21 nov 2016

QUELLA CURIOSA DEMOCRAZIA DECIDENTE....

di vincenzo cacopardo
Da tempo si discute su un effettivo problema di governabilità stabile..governabilità che..in realta' si pone spesso contrapposta ad un bisogno dinamico di un' attività parlamentare e ciò tocca lo scopo ed  il lavoro di un Parlamento... Lavoro che dovrebbe lasciarsi libero ed in dialogo costante. La limitazione di un percorso di utile democrazia viene quindi bloccato da questo contrasto che, a detta di tanti , dovrebbe imporre l'uso di quella che hanno sempre individuato come una “democrazia stabile” o “decidente”: Un termine comodo, a dir poco astruso..che suona quasi come un ossimoro: La democrazia è democrazia..non si può imporre stabile, ma costruire solida alla base affinchè si renda robusta ogni governabilità. 
Le figure, le decisioni e la validità dei progetti le deve suggerire il popolo, onde evitare che si rivolti. L'opera dei Partiti..invece.. dovrebbe funzionare in rapporto con i cittadini e dovrebbe successivamente affinare e determinare le normative utili alle scelte .

Questo discorda e non va esattamente in favore di qualunque Premier che insiste ripetutamente parlando di cambiamento..finendo poi con lo schiacciare ogni valore democratico. Sembra.. infatti.. che si corra con estrema semplificazione verso una “stabilità governativa” reprimendo ogni principio dell' azione parlamentare che rappresenta la base dell'ordinamento politico di una Repubblica che si dichiara ancora democratica!

Se da un lato si pretende una democrazia parlamentare... dall'altro si cerca di bloccare il suo percorso dinamico nella ricerca di quella che oggi ignobilmente viene appellata come una “democrazia decidente”La strada per ovviare a ciò..trattandosi di due azioni differenti ..non può essere quella di metterle in contrasto, ma di separarne ruoli e funzioni per sortire un utile fine: Una visione di ruoli nettamente divisa ed in equilibrio.. in modo da diminuire i continui conflitti ed assecondarne un unico fine positivo.

Lo studio di una ricerca in tal senso dovrebbe essere proiettato verso una visione innovativa. Ad esempio:
-La nomina di un presidente della Repubblica diretta dal popolo..con gli stessi poteri odierni, ma un significativo impegno sulla garanzia delle elezioni e della Costituzione.
- Occorre un programma votato dai cittadini le cui linee devono essere dettate dal basso e discusse in Parlamento
- Nella ricerca potrebbero identificarsi due votazioni (amministrative di governo- parlamentari) in modo da offrire al Parlamento il ruolo di dialogo per la formazione delle leggi.. separato nettamente da quello di un esecutivo che non potrebbe intervenire.
- Due votazioni per le differenti capacità dove il ruolo parlamentare risulti più libero e dinamico suggerito dal Partito.. e quello amministrativo votato solo sulle capacità della figura per curriculum e meriti.
- Occorre un esecutivo che si limiti ad eseguire, non condizionando un Parlamento la cui dinamica sulla definizione del programma cittadino è fondamentale.
- Occorre in primis un cambiamento dell'art 49 per dare corpo, significato e funzione ai Partiti che devono comporre e studiare il programma con i cittadini.

Insomma ..sarebbe necessario ricercare con ordine un cambiamento dell'ordinamento politico ed istituzionale attraverso una logica innovativa che determini un mezzo forte per un utile fine governativo...senza imporlo. Sappiamo bene che non risulta facile, ma ci accorgiamo anche che non ci si adopera in alcun modo a tale scopo! Quando oggi si insiste affermando che non ci possono essere alternative al nostro sistema se non scopiazzando quelli delle altre Nazioni occidentali, si commette un errore enorme..ma lo si commette perchè si rimane fissati su una “forma mentis” bloccata oltre la quale non si riesce a vedere al di là.
Non si vede o non si vuole vedere? 

Sta di fatto che si commette un errore sostanziale proprio per il fatto che un politico deve costantemente saper guardare oltre ed in lungimiranza!

Nessun commento:

Posta un commento