7 feb 2016

Boschi: le pessime riforme..prima degli ipotetici conflitti!

di vincenzo cacopardo

E' incomprensibile accorgersi di come ci si concentri in una battaglia contro la Boschi per lo scandalo che l'ha sfiorata e non ci si preoccupi con ugual impegno delle sue provocatorie riforme costituzionali che daranno la stura ad un cambiamento peggiorativo a danno del nostro sistema di democrazia. Eppure per ogni vero politico che vive nell'interesse di un valido ordinamento istituzionale sarebbe molto più importante smontare l'orrendo pasticcio delle riforme volute da chi continua a non tenere conto dei principi fondamentali di una democrazia.
Rimane comunque ed oltremodo stupefacente l'immobilità di chi.. prima di lei ..dovrebbe farsi garante dei valori di questa nostra Carta Costituzionale..

Lo stesso potrebbe dirsi in riferimento all'impegno oltre misura sul tema delle unioni civili che appare quasi come una operazione voluta per distrarre l'attenzione in temi più critici: Sappiamo che gli omosessuali rappresentano una stretta minoranza rispetto agli etero e non è detto che di questa minoranza siano tutti predisposti nel voler unirsi in un matrimonio. Malgrado l'interesse.. stiamo parlando di una infinitesima parte della minoranza del Paese. In questo caso l'importanta eccessiva su un tema “etico” che dovrebbe poi concernere il nostro personale io.. non sembra per nulla paragonabile ai problemi di maggiore importanza che riguardano il tema della disoccupazione.

Ma tornando alla Boschi, personaggio politico oggi maggiormente esaltato per una critica su un'ipotetico conflitto (la cui competenza sarebbe meglio esser lasciata alla magistratura).. si continua con questo scandalo (che finisce con l'offrirle maggiore visibilità).. non mettendo in primo piano la paradossale riforma da lei voluta. Una riforma che trasformerà di colpo il metodo di eleggibilità di un Senato che storicamente.. oltre a svolgere un ruolo fondamentale nel procedimento legislativo (e di revisione costituzionale), accordava e revocava la fiducia al Governo. Il Senato è sempre stato titolare, nei confronti dello stesso Governo, attraverso poteri di controllo politico, che si sono esplicati attraverso l'adozione di atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni, ordini del giorno) e di atti di sindacato ispettivo (interrogazioni, interpellanze). Una sorta di Camera alta che fino ad oggi non partecipa alla creazione di norme giuridiche (funzione legislativa in senso stretto), ma concorre nella determinazione dell'indirizzo politico o controlla l'operato del Governo, nell'ambito del rapporto fiduciario.

Sarebbe stato giusto trovargli una funzione più appropriata legandolo ad un ruolo differente da quello del Parlamento di Montecitorio, dimezzargli i componenti..forse, ma non certamente escluderlo da un sistema di eleggibilità rendendolo una irrisoria Camera delle regioni e non certamente in favore di esse: Una sorta di umiliazione per gli stessi componenti che avrebbero poturo avere un ruolo più efficiente e valido in favore di una politica più utile per il Paese.

Se nel contempo analizziamo tale riforma insieme al combinato disposto di una legge elettorale (più astuta che inefficiente), ci accorgiamo di come il pensiero di questa ministra..malgrado il suo parlare ricercato e composto.. sia pervaso da un immaginazione fuori da ogni logica. Ma anche estremamente limitato nell'interpretazione di una politica che pretende di assurgere ad una governabilità con mezzucci scaltri, maldestri.. e poco costruttivi..calpestando tutto il resto.

Bisognerebbe condannare per questo l'operato di colei che ritiene di poter mettere sotto i piedi una Costituzione che come valore primario vorrebbe che si rispettasse un sistema di democrazia. E non spingere troppo l'accelleratore su ipotetici conflitti che, sebbene tutti da verificare, arrecheranno meno problematiche immediate su quell'assetto istituzionale che ci coinvolgerà tutti.





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