26 mag 2016

La riforma costituzionale e l'obiettivo mancato


Il combinato che scombina
di vincenzo cacopardo

L'errore è quello di dare per scontato che il bicameralismo paritario debba superarsi in forza di sistemi maggioritari ed un bipolarismo che ha per fine un più comodo bipartitismo. Comodo..ma anche sterile.. poiché senza dinamica parlamentare si spegne in realtà ogni dialogo e la forza di una vera politica. Se il bipolarismo nel passato ha fallito..si prosegue oggi per la via imperativa del bipartitismo! Questo avviene perchè si parte dal preconcetto che la governabilità debba essere assicurata a prescindere e non ricercata con metodo. Questo principio, ormai imposto da una Comunità Europea globalizzata, impedisce oggi ogni possibile altra ricerca verso l'innovazione politica.

Oggi Matteo Renzi insiste con le sue frasi ad effetto ..l'ultima sembra essere quella che “col bicameralismo paritario si ostacola il bipolarismo”. Questo è ovvio! Ma è di tutta evidenza che il lavoro che lui sta conducendo non mira esattamente ad un sistema “bipolare” quanto, invece, ad un “bipartitismo” che metterà a tacere ogni possibile minoranza...e quando la minoranza è costretta a tacere.. si svilisce ogni dialogo e persino le idee: Un sistema che tutti sanno essere di grande utilità al governo di turno e da ostacolo ad una democrazia parlamentare. Quindi in realtà quella che si vuole sopprimere è proprio la democrazia parlamentare!

Era naturale che il bicameralismo paritario chiamato, forse a torto, “perfetto” andasse innovato..Ma non di certo mortificato con fretta e superficialità!

La Costituzione regola i principi della nostra Repubblica e deve per forza essere riformata attraverso una assemblea costituente..Una Costituente necessita di una rappresentanza proporzionale. Approvarla su ordine governativo e con il metodo maggioritario da un Parlamento eletto in modo anomalo...significa non percepire il suo vero significato intrinseco.

Ma allontanandoci da ogni giudizio sul metodo, poco ortodosso, col quale ci si è mossi.. e restando nel merito.. è certo che nessuno dei politici.. oggi presenti nelle istituzioni..( non di meno gli illustri saggi).. abbiano voluto spingersi nella ricerca di poter percorrere una diversa strada attraverso uno studio più profondo: Era forse più giusto che si andassero a dividere i ruoli delle Camere invece di cercare di sopprimere per poi non sopprimere! Sarebbe stato utile diminuire in ambedue il numero dei parlamentari con i conseguenti risparmi, nondimeno un principio per assegnare ai senatori un ruolo differente.. senza togliere loro l'autorevolezza di una loro personale nomina attraverso una votazione poplare. Occorreva assegnare loro un compito più diretto in contatto con le amministrazioni comunali.. che oggi rappresentano di certo un peso importante in tutto l'ordinamento politico istituzionale. Da ciò ci si sarebbe dovuti muovere in direzione di una vera differenziazione dei ruoli, assegnando loro quello amministrativo.. per cercare di abbattere anomalie e conflitti con il compito per una Camera dei deputati di legiferare in modo distinto e separato. Quindi senza alcun bisogno di fingere di eliminare una Camera senatoriale che di per sé sarebbe potuta essere risolutiva e funzionale ad un diverso scopo. Se a ciò aggiungiamo il combinato disposto con la nuova legge elettorale Italicum, ci accorgiamo di quanto poco si sia tenuto conto delle ulteriori malformazioni che si vengono a generare: Anche se l'insieme non portasse alla (più volte declamata) “deriva autoritaria”, lascia intravvedere irrisolto il problema di un equilibrato funzionamento dell'ordinamento istituzionale in una società che si dichiara ancora democratica.

Un altro dei problemi che si rileva in questa riforma pasticciata è il fatto che non ci si sia impegnati a fondo a guardare con più attenzione in direzione di un logico funzionamento che ogni sistema democratico deve tenere in considerazione e cioè: Che in democrazia tutto deve nascere dal basso confluendo verso l'alto(Cittadini-Partiti-Parlamento-Governo)..Una considerazione che dovrebbe vedere nei programmi e nei Partiti che li supportano.. una base di partenza sulla quale muoversi in direzione di una governabilità di funzione e non di scopo personale. Ciò significava avviarsi in prima battuta su una prudente ed avveduta riforma sui Partiti...rendendoli più partecipi e responsabilizzati ( finanche non legati ad interessi sull' amministrativo)

Quindi in realtà non è proprio la riforma (assai poco convincente e pasticciata) che non convince, quanto il mancato indirizzo verso un vero funzionamento democratico..Un indirizzo che non si è voluto ricercare in modo più equilibrato e confacente alla natura politica del nostro Paese. E' mancato il vero obiettivo.. sia per la smisurata fretta..che per la supponenza imposta.


Con tutto il rispetto per chi la pensa per il SI.. che ha tutto il diritto di esprimersi come vuole ed al di là di ogni riferimento alla figura di un premier che si propone a favore della sua riforma, le circostanze per la quali si muove un fronte dei NO è supportato, oltre che da una considerazione di metodo assai imbarazzante (mancanza di una assemblea Costituente per una maggiore partecipazione)..anche da quella di una assenza verso nuove idee in proposito: Come se avessimo perso il treno adatto per raggiungere quel traguardo tanto agognato...La prova di tutto ciò sta proprio nelle parole dei tanti politici che propongono quel SI e che oggi insistono con la retorica frase : “meglio questo che nulla”! Una frase che la dice lunga sulla superficialità con la quale si pensa di poter riformare una Costituzione.


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