14 feb 2015

Le riforme ...un'occasione sprecata..


il rimpianto di una mancanza di ricerca più appropriata”
di vincenzo cacopardo

Con le ultime contestazioni alla Camera sfociate in un Aventino, la politica assume sempre più il tono di una bagarre e mentre il PD, in solitario.. con l'appoggio di un centro ex Scelta Civica, prosegue la sua pericolosa, opera di riforma costituzionale in una atmosfera tanto anormale..quanto discutibile, la parola del Presidente garante tarda a farsi sentire.

Se vi era un'occasione per promuovere una nuova riforma di cambiamento bisognava guardare molto più avanti , occorreva scorgere un futuro innovativo più consono alla nostra cultura politica, più funzionale e meno compromesso..arginando una lunga serie di evidenti anomalie.

L'occasione era data proprio da una utile divisione dei ruoli (induttivi e deduttivi) proponendo all'uopo la separazione stessa dei compiti delle due Camere....ossia un ruolo amministrativo legato alla integrità morale e l'efficienza di chi amministra e governa... ed un ruolo di ricerca delle idee e dell'ordinamento normativo proposto attraverso i Partiti. Partiti che a loro volta andavano riformati attraverso una regolamentazione più appropriata al loro evidente scopo di dialogo con i cittadini.

E' indubbio che oggi il sistema sostiene la teoria delle figure politiche inserite contemporaneamente nei due ruoli come appartenenti ad un unico lavoro. Questo sistema ha fatto sì che oggi.. il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.

Di conseguenza...l'occasione sarebbe dovuta essere quella di studiare una legge elettorale diversa .. separata per competenze e ruoli. Uno studio organizzativo che avrebbe dovuto basarsi su principi di merito, specializzazione e suddivisione del lavoro, per evitare i ( più che evidenti) conflitti derivanti. ..Ma questo argomento rimane difficile da far comprendere a chi... come i nostri politici.. restano appesi ad una forma mentis antiquata e legata a principi vecchi che ne impediscono ogni innovazione.

Difficile persino da far comprendere ai nuovi entrati del M5Stelle che, se pur armati di buona volontà verso un cambiamento del sistema politico, si ostinano ad indirizzare il loro pensiero verso un'ipotetica e demagogica democrazia diretta, screditando ed offendendo chiunque non la pensi come loro. Democrazia diretta sulla quale non si continuano a vedere proposte funzionali ragionate. Una strana avveniristica ideazione che mal si confà con un Paese come il nostro... sia per problemi logistici legati all'entità della popolazione....che per quelle fissate dal rapporto indiretto con le indispensabili istituzioni Parlamentari già in essere.

La ricerca di un vero cambiamento sarebbe.. invece.. dovuta partire da una equilibrata distribuzione e divisione dei ruoli delle Camere che ne rappresentano il consenso, ed è proprio questo.. che deve essere offerto e diviso in base al merito ed alle idee sul programma. Certo questa non sarebbe la soluzione conclusiva.. se non venisse studiata nella sua fattibilità attraverso un dialogo collettivo, ma sicuramente, difendendo meglio i valori di una democrazia popolare, potrà anche arginare la più grande malformazione su quel conflitto perenne in seno alle istituzioni politiche dando maggior forza agli indispensabili pesi e contrappesi di cui tanto si parla.  

Oggi la fretta sembra comandare su tutto e l'approssimazione... unita alla semplificazione promuove una governabilità... tanto faziosa, quanto poco edificata nei suoi principi..
Contento il Paese...

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