26 mag 2015

Immigrazione..un fenomeno cui porre utili e serie alternative

di vincenzo cacopardo
La Francia , il Regno Unito, la Spagna ed altro otto Stati della comunità sono contro le quote degli immigrati. Un brutto segno per la nostra Nazione che oggi pare lottare solitaria contro un avvenimento che resta di carattere mondiale.

Sappiamo che tanti di questi immigrati sono profughi poichè lasciano il proprio paese a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali. Vi sono però dei distingui.. e cioè.. quelli regolari e quelli irregolari che.. a differenza.. non posseggono alcun permesso di soggiorno rilasciato dall’autorità competente.
Il migrante irregolare è dunque una persona che è entrata in un Paese straniero evitando i controlli di frontiera o che, avendo un visto scaduto, permane irregolarmente nel territorio che lo ospita...Vi è poi la categoria dei clandestini..ovvero coloro che, pur avendo ricevuto un ordine di espulsione, rimangono nel paese che li accoglie. Dal 2009 la clandestinità è un reato penale.


La condizione di rifugiato è invece definita dalla convenzione di Ginevra del 1951, un trattato delle Nazioni Unite firmato da 147 paesi. Nell’articolo 1 della convenzione si legge che il rifugiato è una persona che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”. Dal punto di vista giuridico-amministrativo è una persona cui è riconosciuto lo status di rifugiato perché se tornasse nel proprio paese d’origine potrebbe essere vittima di persecuzioni.


Queste.. in linea di massima.. le varie categorie degli immigrati che oggi persistono nel nostro territorio: Una serie di differenze che determinano una ulteriore difficoltà nel riscontro delle regole per la gestione dei tanti ospiti che cominciano ad invadere in modo eccessivo il nostro Paese. Un avvenimento che pare non trovare tregua e che si sarebbe dovuto prevedere in tempo attraverso una politica internazionale che avrebbe dovuto saper leggere in lungimiranza fenomeni mondiali di tale portata...ponendovi rimedio attraverso uno studio preventivo.

Non era difficile poter comprendere che tale fenomeno avrebbe reso difficile una convivenza con paesi occidentali di diversa cultura e storia: Oggi si parla con troppa facilità di integrazione, non comprendendo che l'avvenimento, in un momento storico in cui l'economia dei paesi occidentali è in grande affanno ed in cui si devono fare i conti con la mancanza di lavoro, si pone come un avversità, sebbene potrebbe portare anche note positive.

Quello che riesce incomprensibile è il fatto che pare sottovalutarsi un fenomeno storico di portata immane che ci coinvolge giorno per giorno e che sembra montare in modo spropositato portando insicurezza in tutto il paese Europa.
Eppure non sarebbe difficile immaginare un impegno da parte di tutte la forze politiche ocidentali europee per un piano da studiare con altri paesi orientali che possa prevedere la ricerca di spazi in territori abbandonati dove ricostruire insieme nuovi paesi e nuove economie. Con uno sforzo interattivo che potrebbe vederci coplici e fattivi nella costruzione di un futuro insieme.

La terra è grande e la popolazione è troppa..ma quello che fa tanto pensare è la cattiva distribuzione e la anomala concentrazione.  

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