27 feb 2019

L'ETERNO IRRISOLTO PROBLEMA DEL PAESE ITALIA



di vincenzo cacopardo

"Sarà sempre la solita battaglia politica dove il Nord ed il Sud finiranno col trovarsi in competizione. Un infinito annoso scontro dialettico che vede un Nord industrializzato non comprendere l'importanza del territorio meridionale.. ed un Sud cinico, fin troppo rilassato ed incapace di rimboccarsi le maniche per costruire una forte politica meridionale a vantaggio della propria ed utile economia."

Oggi...col governo definito “gialloverde” che vede due forze politiche diametralmente opposte nel loro pensiero unite da un insolito contratto... la sostanza politica sembra essere definita esclusivamente da compromessi che toccano le esigenze di un Paese che rimane dissimile nella sostanza: Le esigenze del Sud contrastano con quelle del territorio settentrionale ormai ricco di un tessuto industriale e geograficamente meglio collocato rispetto all'Europa. Le vere esigenze per il meridione rimangono..invece ..legate all'aspetto naturale, al turismo, all'agricoltura, alla pesca, all'artigianato ed alla necessità di contenere le distanze geogragiche. Questo ormai è un fatto certo!

Un Leader di partito vicepremier cresciuto e formatosi nel territorio del Nord avrà sempre, oltre che una visione politica legata all'imprenditoria, un chiaro impedimento nella sua visione politica e sarà sempre spinto a ragionare per logiche di convenienza al fine di rendere alle sue regioni del Nord i necessari benefici economici ed infrastrutturali. Diversamente non potrà immedesimarsi alla stessa maniera in una politica di un Sud che necessiterebbe di uno studio programmatico più adatto per le proprie esigenze.

L'altro vicepremier cresciuto al Sud ed a capo del Movimento definito del cambiamento...sembra spingersi di più verso una politica meridionalista con espedienti che lasciano ancora pesanti dubbi (reddito di cittadinanza). La sua visione diretta più verso una politica di aiuto ad un meridione... lo distoglie naturalmente dalle esigenze di un Nord ormai formatosi industrialmente e manca comunque di un vero progetto approfondito e studiato.

La conseguenza è proprio quella che oggi ricaviamo.. quando temi importanti come il TAV e l'autonomia in contrasto con una vera mancanza di infrastrutture al Sud, non trovano una soluzione politica immediata riducendo il dialogo in una evidente contrapposizione tra chi in realtà difende gli interessi imprenditoriali del Nord e chi protegge le esigenze del Sud.

Abbiamo oggi un Premier nella palese difficoltà di non avere in mano una forza politica, che in qualche modo cerca di sanare le esigenze di tutti. Il Premier Conte potrebbe nel futuro acquisire maggiore rilevanza ed, al di là di ogni possibile avvenimento di questo governo, divenire a capo di una nuova forza politica più moderata. Sarà forse più consapevole del fatto che non vi potrà mai essere un equilibrio per il nostro Paese se non ci si pone di fronte ad una domanda sulla eterna questione meridionale.
Cioè, se ancora oggi nel terzo millennio, si possa parlare di una “questione meridionale” e se, con l’idea di un federalismo alle porte, si debba ritenere il Mezzogiorno come una faccenda ancora da risolvere. Poiché, se così fosse, non si potrebbe azzardare alcun progetto di vero federalismo che possa coinvolgere insieme la nostra Nazione.

In poche parole: non sarà facile costruire un sistema nazionale sano ed uniforme, se non si equilibra quel divario ancora esistente tra il Nord ed Sud del nostro Paese: Sarà una storia vecchia, ma rimane una più che valida ragione!
Ogni forma di progetto di federalismo potrà rimanere utile se nel contempo si opera un piano progettuale strategico che possa vedere un coinvolgimento pieno del Governo centrale e della Comunità Europea al fine di poter apprestare giuste ed indispensabili infrastrutture per il Sud.


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