8 nov 2018

PRESCRIZIONE: LA RIFORMA CHE DIVIDE I GIURISTI



di vincenzo cacopardo

Oggi i pareri sulla riforma della prescrizione sono differenti persino in seno alla maggioranza di governo, ma la domanda da porsi è solo una: Se la prescrizione nega ogni forma completa di giustizia..la giustizia dovrebbe negare qualsiasi espediente sulla prescrizione.


C'è chi ritiene scioccamente che allungando i tempi di prescrizione si allungherà la durata dei processi, che già in Italia è più che accentuata. Con questa affermazione si taglia ogni possibile utile riforma in proposito e si costringe quasi ad una arresa sui principi stessi di funzionalità della autorità giudiziaria
La prescrizione nei paesi europei oltre che in Italia è adoperata solo in Grecia mentre negli Stati Uniti si blocca con l’inizio del processo. Nel nostro bel Paese quando un imputato viene condannato in primo grado si appella alla riduzione della pena, ma in realtà riesce spesso a profittare della prescrizione affinchè possa non scontarla del tutto.

Di fatto qualunque possibilità di accordo delle parti in fase preliminare delle indagini tra l'accusa e la difesa..viene automaticamente condizionata..inoltre se accade (come spesso accade) che un giudice durante la sua inchiesta venga trasferito e cambia la composizione del collegio giudicante, si deve dare corso ad un nuovo processo allungando i tempi assecondando così l'imputato..cosa che certamente non può favorire il buon esito della giustizia. Al contrario con un blocco della prescrizione (come oggi si intende riformare) il condannato potrebbe affrontare il giudizio o dichiararsi colpevole limitando persino i danni..

Dall'altra parte, c'è chi non condivide la riforma e pensa che se l'imputato non sia colpevole il blocco della prescrizione potrà solo arrecargli danni..favorendo il prolungamento del processo che nel nostro Paese è assai lungo.
Secondo Luigi Paragone giornalista oggi parlamentare dei 5Stelle :”La prescrizione nega la giustizia alle vittime e ai loro familiari. E lascia liberi i colpevoli, siano essi stupratori, assassini o responsabili di assurde stragi, come quella di Viareggio.”

Qualcun'altro afferma che i
processi in Italia durano tanto perché ce ne sono troppi. Troppi appelli e ricorsi in Cassazione, fatti proprio in attesa che arrivi la prescrizione. E non v'è dubbio che per gli imputati e loro avvocati è più conveniente puntare sulla prescrizione del reato.
Secondo il magistrato Davigo vi è un'altra seria questione e cioè: “In Italia, se appellante è il solo imputato, non è possibile la reformatio in peius della pena: chi fa appello può avere la pena cambiata solo in meglio. Questo, per esempio in Francia, non c’è. Infatti in Francia solo il 40 per cento delle sentenze di condanna a pena da eseguire viene appellato, mentre in Italia il 100 per cento: ti conviene e non rischi nulla. Ma è così che, nella struttura piramidale della giustizia italiana, le Corti d’appello saltano .Si dovrebbe depenalizzare drasticamente il sistema giudiziario. Ci sono troppi processi. Tutti questi processi non li possiamo fare”.

Insomma... la questione è di scottante attualità ed oggi rimane uno dei punti caldi del confronto politico..poichè è proprio la politica che se ne dovrebbe fare obbligo.
Oggi però i pareri sulla riforma della prescrizione sono differenti persino in seno alla maggioranza di governo, ma la domanda da farsi è solo una: Se la prescrizione nega ogni forma completa di giustizia..la giustizia dovrebbe negare qualsiasi espediente sulla prescrizione.

Scelte difficili, ma sostanzialmente quello che dovrebbe risolversi ancora prima deve riguardare la prolissità dei processi attraverso l'uso di molteplici risorse da indirizzare per sollecitare i giudizi e far funzionare Tribunali e Corti.

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