22 ott 2014

Posizioni, analisi e critiche sul lavoro del "sindaco d'Italia"


Scrive il cugino domenico Cacopardo sulla gazzetta di Parma 
"Il partito della Nazione è forse la scelta migliore"


Le ultime settimane hanno rappresentato una svolta nel percorso del governo: il «jobs act» con la sua tumultuosa approvazione e la legge di stabilità segnano un discrimine e danno un senso preciso al cambiamento più volte annunciato.

Insomma, è tornata la politica e a nessuno è riconosciuto un diritto di veto: si tratti della Cgil, della minoranza Pd, della magistratura, la difesa delle posizioni di privilegio non morde di fronte al rinnovamento.

È successo varie volte nella storia recente, che l’onda delle novità condivise travolgesse ogni resistenza: basta pensare alla fine della Cortina di ferro, al crollo del Muro di Berlino, alla fine della prima Repubblica italiana e della Jugoslavia per capire come Renzi non sia la causa delle novità, ma l’effetto di esse. È l’unico politico che ha saputo coglierle e interpretarle.

Certo, sino a qualche settimana fa, la sensazione è stata soltanto di un mutamento dei toni, utile per l’archiviazione di parole d’ordine e concetti non più attuali. 

Ora, Matteo Renzi e il suo governo hanno compiuto il decollo che aspettavamo. Anche la direzione del Pd di lunedì ha mostrato il gap tra coloro che tornano sempre sul passato e il «leader» che dell’attualità è l’espressione.

La decisione di fare dell’erede di Pci e Dc, nel compromessino storico voluto da Prodi, il partito della Nazione introduce un altro risolutivo cambiamento di prospettiva. È la fine di collateralismi e bizantinismi e l’inizio di una strada che lo porterà a essere interprete delle diversità che animano il Paese e l’autore della necessaria sintesi politica. Un interprete interclassista, ovviamente.

Conseguente a questa scelta, è la decisione di modificare la legge elettorale «in itinere», passando dal premio di coalizione a quello di lista. Questo significa che i sondaggi danno a Renzi la (quasi) certezza di poter raggiungere la soglia da solo. Berlusconi dovrebbe accodarsi: è l’occasione che gli serve per riconquistare l’indiscussa leadership del centro-destra e partecipare alla riforma istituzionale.

La strada, quindi, è tracciata. 

Il successo di Renzi è evidente: così giovane, ma così istintivamente capace di scegliere la posizione centrale dello schieramento, di esprimere gli umori degli italiani, le istanze del mondo del lavoro, degli imprenditori, dei giovani. Se dobbiamo ricercare un altro politico puro che s’è assunto l’onere del governo in giovane età, dobbiamo citare Benito Mussolini, presidente del consiglio il 31 ottobre 1922, all’età di 39 anni (Renzi all’età di 39 anni, un mese e 11 giorni). E non c’è alcun intento diffamatorio nel richiamo. 

Oggi, comunque, la questione è la legge di stabilità, all’esame di Bruxelles insieme a quelle degli altri «partner». Paradossalmente, le difficoltà comunitarie possono aiutarci: se, alla fine, prevarrà l’orientamento di un’approvazione parziale, accompagnato da un elenco di riforme, con contenuti minimi e cronogramma, Renzi spazzerà via le resistenze, le «ultime raffiche del passato», e condurrà il Paese sulla via del risanamento e del rilancio.

Per quanto ci riguarda, non ci siamo iscritti al partito renziano. Continueremo, quindi, a osservare e a denunciare ciò che riterremo sbagliato.
domenico cacopardo


Il risanamento è assai lontano ..ed il cugino Cacopardo lo sa molto bene!
Ma quale risolutivo cambiamento? Quale decollo.. se non quello spinto da una determinazione che si manifesta quasi come un regime? Un andamento di chi, avendo lo scettro del comando (in mancanza di altre figure valide) assume una configurazione autoritaria...ipocritamente nascosta dietro una veste di democrazia. ..Il vuoto si scorgerà presto e le reazioni non mancheranno!

Non è una questione di collateralismi e bizantinismi, ma di vedere andare avanti in modo spudorato una figura ipocrita..in direzione di un sistema di democrazia...dimenticandosi volutamente delle sue principali regole! Di procedere per strade semplificative facili, di apparenza e non funzionali come si dovrebbe... Troppo facile se poi si ha solo una capacità comunicativa e l'appoggio di un sistema economico finanziario che finisce col deprimere ogni equilibrio fra le parti in favore di precisi interessi... Troppo semplice facendosi forte del retorico cinico pragmatismo che supera di gran lunga ogni equo valore di democrazia...elementare se persino si è premiati dal pensiero oltranzista dei tanti politici assoluti.. determinati.. e vuoti di idee. 

Quello che più colpisce è la frase usata dal cugino Domenico, frase che in sè rappresenta il naturale concetto dei tanti soddisfatti e succubi di un sistema nel quale vivono assenti o a spese di altri: 
"Insomma, è tornata la politica e a nessuno è riconosciuto un diritto di veto: si tratti della Cgil, della minoranza Pd, della magistratura, la difesa delle posizioni di privilegio non morde di fronte al rinnovamento. È successo varie volte nella storia recente, che l’onda delle novità condivise travolgesse ogni resistenza: basta pensare alla fine della Cortina di ferro, al crollo del Muro di Berlino, alla fine della prima Repubblica italiana e della Jugoslavia per capire come Renzi non sia la causa delle novità, ma l’effetto di esse. È l’unico politico che ha saputo coglierle e interpretarle"...

A prescindere dai paragoni un po' troppo azzardati con avvenimenti storici di portata diversa..dobbiamo credere che il sindaco d'Italia possa davvero essere l'effetto di questo momento storico, senza poterne restare preoccupati?..Senza poter reagire per l'ennesima volta all'autoritarismo di chi oggi ritiene di essere in grado di decidere le riforme condotte attraverso una lunga serie di fiducie e con una serie di ricatti che condizionano l'iter democratico del Paese?..

Al contrario di chi vive nell'ignoranza e sopravvive nel più nero cinismo..bisogna sapere che tutte le riforme di Renzi sono state imposte..ogni sua decisione condizionata..ogni suo convincimento condiviso con forza…Solo le idee innovative sono risultare mancanti..Quelle che oggi non sembrano esserci e che, al contrario, dovrebbero contare...Più Renzi avanza.. più la vera politica buona fa passi indietro o rimane assente!...

Se questo significa rinnovamento..viva il vecchio Cavaliere...viva il Duce..viva la forza determinata dei capi assoluti..viva chiunque in modo furbo ed ambizioso ci trascina verso la strada di un regime che per quanto appaia soft..sempre regime rimane ..e abbasso ogni buona forma di democrazia!
Viva questa Italia...cugino Domenico..
vincenzo cacopardo

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