4 lug 2018

IL DECRETO DIGNITA'




DIGNITA' DEL LAVORO..O PREPOTENZA DEL MERCATO?
di vincenzocacopardo

Non poteva mancare la solita critica della stampa...tuttavia il “decreto Dignità”, proprio per il nome che porta, non avrebbe nemmeno bisogno di essere sostenuto più del dovuto. Soprattutto da una sinistra che per principio dovrebbe privilegiare la dignità di ogni lavoratore e che..invece.. si è scagliata contro il provvedimento con critiche insensate.

A detta di Di Maio, che si è opportunamente affrettato a dichiarare un prossimo taglio al costo del lavoro, il decreto è di certo uno degli atti più consistenti verso il cambiamento..eppure per alcuni rimane come un tuffo nel passato. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha sottolineato che con tale provvedimento il Governo non intende per nulla mettersi in contrasto con il mondo imprenditoriale, ma di ridare dignità al lavoro.

Il decreto, ancora oggetto di discussione e di possibili variazioni in Parlamento, sembra voler combattere una precarietà a partire dai contratti a termine, ma per buona parte della politica di contestazione, rischia di introdurre vincoli e costi che richiamano ad un certo passato.. Per costoro il pericolo potrebbe essere quello di un mercato del lavoro bloccato che mal si accompagna all'idea di innovazione di una società competitiva.



Luigi Di Maio..al contrario ...esalta il provvedimento voluto soprattutto dal Movimento 5Stelle..che non ha mancato di destare qualche malumore in casa delle Lega. Il ministro del lavoro risponde ai giornalisti con queste decise parole che non esprimono per nulla presunzione.. ma di sicuro un certo naturale entusiasmo:«Non vengo qui a enfatizzarlo né a celebrarlo, non abbiamo risolto i problemi della precarietà, ma abbiamo detto che il lavoratore conta».

Le parole di Di Maio sembrano esprimere principalmente rispetto assoluto per il lavoro: Se il lavoratore conta.. il lavoro cresce nella qualità e la società si arricchisce nel pieno rispetto di ogni attività produttiva.
Ma contro il decreto si muove persino la Lega Serie A. (organismo di rappresentanza dei club del massimo campionato) ritenendo tali misure non esattamente efficaci..comunicando estrema preoccupazione per l’impatto sul mondo del calcio: Il divieto sulla pubblicazione delle scommesse potrebbe influire non poco sulla pubblicità...facendo perdere esose entrate allo Stato.
Naturalmente i budget destinati alle squadre italiane ne resterebbero svantaggiati rispetto alla concorrenza. Quindi tutto il sistema Gioco Italia non può che bocciare i divieti imposti dal decreto. Confindustria a Confartigianato criticano il provvedimento ritenendolo poco pratico e non in linea con i bisogni di una società che si innova ad un sistema globalizzato. Ma per il Movimento 5Stelle la dignità dell'uomo lavoratore deve tornare al centro e non essere più rappresentata da un numero.

Bisogna mettersi d'accordo nella ricerca di un essenziale equilibrio: O salvaguardiamo veramente il diritto ed il rispetto del lavoratore...o difendiamo il libero mercato con la prepotenza della finanza..senza porvi i relativi confini!.. E questo rimane decisamente un tema di sinistra che dal Pd è stato affrontato in modo decisamente antitetico rispetto ai suoi stessi principi.




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