11 feb 2019

SANREMO ...E LA POLITICA



di vincenzo cacopardo

Al di fuori di ogni capacità canora ed artistica di Baglioni e dei conduttori a lui affiancati tra cui la bravissima Virginia Raffaele, non si può negare che quest'anno il Festival abbia incanalato una sorta di percorso politico che ha svilito alquanto un palco storico dove la prevalenza dovrebbe essere affidata alla bella
musica esaltata dal profilo unico della città dei fiori. Un palco che in realtà di fiori ne ha visti pochi..con scenografia fredda ed una glaciale preponderante illuminazione .

Non c'entra nulla prendersela con il vincitore Mahmood, ma di sicuro non si può trascurare il testo della sua canzone... come nemmeno la impropria dissertazione sull'immigrazione intrapresa in fase di presentazione dallo stesso direttore artistico Baglioni.
Il fatto è... che tra le scarse canzoni in gara (rappresentate come fossero capolavori) ..casualmente è riuscita a vincere una canzone che nel voto popolare aveva accumulato meno del 20% e che è salita in testa grazie ad una giuria tecnica ( che in realtà di tecnica musicale aveva ben poco) stravolgendo la graduatoria in favore di un testo che, guarda caso, parla proprio di immigrazione.
In questa logica non è nemmeno difficile considerare quantomeno insensato il fatto che il voto popolare aveva un costo ...quando quello della giuria sembra essere stato remunerato...ai limiti di un raggiro!

E' difficile quindi non poter pensare male.. proprio per la serie di circostanze cominciate col discorso fuori luogo di Baglioni all'inizio ..per finire con la vittoria di un testo particolare che (casualmente) è riuscito a ribaltare il giudizio reso da un voto popolare.

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