7 dic 2018

Quel “reddito” di cui tanto si parla


di vincenzo cacopardo

Qualcuno  fondatamente sottolinea i nuovi dati allarmanti sulla povertà!

Secondo quanto comunicato dall’Istat, circa il 29% delle persone residenti in Italia sono a rischio povertà o esclusione sociale, il 10,1% si trova in condizioni di grave deprivazione e l’11,8% vive in famiglie in cui nessuno dei componenti ha la possibilità di lavorare. Questi dati ci confermano quanto sia urgente e fondamentale una misura come il Reddito di Cittadinanza. Di fronte a questa drammatica fotografia della realtà mostrata dall’Istat risulta ancora più squallido chi ha il coraggio, ancora oggi, ogni giorno in tv e sui giornali, di gettare fango sul Reddito di Cittadinanza”.

Poi continua sostenendo che:
ciarlatani che, di fronte a questa triste realtà che è sotto i nostri occhi ogni giorno, minimizzano o addirittura sbeffeggiano il valore sociale del Reddito di Cittadinanza, dovrebbero guardarsi allo specchio, tirare fuori un briciolo di umanità e vergognarsi. I rappresentanti della vecchia classe politica e tutti i soloni della carta stampata che blaterano di assistenzialismo, hanno per anni ignorato completamente le condizioni reali in cui versa una parte così consistente dei nostri concittadini. Non diamo mancette, diamo una opportunità. Non facciamo assistenzialismo, diamo una mano a rialzarsi e rimettersi in gioco.”


Con tutto il rispetto che si deve ad una forza politica di movimento che cerca in ogni modo di stare al fianco dei cittadini, quello che si mette in discussione non è il fatto di un sostentamento per le fasce più deboli, ma l'opportunità di un lavoro (persino stabile) per quanto attiene la realtà del mezzogiorno.

Al di là del fatto che vi siano ciarlatani e soloni che per becero principio politico ed astio contro un Movimento contrastino a priori questa manovra, il reddito di cittadinanza di incertezze ne pone: Ne pone specificatamente sulla ricerca del lavoro e non sul fatto che debbano sostenersi le fasce più disagiate del nostro Paese. Da un'altra parte vi sono anche gli sfegatati ed assoluti assertori di questa ricetta che sembrano camminare col paraocchi... sempre pronti ad aggredire se qualcuno volesse porre qualche dubbio in proposito su questo cavallo di battaglia del Movimento! Dubbi sacrosanti..e non contrasti di principio politico!

Si pongono dubbi sul fatto che i centri di collocamento per espletare bene la loro funzione necessitano di tempo... e non poco (anni)..Pur tuttavia un centro di collocamento ha bisogno che di proposte ne arrivino... ed al Sud..per come è ridotto.. non vi è alcuna certezza che queste possano pervenire..Non ve ne è ora di lavoro.. perchè di colpo dovrebbe esservene domani senza investimenti precisi?

Se è giusto e lecito sostenere una parte del popolo in disagio attraverso un sussidio o una pensione decente...potrebbe apparire non appropriato chiamare reddito un sostegno fino a che non si abbia una certezza che questo provenga da un lavoro sicuro. Sarebbe stato più sensato e meno discutibile chiamarlo un “sussidio di cittadinanza” in attesa di un reddito..programmando un riassetto dei centri ed infondendo maggiori risorse per investimenti.

Può darsi che qualcuno come me si sbagli..qualcuno che vive nel Sud.. in una terra dove giorno per giorno si riscontra con una realtà ben diversa da quella del Nord. Una realtà dove prevale ancora la furbizia come mentalità radicalizzata difficile da estirpare e dove le scappatoie sono all'ordine del giorno.
Quindi sì alla parte riferita ad un sussidio ..e dubbi su quella di un reddito da lavoro sicuro! Rimanendo nella fattispecie in attesa di riscontri che possano capovolgere le incertezze fondate su una realtà che..purtroppo.. ben si conosce.



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