14 giu 2017

Virginia Raggi: La sindaca più vituperata ed offesa


Questa donna è stata continuamente oltraggiata ed offesa... anche quando l'argomento non ha riguardato per nulla la sua Amministrazione.. Tutto ciò sembra la dimostrazione evidente di chi teme una sua possibile rielezione!

di vincenzo cacopardo


Non si fa che maltrattarla per ogni avvenimento. Sia che questo possa lievemente sfiorarla o che non la riguardi per nulla: -Non si è mai tenuto in considerazione alcun suo lavoro a favore per la città di Roma.. anche se questo non può portare per logica effetti immediati.

Ci si è messo persino Maurizio Costanzo con la sua sgradevole retorica! Costanzo ha ripetuto la rituale nenia sulle buche stradali e sui topi che impazzano nelle strade della capitale...quando in tanti sappiamo che in tutte le nostre grandi città...questo fenomeno è diffuso: Non è difficile la sera scorgere topi sfilare lungo i marciapiedi...malgrado la difficile opera di derattizzazione. Per quanto riguarda le strade sfossate, basterebbe fare un giro sulla capitale siciliana (dove impera chi ritiene che il sindaco lo sa fare)..per accorgersi dei disastri!

La cantilena di Costanzo e di altri che lo hanno seguito è sembrata strumentale e quantomeno prevenuta... volutamente tendente a condannare la sindaca Raggi per ogni aspetto di una città che per decenni è stata bistrattata ed ha lasciato nelle casse dell'Amministrazione un buco di circa quindici miliardi. Ma questo non viene sottolineato con la giusta enfasi!

Un buco che non permetteva distrazioni ..nè poteva rendere facile alcun percorso di riorganizzazione e riassetto..se non in tempi lunghi!

Come si può così sfacciatamente condannare l'operato di chi non avrebbe mai potuto dimostrare nell'arco di un anno di cambiare l'aspetto di una città che.. per oltre un decennio..è stata abbandonata all'incuria e persino alla corruzione? Sappiamo tutti che occorre molto più tempo! 
Virginia Raggi sembra lavorare alacremente sacrificando gli spazi della propria famiglia avendo già dimostrato una certa umiltà per gli ingenui errori commessi sulla scelta dei propri assessori. Errori che le hanno allungato il tempo per lo svolgimento del programma... Ma da qui a castigarla e condannarla di continuo...ce ne passa!

Il programma della Raggi è stato imperniato soprattutto sulla correttezza di cui ha bisogno una macchina Amministrativa: Correttezza che lascia maggiore spazio allo stesso svolgimento per un opportuno funzionamento dei servizi. Quindi.. appare logico che abbia prima apprestato un lavoro di funzionamento dell'apparato che col tempo potrà risolvere gli innumerevoli guasti prodotti dalle precedenti amministrazioni.

Se non appare logico questo..appare davvero incredibile aver affondato il coltello fin dal primo giorno con l'aggressività di chi pare dimostrare solo pregiudizi ed odio per l'espletamento del mandato.. ove la sindaca Raggi.. molte cose potrebbe risolverle!

Appare quindi sempre più retorico e strumentale l'attacco continuo..volendola portare a simbolo dell'incapacità, persino quando ..per certi versi.. alcuni errori potrebbero derivare dall'instabilità organizzativa del suo Movimento.

13 giu 2017

DOPO IL VOTO DELLE AMMINISTRATIVE

Tra vincitori e vinti ...continua la ridicola farsa dei Macron d'Italia

Il nostro esterofilismo raggiunge il massimo dell'idiozia quando i vincitori, esaltati dal trionfo delle amministrative,  tendono a paragonarsi con la figura di un capo di Stato di un Paese che per sistema politico ed istituzioni non ci può neanche appartenere.”
di vincenzo cacopardo

Quel trend discendente del Movimento Cinque Stelle

E' scontato e persino facile da percepire che in una contesa elettorale amministrativa...un Movimento che si presenta senza liste di ausilio, legate al territorio, non può mai raggiungere risultati considerevoli. La lettura su chi ha perso o chi ha vinto in questa ultima contesa sui Comuni non può mai prescindere da questo assunto!

Era quindi difficile pensare ad un risultato migliore dei Cinquestelle, che hanno sempre deciso di correre da soli. Tuttavia, malgrado risultino il Movimento più forte in vari Comuni, dovranno ammettere che vi erano diverse e migliori aspettativa in proposito per queste amministrative.
Nel contesto di un voto comunale contano i candidati, conta la figura personale che può attrarre anche elettori con opinioni divergenti. Il problema elettorale sulle amministrative del Movimento pentastellato..doveva da tempo essere avvertito e risolto attraverso una analisi più profonda. Una disamina approfondita che avrebbe dovuto già avvertire quale grande differenza sussiste tra questo tipo di elezioni e quelle politiche nazionali proiettate in un indirizzo ben diverso.


Tempo fa scrissi su questo blog (feb.2016) del grossolano errore che Grillo ed il suo Movimento commettevano quando non separavano con metodo e scopo un'attività parlamentare e di Partito da quella prettamente amministrativa....Cioè quando attuavano lo stesso criterio per la definizione dei candidati disposti per amministrare Comuni, Enti e Regioni.. e persino per chi un domani potrebbe occuparsi di una attività governativa! Se per un'attività parlamentare è già azzardato un candidato poco esperto che nei cinque anni potrà anche rafforzarsi nel dialogo e nella conoscenza in seno al suo gruppo, di certo questa logica non potrà mai soddisfare il bisogno di indicare per l'amministrativo una figura più preparata.. di alta capacità.. e di esperienza.

Dovrebbe essere logica la differenza tra le due mansioni.. poiché è certo che per amministrare un Comune occorre meno responsabilità politica di Partito e più impegno verso il soddisfacimento delle regole e dei servizi sociali nella guida della città...Pensare che i due ruoli possano essere equipollenti è un errore che vede tra l'altro una politica amministrativa sempre più bloccata su scelte legate e condizionate da interessi di Partito ..
Col metodo del Movimento 5Stelle..si rischia quindi di vedere figure poco capaci di operare positivamente e con risultati utili ed efficaci. Quando il Movimento 5Stelle non percepisce questa differenza ed opera lo stesso metodo per la ricerca di coloro che avrebbero il difficile compito di portare avanti un progetto attraverso una indispensabile conoscenza ed una precisa esperienza, non comprende il grande problema che oggi attanaglia la politica in un evidente compromesso tra il ruolo dei Partiti e quello delle amministrazioni..

Quel trend discendente del Movimento Cinque Stelle..avvertito in queste ultime elezioni amministrative...viene anche rafforzato da una formazione che vede il loro successo basato esclusivamente sullo scontento dell'offerta politica odierna. Ma ciò non può mai bastare! Occorre avvertire che una certa gestione dei consensi andrebbe conservata attraverso dimostrazioni di capacità ed utili opportunità nelle consultazioni elettorali amministrative anche con una studiata unione con le possibili liste civiche interessate ai programmi del Movimento.

Lo schema non può più essere basato sul presupposto che vede questo Movimento verso il cambiamento vincolato all'insuccesso delle altre forze politiche presenti sul mercato elettorale, ma su una maturazione che tragga forza dalla giustificata differenza dei ruoli (amministrativi locali e Parlamentari nazionali) facendo in modo che il vero tema centrale possa essere sostenuto dai programmi e dalle idee.

Se il Movimento non percepisce questo come tema essenziale di programma organizzativo, difficilmente potrà ottenere l'ambito successo .  

12 giu 2017

La giusta lettura di un voto amministrativo


ORLANDO E PIZZAROTTI FORTI PERCHE' SOLI!
di vincenzo cacopardo

In queste amministrative il risultato di Pizzarotti rimane equivalente ed opposto a quello di Orlando: L'uno e l'altro nascono legati ad un Partito e ad un Movimento per poi correre soli... poiché Partiti e Movimenti piacciono meno in una campagna dove quello che conta è la figura che si predispone a governare una città.

La lettura del voto amministrativo non lascia alcuno spazio al pensiero di chi non riesce a leggere il risultato in modo preciso: Il voto amministrativo non è.. e non sarà mai quello politico legislativo delle nazionali! 
Destra e sinistra cantano vittoria per i loro candidati come se questo percorso amministrativo potesse definire i prossimi risultati delle politiche e la stampa sta a braccetto delle vecchie forze partitiche fomentando in certo modo un risultato negativo per il movimento dei Cinquestelle.

Renzi..più ancora che Berlusconi.. canta vittoria! Ma vittoria di che?

E' il sintomo di chi dimostra più inquietudine che fede nella propria politica! La stampa naturalmente sta sempre con le forze governative infiammando gli animi di coloro che (anche stando alle elezioni francesi) credono che questo voto possa trasformare la politica della Nazione. Ma il voto in Francia è ben diverso: Una repubblica semi presidenziale che, anche dopo questa votazione che sembra aver decretato la vittoria di Macron, malgrado una governabilità assicurata, vedrà i suoi problemi sulle impossibili alternanze!

Dopo questo voto si parla di ritorno ad un accordo di grande coalizione attraverso lo studio di una qualunque legge elettorale che possa garantirlo...Come sempre il vizio di esaltare prematuramente la possibilità di un bipartitismo che in realtà non può trovare spazio.. se non quello obbligato!

Ritornando ai risultati delle amministrative ..è importante sottolineare l'importanza del numero delle liste dove a Palermo candidati come Orlando e Ferrandelli ne avevano ben sette...e dove nel resto d'Italia i grandi partiti ne hanno avute comunque un bel numero. Resteremo adesso.. in attesa dei ballottaggi per vedere quale delle vecchie forze contrapposte verrà premiata alzando la testa e credendo di aver vinto le prossime elezioni politiche ed in base a quale loro concetto si procederà per una nuova riforma elettorale per convenienza ed opportunità. Poi il risultato delle regionali in Sicilia che potrebbero cambiare il volto della Regione e per le quali il PD userà ogni marchingegno e venderà ogni suo principio e persino l'anima (come del resto ha già fatto) per contrastare il popolo pentastellato.

Un Paese che non ha ancora percepito la parola cambiamento e che, al di là di pochi preparati giornalisti, vede ancora in televisione personaggi politici di antica mentalità che commentano con squallidi argomenti analizzando il voto alla vecchia maniera..senza una visione lungimirante e senza alcun intuito verso il bisogno di cambiare per migliorarsi.



Palermo: Vince Orlando

risultato scontato e scarsa affluenza di partecipazione.
di vincenzo cacopardo

L'11 Giugno ha incoronato ancora una volta Leoluca Orlando sindaco di Palermo. Un risultato abbastanza scontato sia per la soglia al 40% (che al primo turno evita il ballottaggio) ..sia per la figura opposta di Ferrandelli e quella del candidato del M5Stelle non proprio adatte ad opporsi al più conosciuto ed esperto professore che per la quinta volta siederà a capo dell'Amministrazione comunale.

Qualunque commento in proposito sulla debacle dei 5Stelle condotto dalla stampa si ferma qui..poichè le elezioni amministrative si basano sulla persona che deve guidare la giunta e non sulla politica in generale.. ed Orlando in proposito risulta di certo il migliore dei tre. L'unica cosa che risulta meno convincente è la legge sul primo turno preordinata sulla soglia del 40% (eccentrica legge unicamente predisposta per la Sicilia) e che, se messa in confronto con l'affluenza dei votanti (52/53%) lascia forti perplessità su come si possa condurre una Amministrazione di uno dei comuni più importanti del Paese in minoranza rispetto alla cittadinanza dei diritto al voto.

Una considerazione che viene spontanea è quella che può esprimersi nei confronti del cittadino palermitano che per mentalità ed opportunismo.. o anche per indifferenza... non sembra portato al cambiamento e continua a limitarsi sulle figure del passato (vedi anche Le elezioni a Trapani) legate alla vecchia DC. Invece di far passare una legge sul limite del 40%..la Regione avrebbe potuto mettere in atto un'altra legge che potesse prevedere un limite ai mandati, aiutando il crescere di nuove figure: Una politica locale che sembra essersi fermata, che non rischia e non azzarda e che continua a riscontrarsi solo in termini di sicurezza sulle figure del passato...
Non è nemmeno azzardato pensare che, visto il successo di Orlando, di cui lo stesso PD se ne fa merito senza che vi abbia messo alcun simbolo, possa predisporsi per le prossime nazionali...continuando ad occupare a vita spazi che dovrebbero essere lasciati a nuove personalità.



9 giu 2017

Il voto britannico e la delusione dei conservatori

di vincenzo cacopardo

Dopo le recenti elezioni britanniche che hanno visto una insopportabile umiliazione per Theresa May che aveva indotto il suo popolo verso il voto anticipato con la speranza di consolidare la forza conservatrice della maggioranza, le conseguenze portano un pesante risultato di 314 seggi contro i 266 del laburista Corbyn. Seggi che non permettono una facile governabilità al Paese.

Un risultato dettato da una affluenza di oltre 46 milioni di votanti che ha notevolmente limitato il potere governativo del vecchio sistema inglese ...dimostrando che non vi sono oggi regole precise capaci di fornire rappresentanza democratica e solidità di governo senza intervenirvi attraverso nuove formule innovative da studiare.

Diamo prima uno sguardo allo storico sistema istituzionale inglese:
Il sistema inglese ci dice che La Regina riconosce nel capo del partito o della coalizione vincente il Primo Ministro e gli affida l’incarico di formare il Governo.
Il Primo Ministro ha facoltà di  nominare e rimuovere i ministri. Successivamente il governo formato non ha bisogno di un voto di fiducia, ma può essere sfiduciato dalla sola Camera dei Comuni. Il Primo Ministro sfiduciato scioglie le Camere e convoca le elezioni anticipate.
La Camera dei Comuni vota ed approva le leggi proposte dal Governo. È composta da 659 parlamentari eletti a maggioranza semplice in collegi uninominali

Un sistema che viene considerato per eccellenza un modello parlamentare stabile..poichè assicura sempre cospicue maggioranze e rende quindi sufficiente la governabilità. Un impianto quasi esclusivamente bipolare che contrappone da decenni le due fazioni maggiori: Laburisti e Conservatori. Vi è in questo sistema una assenza di un qualsiasi voto di fiducia necessario per poter governare. il Primo Ministro incaricato, infatti, è sempre ed esclusivamente il capo del partito o della coalizione che ha vinto le elezioni. Ciò significa che gli elettori accordano, seppur implicitamente, la loro fiducia alla persona che guida il partito e non è quindi più necessario un voto di fiducia da parte della Camera dei Comuni.

I membri entrati in Parlamento sotto un partito, essendosi fatti conoscere nelle loro circoscrizioni, votando a maggioranza, stabiliscono sin dall'inizio un forte rapporto di lealtà col loro partito. Secondo diversi  analisti nel sistema si valorizzano esperienza, lealtà ed un prestigio del deputato e dello stesso partito. Inoltre, con il sistema maggioritario con collegi uninominali si crea quel forte legame per cui gli elettori si sentono legittimamente rappresentati.

Ma questo sistema non è infallibile e presenta delle evidenti imperfezioni. Infatti per tutti gli anni della legislatura il dominio della maggioranza viene dettato a tal punto che potrebbe persino fare a meno di una organizzazione parlamentare togliendo ad essa ogni utile dinamica: Svolgimento dibattimentale che rappresenta l'anima politica nel fondamentale buonsenso nell'ambito di un possibile costante cambiamento. Vi sono state maggioranze parlamentari che hanno resistito moltissimo, come quella dei Conservatori con Margaret Thatcher dal 1979 al 1990 e quella dei Laburisti con Tony Blair dal 1997 al 2007...che hanno definito un certo assolutismo.. impedendo ogni dialogo costruttivo.

Ma vi è nella logica di tale impianto anche il tema del “leaderismo” sul quale poggia un certo metodo di affrontare la politica: Un primo ministro che è anche capo del partito di maggioranza, pur offrendo maggiore solidità al governo, limita ogni possibile azione di dialogo all'interno del proprio Partito portandolo a possibili scissioni che finiscono con lo sgretolamento...Ricordiamoci come Tony Blair, ideatore del famoso New Labour che riuscì a vincere tre elezioni dal 1997 al 2007, vide negli ultimi anni sgretolarsi il suo consenso all’interno del partito.

Tutto ciò rende il metodo britannico qualcosa di fisso quasi tetragono..resistente..ma non attivo, inossidabile, ma poco utile verso il dialogo e l'innovazione.



Praticamente l'esempio di quello che è avvenuto con la prepotente azione del nostro premier Renzi che, a capo del Partito e contemporaneamente a capo del Governo, ha spaccato e scisso il proprio Partito.. non rendendo alcuna funzione utile all'attività governativa ed alle riforme di cui abbisognava.  

Il PD richiama ai patti ..i Cinquestelle al metodo ed alla coerenza


...in mezzo ci stanno i franchi tiratori

Sulla legge elettorale il tabellone 
fa le bizze e l'Aula si trasforma in un mercato
di vincenzo cacopardo

Con L'approvazione alla Camera dell'emendamento sul sistema elettorale del Trentino Alto Adige proposto dalla deputata Biancofiore di FI.. si sono provocate pesanti schermaglie tra il relatore Emanuele Fiano ed il Movimento 5 Stelle che ha votato a favore. Ma in realtà vi sono stati ben 59 franchi tiratori del Pd che hanno decretato una rottura del patto a 4 sulla legge elettorale proposta in questi giorni: In sostanza 270 favorevoli e 256 quelli contrari con una votazione a scrutinio segreto. Pur trattandosi di un emendamento...il Aula  il relatore grida alla definitiva morte di una legge elettorale additando il M5S...Eppure con chi dovrebbe prendersela, se non con il proprio Partito che ha visto un notevole numero di deputati dissidenti sul voto e persino 18 assenti ingiustificati?

Ad alimentare certi attriti si è causato un disguido tecnico che ha acceso per alcuni istanti il tabellone elettronico durante il voto segreto scoprendo le carte e provocando discordia tra i deputati. Subito dopo l'Aula sembra essersi trasformata in un mercato dove le offese urlate l'uno contro l'altro hanno preso piede. Si è parlato di responsabilità rispetto ad un accordo..ma sappiamo bene che questo tipo di accordi, soprattutto quando in ballo vi possono essere sei mesi in più di sostentamento in una remunerativa poltrona.. come quella comoda della Camera, non possono che definirsi precari e revocabili! Comunque ..quello che conta è sempre il voto che si esprime nell'Aula parlamentare..altrimenti a che scopo dovremmo tenerla?

E' pur vero che se la coerenza può avere un senso in politica, può anche averlo il metodo da applicare ad una legge elettorale funzionale nel paese..e non si vedono le ragioni per le quali un Trentino Alto Adige debba far uso di un sistema elettorale diverso dalle altre regioni e persino da quelle stesse autonome!

Il Movimento 5Stelle ha quindi votato coerentemente ed in ragione di un metodo equilibrato..perchè prendersela dunque con loro e non valutare più attentamente la mancanza di ordine circa le presenze del PD e sui franchi tiratori che hanno permesso il successo dell'emendamento?
Si preferisce ipocritamente mettere l'attenzione su un “patto generico” dimenticando di immedesimarsi sulla logica di un metodo!


Sulla faccenda non ci sarebbe altro da aggiungere ..se non una certa sfacciataggine con la quale il Partito di maggioranza vorrebbe imporre le sue regole parlando continuamente di patti extra parlamentari: E' persino puerile pensare di poter condizionare le regole fondamentali di una legge elettorale attraverso un patto al di sopra della valutazione parlamentare quando sono in gioco interessi di poltrone ben retribuite!

Malgrado un pacato Berlusconi si sforzi di chiedere un'assunzione di coscienza per il bene del Paese, il Pd a guida Renzi sembra essere più confuso che mai. Tuttavia l'idea di consentire elezioni rapide con una legge elettorale adeguata, dopo questi ultimi avvenimenti sembra sempre più impedita: All'orizzonte una legge di bilancio di non poco conto rende il percorso meno veloce ed impone maggiore prudenza!


8 giu 2017

Il voto anticipato


Anticipare o no... strumentale o imprudente?
di vincenzo cacopardo
Il tema di questi giorni sulle elezioni anticipate è sbagliato e non fa chiarezza! Qui non si tratta di un capriccio se andare al voto o no...ma di pesare attentamente alcune importanti circostanze. Sappiamo bene che votare non fa male, ma sappiamo anche che occorre una legge elettorale funzionale e che, per opportunità, avendo di fronte un precario bilancio da sistemare, i tempi non sono proprio in favore della fretta!
Buttarla su chi pensa a prescindere che andare al voto sia un diritto dei cittadini è troppo facile e scontato..soprattutto oggi quando si sono persi mesi prima di proporre un qualunque disegno di legge elettorale. Non ci sono buoni e cattivi in riferimento a chi vorrebbe o no correre verso il voto, ma solo una prudente ed attenta analisi del momento e delle condizioni che il Paese deve affrontare
La “non ossessione” per il voto (in questi giorni molto enfatizzata) è l'opposto equivalente ad una “strumentale fissazione” di volervi andare,.. ma la prudenza per una difficile manovra economica che attende il Paese conferma l'importanza di una veduta più prudente rispetto alla corsa: Se c'è chi infonde paura giustificandola con le regole di un mercato che potrebbe far aumentare le accise e l'Iva,.. nonché un possibile aumento dello spread..c'è anche chi,  più pacatamente, ritiene sconveniente correre verso una campagna elettorale in pieno Agosto.
Una legge elettorale deve potersi studiare con calma..senza precipitose ed inconcludenti corse!.. Non è quindi il tema della democrazia sulla partecipazione al voto del popolo l'argomento sul quale porre strumentalmente la concentrazione,.. ma l'opportunità sulla fretta che ci vede di fronte ad una difficile manovra di bilancio ed una ricerca più approfondita su una legge madre delle regole sulla quale.. in realtà.. si fondano i principi di una democrazia. 

7 giu 2017

Quel miscuglio tra principi proporzionali e maggioritari


Al di là di ogni invasione di Napolitano sulla nuova legge elettorale, il problema politico istituzionale del nostro Paese non può costringersi in un ristretto tema tra proporzionale e maggioritario.
di vincenzo cacopardo
Se noi vogliamo un proporzionale..lo dovremmo impostare secco con possibilità aperte di coalizioni più libere fondate sui programmi, con uno sbarramento minimo e con un voto che possa fondarsi sulle preferenze. Al contrario se dovessimo affidarci ad un maggioritario (oggi sicuramente meno accettato) dovremmo ritornare ad un concetto di sintesi bipolare costretta. In ogni caso, il fatto di voler operare con un modello maggioritario di sostegno ad un bipolarismo, finisce sempre con contribuire ad edificare un sistema sempre più rigido col rischio di non innovare nulla e di condurre dritto ad un autoritarismo.
In realtà ogni forma bipolare, com’è noto, definisce due correnti di pensiero differenti ed in contrapposizione per visioni ideologiche. Questo fa si che si tenda poi ad operare particolari scelte costrette. Queste scelte pongono, coloro che devono condividerle, di fronte ad un bivio al quale il singolo pensiero del politico fatica spesso nel doversi sottomettere..o viene sostienuto per solo interesse di gruppo: Difficile poter condividere in toto un progetto per il quale si potrebbe essere d’accordo solo in parte! Sono scelte che finiscono sempre col portare ad una visione fortemente leaderista, ed una fittizia esaltazione delle figure a danno di un programma... infine…alla deprecabile venerazione di un individuo. Un ideale al quale oggi, solo ipocritamente ogni società civile, può aspirare!
La differenza di pensiero..al contrario.. può solo essere positiva e va protetta ..poichè presuppone idealità ed iniziativa..sia per la definizione e costruzione del programma stesso ..che per la dialettica su cui deve poggiare l'arte della politica parlamentare!
Qualora.. invece.. si volesse optare verso un sistema proporzionale ci si dovrebbe scordare di ogni simile conclusione..provvedendo alla ricerca di altri e differenti metodi per il riscontro di una maggioranza. Se da un lato …il sistema proporzionale offre maggiore politica di base rendendo più difficile la ricerca di un percorso governativo... dall’altro...quello maggioritario vorrebbe offrire più garanzie di stabilità ad ogni esecutivo, limitando..e spesso anche, soffocando, ogni possibile dialogo alla base.
Tornando al tema di oggi e cioè quello del sistema elettorale sul quale oggi si lavora( il cosiddetto Tedeschellum), vi sono parecchie perplessità poiché esso appare un indefinito miscuglio tra un proporzionale ed un maggioritario. Malgrado oggi si lavori agli ultimi ritocchi tecnici fondamentali, come il disegno dei collegi , questa legge appare una sorta di pasticcio per accontentare le forze principali oggi in Parlamento che operano costantemente su calcoli a proprio favore. Ma risolve forse il contrasto sistemico tra la difesa dei principi democratici di partecipazione ed una corretta governabilità?
Si comincerà quanto prima a votare sugli oltre 200 emendamenti (voto disgiunto e preferenze) , ma si continuano a tenere lontani i veri nodi del problema e cioè quelli relativi ai ruoli ed ai conflitti , nonché all'importanza strategica di dover ridisciplinare i Partiti.
Ancora tempo sprecato per riformare in modo valido e corretto! 
Per ottenere un risultato innovativo e funzionale occorre di sicuro aprirsi in direzione di una nuova forma mentis..guardare ad un percorso di nuove idee.. tirandosi fuori dal quadro della visione del sistema istituzionale in cui siamo fin troppo immedesimati. Qualunque risposta dovrebbe considerare una futura divisione dei ruoli...Una suddivisione che possa vedere un sistema proporzionale per la ricerca della costruzione di una politica di base fondata sulle idee.. ed uno maggioritario per l’identificazione delle figure amministrative competenti per metterle in atto. Due ruoli separati per capacità e per obiettivi, che possano lavorare senza conflitti e compromessi di sorta al fine di rendere più funzionale ogni percorso. Ma in tal modo saranno le idee ed i programmi a poter sostenere una politica più utile..e le competenze ad aggiungere beneficio ai risultati!


6 giu 2017

Una “coalizione strategica di reazione” fra i piccoli movimenti

Una “coalizione strategica di reazione” fra i piccoli movimenti

Quello che oggi conta è arrestare la prepotenza di una politica che pretende di poter sbarazzarsi attraverso sotterfugi e proposte in modo pseudo legittimo di tutti coloro che vorrebbero partecipare liberamente alla crescita politica.. economica e dei valori del Paese.”
di vincenzo cacopardo




C'è un solo modo per reagire all'arroganza di una politica che persevera col metodo della prepotenza dei Partiti più grandi!
Questa potrebbe chiamarsi “Coalizione strategica di reazione” Indipendentisti, autonomisti..movimenti per l'ambiente, per l'onestà, civici, per la difesa del proprio territorio..e tutti i movimenti di innovazione..purchè fortemente territoriali ed estranei ad ogni forma di estremismo, dovrebbero reagire in un'unica associazione di scopo che gli darebbe ben oltre che il 5% e forse addirittura un bel 10% per bloccare il progetto di chiusura alla libera politica e sconvolgere quel piano di epurazione dei piccoli.

Una Associazione che nel futuro potrebbe anche sciogliersi, ma che oggi avrebbe lo scopo di arginare l'abuso da parte dei grandi Partiti.

Con la nascita di una Associazione compatta, la nuova legge elettorale con la quale si vogliono penalizzare piccoli Movimenti sparsi nel territorio di tutto il Paese,, non potrebbe più dare ai grandi alcuna occasione di sbarazzarsene. Anzi bloccherebbe la funzione negativa della stessa legge alla tedesca(per modo di dire) dettata come provocazione. Alla provocazione politica si risponde con una contro-provocazione che avrebbe lo scopo di arrestare il cammino di chi dall'alto di una prepotenza pensa di potersi sbarazzare delle idee, dei progetti e soprattutto dei valori portati principalmente dai territori.

Qualcosa di forte unisce i piccoli Movimenti ..ed è quella voglia di rinnovamento che non può che tenerli uniti soprattutto nei valori al di là delle proposte personali. Quello che oggi conta è arrestare la prepotenza di una politica che pretende di poter sbarazzarsi attraverso sotterfugi e proposte in modo pseudo legittimo di tutti coloro che vorrebbero partecipare liberamente alla crescita politica, economica e dei valori del Paese, senza per questo pagare lo scotto di non avere cospicui mezzi e risorse finanziarie per farsi conoscere.

Qualcosa di forte che non può disperdersi nel nulla! Solo una grande coalizione prima del voto fra di essi dovrebbe poter arrestare il fraudolento abuso di chi vorrebbe far fuori tutti lasciando solo i quattro partiti più grandi a dividersi la torta con la solita nenia delle grandi coalizioni e della contrapposizione ricattatoria.




L'ANCE e la campagna elettorale per il Comune di Palermo


Le polemiche sull'Associazione nazionale costruttori edili
di vincenzo cacopardo
Fa molto discutere in questi giorni la posizione dell'Associazione che ha offerto spazio per la discussione solamente ai tre candidati che secondo le proiezioni potrebbero ottenere il posto di primo cittadino a Palermo.

Orlando, Ferrandelli e Forello. Tutto sempre nella vecchia logica di una politica che si ostina a volersi leggere dal solito punto di vista dei grandi partiti e che non lascia spazio alle idee dei piccoli che, proprio in base a tale principio, crescono costantemente.

Se c'è chi come Orlando vuole raggiungere la posizione più alta dell'Amministrazione per ben la quinta volta.. incalzando sul tema del malaffare, c'è anche chi come Ferrandelli appare più come un controsenso nelle sue concezioni politiche, più confuso che persuaso in un odierno cammino accompagnato da FI e Cuffaro. Infine "il terzo incomodo" rappresentato dal Movimento 5 Stelle attraverso il nome di Forello..un Movimento sistemico di rottura che ormai non può che essere regolarmente ospitato...
E gli altri?

Manca solo meno di una settimana al voto e l'ANCE, marciando sui vecchi principi delle contrapposizioni, dimentica di invitare all'incontro figure come l'architetto Lomonte, della lista indipendentista Siciliani liberi, (che di innovazione urbanistica ne ha parlato in abbondanza e competenza), Ismaele La Vardera, appoggiato dalla Lega e Nadia Spallitta che gode dell'appoggio dei verdi.

Trattandosi di una Associazione in evidente rapporto con il futuro urbanistico ed edilizio della città, non si potrebbe mai estromettere dal dialogo qualunque forza politica partecipi alla corsa verso le amministrative. A maggior ragione è più facile pensare che le proposte dei partiti piccoli possano apportare maggiore innovazione rispetto alle idee obsolete e condizionate dei grandi partiti.

La vergognosa esclusione dal dialogo da parte dell'Ance la dice lunga sul metodo ancora infelice col quale si continua a procedere sul tema delle amministrative in una città come Palermo che gode ancora di un primato negativo in termini di servizi e di proposte urbanistiche efficienti.