29 giu 2015

La lettera di Tsipras..e gli accordi saltati

la direttrice del Fondo Monetario Christine Lagarde

UNA LETTERA DI TSIPRAS PER LA SALVAGUARDIA DELLA DIGNITA' DEL SUO PAESE
di vincenzo Cacopardo
La commissione Europea ed il Fondo Monetario fanno saltare ogni accordo e se, per la Germania della Merkel, la Grecia comporta un rischio troppo gosso, i danni saranno sicuramente fatti ricadere sull'Europa intera e soprattutto sui Paesi più deboli dell'Eurozona.
Sembra che solo la Bce di Mario Draghi sia l'unica ancora a sperare su un piano alternativo.  Se anche la Merkel ha voluto far credere di avere spinto verso un accordo ..la prova della sua ostinazione, non ha tardato a venir fuori. L'irremovibile tedesca pare aver deciso sotto la spinta del del suo vice Gabriel, nonostante apparisse più morbida ed in favore della Grecia. D'altronde pare che oltre il 60% della popolazione tedesca premesse per l'uscita!
A nulla è valsa la figura tiepida e con poco carattere di Hollande...nè quella del nostro Premier... sempre più dedito alla propria ambiziosa socievole comunicazione per la ricerca di inverosimili riforme... che ad una visione di un'Europa più funzionale e costruttiva: Purtroppo appare chiara una incapace presa di posizione del di Renzi che sulle problematiche estere ha sempre dimostrato scarso impegno fattivo e più sottomissione. Come del resto appare evidente la responsabilità di un Fondo Monetario, condotto della sua direttrice Lagarde. 

La direttrice del Fondo monetario internazionale si dice persino dispiaciuta per la rottura dei colloqui sulla crisi della Grecia, e spera di poter riprendere un domani un dialogo con il governo di Atene...Un atteggiamento che suona più ipocrita che realmente onesto: La sua aspettativa (dichiarata come una speranza) rimane quella di poter vedere la Grecia alle prese con riforme strutturali più appropriate ed utili. Christine Lagarde sostiene che gli aumenti fiscali rendono meno facile la crescita del Pil... Ma sappiamo anche che sono in ballo circa 260 miliardi crediti pubblici dell'Eurozona e se la Grecia deve poter dare forza al suo risanamento economico è più che chiaro che le rigide riforme proposte.. non potranno che farla soccombere di più.

Vi è quindi la tentazione di poter pensare che tutto ciò potrebbe anche muoversi per un fine diverso che possa sostenere la tesi, non del tutto vaga, di voler costringere il neo governo condotto da Tsipras alla sua caduta.

Si dovrebbe facilmente intuire che la Grecia....come del resto qualunque altro paese con difficoltà simili..non potrà crescere con un semplice aumento dell'Iva o con misure di fiscalità più dure. Tsipras risponde quindi con un referendum sull'Euro chiedendo di votare in senso negativo . Si atteggia a vittima...è sincero.. o cerca un capro espiatorio?
Nel frattempo accompagna questa sua lotta in favore del suo governo.. scrivendo una lettera al suo Paese che qui sottoponiamo:
«Amici greci, da sei mesi il governo greco combatte una battaglia in condizioni di soffocamento economico senza precedenti, per implementare il mandato che ci avete dato il 25 gennaio.
Il mandato che stavamo negoziando coi nostri partner chiedeva di mettere fine all’austerità e permettere alla prosperità ed alla giustizia sociale di tornare nel nostro paese.
Era un mandato per un accordo sostenibile che rispettasse la democrazia e le regoli comuni europee, per condurre all’uscita finale dalla crisi.
Durante questo periodo di negoziazioni, ci è stato chiesto di mettere in atto gli accordi fatti col precedente governo nel “memorandum”, nonostante questi fossero stati categoricamente condannati dal popolo greco nelle recenti elezioni.
Comunque, nemmeno per un momenti abbiamo pensato di arrenderci, cioè di tradire la vostra fiducia.
Dopo cinque mesi di dure contrattazioni, i nostri partner, sfortunatamente, hanno rilanciato all’eurogruppo di due giorni fa un ultimatum alla democrazia greca ed al popolo greco.
Un ultimatum che è contrario ai principi fondanti ed ai valori dell’Europa, i valori del progetto comune europeo.
Hanno chiesto al governo greco di accettare una proposta che accumula un nuovo insostenibile peso sul popolo ellenico e colpisce profondamente le possibilità di recupero dell’economia e della società greche. Una proposta che non soltanto perpetua lo stato di incertezza ma accentua persino le disuguaglianze sociali.
La proposta delle istituzioni include: misure per un’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, ulteriori riduzioni nel salario minimo del settore pubblico e incremento dell’IVA su cibo, ristorazione e turismo, eliminando inoltre le agevolazioni fiscali per le isole greche.
Queste proposte violano direttamente fondamentali diritti europei, mostrano che riguardo a lavoro, uguaglianza e dignità, lo scopo di alcuni partners e istituzioni non è il raggiungimento di un buon accordo per tutte le parti, ma l’umiliazione dell’intero popolo greco.
Queste proposte sottolineano in particolare l’insistenza del Fondo Monetario Internazionale in una dura e punitiva austerity, e sottolineano più che mai la necessità per i grandi poteri europei di prendere iniziative che conducano al termine della crisi del debito sovrano ellenico. Una crisi che colpisce altri paesi europei e che sta minacciando il futuro prossimo dell’integrazione continentale.

Amici greci,
in questo momento pesa sulle nostre spalle, attraverso le lotte ed i sacrifici, la responsabilità storica del popolo greco per il consolidamento della democrazia e della sovranità nazionale. La nostra responsabilità per il futuro del nostro paese.

E la nostra responsabilità ci richiede di rispondere all’ultimatum sulla base del mandato del popolo greco.
Pochi minuti fa alla riunione di gabinetto ho proposto l’organizzazione di un referendum, perché il popolo greco possa decidere in maniera sovrana.
Questa proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani la la camera dei rappresentanti sarà convocata d’urgenza per ratificare la proposta del gabinetto per un referendum la prossima domenica, 5 luglio, sull’accettazione o il rigetto della proposta delle istituzioni.
Ho già informato della mia decisione il presidente francese e la cancelliera tedesca, il presidente della BCE e domani una mia lettera chiederà formalmente ai leader della UE ed alle istituzioni di estendere per pochi giorni il programma attuale in modo da permettere al popolo greco di decidere, libero da ogni pressione e ricatto, come richiesto dalla costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica europea.
Amici greci, al ricatto dell’ultimatum che ci chiede di accettare una severa e degradante austerità senza fine e senza prospettive di ripresa economica, vi chiedo di risponde in maniera sovrana e orgogliosa, come la nostra storia ci chiede.
Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo con la democrazia, con calma e decisione.
La Grecia, il luogo di nascita della democrazia, manderà una forte e sonora risposta all’Europa ed al mondo.
Mi impegno personalmente al rispetto dei risultati della vostra scelta democratica, qualsiasi essi siano. Sono assolutamente fiducioso che la vostra scelta onorerà la storia del nostro paese e manderà un messaggio di dignità al mondo.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei popoli. Che in Europa non ci sono proprietari ed ospiti.
La Grecia è e rimarrà una parte fondamentale dell’Europa, e l’Europa è una parte della Grecia. Ma senza democrazia, l’europa sarebbe un’europa senza identità e senza bussola.
Vi invito a mostrare unità nazionale e calma e fare la scelta giusta.
Per noi, per le generazioni future, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.»
Alexis Tsipras Atene, 27 giugno 2015


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