intesa come percorso secondo il quale, il dialogo, la cultura e le idee, devono avere un’importanza predominante sulla evoluzione stessa di ogni formula amministrativa.
                         Lo spirito della democrazia

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