Resta
impresso il ricordo della loro conoscenza, indiscutibile il rispetto
che ci si portava, indelebili alcuni momenti vissuti insieme in una
convivenza condominiale che ci avrebbe reso più uniti che mai.
SECONDA PARTE
La "tersicore"..gli amici e le famiglie
L'atmosfera sul finire degli anni 50
Eravamo
come frastornati da un benessere naturale che si metteva in mostra
ogni giorno quando... nell'alzarci la mattina per andare a
scuola... le prime luci appena rosate che accarezzavano una città
priva di smog... esplodevano subito dopo in un chiarore abbagliante
che ci riempiva di entusiasmo. Ma nei miei ricordi la differenza la
faceva anche l'aria ed i profumi inebrianti che inducevano
all'incanto. Tutto ciò...oltre che piacevole, aveva una grande
importanza.. poiché.. come è facile immaginare... l'andata a scuola
non era per nulla gradita. La città, a differenza di oggi, appariva
bella e con una particolare luce...pulita e priva di gas di
scarico...il che ci forniva quella piccola dose di entusiasmo
necessaria per poter affrontare il seguito. A quel tempo il mio
principale interesse sembrava essere quello di pensare al futuro, quello di
crescere, vedere e conoscere...Avevo meno contatto con la realtà a differenza di tanti
altri.. e lo immaginavo decisamente migliore da come poi è apparso:
pieno delle evidenti e logiche difficoltà che si manifestano quando l'età avanza. Tuttavia..al di là della maturità che accresce le
consapevolezze di una certa realtà ben differente da quella
dell'adolescenza, è innegabile constatare la enorme differenza con
quei tempi in cui eravamo con particolare entusiasmo legati tra
famiglie ed amici in un rispetto ed una educazione non paragonabile
ad oggi.
Verso
la metà degli anni 50 nacque mia sorella Maria Luisa..dolce e tenera
da bimba..ma anche assai permalosa..Ricordo il desiderio e le
difficoltà di abbracciarla ed il suo ritrarsi urlando e strepitando.
Era tenera... ma difficile da avvicinare..quando si distraeva ne
approfittavo e le rifilavo a sorpresa qualche bacio!
Lentamente
la Tersicore abbracciava nuovi arrivi e l'atmosfera era felice e
serena..Tutt'intorno ancora campagna: passavano dalla strada pochissime
auto...il lattaio in bicicletta col suo fusto dal quale, attraverso
un piccolo rubinetto caricava le bottiglie costolate con il latte
caldo appena munto.. un certo don Pietrino con uno strano valigiotto dal
quale tirava fuori uova fresche..poi ancora altri.. chi vendeva il
ghiaccio col carrettino e chi l'olio..
(foto di famiglia nella terrazza dell'attico da dove si estendeva la Conigliera con la prossima villa Sperlinga ancora priva di palazzi)
Non so perchè..ma era quasi una tradizione in quel periodo.. che venissero in casa dei fotografi ad immortalarci: Era sempre un continuo litigare per le pose che non volevamo mai tenere...chi dormiva..chi rideva... chi scappava.. Latente
resta impresso il ricordo di mia madre felice ed infelice nel
contempo..ma sempre apprensiva..passionale e ricca di una
particolare poesia.. quando più in là..(nei primi degli anni sessanta) mi portava per mano a Catania dove suo
fratello Ruggero viveva in una simpatica villa nel litorale della
costiera di Acicastello...Luogo in cui imparai a nuotare e dove vi erano ospiti anche il fratello Raimondo ed il nonno Enzino. Gli zii avevano vissuto fin dall'inizio.. e per lunghi tratti nella nostra casa
di via Lombardia giocando con noi.
io a destra durante un incontro
Ruggero e Raimondo avevano costruito un rapporto molto
forte con i loro nipoti: Fu proprio Ruggero alla metà degli anni
cinquanta a portarmi in via Garibaldi di fronte al palazzo
Aiutamicristo.. dal maestro Triolo che mi prese in cura facendomi
apprezzare lo sport della scherma. Sport che seguii per molto tempo
ed in cui ebbi qualche successo. Ricordo all'ingresso di quella sala
il forte odore di menta che di certo proveniva da qualche laboratorio
limitrofo. Tiravo di fioretto, era l'arma che più amavo, ma riusciì a diventare terza categoria di sciabola. Spesso si organizzavano tornei tra le società con incontri all'aperto.
(il simpatico incontro con i cugini Paternò di Sangiuliano negli anni 90)
Gli zii erano spesso di casa e per me rappresentavano quella
parte delle origini nobili orientali legati al nonno ed a mia madre..Origini dalle quali non mi sono mai staccato nello spirito. Così..dopo..
ebbi modo di conoscere e frequentare alcuni lontani cugini come i
simpatici Sangiuliano ed i Biscari.
Correvamo
felici e spensierati nel cortile della Tersicore non trascurando di
fare scherzetti al nostro imperturbabile portiere Andrea. Andrea aveva
moglie e figlio e viveva proprio sotto, in una abitazione adibita.. limitrofa alle cantine ed accanto al garage... A volte..quando lo
scherzo era troppo pesante, ci rincorreva, ma difficilmente ci
prendeva..poi comunque dimenticava e forse ci assolveva poiché
devoto ed affezionato alle nostre famiglie.
la magnolia
Nella
via di fronte (prossima via Lombardia) ancora non asfaltata, in
direzione nord, avevamo stabilito una sorta di fortino di vedetta su
una alta magnolia come per controllare il palazzo appena in
costruzione del numero civico 5 ...quello dove vivevano i D'Angelo..
con i quali avevamo intrapreso una sorta di battaglia tra ragazzini alquanto fantasiosa per il possesso del territorio. Più in là
sarebbe presto sorto anche lo stabile limitrofo al nostro..quello del
numero civico 3, con un cortile più vasto del nostro ed a giro per
l'intero immobile dove, con i dovuti permessi, saremmo andati a
scorrazzare con la bici assieme all'amico Marco Vassallo...
canticchiando spesso le canzonette in voga di Peppino di Capri
“Maruzzella” o “nun è peccato” o“volare”
di Modugno.
In quel palazzo vissero per molti anni le sorelle Marzetti che noi
fratelli scorgevamo dalle terrazze della nostra abitazione: Silvia,
Giovanna, Marcella..doveva ancora nascere l'altra sorellina Marù..
Per una strana fantasia fanciullesca avevamo identificato Silvia
adeguata per età con mio fratello Pietro, Giovanna con me.. e
Marcella con mio fratello Guido. Fantasie puerili ed ingenue che
forse hanno anche trovato immaginazione nelle loro menti!
(io con mio fratello Pietro)
L'atmosfera
degli anni cinquanta era comunque quella di un felice futuro, sano e
beato malgrado l'impegno scolastico delle elementari dalle suore del
Sant'Anna: Istituto dove andavano quasi tutti i figli di quella buona
borghesia. Indimenticabile l'accompagnata all'istituto col paziente Francesco.. l'autista che ci portava in gruppo. Memorabile anche la
raccolta delle tavolette di cioccolata comprate nel negozio di fronte
che si collezionavano e con le quali si faceva a gara come fossero lingottini d'oro. Di quel periodo
non posso cancellare neanche i momenti di studio con l'amico Marco Vassallo ed
i primi scambi di opinione sulla fede: Lui studiava.. io molto meno..
poiché mi perdevo incantato correndo troppo con la fantasia..un po' come il personaggio di Boccadoro nel bellissimo libro di Hesse!.
Dopo il caldo estivo..in attesa dell'inizio della scuola.. ci si cullava. L'arrivo di un temporale settembrino spezzava l'aria umida dello scirocco e trasformava in poco tempo l'immagine del paesaggio ridonando la particolare brillantezza al cielo.. Dopo un temporale l'aria aveva quel profumo di terra bagnata che inebriava. Guardavo spesso dalla terrazza posta ad ovest il monte Cuccio: la montagna di fronte..Rimanevo ad osservarla incantato meditando con la fantasia. Mi attraeva il punto in cui sul sinclinale il sole andava a nascondersi al tramonto. Immaginavo di poter scalare il monte ed afferrare quella palla incandescente prima che si andasse a nascondere dietro. Ma quello che più mi impressionava era quella parte del cielo che pian piano andava oscurandosi e che rimarcava la fine di un altro giorno. Un giorno in cui nella Tersicore avevamo dato sfogo ai nostri giochi ed alle chiacchierate con gli amici.
mia madre Valentina Patenò Castello
Lo sguardo verso quel monte (a quei tempi non impedito dagli ingombranti palazzi successivamente costruiti ) mi è rimasto vivo nel pensiero.. Mi riporta a mia madre..e, come il sole che scompare, mi ricorda i suoi abbracci..ed il suo triste addio.
Nella terrazza opposta lato est..dove si scorgeva il mare.. l'indomani un nuovo sole nasceva ..l' aurora annunciava un nuovo giorno..era la terrazza che io identificavo come quella della rinascita e dell'entusiasmo per un altro giorno .
A consolidare la bellezza naturale..sarebbero stati i sogni di un futuro promettente e meraviglioso. La nostra famiglia assieme ad altre viveva nello spazio di una Palermo che cresceva. Una città da ricostruire nei suoi essenziali servizi. Si godeva di una naturale bellezza, di un clima ideale e di un'aria ancora pulita.
di mia madre resta l'immagine in questa pittura dell'artista Amorelli
Durante la Pasqua..il clima tornava primaverile.. e ci portava verso la rilassante atmosfera con odori e profumi ancora più intensi. Tra i ricordi rimasti..quelli di mio padre che tornando a casa dopo il lavoro portava dolci deliziosi dalla pasticceria Magrì. I più buoni: Le sfinge di S.Giuseppe ricche di abbondante crema di ricotta, le chiavi di S.Pietro in pasta di mandorle ed il cappello del prete..fatto con la scorza dei cannoli.
Immagini della vetrina della pasticceria Magrì
Il suono delle campane delle chiese limitrofe(Regina Pacis e S. Luigi), allora appena soffocato dalle poche automobili in giro e dalla quiete tutt'intorno, mi toccava: Potrà sembrare singolare e persino eccentrico, ma...al di là di ogni fede, per me quel suono rappresentava una particolare musica..quella della rinascita primaverile.. e la chiesa mi ispirava serenità come un rifugio poetico, non solo un luogo di culto. Rappresentava un ambiente che mi donava una certa pace interiore. Avvertivo sempre uno stato di quiete che mi coinvolgeva portandomi nel particolare mondo della poesia.
la chiesa Regina Pacis al momento della sua costruzione
Ambedue le chiese erano umili non avendo ricchezze artistiche di prestigio al loro interno. Più in là..con la maturità..entrando nelle antiche chiese ricche d'arte d'ogni tempo..visionate nei miei viaggi per tutti i Paesi, mi accorsi di come l'arte resti assai legata alla poesia scatenando ulteriore senso di pace e serenità: Una pace sicuramente confortata dai prevalenti valori cristiani che rappresentano il fondamento della stessa religione.
Il cortile..la cantina..i tornei e le lotte improvvisate
Avevamo
quasi 10 anni alla fine degli anni cinquanta quando, in una giornata
in cui non eravamo andati a scuola per motivi che non ricordo, Marco
mi invitò ad ascoltare le prime musiche di Burt Bacharach: ne rimasi
incantato! Fermo anche il ricordo dei tardi pomeriggi in cui si
andava in bici nel cortile con mia sorella Giulia, Alessandra
Vassallo e Giovannella De Luca, con la quale avevo intrapreso una
simpatica amicizia adolescenziale: Da lì a poco sarebbe divenuta una
ragazza attraente ed incantevole. Arrivarono
poi nel palazzo altri condomini: Stena Notarbartolo ..una bella
donna alta e bruna che si portava appresso i suoi tre figli Barbara,
Cinzia e Filippo.. occupando un appartamento del secondo piano.
Barbara.. la più grande era spigliata e molto disinvolta nel
dialogo.. la ricordo socievole e sorridente.. Cinzia, molto carina
più silenziosa, mi attraeva..Ne ho un ricordo piacevole. Ascoltando
con lei una melodica canzone tedesca, me ne stavo innamorando: Il
classico amore adolescenziale..ma ero fin troppo timido e piccolino per
affrontare qualsiasi innamoramento. La loro casa fu spesso luogo di
incontro per ascoltare musica e chiacchierare da ragazzini appena
insicuri, ma decisamente avvolti dal calore delle nostre famiglie..attente e scrupolose nell'impartire valori, educazione e
rispetto. Intanto al terzo piano i Pagano crescevano di numero..Alla
piccola Lilli si aggiungeva una sorellina..Noi ragazzini passavamo da una casa ad un'altra come fossimo nel
grande albergo: quello della storica indimenticabile “Tersicore” dove si
vivevano le piccole emozioni giornaliere.
Nelle prime serate dei giorni
prefestivi l'incontro era fissato nel nostro appartamento dove fu istallata
la prima televisione: una delle prime Schaub-lorenz 21 pollici in
commercio..per la cui accensione bisognava aspettare almeno 4 o 5
minuti. Salivano quasi tutti gli amici del condominio per vedere
Carosello, il Musichiere o Mike Buongiorno...Mano mano poi tutti ebbero il proprio
televisore ed a turno ci scambiavamo le visite per la visione dei
primi memorabili film in bianco e nero.
(mio fratello Pietro con mia sorella Giulia accompagnati dall'amica Serenella nel gioco della mia cattura)
Per giocare in cortile o attorno al palazzo si proponevano anche lotte con cattura..un gioco che ci impegnava inventandoci poi degli appellativi sul personaggio nascosto da cercare e prendere. Che
dire poi della nostra cantina: un lavatoio.. in cui vi erano state
costruite delle grosse vasche per lavare i panni..Luogo alquanto buio
collocato accanto alle cantine personali dei condomini. Un vano che
ben presto fu adibito a luogo di riunione e divertimento dove avevamo
posto al centro, col permesso delle famiglie, un tavolo da ping-pong. Verso sera e durante le
giornate festive, malgrado il persistente olezzo degli scarichi delle
vasche, ci si andava spesso per giocare, incontrarci e
chiacchierare. Da lì a poco avremmo stabilito di organizzare "il
torneo della Tersicore"..ponendo per l'occasione il tavolo all'aperto.. nella parte finale del cortile. A questo torneo erano invitati altri
figli di conoscenti..
Posso ricordare i Pecoraro..con la simpatica Lalla, Antonio e
Giuseppe...i Fatta con la cara Aurora, Michele e Giovanni..i Cestelli con
Serenella e l'incancellabile figura di Maurizio ..Antonio Cupane..le corteggiatissime sorelle Oddo con Beatrice e Laura...i
Pottino con Irene e Nora..i Caronia con Giulia, Giovanna e l'indimenticabile
Pietro...Gabriele Amari...i gemelli Restivo...i D'angelo con Umberto e Giovanna... Pietro e Maria Stella
Aiala..il simpatico Uberto de luca ed altri ..Il torneo richiamava una buona parte delle buone
famiglie che ai tempi nella città si frequentavano...Era spesso
Vincino Gallo a vincere i tornei poiché il più preparato ed
allenato..ricordo con quale vena ci sfidavamo nelle serate in quella cantina... in
preparazione dell'incontro in torneo. Un torneo che prevedeva anche i
doppi misti e conseguenti premi.
Il
quartiere Matteotti, diventato oggi una delle zone più prestigiose e
ambite della città faceva da contorno alla nuova palazzina
..la prima ad essere stata costruita tra i nuovi palazzi.
Attraversando il quartiere per raggiungere il viale della Libertà ci
si imbatteva nella piazza Edison luogo in cui tempo prima fu scoperto
un pozzo misterioso di dimensioni
ragguardevoli:
Ricordo che mia nonna paterna quando ero piccolo mi ci
portava per giocare e correre nella piazza.
Il pozzo non so perchè
lo chiamava la fossa dei leoni: Aveva una ragguardevole profondità
ed incuteva paura a noi ancora piccoli . Scendendo
la scalinata che portava nel viale..giusto di fronte si giungeva in via La Marmora dove vi era un locale …..Ricordo che proprio in
quel luogo ci si andava per giocare.. vi erano posti i primi flipper
e ci si scatenava in una lotta senza fine con il gioco del calcetto.
Era divenuta una consuetudine andare in quel luogo, in realtà non
sempre ben frequentato: Sembrava essere una strana forma di
trasgressione..Guai a saperlo i nostri inconsapevoli genitori!
Tuttavia
una trasgressione bella e buona ce la siamo costruita poco dopo
quando... insieme ai compagni della Tersicore..ci siamo prodigati in una
delle più ignobili e deleterie forme di conquista degli stemmi delle automobili
di quei tempi Un gioco che impazzava anche in altri quartieri: Si trattava di individuare le auto posteggiate in
prossimità ed all'occasione propizia, senza farsi scorgere, scippare
lo stemma. Gli stemmi più ambiti erano quelli della Mecedes, della
Porsche, della Jaguar..quelli di minore importanza della Fiat ed Alfa
Romeo. Avevamo messo in moto una gara a chi ne avrebbe presi di più.
Nella storica cantina si svolgeva il rito e si tirava fuori la
refurtiva vantandosi della conquista.
A descriverla oggi sarebbe da vergognarsi! Ma bisognerebbe considerare
i tempi: attenuanti non giustificate, ma dovute dall'inconsapevolezza
del gesto e l'età adolescenziale spinta da una strana voglia di dimostrare chisssà chè . D'altronde i nostri genitori.. dapprima inconsapevoli... una volta saputo..ci castigarono
ripetutamente costringendoci a ritornare il maltolto ai legittimi
proprietari che avevano subito oltre al furto anche un piccolo
danno all'auto.. danno al quale avrebbero anche provveduto. Evitarono in tempo eventuali dolorose denunce e si prodigarono poi in
scuse continue, ma il danno era fatto e fummo giustamente
puniti..Dagli stemmi passammo poi alla tranquilla conquista dei tappi
delle bottiglie delle bibite ed alla storica gara di accostamento al
muretto...
GLI ANNI SESSANTA....
Arriviamo
così.. con questa atmosfera.. agli anni sessanta, tra i più belli
vissuti, poiché di passaggio dall'età dell'adolescenza a quella
della maturazione..Anni in cui nella Tersicore arrivarono i
Modica..Antonino Modica e la sua bella moglie avevano allora solo due
figli. Da lì a poco ne sarebbe nati altri due. Si accomodarono al
primo piano dell'immobile e ben presto si inserirono nel contesto
della Tersicore cercando di trasformare in meglio la palazzina con
l'idea di fornirgli migliori servizi. A
poca distanza..in viale delle Magnolie era andata ad abitare Gianna:
La zia un po' rigorosa acquisita per parte del cugino di mio Padre
Dino.
(la zia Gianna Bruno Cacopardo tra la mia nonna Maria Paternò Castello e mia madre Valentina in una foto degli anni 50)
Gianna Bruno Cacopardo, alla quale mi sono accostato di più e
simpaticamente negli ultimi anni prima della sua scomparsa, aveva
due figli.. i nostri cugini Augusto ed Alberto con i quali siamo
sempre rimasti legati.. vestiti sempre con eleganza e scrupolo. Anche
loro venivano spesso accompagnati a scuola con noi dal paziente
autista Francesco. Nello stesso stabile di viale delle Magnolie,
stavano anche i Fatta con Virginia moglie di Orazio, ingegnere progettista
dello stesso palazzo e fraterno amico di mio padre. Dei sei figli.. Aurora,
Michele, Giovanni, Vincenzo, e poi Francesca ed ultima Lucia..per
età e scuola frequentavo di più Giovanni.
(Mia madre Valentina... a sinistra... felice con l'amica del cuore Franceschina Cestelli in una foto insieme a Mondello)
Virginia Fatta l'ho sempre apprezzata poiché amica sincera di mia madre ed adorabile madre dei
suoi figli...come del resto lo erano Franceschina Cestelli..la sua
più assidua simpatica amica.. andata via prematuramente.. e Luisina
Vassallo elegante nella sua figura e capace di dipingere stupendi
acquarelli.
Indimenticabili i ricordi di quando proprio Luisina Vassallo (così la chiamavamo tutti)...vedendomi attratto dall'arte ..mi portava con lei nella sua 1100 fino in cima al monte Pellegrino a disegnare paesaggi: La sua eleganza nel dipingere era unica ..i suoi acquarelli suggestivi e sobri nel contempo..Un'arte innata!
Orazio e Virginia Fatta con i primi nati
Orazio Fatta e mio padre si frequentavano anche per lavoro poiché si occuparono del terreno circostante le nostre abitazioni lungo tutta la Conigliera di proprietà dei Florio. Ne nacque un quartiere che ancora oggi rimane fra i più prestigiosi. Gli
anni sessanta sono stati caratterizzati da una espansione del
territorio della città che poi sfociò nel suo massimo negli anni
settanta. Ancora la città cresceva composta, ricca di bellezze e
profumi.. ma non come nel decennio appresso dove si costruì in modo
esagerato e con poco senso dell'equilibrio.
Come
dimenticare in quegli anni la mia premurosa insegnante alla quale mi
affezionai. Elina Arcuri aveva preso casa in affitto vicino la nostra
abitazione.. all'angolo con via Principe di Paternò con via Sciuti e
viveva con i suoi figli Gilda, Emilio e Flora. Mia madre, sua cara
amica, mi aveva indirizzato da lei per la preparazione dell'anno
della licenza media. Presto mi affezionai alla sua presenza ed al
metodo che usò per destarmi dai pensieri fantastici che mi bloccavano..formandomi in profondità nell'apprendimento. Le devo molto..fu decisamente una svolta per la mia maturazionee questa fu anche la ragione per la quale mi sentii emotivamente obbligato...andando vent'anni dopo a farle visita diverse volte per un caffè..scambiandomi piacevolmente con lei. Sua figlia Flora è quella rimasta più vicino alla mia famiglia anche per la forte amicizia stretta con la mia sorella Maria Luisa
l'istituto dei salesiani Don Bosco Ranchibile
Le scuole che frequentai nella mia crescita adolescenziale delle medie furono il severo Don Bosco ed il Gonzaga.
Seguii i miei amici più cari come Marco Vassallo e Giovanni Fatta il primo anno delle medie all'istituto dei salesiani dove non mi trovai a mio agio anche per il severo metodo dell' insegnamento. Gli altri anni delle medie li terminai al Gonzaga dove ho stretto altre amicizie e dove mi ritrovai inserito in una squadra di calcio che ebbe un discreto successo..Rammento comunque bene i due locali cinematografici che ambedue gli istituti avevano..dove ci incontravamo un pò tutti e dove si proiettavano film di carattere religioso..e qualche divertente commedia di Don Camillo e Peppone o Totò e Peppino.
Per un lungo periodo tornavamo assieme dalla scuola: il Gonzaga..con l'amico Fabrizio Amalfi..facendo sempre lo stesso percorso..Passavamo di fronte alla villa Sperlinga che a quei tempi, malgrado il verde persistente, mancava delle stradelle interne, aveva i suoi alberi ed i cespugli, ma era ancora poco curata. Non so quante volte abbiamo fatto quel tragitto chiacchierando intensamente sulla nostra vita da adolescenti..ormai quasi ragazzi. Credo che lui abitasse nella mia stessa zona.
il vespino anni 60- ricordo degli anni della nostra giovinezza
Fu proprio in quel periodo che, assieme all'amico Uberto De Luca..che a quei tempi frequentavo più spesso, mi convinsi di marinare un giorno la scuola. Affittammo insieme due vespini 50 per correre verso Mondello a goderci una mattinata in libertà. Il ricordo...oggi divertente..non lo fu allora: Malgrado ogni attenzione fummo scoperti per l'ingenuità..difatti sulla discesa per Valdesi ci scopri Francesco ..l'autista seduto nella seicento accanto a mia madre mentre le insegnava a guidare.. Ci buttammo di fretta a ridosso di un muretto abbandonando sul marciapiede i vespini..ma fu inutile.. ormai ci avevano scoperto!
Raccontare oggi questi divertenti episodi è facile ..ma non lo fu allora..poichè quando tornammo a casa ..ebbi una lezione da parte dei miei genitori ..con le conseguenti punizioni.
C'era severità, ma anche comprensione: l'educazione, in parte rigida, si distingueva da quella di oggi.. per la difficile tolleranza ...Forse il dialogo non era completo come.. al contrario.. più spesso oggi lo è, ma una certa severità sarà di certo servita per farci crescere più robusti.
Successivamente passai al liceo artistico. Una scuola ed un mondo diverso!
In quegli anni mi riesce anche difficile non ricordare Miriam Amari nella sua bella villa settecentesca dei Colli..Una donna alta, distinta e di classe che ci accoglieva sempre sorridente assieme ad i suoi figli Gabriele e Corrado. Con i due ragazzi giocavamo e ci rincorrevamo nella vasta campagna che vi era intorno. Tra i due era sempre Gabriele il più propenso a disubbidire a trasgredire le richieste della madre. A volte nostra madre ci lasciava lì anche a dormire. Un bel ricordo ricco di posti e profumi incantevoli.
Gli
anni sessanta furono felici ed anche caratterizzati da belle
villeggiature al nord per due mesi interi dopo la scuola ed il
periodo del mare..Dapprima Petralia soprana ..poi il salto di Cortina
..ed infine Feltre dove in un bel palazzo viveva la simpaticissima
Lidia Villabruna.. sorella della zia Gianna..dove con i cugini dei
nostri cugini Augusto ed Alberto..abbiamo diviso bei ricordi. Checco, Bruno e Maurizio Villabruna erano ragazzi come noi e della nostra stessa età...amavano le armi :spade e sciabole che il loro padre teneva in esposizione. Nino Villabruna era un padre severo..un un uomo corpulento che incuteva un certo rispetto. Montava a cavallo ed aveva una clinica privata. Ricordo che un giorno mi porto in visita alla sua casa di cura nella nuova scintillante MG spider nera con i sedili in pelle rossa. Le
villeggiature al nord con i cugini avevano un sapore nuovo..diverso
..L'aria del Nord ed i paesaggi ci aprivano a nuovi orizzonti poco
conosciuti, ma dal gradevole sapore: Indimenticabile la villa con
grande giardino di Villaga vicino Feltre dove abbiamo vissuto e
sognato da ragazzi tra un monopoli, una festa nel paese e le
bellissime scampagnate lungo i monti alla ricerca di funghi...Come è
sempre stata mia abitudine.. parecchi anni dopo.. anche per
l'ospitale simpaticissima Lidia ed i suoi figli le mie visite si sono ripetute con
lo stesso calore sebbene con altro spirito: Un innato senso dei
ricordi mi spinge costantemente verso il ritrovamento dei luoghi già
vissuti durante la giovinezza... e l'immaginario mi si amplia.
Il
ritorno alla storica Tersicore di via Lombardia con gli amici era
sempre ricco di emozioni e tra i racconti delle villeggiature e le
scorpacciate di gelati del vecchio Bar Venezia, una volta sito in via Principe
di Paternò.. e le liquirizie del vecchio omino seduto
nei pressi di un viale con alberi di giacaranda pieno di fiori color glicine..il tempo sembrava non trascorrere mai.
TERZA PARTE
Il passaggio dall'adolescenza alla giovinezza e la maturazione
C'era
qualcosa di poetico e contemporaneamente trasgressivo nel ritrovarci
insieme dall'omino che vendeva caramelle e liquirizie in quel viale
pieno di quei fiori viola azzurrato caduti dagli alberi sulla strada
del quartiere Matteotti. Il fatto era che per i nostri genitori..quel
tratto di strada che portava verso la scuola del
quartiere...rappresentava una lontananza non ammissibile..Un pericolo
sebbene vi fossero poche auto sulle strade limitrofe. Il ricordo
dell'omino dove vi andavo sporadicamente con i miei fratelli Giulia e
Pietro e dove ci incontravamo con l'amica Serenella ed il fratello
Maurizio, unito al tradizionale cono da venti lire del bar Venezia,
chiude in qualche modo i ricordi degli anni cinquanta.
Non
è facile dimenticare il calore..il rispetto..l'educazione e la
cultura di queste famiglie medio-alto borghesi di una Palermo degli
anni 50/60 che visse in stretto contatto con altre famiglie di nobile
casato in una città che cresceva nel benessere di un paesaggio
unico..tra profumi ed un incantevole mare. Palermo veniva percepita
come un presepe.. Malgrado mio padre che, tra una
suonata al pianoforte e lo strimpellio di una chitarra insieme alle
note di alcune splendide canzoni napolitane.. ripeteva..con parole in dialetto che “se i
pasturi un serbuno..u' presepe si sfascia”...Ma noi ragazzi
pensavamo solo alla bellezza del paesaggio e la sfruttavamo al
meglio.
Ci
frequentavamo nelle nostre case e la nostra sita al quarto piano di via
Lombardia fu una delle più popolate: Un viavai di amici che sul
finire degli anni sessanta venivano a trovare la mia bella
sorella Giulia..Ricordo tra questi..Massimo Balletti, Diego Gullo,
Antonio Ramione, Giuseppe Barbera, Giovanni Rizzuto.. Sergio
Buonadonna...furono alcuni dei più assidui frequentatori della casa e della
sorella. Rimangono indimenticabili gli scambi verbali concentrati
nello studio accanto al salotto. Difficile anche dimenticare i cari amici Tortorici...con Pasquale (Pai) e Claudia Pusateri (anche lei purtroppo scomparsa) tra i più vicini alla sorella .
mia sorella verso la fine degli anni 60
Mia
sorella Giulia era molto corteggiata ed amava scambiarsi nel
dialogo. Del resto tutta la nostra famiglia parenti e cugini compresi
si dilettava in uno scambio verbale a volte con toni esagerati e
spinti da un particolare calore verso gli argomenti. Quando restavamo
soli in famiglia... mia madre Valentina era una di quelle che si
accalorava di più e le discussioni non cessavano mai..poi ..di colpo
si finiva senza alcun litigio... la tranquillità ritornava e la
pace familiare rientrava ..
Un'altra immagine dipinta da Amorelli -mia sorella Giulia a 5 anni
In
estate si scappava a mare e dopo grandi nuotate e panini con le
panelle divorate nella storica piazza di Mondello.. si rientrava in
via Lombardia a rivedere gli amici. Ricordo con piacere un odore
profuso di zagara per quelle vie del nostro quartiere che non si riesce più a percepire. Un profumo che misto alla brezza di quelle
particolari sciroccate (molto più secche di quelle odierne) ci
portava quasi a cedere ad un singolare oblio disperdendo ogni altra
riflessione sulla costruzione personale del nostro futuro.
Ancora
oggi penso e risento quelle emozioni. Come poter spiegare al lettore
ciò che si provava: Una famiglia straordinaria, a volte anche
litigareccia, ma ben presto disponibile al dialogo, con un'armonia al
suo interno che si integrava con il carattere ed il sentimento di
ognuno di noi. Quando a volte entravo a casa all'ora di colazione,
già sulla soglia della porta di casa, sentivo le voci dello zio
Ruggero che dialogava in tono catanese con sua sorella (mia madre)
mentre nello studio rimaneva inconfondibile la voce dell'altro zio, Raimondo in dialogo con mia sorella Giulia. Sulla porta di fronte
alla sala d'ingresso appariva la nostra cara ed affezionata Franca al
servizio per molti anni che aveva appena preparato una magnifica
brioche salata ricca di beciamella, formaggio e funghi. Un profumo
intenso giungeva dalla cucina...Era un sentito piacere sapere che gli
zii Paternò erano in casa ospiti a pranzo...avremmo mangiato assieme
a loro e dialogato sulle aspettative del domani. Tuttavia sembrava
che il tempo rallentasse..che si fermasse..che durasse più a lungo
in una atmosfera familiare calda e felice....
Questa
era la Tersicore, questo il numero 1 di via Lombardia dove
primeggiava un calore familiare che ci ha fatto sognare per il resto
della vita. Un luogo in cui siamo cresciuti felici, dove prevalevano
i valori...quelli sani..quelli puliti e dove l'aducazione al rispetto
regnava sovrana: Il rispetto per gli anziani, per i genitori, per gli
amici e per chiunque veniva a trovarci per scambiare opinioni e
qualche pettegolezzo palermitano...
villa Boscogrande
Le
serate a villa Boscogrande erano quasi un obbligo: Un ricordo
meraviglioso di una location insuperabile dove Boris e la sua
orchestra ci deliziavano con le canzoncelle di un tempo in una
atmosfera unica tra gli alberelli ed i profumi di limoni e dove ci si
stringeva nel ballo con le dovute emozioni..il dialogo ed ogni
rapporto col mondo femminile era esilarante e ben diverso da quello
odierno. Era
quasi una droga il clima ..la brezza marina..il profumo della
zagara..gli amici..le ricche merende ed i sogni. Si.. i sogni! Perchè
era veramente difficile non poter sognare in quel periodo in cui la città era ancora ricca di tutte queste
naturali bellezze e l'andare continuo tra le case di queste famiglie
sane e belle..piene di buon gusto e cultura..contribuivano a far
crescere meravigliose speranze a venire.
Ricordo
quando ai primi degli anni sessanta mi fu regalata una bicicletta
rossa..una delle prime ad avere il cambio. Con questa potevo girare
quotidianamente intorno al rione..pena il fatto che.. se non avessi
osservato il limite del tragitto.. avrei perso il dono appena
ricevuto. Un giorno mi stancai di girare intorno al quartiere e feci
un'autentica fuga in direzione di Mondello prendendo il percorso
della vecchia stradina che conduceva a Pallavicino e poi oltre
..attraversando un'altra strada dissestata..Durante la fuga mi
sentivo più irresponsabile..ma fui quasi attirato e perso tra odori
e profumi mai sentiti: Era il tardo pomeriggio e malgrado il continuo
fluire dell'adrenalina per l' evasione, rimasi per qualche minuto a
riparo di un muro di una villetta dove nel giardino stavano
arrostendo dei peperoni. Ricordo ancora quel delizioso profumino che
mi rammenta la tarda primavera ..una fragranza che solo raramente
riesco a ritrovare! Ritornai poi velocemente nel cortile di casa
correndo come un disperato..rientrando in tempo verso il crepuscolo
per la cena...Avevo trasgredito..ma mi ero arricchito di
qualcos'altro.
la fuga verso la capitale..ricordi e giovanili emozioni
Erano
giornate indimenticabili ed il tempo sembrava passasse più lento di
come oggi appare. Sarà stata la freschezza degli anni ..o il
continuo impegnarsi in giochi e chiacchiere con gli amici della
Tersicore..tuttavia, a differenza di oggi, il trascorrere del tempo
era lento..ogni attimo si afferrava e si viveva con l'ardore
giovanile..Erano momenti che non passavano in fretta... pur non
restando impressi come invece oggi lo sono nella maturità quando i
ricordi ti coinvolgono nel felice momento di ciò di cui la mente si
alimentava.
Avevo
appena 16 o 17 anni.. ricordo che un giorno ..di nascosto ai miei genitori.. presi un treno per Roma andando a trovare i miei zii Carlo e Pia..Lo
zio Carlo era assai divertente..amava la vita ..era un avvocato, ma
non voleva occupare più del tempo dovuto nel lavoro lasciandosi
spazio per vivere più intensamente le emozioni della vita. La zia , molto
osservante, aveva a cuore la nostra felicità..era molto attaccata
alla famiglia..tuttavia, potrà apparire strano, ma non sono mai
riuscito a comprendere bene quale fosse il vero grado di parentela
che ci univa. Di certo ci teneva uniti un forte sentimento di
affetto.
Avevo
una gran voglia di vivere avventurosamente e di conoscere meglio
Roma.. Era uno di quei desideri che non riuscivo a contenere... E chi
meglio dello zio che godeva nel portarmi in giro per la città
mostrandomi strade, monumenti e luoghi di riunione...Naturalmente i
miei zii, che vivevano in una bella strada nel quartiere Nomentano,
vicino alla abitazione di Vittorio Gassman che riuscii a scorgere un
paio di volte, avvisarono subito i miei genitori.
Vissi
tre o quattro giorni osservando la capitale con un discreto
suggestivo senso dell'avventura.. in compagnia degli zii che mi
avevano accolto con calore. Dopo quei giorni fui accompagnato a casa
di mio padre che nella capitale aveva acquistato un piccolo
appartamentino in una zona nuova di Roma vicino i Parioli ..via Giacinta Pezzana..che negli anni ottanta fu costretto a vendere.
Mio padre
dovette subito rientrare a Palermo e mi lasciò per due giorni nel
suo piccolo, ma delizioso appartamentino con l'impegno che prendessi
il treno del ritorno e che rimanessi in contatto con i miei zii. Nel
garage aveva una bella auto ..se non ricordo male un'Alfa Romeo Giulia 1600 sprint
azzurro metallizzato. Avevo solo il foglio rosa..ma la curiosità di
guidarla per le strade di Roma era fortissima. Col cuore in gola una
sera..mi presi di coraggio ed uscii..Girai per un paio d'ore in
quelle strade vicine sentendomi il padrone del mondo..A quei tempi
era difficile vedere girare queste auto in città....Se mi avessero
fermato ..avrei rischiato che mio padre venisse a saperlo! Con una
buona dose di adrenalina in corpo mi misi a girare con i finestrini
aperti ..Il rombo del motore dell'Alfa..ed il mangiadischi che diffondeva la voce di Paoli e quella di Mina.. in “sapore di sale”
ed “il cielo in una stanza”. Ricordo nitidamente le fermate al
bar Euclide o in piazza del Popolo ...Beh era l'età
dell'incolpevolezza, ma anche dell'incoscienza..di certo
dell'immaturità.. che spingeva verso queste avventure ricche solo di
emozioni momentanee e prive di un vero contenuto.
Una cosa che mi rendeva tranquillo nel rientro a Palermo ..era il ritorno nella Tersicore di via Lombardia dove mi sentivo sostanzialmente protetto dal rapporto con gli amici e dal calore delle famiglie.
mio zio Ruggero Paterno Castello
In quegli anni cominciai a disegnare e dipingere..avevo iniziato a
frequentare il liceo artistico..La dritta me la diede tempo prima mia madre che
in una delle villeggiature nella casa dello zio Ruggero lungo la
costa che va da Catania a Acicastello..(ricordo.. compivo appena dodici
anni) mi vide disegnare un tramonto. Da lì a poco divenni (per loro)
un artista!..In realtà il mio futuro era ancora confuso..per non di
meno fu proprio questo evento a portarmi verso la carriera artistica.
Più in là passai dall'arte pura a quella applicata del design. Il ricordo di quel periodo in quella villa mi è rimasto vivo: il rumore nella notte del mare che infrangeva le sue onde sugli scogli molto vicini e i giochi sulla terrazza dopo aver fatto il bagno su un mare che ai tempi era davvero splendido. Imparai a nuotare tra quegli scogli, in ritardo, ma appena due anni dopo diventai un esperto nuotatore vincendo anche qualche campionato esordienti.
Accanto
alla casa del portiere e la mitica lavanderia dello stabile
di via Lombardia vi era la nostra cantina. Non fu difficile potermene
accaparrare il possesso. Di lì a poco ne feci il mio piccolo
studiolo d'arte. Vi dipingevo..disegnavo..leggevo..ascoltavo musica
ed in quel piccolo buco di otto metri quadri vi incontravo anche qualche
amico per brevi chiacchierate ed una bevuta insieme. Mi veniva a
trovare Marco Vassallo ..e più in là anche gli amici Francesco di
Marco..esperto amante della musica jazz.. e Vincenzo Prestigiacomo...(oggi valente ed assiduo scrittore
su Palermo e le sue figure più conosciute)
Il tempo sembrava non finisse mai..quando penso ai miei ricordi di quei tempi mi rimangono impressi i primi incontri con le ragazze..Era un mondo da scoprire e la prima giovinezza spingeva con entusiasmo verso nuove conoscenze ove riscontrarvi sconvolgenti emozioni. Se ne parlava tra gli amici ma sembrava che..a differenza di oggi dove la bellezza trionfa.. le ragazze veramente belle a Palermo si potessero contare sulla dita delle mani..La lettura dei libri e la visione dei film di quei tempi ci spingeva ad immaginare l'amore eterno, tuttavia quello che più emozionava era di certo la conquista. Da questo punto di vista Palermo offriva vari luoghi per incontri suggestivi che potevano fare da cornice dorata alle conoscenze..suggellandone la sensualità.
il palazzo dove abitava il nonno paterno
Era
ancora in piedi nei primi degli anni sessanta il palazzo di viale
della Libertà dove stava il mio nonno paterno...dove a turno io ed i
miei fratelli andavamo di domenica a mangiare. Dal balcone di quel
palazzetto anni trenta ho scorto diverse volte le parate per la festa
della Repubblica con i capi dello Stato che vi passavano. Nello stesso stabile..in un altro piano.. abitava la mia zia Giustina con lo zio Filippo e con i due figli Vito e Pietro. La zia era di grande simpatia e di brillante intelligenza...amava la musica. Capitava che a volte ci mettessimo a cantare insieme canzoni di Peppino di Capri o di Sergio Endrigo..Insomma sarà stata lei di certo ad imprimermi il gusto per la musica. Ricordo anche con quale cura amava vestire l'albero di natale durante le feste alle quali voleva partecipassimo nella sua casa...Aveva cura di mettere i regali attaccati ai rami dell'albero..mettendoci curiosità. Pietro è rimasto più vicino alla nostra casa frequentando più assiduamente mio fratello Guido. Subito dopo
la morte del mio caro nonno Pietro...questo palazzo venne abbattuto
per costruivi sopra il palazzo di vetro all'angolo con via Cordova
(dove oggi dimorano vari call center): Un vero peccato per la
bellezza del viale centrale di una città che in quei palazzi degli
anni venti e trenta vedeva completata la sua armonia.
(inizio costruzione villa Cuccia abitazione dei Pottino negli anni passati..ormai abbattuta)
Pochi
passi più avanti verso il centro.. mio padre mi conduceva almeno una
volta al mese all'incontro col suo amico Gaetano Pottino nella villa
ricca di un bel giardino che ampliava sempre di più il mio
immaginario. Nella villa, poi venduta..e dove oggi trionfa un
palazzone, Gaetano e sua moglie Tata, amica di mia madre, mi facevano
sempre una gran festa. Erano ambedue divertenti e festosi ..a volte
vedevo anche i loro figli..più assiduamente ..la bella Irene e la
spassosissima Nora: Un'altra bella famiglia che in quel periodo
frequentai con una certa continuità anche nella loro bella
villa..sul mare incantato di Scopello.
A
Scopello era uso passare da una villa all'altra per incontri e saluti. Erano i primi
degli anni sessanta.. quando fu solo mio padre a non cedere alla
tentazione di comprare un terreno a poche lire e costruire una villa
sul litorale accanto alla Tonnara. Non vi era luce e si camminava con
le torce...quando nacquero ben presto la villa dei Pottino..quella
dei Fatta..quella dei Gallo.. e dei Maniscalco. Le prime su quel
meraviglioso quadro naturale che è il mare di Scopello.
Ma
quando si tornava alla Tersicore ci si continuava a divertire tra
qualche festicciola e gli incontri nelle case. Uberto Deluca con sua
sorella Giovannella salivano nella nostra terrazza ed assieme ad
Alessandra Vassallo discutevano rilassati con i miei fratelli Giulia
e Pietro. Io mi tenevo sempre più da parte..sia per l'età
inferiore..che per il carattere dapprima più introverso di quello
che poi con l'età cambiò. Mi
riesce difficile non pensare ad alcune serate in cui si ascoltavano i
dischi a 45 nello studio e dove sul finire erano sempre le
discussioni a trionfare. Ma gli anni sessanta, sia per le canzoni
che ne hanno determinato fortemente il periodo, sia per la crescita
economica in grande rialzo, che per l'età adolescenziale che se ne
andava per cedere il posto a quella della giovinezza e della
maturazione, hanno sicuramente lasciato dei ricordi tutti concentrati
nell'unione e nell' avvicendamento con queste belle famiglie in
contatto con la nostra Tersicore.
TERZA PARTE
Gli incontri..le serate ..i bus verso la neve
Eravamo all'incirca verso la metà degli anni sessanta..quando
una mattina scivolando velocemente sul corrimano della ringhiera delle
scale (ci mettevamo di traverso sul sedere..avevamo sperimentato
questo pericoloso giochetto per arrivare in fretta al piano basso e
con l'occasione avevamo anche fatto delle spericolate gare di
velocità raggiungendo pochi secondi dal quarto piano a quello
terreno)... all'altezza tra il primo ed in secondo piano mi
fermai di botto: Un signore distinto ed un po' affaticato mi sorrise
ma si vide anche allarmato e stupito da quella mia
imprudenza...”Attento guagliuncello”..mi disse. Lo
riconobbi subito ..era il grande Edoardo De Filippo che andava a
trovare i nuovi ospiti che avevano preso possesso nel secondo piano
del palazzo:gli Acampora... Ebbi una certa emozione..ma ero troppo
giovane ed imbarazzato per comunicargli la mia emozione nel
riconoscerlo...oggi avrei reagito diversamente non perdendo un attimo
intrattenendomi con un simile personaggio. Ricordo anche che gli
Acampora erano noti per la loro vicinanza al mondo dello spettacolo e
la loro abitazione era spesso luogo di incontro di personaggi
conosciuti. Diverse le famiglie passata da quell'appartamento: i
Falzone..gli Acampora..i Dardanone...
Quando
uscivamo dal palazzo ognuno di noi lasciava dietro il tradizionale
rumore del pesante portone di legno che sbatteva..In tanti dovrebbero
ricordarlo..Quel giorno si andava con mio padre a trovare il suo
amico Alberto Piazza: Un caro amico con cui condivideva la
musica..Suonavano e cantavano insieme tra pianoforte e chitarra..Era
da qualche anno nata la piccola Geraldina i cui fratelli maggiori
Marcello e Massimo hanno rappresentato parte delle nostre giovanili
amicizie frequentando la nostra Tersicore. Qualcosa poi... nel
futuro.. mise in triste relazione l'abitazione dei Piazza con il vile
atto operato contro il giudice Terranova ..avvenuto lì di fronte. ..Ma
le giornate passate con l'amico Alberto tenevano su di umore mio
padre che rientrando a casa continuava a strimpellare canzoni in mia
compagnia.
Sono
passati cinquant'anni..era il 68 e ricordo con grande emozione quelle
serate calde in cui con tutta la famiglia si mangiava in terrazzo.
Lucido resta il ricordo estivo..quando con la chiusura di
Canzonissima..o Studio uno..(non ricordo esattamente) una straordinaria Mina mi incantava con la sua canzone
“vorrei che fosse amore”. Mi
sprofondavo sul comodo divano di fronte al televisore in una
atmosfera serena e confortevolissima mentre.. dalle finestre aperte..
la corrente calda dello scirocco si mischiava ai profumi che
penetravano dall'esterno col costante aroma della zagara (che ormai
pare non profumare più) arricchendo l'atmosfera e portandomi in un
particolare assopimento...In quei momenti incancellabile il ricordo
di Vincino alla porta nella ricerca di mio fratello Pietro o
Giovannella nello studio con mia sorella Giulia a chiacchierare sul
domani...o ancora Marco venuto su a cercarmi...Erano amicizie sane,
sincere e prive di ogni ipocrisia.
Con qualche spicciolo
in tasca si usciva le sera e ci si sentiva ricchi poiché la vera
ricchezza in un certo senso era rappresentata dall'ambiente, le
amicizie e le tante emozioni. Nello scendere le scale spesso l'odore
del profumo delle signore pronte ad uscire si mischiava ed inebriava.
Una volta fuori..girando intorno ai giardinetti limitrofi al
palazzo..ci si sentiva liberi di passeggiare con gli amici ed andare
al cinema Lux a vedere i primi film a colori.
Come dimenticare le mattinate
della Domenica quando alle cinque, ancora col buio, ci si dava l'appuntamento in
tanti a Piazza Matteotti..qualche centinaio di metri da via
Lombardia..armati di sci e scarponi, pronti ad affrontare il lungo
viaggio di oltre tre ore sul pulman che ci avrebbe condotto a Piano
Battaglia. Non dimentico le simpatiche figure delle sorelle Pirri con
Ambra e Fiora che attiravano l'attenzione. Mario Deluca..riservato contenuto e gentile.. Pietro e Paolo Salemi..spesso organizzatori di quei viaggi
in competizione con i fratelli Ferrotti..l'odierno amico
Riccardo D'amico..Tony Collura che spesso snobbava il mezzo per
arrivare su con la sua auto..e poi tanti altri a riempire il Bus dove
si cantava e si rideva...Era un viaggio lungo ed una volta sulla neve
delle Madonie ci si stava per qualche ora sciando su un malandato e
piccolo impianto e mangiando qualche panino. Spesso..dopo una
discesa.. guastandosi l'impianto di risalita.. si era costretti a
levarsi gli sci, metterli in spalla.. e risalire faticosamente a
piedi per farsi quei duecento metri di sciata. Una fatica immensa per
pochi attimi di discesa! Verso le quattro
cominciava il rientro..si continuava con le note di uno "stand by me" e qualche
barzelletta..A volte era d'uopo una fermata di circa mezz'ora di
fronte all'albergo Zagarella per qualche ballo stretto. Il rientro
era sempre intorno alle otto passate. La mattina successiva si andava
a scuola un po' mal ridotti e con le gambe piene di acido lattico che
impedivano il buon camminamento.
le passeggiate verso Mondello ..le discoteche
Ero seduto sulla
balaustra di una delle tante cabine in legno della nostra incantevole
Mondello ..credo fossimo tra il 67 ed il 68..Sarà stato tra i primi
di giugno di una giornata non festiva.
In verità non vi erano
molte persone ...il mare calmo e seducente mandava il suo profumo
intenso di iodio. La spiaggia era stata appena resa ordinata e pulita
dai mezzi appositi. Eravamo andati verso il mare io ed alcuni
compagni di Liceo per disegnare liberamente..così come ci indicava
ogni tanto il nostro professore di disegno..Tra i miei compagni vi
era anche Diana Latona, mia amica e oggi valente architetto.
Stavo
schizzando con la matita liberamente immagini e paesaggi su un albun
senza perdere un istante ed immedesimato come mai nella mia
creatività..ricordo che avevo accanto un mangiadischi ed ascoltavo
spesso un 45 giri dei Procol Harum..una bella musica che ai tempi
imperversava..(Tutti ricorderanno il brano “A
whiter Shade of pale”)..quando
da un gruppetto di ragazze mi si avvicinò una figura
conoscente..aveva capelli ramati..un gran bel sorriso, disinvolta e
per nulla sostenuta: Annamaria una delle sorelle Battaglia, era li' in
costume a prendere il sole...In realtà ci conoscevamo poco. Passando
occasionalmente mi chiedeva cosa facessi... Le spiegai che
improvvisavo e volle vedere i miei schizzi. Fu un incontro breve, ma
che ricordo perfettamente..nel quale lei manifestò l'interesse al
disegno creativo e una certa invidia verso chi riusciva a schizzare e
mettere sulla carta bozzetti con tale prontezza improvvisando.
L'incontro durò poco, tuttavia mi è rimasto impresso soprattuto per
la disinvoltura innata e il suo esprimersi con tale autenticità ed
un particolare sorriso.
Oggi
mi domando se i
suoi modi accattivanti e gentili, possano inconsapevolmente aver contribuito a
decidere il suo triste destino ..Uccisa a ventun’anni, con otto
colpi di pistola da uno studente brillantissimo, ossessionato da lei,
senza conoscerla. Il suo sorriso e la sua disinvolta comunicazione
verso il prossimo, mi rimangono ancora impressi in quel breve dialogo
e nei pochi incontri in cui lo veduta....Lo riscontro ogni volta
attraverso quello di sua sorella Luciana quando per caso ci
incontriamo a Scopello.
Le
sorelle Battaglia con Maruzza..(oggi dedita ed impegnata sentitamente
nel sociale) e Luciana..erano molto conosciute tra le famiglie della
Palermo di quei tempi poiché sempre attive e prodighe nell'attività
del commercio... avevano una boutique molto frequentata... Ricche di capacità ed inventiva..anche
loro hanno conosciuto e frequentato le famiglie della nostra
Tersicore.
Via
da Mondello..dopo esserci dissetati al vecchio Cafflisch.. alla fine
del viale che porta alla piazza Valdesi..il ritorno era spesso col
Filobus..(mezzi ormai erroneamente sottratti in cambio di
rumorosissimi e inquinanti mezzi a motore)..Il rito era sempre quello
che vedeva il conducente scendere spesso dal mezzo per riinserire una
delle due antenne collegate ai cavi superiori..in contatto col filo
elettrificato.
Si
andava più spesso al cinema a quei tempi: Le sale cinematografiche più
frequentate nella mia zona erano il Gaudium con le sua magnifica
apertura del tetto, il Lux, il Yollj, l'Ariston..Una lunga serie di
filmoni a colori americani avevano invaso le sale. A differenza di
oggi..in essi trionfava un particolare romanticismo ed un contenuto
rispetto per le scene: Scandalo al sole..Metti una sera a cena..La
gatta sul tetto che scotta..Pic nic..e tanti altri..con i soliti attori tanto
amati: Da Gary Grant a William Holden..da Liz Taylor a Kim Novak ..attori ed attrici come Gregory Peck e Greta Garbo lasciavano il passo a Grace Kelly..Paul Newman e Robert Redfort. Insomma..attori ed attrici che ci facevano sognare e film che di certo
hanno contribuito a formarci!..Quando si tornava dalla visione... un po' ci si immedesimava..tuttavia l'impatto con il calore degli amici e
delle famiglie ..contribuiva in modo positivo a farci rientrare nella realtà.
il frenetico cast per il gattopardo
In
quel periodo si stava anche realizzando un sogno in città..
un'avventura particolare: Il Gattopardo ..romanzo di Tomasi di
Lampedusa, che narrava le trasformazioni avvenute nella nostra terra
siciliana, stava per essere girato da Luchino Visconti nella vicina
villa Boscogrande e nello storico Palazzo Ganci. In tanti si offrirono per fare le comparse e non solo per il voler partecipare alle scene che si era mossa la gente, ma per il fatto che questo film avrebbe messo in risalto
con maggiore attenzione la nostra città in un clima di cultura
cinematografica particolare. In quei momenti Palermo e le belle
famiglie vissero un periodo di nobilitazione particolare poiché il
romanzo messo in scena contribuiva a portare in luce la storia
caratteristica dell'aristocrazia e della borghesia siciliana.
Spesso
nelle calde estive serate limpide, finito di mangiare..mi stendevo
nelle comode sdraio della terrazza di via Lombardia a contemplare le
stelle con mia sorella Giulia che in estate tornava da Londra a
passare le vacanze in famiglia. Verso la fine degli anni sessanta
l'aria era ancora sana e pulita. Più volte un venticello proveniente
da ovest la rinfrescava...Commentavamo insieme in quei momenti la
grandezza e la magnificenza dell'universo rapportandoci con la nostra
infinita piccolezza. ..Si discuteva a lungo in proposito sempre
animatamente.. e poi ci si assopiva lentamente. Di lato alla nostra
palazzina erano stati costruiti altri due grandi palazzi che
oscuravano il gradevole verde della villa Sperlinga: Non ricordo se
in quel periodo.. o subito dopo... ci salutavamo con gli amici Mario e Gabriella Filippone che avevano preso in affitto
uno degli appartamenti e che ricambiavano sempre affettuosamente il
saluto assieme a uno dei loro figli ancora piccolo.
la mitica V7 nelle strade della nostra città
Di
tanto in tanto..nelle notte.. il distinto rumore di una V7, delle
poche circolanti in città,(Motoguzzi storiche) ..scandiva il rombo
in un crescendo di accelerazione. Era musica per le nostre
orecchie in quegli anni: In molti di noi giovani avrebbero voluto possederne una portandosi appresso la propria ragazza ..Un mezzo che al tempo sembrava quasi irraggiungibile sia per il
costo che per il diniego dei nostri genitori che non vedevano di buon
occhio le due ruote. Sandro Ribolla, i fratelli Pietro e Paolo
Salemi, Antonio Bruno e qualche altro... furono i primi a possederla.
..Chissà perchè a quel tempo pareva più che altro un simbolo: Il
possesso di un mezzo che appariva come l'oggetto del desiderio di tanti ragazzi.
Un giorno verso mezzogiorno passando sotto l'arco di piazzale Matteotti in direzione della chiesa Regina Pacis vidi sfrecciare una lucente Ferrari Dino colore azzurro metallizzato. Era nuova di zecca guidata da Gaetano Randazzo (detto Nuccio) che col suo rombo mi distrasse. Non era facile vedere in quegli anni a Palermo una simile automobile che sfrecciava col suo particolare rumore.. Nonostante non lo frequentassi tanto, con Nuccio diventammo amici verso la metà degli anni ottanta..ed oggi rimane uno dei miei amici più frequenti.
Marco Glaviano...
divenuto poi un fotografo di livello mondiale..telefonava ed invitava mia sorella Giulia per qualche posa fotografica. Penso che
l'abbia immortalata diverse volte. Era una modella delle sue preferite.
Qualche anno dopo Marco si trasferì a Milano ..quasi in
contemporanea col mio trasferimento al nord.
Intanto mio fratello Pietro si
vedeva spesso con l'amico Vincino Gallo: si ritrovavano anche assieme
a Uberto De Luca..nel saliscendi tra un appartamento ed un 'altro.La simpatica mamma di
Vincino..Tea Gallo.. a volte..mi aiutava nelle versioni di
latino..era brava e buona e mi sosteneva con riservatezza. Ricordo la sua delicata flemma ed un sorriso che esprimeva tanta bontà.
lo stabilimento "la Torre"
Rammento bene le giornate estive passate alla Torre nello stabilimento
balneare che in quegli anni nasceva su un mare scoglioso di
particolare bellezza. In quel luogo mi rimase impressa la figura di
Mauro De Mauro che un po' claudicante e con la maschera in una mano
mi portava sottobraccio a fare una nuotata con lui. Era gentile, premuroso ed amava parlare...Di quel giorno ricordo bene quando mi parlò con tono malinconico e rattristito dell'avvenuta invasione
dela Cecoslovacchia..disprezzandone l'accaduto.
Nella
piazza dello stabilimento di fronte alla piscina vi era un bar con un
yuke box nel quale introducendo cento lire ascoltavamo le melodie di
PaulAnka o Vianello. Ci si vedeva e ci salutava come fossimo una famiglia. Tra i conoscenti Max Manfredi che conobbi proprio lì e che oggi a volte incontro salutandolo con particolare affetto.. ricordando quelle fantastiche giornate. Eravamo abbronzatissimi e rilassati
per affrontare tutta la giornata rinchiusi li dentro tra nuotate e
chiacchierate o la ricerca di qualche flirt occasionale!
Alla Torre
si nuotava assieme ai fratelli Anzon e si giocava a pallanuoto..con allenamenti costanti. Negli
anni a seguire lasciai la Torre per iscrivermi al circolo Roggero di
Lauria di cui ancora sono socio. Nondimeno il profumo del mare della
Torre negli anni sessanta era veramente incantevole ed è bello
ricordare come da lì era facile uscire in costume da bagno ancora umidicci
dopo una lunga nuotata..andandosi a sedere nella piazza di
Mondello per mangiare panini con la panelle e le crocchè nella nota
friggitoria..Poi nel locale accanto.. uova sode con il passito... Si faceva a gara a chi ne mangiava di più!..bastavano pochi spiccioli per farci sazi e contenti! Dopo si rientrava sotto un sole cocente ed una strada incandescente
e ci si ritrovava a riposare nelle comode casette dello stabilimento dove spesso con le
sorelle Tagliavia..Maj ed Irene, e la lunga serie di fratelli mi
intrattenevo in quotidiane discussioni con continui schiamazzi... ma anche il cugino Luigi Salomone.. che spesso insieme incontravo. Come anche le figlie givanissime di Paolo Cimino di cui Lia mi e' rimasta amica. Avevamo messo su una squadra di pallanuoto ..la guidava Ernesto Anzon ..fratello più grande di Valerio ..l'avevamo chiamata "La fratelli Rosselli" in onore delle due importanti figure di attivisti politici e giornalisti..Vi partecipavano Fausto Bellina... Emilio Arcuri.. Manlio Scaglione..ed altri.. Nei pomeriggi.. nel tepore di una brezza calda e piacevole ..ci buttavamo nella piscina a fare estenuanti allenamenti fino all'imbrunire.
Verso la fine degli anni sessanta il posto in cui ci si incontrava più spesso l'avevano piazzato proprio in via Principe di Paternò molto vicino alla nostra palazzina. Ormai i palazzi attorno alla Tersicore crescevano come funghi..Il Grant's era una discoteca dove spesso si poteva ascoltare rhythm blues..una musica che mi incantava. Lì si raccoglieva una gran parte della Palermo che si conosceva ed il locale è stato uno dei tanti della serie che aveva preso inizio dal più famoso e storico “Open Gate” sito in via Arimondi..Il ricordo di queste location musicali mi è rimasto impresso, le luci alterate ed anche gli odori dei locali spesso fumosi dentro i quali era sempre più difficile scambiarsi per il frastuono.
Non
per voler mettere in evidenza una contrapposizione con le città del Nord,
ma quegli anni tra i cinquanta ed i sessanta..furono anni di crescita
del Paese che videro nella nostra Palermo il fiorire di una classe borghese
pulita e onesta grazie a queste famiglie più o meno benestanti colme di
quei principi di alto valore educativo e ricche di una particolare e
sottile cultura. Purtroppo questa cultura non ha potuto incidere
negli anni a venire disperdendosi anche per l'effetto di una politica
locale non adatta che non ha saputo infondere un senso
civico necessario. Ma anche a causa di quell' innato e diffuso cinismo
mediterraneo che ci ha sempre condizionato.
Negli anni a seguire la città
di Palermo sembrava aver optato per uno sviluppo diverso..ed una diversa mentalità riuscì a prendere il sopravvento. Stava
vincendo quella della furbizia e del malcostume che offriva forza
alla malavita locale che negli anni ottanta e novanta superò ogni
limite di tolleranza.
QUARTA PARTE
Gli anni settanta e l'esperienza milanese
I
primi anni 70 sono stati caratterizzati dal mio trasferimento a Milano dove
iniziai il mio percorso di designer..in estate rientravo per circa
due mesi nella mia Palermo. Ricordo che mi imbarcavo sulle navi
traghetto con la mia piccola cinquecento bianca che da Palermo mi
conduceva a Genova..sia in andata che nel ritorno.
A
Milano ebbi modo di conoscere e frequentare alcuni amici palermitani ..Mario Barabbino col suo impeccabile look..Mario Romano pieno di iniziative e divenuto un caro e stretto amico ...Toti Barberi avvocato affermato ed autore di tante poesie e canzonette..Mimmo Tamburello con la sua aria un pò minimalista che ho rivisto più spesso successivamente ..furono tra quelli che frequentai di più..erano poco più grandi di me..ma assieme a loro mi sentivo nella mia città. La
prima cosa che imparai nella grande città fu “il metodo”. Da giovane diplomato del
liceo artistico… dopo un paio d’anni di iscrizione alla facoltà
di architettura e contemporaneamente all’Accademia delle Belle Arti
di Palermo..sotto il consiglio del professore Ubaldo Mirabella decisi
di seguire la strada dell'industrial design. L’impatto con la
Milano..capitale del design europeo, fu davvero traumatico per chi,
come me, amava il mondo dell’arte pura: Il passaggio
all'applicazione aziendale è stato difficile, ma anche travolgente e
sembra avermi arricchito di particolare esperienza. Il
ritorno a Palermo per le vacanze mi staccava completamente dalla
Milano del lavoro dove mi sacrificavo non poco: Era quell'aria
completamente diversa accompagnata da un dolce rilassamento ed un
particolare piacere nel rivedere gli amici della Tersicore.
L'allontanamento
di noi fratelli da Palermo avvenuto nei primi anni settanta ..non era
di certo dovuto al disagio venutosi a trovare per il cambiamento
della città, ma solo dal fatto che vi erano ragioni di studio e di
bisogno di esplorare col nostro occhio la realtà delle altre città.
Mi avviai verso Milano poiché Milano era la città italiana
dell'innovazione nel design..come mio fratello Guido andò a stare a
Firenze frequentando l'università negli studi di Scienze politiche e
Legge. Mia sorella Giulia scelse Londra per il suo avvenire in
materie bancarie e presto l'avrebbe seguita mia sorella Maria Luisa.
Malgrado
queste distanze..la nostra Famiglia non era per nulla slegata come
potrebbero immaginare altre famiglie dove i figli hanno sempre
vissuto gomito a gomito. Quando si rientrava per le vacanze, il nostro era un rientro pieno di
eccitazione e l'incontro con i fratelli ed i loro amici si riempiva
di emozioni. La nostra era una scelta di vita della famiglia, una famiglia come altre che ci
lasciava liberi di affrontare nuove esperienze che ci avrebbero
potuto arricchire. Questa
scelta ci spronava nella conoscenza!
La visita di nuove capitali del
nord dove tutto si muoveva in modo ben diverso ampliava la nostra
cognizione. Ma di certo il ritorno per le vacanze era assai
emozionante e ricco di nuovo dialogo: Ci raccontavamo le nostre
esperienze e discutevamo su un certo modo di interpretare la vita. L'andatura di un Nord premuroso contrastava con l'incedere di una
vita più rilassata della nostra città. Gli amici della Tersisore
venivano a trovarci, si chiacchierava..ma pian piano anche da noi
stavano cambiando i ritmi di vita.
Era
circa nella metà degli anni 70 quando cominciai a frequentare il
circolo Canottieri del Lauria, dapprima vi andavo qualche volta come
ospite invitato da amici o da mio padre. All'inizio la terrazza
sul mare era piccola e concentrava un numero considerevole di soci
sedotti dal sole e dall'incantevole vista sul mare. Successivamente
il club ha recuperato buona parte dello spazio adiacente.
Per
molti ha sempre raffigurato un posto ideale dove poter scambiare idee
comodamente sdraiati....per altri un luogo di chiacchiericcio dove
poter raccontare storie sui soci appena entrati in un propagarsi di leggende a volte vere ed altre infondate, ma volutamente enfatizzate. Tuttavia chi ha frequentato un circolo sa bene che lo scopo primario è sempre stato quello di goderselo nel rispetto reciproco al di là di ogni pettegolezzo più o meno esaltato. Qualunque
cosa voglia dirsi su questo circolo rimane indubbio il fatto che esso
rappresenta ed ha rappresentato per i soci un punto ideale a
vicinissima distanza dalla città per poter profittare delle pause di
lavoro al fine di godersi un paio d'ore di mare e di sole. Inoltre il
punto in cui è sito di fianco alla baia di Mondello risulta
spettacolare come vista ed ideale quando soffia un leggero vento di
levante che tende a pulire l'acqua del mare rendendola cristallina.
L'accoglienza
nel circolo fu simpatica e piacevole nei molteplici incontri ..i
miei ricordi si soffermano principalmente sulle prime giornate dove
si giocava a palla a nuoto sfruttando la parte estrema del molo.
Ci tiravamo la palla in sfrenati passaggi che ci stancavano al punto
di crollare subito dopo sulle sdraio del circolo riscaldati dal
tepore del sole: A tal proposito non potrei dimenticare Franco
D'amore col pallone in mano che ci invitava a scendere in mare e mio
zio Ruggero che, giunto dal circolo della Vela accanto, interveniva
partecipandovi con spirito sportivo. I ricordi si accavallano: la
simpatia di alcuni soci..lo sguardo accogliente e quello più
diffidente di altri, sono sempre stati il punto emblematico di qualunque circolo Tuttavia la simpatia di Iachino nello spogliatoio che nelle
giornate più fredde, era ineguagliabile quando ci parlava scherzosamente dell' “u scirocco
da' Russia”. Le sue continue battute cii rendevano allegri e
ridenti.
Non
voglio enumerare le tante figure di soci con i quali mi sono piacevolmente scambiato e che ho avuto modo di conoscere meglio..proprio per non dimenticare nessuno, posso
solo riconoscere l'importanza di un circolo che ha dato a tutti i
soci l'opportunità di incontrarsi e di veder crescere con
entusiasmo le nuove generazioni amanti della vela. Posso di certo
asserire che il Circolo è stato per me un luogo significante. Un luogo dove...persino nelle più fredde giornate invernali...ho potuto sfogare buona parte dell'immaginario con lo sguardo verso il bel
panorama offerto dalla naturale spiaggia che lo incornicia.
il nipote Jean louis
In quegli anni nacque il mio affezionatissimo nipotino..Jean Louis..oggi ormai grandicello al quale resto molto legato. Nacque in Perù poichè mio cognato era stato mandato in quel posto come corrispondente fotografico dell'agenzia con la quale lavorava. Mia sorella si era sposata con Philippe un bell'uomo alto e magro trasferitosi dalla Francia a Londra dove ha avuto modo di incontrare Giulia. Mi trovavo tra Novara e Milano quando Giulia mi confidava tramite lettere la sua conoscenza con Philippe: Era molto presa e sembrava stessero molto bene insieme.
Philippe e mia sorella Giulia al matrimonio
Si sposarono a Roma con una simpatica cerimonia alla casina Valadier. Mia sorella era felice e bella quanto mai. Successivamente per motivi di lavoro si dovettero trasferire in Perù per un certo periodo e lì nacque il piccolo bello e simpatico nipote che adoro. Venivano a trovarci spesso in via Lombardia dove Jean louis che con affetto chiamavamo Boubi correva allegro e divertito tra i corridoi della casa. Dopo alcuni anni ritornarono a Londra dove avevano acquistato una simpatica casetta a Notting hill.
Mia madre commossa alla cerimonia
Quando venivano a Palermo col nipotino era sempre una festa! Ricordo che Boubi apriva la porta d'ingresso confidandosi con i ragazzi della sua età che portavano la spesa con i quali comunicava in dialetto: All'età di otto anni conosceva già tre lingue ... anche con buona conoscenza di quella sudamericana. Jean louis rendeva l'aria di via Lombardia festosa ed allegra! Philippe amava venire a trascorrere le vacanze a Palermo gustandosi meravigliosi piatti di pasta col pomodoro e melanzane che adorava. Mia madre lo viziava e noi in famiglia lo abbiamo sempre tenuto in grande considerazione.
la piccola Valentina
Devo ammettere che scrivi molto bene e ti leggo volentieri anche se molto spesso non condivido.
RispondiEliminaGrazie per la citazione mi hai fatto tornare molto indietro negli anni.
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EliminaChe bei ricordi!Complimenti!Non hai citato gli Acampora,ma forse perché stettero meno tempo
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