29 feb 2020

L'EUROPA SLEGATA


GLI EFFETTI DI UNA GLOBALIZZAZIONE IN UN'EUROPA NON INTEGRATA E SICURA
di vincenzo cacopardo


Se qualcuno pensa che dalla globalizzazione mondiale se ne possa uscire facilmente sbaglia di grosso! Regolare il mercato odierno con forme relative al passato è quasi impossibile, ma porre delle regole che possano facilitare i rapporti e la garanzia per tutti i paesi equilibrando alcuni evidenti scompensi...sembra più che indispensabile..

Tuttavia... per ciò che riguarda il nostro Paese, oggi il suo sviluppo appare fortemente condizionato dal rapporto stesso con la Comunità a cui appartiene. Per cui il principale punto di partenza e quello di poter vedere, prima ancora che lo sviluppo di se stesso, quello di una crescita di un'Europa della intera Comunità che la rappresenta. Questo potrà avvenire solo attraverso una maggiore intensità di rapporto tra le Nazioni che ne fanno parte per via di una coesione ancora mancante.
Un'assurda incomprensibile Brexit unita all'ottica non del tutto lungimirante dei premier di alcuni paesi che rappresentano l'Unione, costretta da una particolare visione legata prevalentemente a porre un ristretto beneficio per la propria Nazione, ha frenato l'azione stessa di un legame più coeso in difesa della intera Comunità : Abbiamo un'Europa in prevalenza Monetaria dove la finanza specula proprio in mancanza di regole, manca una Europa che progetti in favore ed in prospettiva di tutti i Paesi in base ai distinti valori territoriali, un'Europa che comprenda meglio i suoi territori ed i prodotti stessi che ogni Paese immette nel mercato, un'Europa che protegga correttamente i suoi confini ma che riesca ad integrare con maggiore intensità gli abitanti del suo intero e vasto territorio.

Manca soprattutto un'Europa politica che guardi ad uno sviluppo nella sua globalità prima ancora di entrare e scontrarsi con una globalizzazione mondiale.
E' bastato un Virus per dimostrare quanto fragile può apparire una globalizzazione mancante di regole e la mancanza di un intervento coordinato in tempo da una Europa per organizzare e dare forza secondo procedure adatte... ponendo maggiore sicurezza ai cittadini dei Paesi della stessa Comunità.
Senza una Europa compatta, coerente, integrata e coesa nel suo insieme... ogni forma di globalizzazione mondiale procederà ponendo maggiore difficoltà alla sicurezza ed alla economia degli stessi Paesi che ne fanno parte.

26 feb 2020

COVID 19: ABBASSARE I TONI



E' INDUBBIAMENTE MANCATA UN'EUROPA UNITA E COORDINATA


E' L'EUROPA DOVREBBE FARSI SENTIRE ONDE EVITARE CHE TRA I PAESI DELLA COMUNITA' CI SI POSSA CHIAMARE L'UN L'ALTRO UNTORI E NEMICI DELLA SALUTE TRA I POPOLI MORTIFICANDO ANCORA UNA VOLTA UN PROCESSO DI INTEGRAZIONE.

di vincenzo cacopardo

Sarebbe necessario abbassare i toni sull'argomento Virus e verificare con equilibrio una questione che meriterebbe maggiore attenzione anche sulla stessa comunicazione.


I troppi controlli dovuti alla paura ed una comunicazione errata hanno portato gli altri Paesi in uno stato di diffidenza nei confronti del nostro: Paesi che adesso non vogliono più ospitarci.. e cittadini stranieri che hanno paura di entrare nel nostro territorio come turisti. La paura, la mancanza di un equilibrio e persino un certo delirio... hanno vinto nel bel Paese Italia che non ha saputo gestire con giusto peso una questione delicata...e che oggi rischia di portare un danno economico notevole...Il tutto nella mancanza di un intervento coordinato in tempo da una Europa per organizzare e dare forza secondo procedure adatte... ponendo così maggiore sicurezza ai cittadini dei Paesi della stessa Comunità.

Malgrado gli scontri tra gli stessi studiosi di virologia i dati statistici ci parlano di una trasmissione del virus veloce, tuttavia non altrettanto pericolosa almeno di non trovare le giuste resistenze dovute alla mancanza di anticorpi indeboliti da altre cause concomitanti. Il dato di fatto è che le poche morti nel nostro Paese hanno riguardato persone anziane e con altre complicazioni in essere.
l'enorme danno per il turismo
I nostri centri medici ospedalieri sono di certo all'avanguardia e sapranno certamente tenere a bada il problema. Ma adesso il vero problema per il nostro Paese è decisamente quello di ciò che ha procurato una certa errata comunicazione danneggiando l'economia del paese: Al di là della chiusura di alcune attività lavorativa del Nord, il peggior danno sarà quello causato verso una attività turistica che rimane una delle fonti più importanti per la nostra economia...soprattutto al Sud..già di per sé penalizzato....

22 feb 2020

A PROPOSITO DI SCIOGLIMENTO ANTICIPATO


Un amico con il quale a volte mi scambio sui temi della politica mi invia un documento relativo ad una considerazione del Costituzionalista Mortati circa lo scioglimento anticipato delle Camere. Nel testo si evince una posizione del Costituzionalista in favore dello scioglimento anticipato relativo al governo in carica.

di vincenzo cacopardo

Non essendo io un costituzionalista ..ne arrogandomi la capacità e la conoscenza pari a quella di Mortati, posso solo esprimermi nei termini definiti dalla nostra Carta: Le mie considerazioni rimangono quindi racchiuse nel ristretto ambito della mia conoscenza e di ciò che esprime la Costituzione attraverso le sue regole al di là di ogni personale considerazione politica... che in realtà non dovrebbe appartenere nemmeno ad un costituzionalista: Solo la politica può cambiare tali regole e può sempre farlo con il voto in Aula dei due terzi dell'assemblea.
Tuttavia ad oggi le cose stanno così!

Potrei portare considerazioni di altri illustri Costituzionalisti che danno una interpretazione ben diversa da quella di Costantino Mortati. Ma sarebbe persino inutile poiché quello che conta è quello che stabilisce la Costituzione..e cioè.. che lo scioglimento delle Camere spetta al Capo dello Stato qualora non si evincesse più una maggioranza ...ovvero solo e quando l'intero Parlamento pone in minoranza il governo in carica.

La disciplina costituzionale attualmente vigente in materia (art. 88 della Costituzione) prevede che il Presidente della Repubblica possa sciogliere anticipatamente una o entrambe le Camere, sentiti i loro Presidenti. Tutto il resto è solo pura considerazione politica personale che può essere messa in atto solo qualora la Costituzione nei termini si volesse cambiare.
Il costituzionalista Mortati in relazione all'attività governativa in atto parla di “Accertamento della sua reale fondatezza” secondo cui “occorre affidare ad un organo Indipendente dal Parlamento diretto alla constatazione di eventuali disarmonie tra corpo elettorale e Parlamento” .

Ma possiamo davvero immaginare cosa vorrebbe dire affidare un compito cosi' delicato ad un organo indipendente?..Quanto potere e convenienza si potrebbe costruirvi sopra.
Non vi può essere risposta a tale domanda se non quella già espressa dalla nostra Costituzione.

Il sistema voluto dalla Carta identifica la legislatura per una durata di cinque anni. Oggi la responsabilità appartiene al Capo dello Stato che ha la facoltà di agire attraverso l'impiego dell'istituto dello scioglimento anticipato, quando vi siano elementi tali da renderlo necessario” ..cosa che nella fattispecie non esiste fino a quando il governo non ha più una maggioranza che lo sorregga.

Inoltre vi è già un organo definito dalla stessa costituzione: Si sa che l’attribuzione spetti al Senato nel suo ruolo prevalentemente di controllo e di garanzia e comporta la sua sottrazione alle ipotesi di scioglimento anticipato.
Il Senato come "Camera delle garanzie", proprio in virtù del suo ruolo, ha una "durata fissa" garantita dalla stessa Costituzione. Questa differenziazione è pertanto coerente con l’adozione di un sistema parlamentare a "bicameralismo differenziato". il Senato come "Camera delle garanzie", proprio in virtù del suo ruolo, ha una "durata fissa" garantita dalla Costituzione.

Tutto ciò è persino coerente con l’adozione di un sistema parlamentare a "bicameralismo differenziato"e fornisce maggiore garanzie

Con tutto il rispetto del Costituzionalista Mortati e di chiunque la pensi come lui, le analisi da lui esposte sembrano portate più da una personale considerazione di visione politica..e non da una relazione stretta con le regole della Costituzione, che, ripetiamo, può anche essere cambiata..ma solo nel rispetto delle sue stesse regole.

21 feb 2020

UNA NOTA SUL REFERENDUM PER IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Riporto qui sotto una analisi del Comitato toscano promossa recentemente da mio cugino Augusto Cacopardo su FB in riferimento al referendum sul taglio dei parlamentari. Una valutazione attenta e precisa che mette a conoscenza le evidenti contraddizioni di un simile provvedimento per il nostro sistema basato principalmente su una rappresentanza parlamentare. 
Se si può essere più che d'accordo sulla riduzione dei privilegi sui parlamentari non si può accettare di diminuire ancora di più una rappresentatività fondamentale per l'intero Paese. Una critica più appropriata dovrebbe basarsi sulla mancanza di una qualità di coloro che vengono eletti e non sul numero. Sono tagli lineari che non possono avere alcuna inerenza con un principale bisogno di rapporto più diretto dei cittadini con la stessa classe politica.
vincenzo cacopardo



Il 29 marzo si decide sul taglio del Parlamento, di seguito alcune considerazioni dal Comitato toscano per il No:
PERCHE’ NO
A cosa NON serve il taglio del Parlamento (o cosa si potrebbe fare meglio):
NON SERVE A RISPARMIARE SUI COSTI
Il taglio del 37% dei parlamentari comporta una economia calcolata da Cottarelli nello 0,007% del bilancio; cioè circa un caffè all’anno per ogni Italiano/a.
NON SERVE A RIDURRE I TEMPI DI APPROVAZIONE DELLE LEGGI
Il nostro Parlamento approva già anche troppe leggi, e comunque gli interventi nel merito sono sempre un numero ridotto rispetto al totale dei parlamentari, che non cambierebbe per il taglio. L’obiettivo non può essere fare leggi velocemente, ma fare buone lleggi.
NON MIGLIOREREBBE LA QUALITA’ ETICA E LA COMPETENZA DEI PARLAMENTARI
Solo una legge elettorale che restituisca agli elettori/elettrici il potere di scegliere i propri rappresentanti e giudicarne il comportamento può ridurre i troppi episodi di malcostume (o addirittura di criminalità) che tolgono credibilità alla politica.
QUALI CONSEGUENZE AVREBBE IL TAGLIO
ALLONTANEREBBE ANCORA DI PIU’ I PARLAMENTARI DAGLI ELETTORI
Ci sarebbe un deputato ogni 150.000 abitanti circa e un senatore ogni 300.000; saremmo uno dei Paesi col peggior rapporto in Europa. Sarebbe più difficile conoscere i candidati e aumenterebbe il potere di designazione dall’alto delle segreterie di partito.
SI RIDURREBBE IL PLURALISMO Eleggere un parlamentare sarebbe più difficile, impedendo la nascita di nuove formazioni politiche e cancellando le minoranze. In alcune aree del Paese verrebbero eletti solo i rappresentanti del partito di maggioranza relativa, mentre viene privilegiato solo il Trentino.
SI RIDURREBBE LA RAPPRESENTATIVITA’ DEL PARLAMENTO
Con l’attuale legge elettorale il taglio escluderebbe dalla rappresentanza parlamentare milioni di elettori/elettrici.
FERMIAMO QUESTO NUOVO ATTACCO ALLA SOVRANITA’ POPOLARE
PRETENDIAMO INVECE
Il recupero della centralità del Parlamento, sede del dibattito politico e del potere legislativo
Una nuova legge elettorale proporzionale, con la possibilità per gli elettori/elettrici di scegliere i propri rappresentanti
La riduzione degli attuali ingiustificati privilegi dei parlamentari

8 feb 2020

RITORNANO LE MINACCE DEL FINTO ROTTAMATORE


di vincenzo cacopardo

Il solito Renzi che pur di apparire cavalca l'ambiguità, interessandosi meno dell'argomento e perseverando nello scopo di riprendersi l'immagine del vero riformatore politico del paese! Sembra voler risorgere ancora una volta dalle ceneri di un passato che proprio per questi atteggiamenti lo ha politicamente giudicato e  condannato.

Un polverone alzato pretestuosamente...Minacce continue malgrado il Guardasigilli ed il premier si siano messi al lavoro per accordarsi col PD trovando una via d'incontro sulla spigolosa e non facile questione della prescrizione:

" se trovano i voti di Forza Italia o della Lega e qualcuno nel mondo della destra che gli vota sta roba in Parlamento io sono contento per loro, un po' meno per il paese, ma noi non lo faremo".

Senza di noi al Senato non hanno la maggioranza”

A Circo Massimo.. su Radio Capital Matteo Renzi alla domanda sulla prescrizione comincia con il solito panegirico di questioni non inerenti: l'intervento di Benigli a Sanremo, ...l'incidente del super treno veloce...i problemi all'interno del Movimento 5stelle..fingendo quasi poco interesse per la domanda postagli. Infine si inserisce nell'argomento con maggior calore e la solita ambiguità..dando sfacciatamente una frecciata a destra e l'altra a sinistra.. Nel suo parlare.. che ormai riconosciamo bene, si intravedere in toto la prevalente voglia di porsi come l'ago della bilancia...La figura dominante... Come colui su cui poggia l'esito futuro della politica! Non ha smesso mai di porsi con la solita saccenteria intrisa e adesso persino con una sconfinata ambiguità!

Si può comprendere che lo faccia per dare sempre maggiore forza alla sua immagine, come ha sempre fatto col suo parlare toscano... dicendo tutto ed il contrario di tutto. Nella fattispecie riguardante il difficile percorso di una riforma non facile come quella sulla prescrizione, l'ex premier toscano, malgrado sia forza componente del governo, pare non dar conto allo sforzo evolutivo promosso dagli ultimi incontri voluti dal Premier Conte col Pd, il Guardasigilli e le altre forze di sinistra...perseverando con le minacce. 

A questo punto sarebbe più logico e coerente che togliesse la fiducia assumendosi le dovute responsabilità!.. 
Tuttavia.. conoscendolo sappiamo tutti che fino a che potrà continuerà a minacciare ottenendo così l'attenzione dei media sperando di aumentare consensi e pretese. O forse..per lui..potrebbe sembrare utile mettere subito in crisi il governo prima di un referendum che toglierebbe parecchi seggi alle rappresentanze politiche... rendendo sempre più difficile una sua affermazione numerica in seno al Parlamento...

Solo e soltanto strategie le sue ..da parte di una politica spregiudicata e piena di ricatti...per il resto non sembra esservi alcuna volontà di voler intraprendere un dialogo per la ricerca di una soluzione equilibrata!..Un'azione, quella del leader di Italia Viva, che suona come un chiara pressione minacciosa e che dimostra come ancora una volta il politico toscano non abbia compreso la passata lezione da parte del popolo: Più che verso una Italia Viva... sembra indirizzarsi verso la fine di un'Italia politica! 

Al di là della arroganza politica e delle strategie personali di Renzi...quello che suona strano in questa storia sulla prescrizione, questione sulla quale è persino difficile schierarsi nettamente, è il fatto che la legge sull'abrogazione sia stata già fatta e finanche promulgata dal capo dello Stato che, firmandola, ne avrà tratto di certo una legittimazione costituzionale: Modificarla in senso equilibrato  non significa volerla cancellare...