di vincenzo cacopardo
Al di fuori di ogni
capacità canora ed artistica di Baglioni e dei conduttori a lui
affiancati tra cui la bravissima Virginia Raffaele, non si può
negare che quest'anno il Festival abbia incanalato una sorta di percorso
politico che ha svilito alquanto un palco storico dove la prevalenza
dovrebbe essere affidata alla bella
Non c'entra nulla
prendersela con il vincitore Mahmood, ma di sicuro non si può
trascurare il testo della sua canzone... come nemmeno la impropria
dissertazione sull'immigrazione intrapresa in fase di presentazione
dallo stesso direttore artistico Baglioni.
Il fatto è... che tra le
scarse canzoni in gara (rappresentate come fossero capolavori)
..casualmente è riuscita a vincere una canzone che nel voto popolare
aveva accumulato meno del 20% e che è salita in testa grazie ad una
giuria tecnica ( che in realtà di tecnica musicale aveva ben poco)
stravolgendo la graduatoria in favore di un testo che, guarda caso,
parla proprio di immigrazione.
In questa logica non è
nemmeno difficile considerare quantomeno insensato il fatto che il
voto popolare aveva un costo ...quando quello della giuria sembra
essere stato remunerato...ai limiti di un raggiro!
E' difficile quindi non
poter pensare male.. proprio per la serie di circostanze cominciate
col discorso fuori luogo di Baglioni all'inizio ..per finire con la
vittoria di un testo particolare che (casualmente) è riuscito a
ribaltare il giudizio reso da un voto popolare.
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