31 lug 2015

Mattarella: più “garante” .. che “arbitro”!

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: FIGURA CHE I CITTADINI VORREBBERO  GARANTE DEL SISTEMA ISTITUZIONALE.
di vincenzo cacopardo
Se un arbitro deve agire senza condizionamenti..un garante può muoversi a protezione di ciò che non risulta sicuro ed a salvaguardia dei fondamentali principi.

Le prime esternazioni del Presidente Mattarella rimangono fondamentali e danno una sorta di scossone al metodo odierno con il quale la politica si muove..Mattarella ha parlato di lungimiranza e questo argomento ..già diverse volte trattato nel mio blog..dovrebbe essere di sicuro un monito per una classe politica che fino ad oggi non ha saputo leggere nel futuro. Ma se leggere significa muoversi attraverso la fretta e la semplificazione...come usa fare il nostro Premier..l'argomentazione del capo dello Stato non trova alcuno sfogo, poiché la fretta..unita ad una certa superficialità.. non possono appartenere a chi si deve muovere guardando lontano.

Malgrado i bei discorsi...il Presidente Mattarella..a mio modestissimo parere..non riesce a definire bene il proprio ruolo..nel contesto di una politica odierna..soprattutto quando tende a dirimerlo solo come “arbitro”..dato che prima ancora egli dovrebbe essere un “garante” della Costituzione. Questo fa sì che la sua posizione finisce col mettere in discussione persino il fine ed i valori della Costituzione stessa.. quando questi vengono scherniti o svalutati.. attraverso principi che a tutti i costi pretendono di determinare una governabilità come scopo e non come valore definito. In realtà: credo che possa e debba spettare al capo dello Stato un giudizio come garante (più che come arbitro) per la garanzia stessa di una democrazia..dato che oggi persino il raccordo tra Parlamento e Governo risulta incrinato o addirittura compromesso.

Per quanto attiene alle riforme..trattandosi di un considerevole numero di riforme tendenti a stravolgere l'impianto istituzionale voluto dai padri costituenti (esperti..oltre che fortemente istruiti in materia) risulterebbe utile muoversi in termini di un metodo più appropriato.. Pur lasciando da parte ogni riferimento al merito di queste riforme (che, invero, potrebbero anche portare danni peggiori nel futuro politico del Paese), avrebbe sicuramente fatto piacere un intervento in proposito... ascoltando le osservazioni di metodo da parte del nuovo Capo dello Stato. Considerazioni che in realtà gli appartengono in qualità di garante di un sistema di democrazia che dovrebbe vedere nel parlamento il punto centrale di tutta la politica istituzionale.Se è vero che “la mancata attribuzione dei poteri di indirizzo politico al Presidente della Repubblica, fa sì che tali poteri vengano accentrati nel raccordo Parlamento – Governo”.. è persino evidente che questo raccordo oggi si sia intaccato e dovrebbe destare serie preoccupazioni per la garanzia dello stesso principio di democrazia: i due ruoli (Parlamento – Governo) non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale, risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse...Nel passato non era così e quindi il raccordo non veniva compromesso..ma oggi le cose sembrano del tutto cambiate! 

Renzi oggi rappresenta l'evidenza di questo problema.. e quella tendenza equilibratrice che si voleva tramite il “raccordo”, non pare più possibile. La centralità del Parlamento non determina più la sua vera fondamentale funzione ed ogni azione governativa finisce sempre col prevalere e condizionare pragmaticamente su ogni indispensabile percorso politico parlamentare..Credo..perciò.. che in questo terreno sia indispensabile un ruolo di vero garante da parte del nostro Capo dello Stato.



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