8 apr 2015

Quel degrado che aiuta Renzi.. ed uccide la funzione dei partiti


La degenerazione politica concepita da una mancanza di regole e ruoli.
di vincenzo cacopardo
Secondo il direttore del giornale Alessandro Sallusti il programma di Fitto è distruggere Berlusconi (cioè Forza Italia), quello di Cofferati è di uccidere Renzi, Tosi punta solo a fare perdere Salvini e Alfano la darebbe alla qualunque pur di continuare a mangiare gratis. Questo suo quadro mette in evidenza.. da un lato.. la più che fortunata marcia di Matteo Renzi e.. dall'altro.. una chiara difficoltà della politica di gestione dei Partiti ormai condizionati da un'evidente gioco di potere.

Non smetterò mai di sottolineare l'evidenza di queste continue anomalie generate da una chiara mancanza di regolamentazione da studiare sull'azione dei Partiti (art 49 cost.) che dovrebbe espletarsi in una funzione più coerente a beneficio di quella cittadinanza espressione di un consenso: Se il fine si sostanzia nella prevalente forzatura delle figure in seno ai Partiti e non attraverso le idee che devono esprimersi in favore di una politica di programmi più utili e funzionali, il risultato non potrà che restare il medesimo..ossia...lotte intestine per assumere una propria leadership che col tempo..finisce coll' imporsi attraverso l'assoluto comando di un'unica figura.

Bisogna invece.. che i Partiti (i quali devono determinare la guida politica della Nazione) vengano preservati da una logica della politica costruita attraverso dialogo con la cittadinanza ricercando idee ed innovazione. In teoria (una personale teoria che va trovando oggi sempre più riscontro) dovrebbero occuparsi dei Partiti solo coloro che appartengono a quel lavoro di ricerca e di analisi dottrinale legato all’attività parlamentare in dialogo con la società civile. Una lavoro che possa istruire in continuità nuove idee e procedure per una più moderna politica. Essi dovrebbero essere il comune filtro di collegamento con il Parlamento per un programma voluto dai cittadini, poiché naturali sponsor dei candidati e, soprattutto delle idee che si propongono. Un Partito deve essere una vera e propria officina di studio in continua ricerca che non dovrebbe mai ammettere alcuna formula assoluta in proposito: Per natura dovrebbe affrontare un lavoro in equipe offrendo le giuste idee di confronto per ottenere un’unica vera forza di pensiero, svolgendo così, lo specifico lavoro di approfondimento. I componenti dovrebbero lavorare come un unico motore di ricerca per un sistema qualitativo ed innovativo della vita sociale, restando quanto più equiparati tra loro e, soprattutto, senza inserirsi in alcun ruolo amministrativo.

..E qui entriamo di logica sull'altra fondamentale riforma che dovrebbe sostenere la divisione più netta e decisa dei ruoli.. onde evitare il continuo compromesso tra i poteri: Potremmo tutti comprendere quanto possa risultare anomalo l'inserimento di un'unica figura nel doppio ruolo di colui che crea le norme e nel contempo le gestisce come esecutore, ma nessuno.. o solo in pochi.. si pongono di fronte a questo evidente conpromesso senza porgli una definitiva soluzione. Nel clima attuale è fin troppo evidente l'anomalo processo di riforme volute da chi esercita simultaneamente il ruolo di capo di un Partito e di capo di un governo ..

Non c'è quindi da meravigliarsi che in un quadro simile si continui ad attuare un dannoso processo di costruzione di potere attraverso l'imposizione di figure che non identificandosi in un qualsiasi programma ideativo, lottano esclusivamente per accaparrarsi un potere in seno ai Partiti (nuovi o vecchi che siano). E' una degenerazione politico culturale determinata come reazione ad una precisa mancanza di regole per ruoli. Oggi i Partiti restano sempre più malvisti dai cittadini che cominciano a percepire queste anomalie separandosi con maggior consapevolezza dall'esprimere consenso.


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