13 feb 2015

Guerra alla Camera..


"PRASSI DI CONSUETUDINE E VALORI COSTITUZIONALI"
di vincenzo cacopardo

E' una vera guerra quella che in questi giorni sta esplodendo in seno alla Camera dei deputati sull'argomento relativo alle nuove disposizioni per le riforme del Senato e del Titolo V°. 

Un paio di giorni addietro la maggioranza ha insistito per la votazione sulla seduta “fiume” (ovvero senza limiti di interruzione) per poter porre un ostacolo alla lunga serie di emendamenti proposti dall'opposizione. Ci si è di conseguenza appellati ad una “prassi” che la maggioranza definisce “di consuetudine”...in quanto riferita ad avvenimenti già avvenuti per i quali si è proceduto di conseguenza. Ma la collera dell'opposizione non è venuta meno poiché come sembra, tale procedura non pare potersi adattare alle riforme di tipo costituzionali... non essendovi per nulla precedenti.

Ciò che appare davvero imbarazzante è il fatto che... da parte della presidenza della Camera non pare si sia prestata la dovuta attenzione verso un argomento talmente delicato..tale da poter spingere ad una soluzione per rendere più serenità in seno all'Aula.

Il muro contro muro è continuato e continua, ma è pur tuttavia evidente lo stato di prostrazione..ai limiti del servilismo della presidenza della Camera nei confronti del governo. La responsabilità delle presidenze di turno che continuano ad alternarsi, assenti a qualsiasi richiamo da parte dell'opposizione, la dice lunga sullo stato di fermezza imposto da una governabilità ormai indirizzata all'estremo che.. con pervicacia, fingendo di non considerare la portata di simili riforme... continua a spingersi verso un eloquente settarismo.

In tutto ciò non possiamo omettere il fatto che questo Parlamento gode oggi di una maggioranza determinata con un grosso premio di maggioranza e, con le pretese di poter assumere il ruolo di una “Costituente” pretende in tutti i modi di imporre ogni volontà governativa. Non sembrano dunque più esistere i pesi ed i contrappesi necessari affinchè si possano raggiungere gli indispensabili equilibri tipici di una democrazia parlamentare.

Quello che ancora oggi sorprende da parte di tutte le opposizione...è il fatto di restare ancora attaccati alle poltrone dell'Aula senza abbandonarla in massa (dopo l'evidente e provocatorio voto sulla seduta fiume) lasciando la patata bollente di simili delicate riforme in mano alla responsabilità di una maggioranza del tutto sottomessa ad un governo. Immaginiamo come potrebbero essere definite tali riforme dai cittadini, se votate esclusivamente da quella sola forza parlamentare della Camera che oggi rappresenta appena il 20% dei votanti del Paese.

Possiamo solo sperare che il nuovo Capo dello Stato possa immedesimarsi con attenzione sullo stato delle procedure in questa delicata faccenda che appare sicuramente un'altra delle tante anomalie della politica istituzionale di questo Paese. L'argomento della modifica delle regole di una Costituzione non dovrebbe mai potersi risolvere con la logica accentratrice di un determinismo imposto da un governo venuto fuori con le storture di una legge elettorale disapprovata dalla Corte e, per di più, con l'appoggio incondizionato di una presidenza della Camera che pare guardare altrove...Ogni motivazione sulla “fretta” non potrebbe mai far sopperire il primario rispetto dei valori.  

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