1 apr 2015

Colpi bassi e paradossali analogie..

di vincenzo cacopardo
Ormai sembra essere al centro di un teatrino di una commedia assai più triste. Si usano colpi bassi e la stampa si muove con consuetudine su posizioni politiche di interesse. Il caso di Massimo D'Alema, è paradossale! 
L'ex primo ministro non è nemmeno indagato anche se ripetutamente citato nell'ordinanza per gli acquisti dei suoi vini e dei libri operati da una coop. Ma cosa vuol dire? Chiunque può vendere vino (nel caso appena 2000 bottiglie) e libri (500) a chi vuole..e nella fattispecie poco conta il fatto che sia stato fatto da una coop, l'importante, al contrario di ogni riserva sulle palesi regalie, è che siano stati regolarmente venduti e pagati.
Si tende a voler mettere in parallelo il caso Lupi con quello odierno di D'Alema per alimentare polemica e mondare in qualche modo il gesto assai più disinvolto del ministro dimissionario che, oltre a riguardare un chiarissimo regalo ed un evidente posto di lavoro per il figlio, viene operato da un membro in carica di un esecutivo. E' vero! In certi casi la condanna delle intercettazioni vale più di una sentenza, ma rimane evidente, malgrado si voglia rendere equivalenza, che il fatto mostra una chiara differenza con quello dell'ex ministro Lupi. Inoltre... nel caso di D'Alema.. le frasi riportate de relato, se pur ad effetto, non possono mai costituire alcunchè.
Il caso odierno partenopeo pare toccare oggi anche il governo di Matteo Renzi. Nella rete di intercettazioni non omissate infatti, viene fuori ancora una volta “de relato” il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, fedelissimo renziano anche nell'allora gabinetto nella sindacatura di Renzi a Firenze. Una storia tutta da vedere oggi in mano ai giudici..ma si sa di certo che l'ordinanza riporta altre intercettazioni agli atti dell'inchiesta come spiega la stampa:”Questi riguarderebbero direttamente sia Lotti che il premier Renzi. Ambedue registrati al telefono mentre parlano con il generale delle fiamme gialle Michele Adinolfi, intercettato perché la procura di Napoli l'aveva indagato per corruzione proprio per l'inchiesta sulla metanizzazione di Ischia sfociata negli arresti di lunedì scorso”.
Sapremo solo più in là se queste intercettazioni tra il generale Adinolfi, il premier ed il suo vice.. avranno una loro importanza, ma pur ritenendosi oggi di minore importanza per l'indagine, provocano ulteriore imbarazzo all'esecutivo.. già di per sé impelagato nelle perenni e notevoli difficoltà di superare una delicata crisi economica, di lavoro e di riforme costituzionali.  

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