15 gen 2015

un commento alla interessante analisi di Domenico Cacopardo

Il benaltrismo è al lavoro in Italia. 

E con successo.
di domenico Cacopardo

Non potrebbe essere altrimenti, visto l’effetto consolatorio che ha sugli ignavi, sui paurosi, su coloro che non possono indentificarsi con nient’altro che il nihilismo di chi si è escluso, si tratti delle battaglie democratiche, civili o semplicemente per rimettere in moto il Paese, secondo le regole che governano il mondo d’oggi.

Sono al lavoro, i benaltristi, intorno agli attacchi terroristici di Parigi e cercano e trovano argomenti nel coraggio dissacratorio dei giornalisti di Charlie Hebdo, nella situazione della stampa nelle nazioni rappresentate nel corteo di domenica 11 gennaio, nell’invenzione di scenari improbabili e francamente stupidi di un complotto dei servizi segreti (il complotto dei servizi segreti o dello Stato è una mania nazionale che non si ferma, purtroppo, ai benaltristi e colpisce anche in altri ambienti e città) o del sionismo internazionale. Si è arrivato a invocare, sul web, Cesare Lombroso per etichettare i vignettisti uccisi, per affibbiare loro una qualche ascendenza semita.

Tutta porcheria, naturalmente, che, però, nutre chi ama la coprofagia e la coprolalia (nutrirsi e parlare di feci). 

Non è ancora il momento di abbandonare la questione terrorismo islamico e situazione dell’Europa. Anche per dire ciò che non è stato detto sulle reazioni della comunità islamica francese: nelle carceri d’Oltralpe si è inneggiato ai terroristi; manifestazioni spontanee di consenso si sono avute in Tunisia e, in tono minore per il timore della reazione governativa, in Algeria; modestissima la partecipazione alla marcia di domenica 11. Sul web impazza la frase «Je suis Charlie Coulibaly», lanciata dal comico, si fa per dire, Dieudonné M’bala M’bala.

Ora, tornando al tema principale, occorre ricordare che l’espressione «date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» di Gesù Cristo non è contemplata dal Corano. Infatti, nelle sue norme, non c’è distinzione tra legge di Dio e leggi degli uomini, talché, nella commistione, prevale naturalmente la legge di Dio, cioè l’Islam, nell’interpretazione più integralista. I tribunali applicano, quindi, questa legge e mandano a morte tutti coloro che osano violarla: si tratti dei cristiani che vivono in paesi islamici, si tratti di due giovani donne sorprese a guidare l’auto nella ricchissima Arabia Saudita, si tratti dello studente egiziano che s’è dichiarato agnostico. 

E qui viene la considerazione che spiega molto del disagio attuale: anche da noi l’uomo, abbandonato dalla compagna qualche volta la uccide. Segno di una destabilizzazione totale di menti immature che, attraverso l’assassinio, pensano di recuperare l’equilibrio sociale e familiare turbato. 

Un fenomeno consimile, ma di massa, si manifesta nel mondo islamico, scandalizzato dalla libertà della donna occidentale, dai suoi diritti civili, dal suo ruolo, crescente, nella società e nella famiglia, dall’affermarsi di una sempre più sostanziale parità tra sessi.

È questa l’ossessione ricorrente nei documenti dei gruppi integralisti e terroristici che occupano le scene dell’Oriente maomettano e dell’Occidente. 

C’è poi l’aspetto politico dello «jihādismo»: è di tutta evidenza che l’uso strumentale della religione da parte di coloro che vogliono assumere o consolidare un potere interno alla galassia islamica. E che gli assassinii efferati vogliano colpire la mente, prima di tutto, dei correligionari, portandoli sulla strada di un’obbedienza cieca e assoluta. Ma il fatto che la guerra sia infraislamica non assolve i movimenti «jihādisti», che intendono soggiogare coloro che, credendo in Allah, vivono nel mondo occidentale.

Tuttavia, un effetto positivo l’attacco di Parigi può sortirlo: se, infatti, l’Unione europea deciderà di mettere «a fattor comune» i servizi di «intelligence», con la necessaria autonomia operativa e lo strumento giudiziario, impedendo il «dumping» di giustizia (praticato soprattutto dalle nostre parti per una incomprensibile indulgenza nei confronti del fenomeno), per la seconda volta nella storia (dopo la Lega santa diretta da Giovanni d’Austria vincitore a Lepanto), l’Europa potrà affrontare gli estremisti in modo unitario e, come sempre, batterli. Quanto all’Italietta, un Paese senza «weltanschauung» (visione), sarebbe bene che si abbandonasse l’idea di affidare alla procura nazionale antimafia le questioni relative al terrorismo islamico. Sia perché i due fenomeni (mafia e terrorismo) non sono confrontabili, sia perché si creerebbe un superpotere giudiziario di cui francamente non abbiamo bisogno in tempo di teoremi sullo Stato terrorista o mafioso, sia perché la specializzazione di chi si occuperà del problema dovrà essere estrema e comprendere una capacità operativa (con la libertà di adottare decisioni estreme) che non può aspettare i tempi di decisione giudiziaria.

Sullo sfondo –e ne parleremo- crescono le possibilità di un intervento in Libia e, poi, nel territorio dell’Isis. Al netto della diserzione, imperdonabile, di Barak Obama e del suo imbarazzante segretario di Stato: assenti a Parigi, assenti sul terreno della solidarietà, si dissolvono nella nube grigia dell’insufficienza politica e istituzionale.



Quando scrive Domenico Cacopardo..si scopre l'impronta chiara dell'uomo di cultura colto e preparato che non riesce però a nascondere, alcuni condizionamenti legati ad una visione sistemica occidentale che ne appanna ogni possibile altra visione più oggettiva, finendo col mettere in continua contrapposizione due mentalità che per storia e per cultura non potranno mai essere comparate senza una giusta predisposizione analitica. Nella sua interpretazione fra i due mondi (occidente - oriente) Cacopardo finisce col parlarci dei tanti che si permettono di difendere un popolo che crede fermamente alla propria religione ed alla sua cultura... cioè l’Islam, nell’interpretazione più integralista. 

Ma non credo che l'Islam sia solo questo! 

Il richiamo alla donna occidentale, dai suoi diritti civili, al suo ruolo, crescente, nella società e nella famiglia, dall’affermarsi di una sempre più sostanziale parità tra sessi è un chiaro esempio di come la civiltà occidentale si sia sviluppata in positivo ..e non si può che essere d'accordo con Domenico, ma il vero problema da superare è il metodo con il quale si deve affrontare il dialogo con chi oggi si pone in modo sostanzialmente diverso.... Pensare di poter convincere tout court una cultura popolare cosi estesa nel mondo.. dominata da una religione così diversa dalla nostra...o ancora peggio... separare con un muro le due visioni, è stato l'errore madornale con cui si è proseguito e che non potrà mai portare nulla di buono. Il vero ostacolo da superare è quello di saper porre un dialogo senza offendere nel rispetto reciproco delle due culture religiose.

Il “benaltrismo” a cui fa riferimento Domenico Cacopardo.. si esprime come “un abuso del principio di precauzione”... quando si intendono invocare altre analisi e controlli fino ad allora non richiesti né ritenuti necessari. Ma nella fattispecie sarebbe poco logico non affrontare le opportune analisi, poiché si rischierebbe di non coglierne alla base i vari aspetti..

Fare di tutta un erba un fascio, al contrario, sembra tipico di chi è consolidato nel sistema e che pone la propria mentalità in posizione dominante rispetto a qualsiasi altra visione... Questa interpretazione è fin troppo leggera se non si approfondiscono altri aspetti ed il mondo occidentale, in proposito, non è nemmeno in grado di insegnare queste verità..

Non possiamo affermare verità occidentali.. come non possiamo che rispettare quelle culture orientali che poco ci convincono..Ma anche le regole che governano il mondo occidentale di oggi non esprimono per nulla alcuna perfezione..anzi ..si dimenticano spesso dell'importanza di un welfare a favore del bene comune... promuovendo sempre più la ricchezza dei pochi attraverso un sistema del libero mercato mai messo in discussione da possibili nuove regole. Non parliamo poi delle regole della democrazia...una sovranità popolare ormai non presa più in considerazione e schiacciata continuamente dai continui governi imposti attraverso subdoli giochi di potere che sovvertono il fine di ogni contenuto di rappresentanza.

Malgrado ciò..non vi è dubbio che i paesi occidentali dimostrano molto più rispetto per l'uomo poiché legate ad un concetto cristiano concentrato sull'amore verso il prossimo. Un rispetto per una sorta di uguaglianza democratica. Ma non possiamo nemmeno pretendere di rivoluzionare la mentalità di chi ha una cultura che, per motivi storici e religiosi è ormai integrata e strutturata al suo interno. 

L'Islam conta ormai più di un miliardo e mezzo di fedeli...Come si può non far caso ad una simile moltitudine di devoti o addirittura pretendere di dimostrare gli errori e gli equivoci della loro diversa cultura religiosa.... se non attraverso uno sforzo d'integrazione ed un dialogo serio e costruttivo?.. Non è di una dimostrazione di forza che abbiamo bisogno, ma di saper comprendere senza provocare.

L'azione promossa da “Charlie Hedbo” ..pur con infinito rispetto che si deve ad ogni vita umana...e con altrettanto sdegno per le efferate stragi inammissibili oltre che intollerabili….non è mai stata una vera espressione di libera satira e non ha mai aiutato questo bisogno di dialogo con l'oriente ..Non possiamo sottacere la continua provocazione estremizzata ed i giudizi deplorevoli su alcune vignette anche nei confronti del nostro Pontefice portate avanti con ostinazione e spesso senza alcun senso ironico convincente...Questa non sembra vera satira.. e non può essere giustificata in tutto, ma se si afferma questo si viene presi per anti occidentali...nulla di più antidemocratico e falso!..Quindi la libertà è sempre condizionata dal sistema persino nel mondo occidentale.. anche nei casi in cui si tende ad esprimere un libero pensiero nel rispetto reciproco...

Non vi sono solo casi di benaltrismo..quando si cerca di dare un equilibrio alle cose attraverso le dovute analisi .. E le analisi meglio farle che evitarle...
vincenzo cacopardo



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