15 set 2012

Il tema della legalità e la comunicazione politica



“principi,valori e giusto posizionamento”


Questa analisi nasce dall’esigenza politica di una “comunicazione” in riferimento alla funzione dei due ruoli  (parlamentari ed esecutivi). Nella fattispecie, l’argomento è indirizzato a quella “comunicazione” di chi opera per una politica di dialogo con i cittadini: politica di base che potremmo definire di “ricerca” e che si differenzia in modo evidente da quella di chi opera in ruolo amministrativo per gli interessi e la difesa dei principi istituzionali.
Un buon approfondimento sul tema della comunicazione della politica ci spinge a porci la domanda logica di quanto questa possa essere importante per un’attività sociale. Essa rappresenta un importante mezzo che non potrebbe mai essere sottovalutato poiché, la politica, è anche “arte del comunicare nella società”
Chi opera nel campo della politica di ricerca e di dialogo deve saper comunicare e non potrà per questo bastare una profonda capacità dialettica se si finisce, poi, col non trasmettere una esatta realtà delle cose generando, successivamente, un ritorno negativo da parte di chi ascolta. Ma il modo di comunicare della politica, da un po’ di tempo, contribuisce a creare un profondo distacco con i cittadini, distacco ancor più accentuato dagli ultimi sistemi elettorali: Una politica che appare nella assurda posizione di chi intende comunicare quasi solo per pretendere.

Prendendo spunto dal tema della “legalità”(tema che appare sicuramente emblematico poichè viene oggi affrontato attraverso l’uso di una comunicazione non del tutto pertinente), ci si accorge di come vi sia spesso una continua imposizione di regole, senza mai porre la dovuta attenzione su alcune logiche del vivere comune che non tengono realmente conto di una base funzionale del sistema: La legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un valore da ricercare. Poiché, se è vero che senza un principio di legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità.

Per un vero politico, quindi, il funzionamento del sistema dovrebbe essere visto come un principio fondamentale anteposto a quello della legalità. Un pensiero che non può essere interpretato in modo diverso se non attraverso un’ottica che tende a porre la legalità come il fine costruttivo di un valore ed il funzionamento del sistema come mezzo per dare corpo allo stesso principio.
Il tema resta comunque difficile da affrontare soprattutto con chi, in questi anni, del termine legalità ne ha fatto abbondantemente uso al fine di costruirsi una propria immagine.

All’attualissimo problema della sicurezza e della giustizia, non si potrà mai dare una risposta precisa ed adeguata se alla base non vi è una logica procedura per l’efficienza di tutto il sistema, ma anche una giusta comunicazione in riferimento al tema stesso. Sappiamo bene che ogni bel concetto di “legalità” può e deve essere indirizzato nei riguardi della classe politica che amministra la cosa pubblica. E' un obiettivo fondamentale ma appare  persino retorico farne continuo uso da chi dovrebbe proporsi in politica con i pensieri, le idee e le soluzioni: Il vero politico dovrebbe salvaguardare il diritto alla “legalità”, attraverso una procedura più utile e costruttiva, impedendo che il “fine” del suo essenziale concetto possa confondersi con “legalismo”.

E’ fin troppo logico che, in linea di principio, tutti vorrebbero il rispetto per una legalità! Ma politicamente sarebbe più utile agire per il suo fine e quindi per un valore da ricercare attraverso un vero funzionamento delle regole. A volte, la strumentalizzazione continua del termine, rischia di mettere alla ribalta chiunque usi l'emblema della legalità, come l’unico onesto legittimato a giudicare chi non lo è. La paura è anche quella di non determinare più il giusto risultato costruttivo del termine.

Sarebbe più utile partire da un principio che pone la legalità come “il fine” di un obbiettivo della politica, invece che innalzarlo come l’importante vessillo di una battaglia o come mezzo per la conquista di un consenso. La pretesa di una “legalità”, per quanto giusta possa essere in linea di principio, non potrà che camminare di pari passo con il buon funzionamento di una società… …insomma: non si potrà mai pretendere dai cittadini il vero rispetto per un sistema quando lo stesso, mal funzionante, finisce col frustrare altri e più importanti principi come quelli della giustizia e di una vera democrazia: Spesso alcuni cittadini, non protetti nei loro diritti, sono costretti a difendersi con qualche piccolo atto illecito dalle indifferenti istituzioni che non lasciano loro alcuna alternativa.

  La politica odierna può solo illudersi di riuscire a costruire un valido sistema di legalità se non attraverso un’azione che comporti una efficienza dei servizi e una funzionalità della cosa pubblica.

Da tempo di pone forte il problema di attività illegali più pesanti come mafia, camorra e ndrangheta. E’ fondamentale andare a sradicare questi fenomeni criminosi non solo attraverso una buona azione repressiva, ma anteponendo un’azione preventiva accompagnata da una logica culturale e territoriale costruttiva. E’ indiscutibile la lotta contro questi fenomeni che rappresentano una sfida contro lo Stato, ma si riuscirebbe a farlo meglio se ci si dedicasse con più impegno a far funzionare preventivamente l’apparato organizzativo del nostro sistema con più metodoCon uno sforzo che deve essere prevalentemente affidato ad una produttiva politica di idee. Ma se lo sforzo di chi determina una politica di pensiero, di idee e di ricerca, resta concentrato sul tema della legalità come principio ed assai meno sullo studio del funzionamento e delle regole da attuare per la ricerca del valore da raggiungere, si continuerà a costruirvi attorno molta demagogia senza poter arrivare alla soluzione del vero problema.

Vorrei..in tal modo.. mettere in evidenza il logico e diverso  compito spettante ad un politico che amministra il quale, essendo legittimato a dirigere la cosa pubblica, deve prodigarsi per il rispetto delle regole attraverso un messaggio costruito sui principi di legalità e con l’uso della forza pubblica  o dei mezzi messi a sua disposizione. Compito repressivo assai diverso da quello preventivo spettante ad una differente classe politica di pensiero che, come già detto, deve promuoversi e comunicare attraverso le idee e le proposte. 
Una puntualizzazione forse coraggiosa, ma che ha il preciso scopo di spingere l’attenzione sul tema di una più chiara divisione di determinati ruoli e competenze della politica.

Questa importante premessa sul tema della legalità, ci spinge a chiederci quali possano essere le vere ragioni per le quali, questa politica, continua a comunicare spesso in termini di principio dando quasi una immagine di chi impone ed esige. Finendo persino col favorire un conseguente atteggiamento di disubbidienza da chi, da un altro lato, non si sente ovviamente protetto dalle istituzioni. Al di là del tema della legalità, la comunicazione investe indiscutibilmente tutti i campi in cui la politica dialoga e conversa: Una politica che rischia di esprimersi in modo poco chiaro e disordinato prescindendo da una visione più logica ed obiettiva. 

E’ ovvio quindi, che anche la comunicazione politica deve avere, per ogni suo argomento, un determinato segmento ed un conseguente posizionamento poiché, chi comunica per ricercare e costruire, non può esprimersi o posizionarsi similmente a chi opera per amministrare.


In questo suo modo di comunicare, la politica,  ha spesso reso il dialogo viziato in partenza con la naturale conseguenza di non avere trasmesso costruttivamente: Si è ormai determinato, un comune interesse nei confronti del politico capace di dialogare, restando sbalorditi dalle sue accattivanti capacità e non rendendosi conto che il suo dialogo viene spesso indirizzato prescindendo da una vera analisi obiettiva volta al preciso segmento ed ai relativi valori pertinenti... Analisi che non può non appartenere a chi deve, al contrario ricercare. Un fenomeno che, oggi, ha messo in discussione l'operato della politica screditandone in modo serio e determinante l'immagine.

Questo strano modo di comunicare, che si è pensato, adeguato e produttivo, viene continuamente smentito da una realtà la quale mette in evidenza un logico postulato: Senza un giusto dialogo di ricerca dei valori..non potranno mai imporsi dei principi.

L’importanza di un giusto posizionamento della comunicazione politica, rappresenta oggi la chiave  fondamentale per poter ottenere risultati positivi in termini di riscontro con i cittadini. Solo così si riuscirà a determinare quella differenza della politica che intende comunicare coerentemente per costruire, da quella politica “politicante” che si esprime ostentando ingannevoli  vessilli al solo fine di crearsi un consenso. 
vincenzo Cacopardo

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