14 apr 2015

L'imbarazzo del Colle nel labirinto di una politica improduttiva



di vincenzo cacopardo
L’imbarazzo del Colle ossia di chi dovrà promulgare la nuova legge elettorale detta Italicum, se pur nella costante ed immutevole quiete, non può che essere evidente. Come resta altrettanto evidente il fatto che più in là la stessa Corte costituzionale potrebbe facilmente bocciarla. Ma al di là di come la pensi il bravo costituzionalista Michele Ainis che tramite il Corriere della Sera si è soffermato sulle “travi che accecano” una legge elettorale renzianissima, rimane il fatto che ci troviamo ad un vicolo cieco tra un governo irremovibile, una presidenza della Repubblica imbarazzata ed una politica assai più sterile del passato.

La logica vuole che fino a quando il Senato non venga abolito del tutto, l'Italicum non potrà sortire una giusta utilità al sistema elettorale. Ma, non è tutto, poichè anche dopo potrebbe portare ulteriori guasti all'assetto democratico istituzionale del Paese.

Certo la dicotomia che si mette in evidenza tra due sistemi elettorali (Italicum per la Camera e proporzionale puro per il Senato... non potrebbe che destare parecchi dubbi, malgrado Renzi dichiari convinto di mettere in atto l'Italicum dopo aver risolto il problema di un Senato non elettivo. Non vi è alcuna garanzia precisa che tutto possa risolversi per fornire una funzionalità al sistema, tranne che la solita premura di portare al più presto un risultato in porto. Per quanto riguarda l'Italicum, rimangono, anche se modificate in senso migliorativo, il premio di maggioranza e le soglie di sbarramento. Il premio di maggioranza per la coalizione forse aiuta, ma crea il solito guazzabuglio che potrà scatenare contraddizioni e condizionamenti poco utili, mentre sembra chiaro che ogni decisione dovrebbe nascere da un serio confronto ed il percorso della politica dovrebbe muoversi nel dibattito di un'Aula e meno nella casa di un Partito dominata da figure assolute.

Questa è la solita storia dei pesi e contrappesi di cui tanto si è discusso e che soltanto una buona riforma sulla divisione dei ruoli potrebbe migliorare.. Se la legge elettorale la si mette in relazione con la nuova riforma sul finanziamento privato ai Partiti... non potrà che destare ulteriori dubbi per chi percepisce il pericolo verso il sistema di una democrazia. Tutto ciò(malgrado l'imbarazzo) pare non incidere sull'atteggiamento di una presidenza della Repubblica che..nella qualità di garante... non sembra interessarsi al metodo con il quale si sta giungendo ad una simile conclusione.
Pare esservi sempre di più un chiaro abuso del potere ed un chiaro rischio per la democrazia!

Non abbiamo ancora segnali in proposito ma si pensa che lo stesso Mattarella da presidente della Repubblica, potrebbe promulgare l’Italicum per evitare pericoli al governo(poichè in questo Paese il governo sembra essere molto più importante dei principi della democrazia)...ma ciò appare inverso alla sua figura di garante di un percorso costituzionale in favore degli stessi principi.
Vi è poi l'altro dilemma..e cioè: cosa farà la Corte Costituzionale? Se Il capo dello Stato è il garante politico della Costituzione, la Consulta ne rimane sempre il garante giuridico! Ripeteremo la solita strada del gioco dell'Oca, quel labirinto che ci riporta costantemente al solito punto iniziale?



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