27 mag 2015

Assemblea Regionale e consensi procacciati.

di vincenzo cacopardo
La recente inchiesta giudiziaria del Parlamento siciliano mette ancora a rischio , la già precaria credibilità della politica siciliana.

Si parla di posti di lavoro e di euro distribuiti in previsione di scambi di preferenze elettorali: i nomi di tre deputati eletti in ambigue posizioni politiche fa tanto pensare a come ancora in Sicilia si opera per una politica di comodo e strumentale a propri interessi. Uno di essi è oggi persino presidente della commissione Bilancio dell'Ars, un altro pare avere sfiorato la vittoria al Comune di Palermo.

L'indagine sembra partita dalla Finanza o meglio dal Nucleo speciale di polizia valutaria. Ai domiciliari pure un finanziere ed il caso dovrebbe fare riferimento alle elezioni amministrative dell'anno 2012: In sostanza sembra che il pacchetto di voti che non bastò ad un aspirante consigliere comunale sarebbe stato sfruttato dai altri tre candidati a Palazzo dei Normanni attraverso promesse di denaro e posti di lavoro in cambio di preferenze.

Al di là di questo specifico caso sul quale indaga la procura che dovrà stabilire una verità tra le promesse e lo specifico reato..e prendendo tuttavia spunto da esso, non si può certo non evidenziarsi il metodo costante con il quale la politica (soprattutto in paesi meno sviluppati del territorio del Sud) continui a procedere attraverso le strade poco chiare di scambi di favori ed agevolazioni a scopo di interesse per le preferenze...E questo: sia che il reato sia davvero commesso o se, al contrario, vi siano promesse che inducano ad impedire un corretto indirizzo sull'espressione del voto.

In questa sede, quindi, la mia critica non può che fermarsi ad una valutazione etico politica.. esulando conseguentemente da ogni giudizio giuridico.

La sola idea che nel nostro Paese vi siano ancora figure disposte a vendere il voto in cambio di pochi euro o di un posto di lavoro... non può lasciare indifferenti soprattutto in un mezzogiorno già povero di per sè ed in un'isola come la nostra dove il vuoto politico fa si che tali procedure vengano ormai identificate come le comuni prassi delle quali non si può restare sorpresi: Un sistema abituale che impedisce ormai ogni crescita e che mette in evidenza la figura politica come quella di un qualsiasi procacciatore d'affari in un'attività di intermediazione.

Per quanto riguarda la nostra Sicilia e l'attività politica svolta in un'Assemblea regionale già di per sé assai contestata per i grossi emolumenti ed i vitalizi resi ai deputati, l'attenzione non può che ricadere sul metodo con il quale gli stessi partiti perseverano ad impegnarsi al procacciamento di voti mettendo costantemente poca attenzione alle necessità di una cittadinanza..anzi.. traendo dal singolo bisogno.. l'incentivo per continuare a sottrarre consensi. 

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