29 giu 2019

STORIA DI UN CAMBIAMENTO CHE NON SEMBRA AVVENIRE...



di vincenzo cacopardo

In molti hanno sperato in un vero cambiamento, in tanti ne sono rimasti delusi!
Con il possibile fallimento ogni fase di innovazione non potrà più avvenire se non dopo un lungo tempo di anni in cui si tornerà a ragionare con le regole del passato e con il solito sistema delle
contrapposizioni guidate dai partiti tradizionali. Quale rivoluzione politica è quindi avvenuta? Quale cambiamento?”

Quando si ha l'intenzione di cambiare un sistema approfondendo la questione sulle regole in essere, bisognerebbe farlo con una unica e compatta forza, ancor meglio se non ideologizzata, ma ricca di una sua sostanza politica..solida nei principi e nei valori, capace di avere una maggioranza forte e sicura!..A poco vale ogni forma di moralizzazione se non viene accompagnata da risultati che incoraggino l'innovazione in senso culturale. Questa è la ragione per la quale il Movimento... oggi in mano a Di Maio.. avrebbe dovuto attendere ancora un po' ( come del resto in tanti in seno all'organizzazione pensavano) per seguire una fase di tempo necessaria e rendere lo stesso Movimento più forte ed in grado di assorbire una maggioranza in grado di governare.

Al di là delle assurde scelte di una organizzazione che ha finito col condizionare negativamente l'iter di una politica post ideologica  mettendo in campo figure ricavate da illogiche selezioni virtuali...quello che più colpisce è il fatto che la stessa organizzazione appare oggi più che mai piramidale... ne più e ne meno che come quella di altri Partiti dove vi è un solo capo che impartisce ordini come segretario e leader supremo con in mano deleghe ministeriali.

Ciò che è avvenuto col Movimento che si era imposto fin dall'inizio di dare una svolta al complesso istituzionale del nostro Paese, non sembra aver sortito il successo voluto.
Ma c'è di più!..ed è il fatto in sé più grave di cui in pochi in seno allo stesso Movimento non si rendono conto: Con il possibile fallimento ogni fase di innovazione non potrà più avvenire se non dopo un lungo tempo di anni in cui si tornerà a ragionare con le regole del passato e con il solito sistema delle contrapposizioni guidate dai partiti tradizionali. Quale rivoluzione politica è quindi avvenuta? Quale cambiamento?

Come per Renzi... col suo sprezzante ed arrogante metodo di voler far passare una riforma costituzionale singolare e fin troppo rivoluzionaria nei tempi....che avrebbe dovuto seguire un percorso più lungo e per gradi...anche per i 5 Stelle l'azione di cambiamento è stata portata avanti in modo assai eccentrico, farraginoso, persino controproducente e ricco di contraddizioni, che avrebbe di certo avuto bisogno di una antecedente revisione in direzione della sua stessa organizzazione per renderla più capace per una futura governabilità: Sarebbe bastato aspettare seduti in Parlamento scegliendo una classe dirigente attraverso un metodo più adeguato ed appropriato per le intenzioni.

Rimane quindi un doppio errore ed una inevitabile conseguenza: Quello di essere corsi verso una idea di cambiamento senza la base solida di una organizzazione politica..e quella di essersi illusi di poter correre verso una governabilità unendosi con chiunque. Tuttavia il risvolto più grave resta la conseguenza di tutto ciò...e cioè il fatto che dopo questa avventura potremo scordarci ogni possibile cambiamento politico istituzionale in favore dell'innovazione.
La politica non si inventa e di certo non si può inventare un cambiamento! In questo blog lo abbiamo evidenziato parecchie volte...

POST CORRELATO
analisi di un cambiamento ancora atteso-2 marzo 2019

27 giu 2019

SEA WATCH: STRATEGIE...SPECULAZIONI... ED OPPORTUNISMI





All' opportunistico soccorso delle opposizioni organizzate per presenziare nel luogo in cui la nave Sea Watch verrà bloccata urlando contro l'insensibilità ed i diritti umani calpestati.. si contrappone una evidente strategia di principio per indurre e sensibilizzare un'Europa su un imbarazzante tema sottovalutato e non studiato con la dovuta lungimiranza”.
di vincenzo cacopardo


Il fenomeno dell'immigrazione non può essere di destra o di sinistra! Non può essere strumentalizzato a fine propagandistico da un lato e dall'altro.... e nemmeno fondarsi sul numero degli stessi!

E' inutile su questo piano illudersi di poter vincere una battaglia contro Salvini che, malgrado i toni e la sua rude comunicazione, esercita da un anno un principio politico discutibile ma, per certi versi, persino comprensibile ai fini di smuovere una comunità Europea assai poco attenta al fenomeno. Un problema di tipo politico che non può essere messo in contrapposizione sul piano umano. Non dovrebbe perchè nella fattispecie non vi sembrano essere omissioni sulla sicurezza degli immigrati imbarcati che hanno sempre goduto di una giusta attenzione medica e di controllo...
Insomma..Non pare essere in discussione il salvataggio, ma il luogo dello sbarco!

Se questo fenomeno vuole essere visto sul piano prettamente umano non dovrebbe riguardare un'unica nazione Europea, ma tutta la Comunità nel suo insieme. Se..al contrario.. la politica deve operare delle scelte pragmatiche..queste dovrebbero essere rispettate secondo le leggi del Paese in cui si opera, ma anche in considerazione di una convenzione di diritto internazionale della navigazione che impone certamente un salvataggio a mare, ma non una meta certa e legittima sul paese dello sbarco qualora i superstiti non si trovino nelle dovute acque territoriali. (Inoltre non pare ancora chiaro se chi opera in questo volontariato della ONG non abbia rapporti ed interessi con i trafficanti)

Malgrado la materia possa anche intendersi confusa e non del tutto chiara, esiste un principio politico che il nostro paese ha deciso per legge al quale sembra si voglia a tutti i costi contravvenire: Una sorta di chiara provocazione quella della capitana della Sea Watch che.. dopo aver vagato per diversi giorni nel canale..ha deciso di irrompere nelle nostre acque verso il porto di Lampedusa, malgrado ogni diniego. Nella fattispecie non pare esservi alcuna giustificazione sulla sicurezza dei migranti (già di per sé assicurata) ma un voluto e provocatorio gesto contro la strategia politica voluta dal nostro Paese... .

Che certi principi possano essere cambiati in favore dei primari valori umani non v'è dubbio, ma è anche vero che per farlo occorre un lavoro politico..ed in politica occorre procedere con rispetto ed equilibrio..senza provocazioni risibili che finiscono col sortire sempre effetti contrari.

Sulla strategia di Salvini si potrebbe parlarne come di una “scelta di metodo” e della necessaria “determinazione” occorrente per affrontare il tema dell'immigrazione. Tuttavia si insiste di continuo abusando del termine “disumanità” quando non si può nascondere l'importanza di risolvere la problematica col tempo..con le necessarie obbligate metodologie..ed in forza di un necessario pragmatismo: Sappiamo che in questa logica la visione umana tende a pesare su ogni scelta..ma è anche vero che una vita in una nave nel mare pesa in egual modo ad un'altra vita priva di libertà che vaga in un continente che non riesce ad accogliere ed integrare.

Al continuo opportunistico soccorso delle opposizioni organizzate per presenziare nel luogo in cui la nave verrà bloccata urlando contro l'insensibilità ed i diritti umani calpestati.. si contrappone una evidente strategia di principio per indurre e sensibilizzare un'Europa su un imbarazzante tema sottovalutato e non studiato con la dovuta lungimiranza.

18 giu 2019

CONFLITTO DI INTERESSI... E INTERESSE NEI CONFLITTI


L'inizio di una riforma che riguardi l'annoso conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna..tuttavia per limitare meglio i conflitti è importante partire dalla distinzione per un funzionamento alla base dei poteri.
di vincenzo cacopardo


Come sappiamo..nel 2016 si diede inizio ad un disegno di legge che.. già da tempo.. sarebbe dovuto essere posto sul tavolo del governo: Era il ddl sul conflitto d!interessi..

Alla Camera i voti favorevoli furono 218, i no 94, 8 gli astenuti. Il testo passò poi all'esame del Senato. Nei giorni precedenti il partito di Berlusconi aveva iniziato a fare ostruzionismo rallentando i lavori. Secondo Forza Italia la discussione in commissione aveva portato ad una legge fin troppo restrittiva, mentre secondo i 5 Stelle troppo permissiva. Qualcuno pensava che se la legge fosse passata in questo modo ci saremmo ritrovati di fronte al disconoscimento dei principi fondanti del nostro ordinamento discriminando la categoria degli imprenditori. Venendo posti ostacoli all’esercizio della politica e del governo per chi facesse l’imprenditore, secondo Il movimento 5 Stelle..in condivisione con una parte del PD, si sarebbe fatta una sorta di pulizia etnica.

La nuova legge sul conflitto di interessi, avrebbe voluto introdurre in Italia la formula del blind trust, disciplinandone l'applicazione: L'alienazione dei beni, che sarebbe scattata per partecipazioni di rilevanza nazionale in settori strategici nell'editoria e nei servizi pubblici in concessione o autorizzati, poteva essere parziale e imposta dall'antitrust. Inoltre, secondo il testo, per gli atti adottati dai ministri in conflitto di interesse non sarebbe scattata più la decadenza automatica, ma sarebbe stato il presidente del Consiglio a sottoporre al questione al Consiglio dei ministri.
Il testo stabiliva in particolare che, dopo il termine dell'incarico di governo, l'incompatibilità sussisteva per ulteriori dodici mesi nei confronti di cariche in enti di diritto pubblico e in società con fini di lucro che operavano in settori connessi con la carica ricoperta.
Tuttavia il testo non andò avanti e si arenò al Senato !

Sappiamo che negli anni 90 il centrosinistra aveva le forze per offrire delle regole e determinare delle formule più adatte. Ma in tutti quegli anni si è solo perso tempo!.. Non possiamo nemmeno omettere l'esordio, quasi autolesionista, di Luciano Violante che ammise in Parlamento, senza mezzi termini, le garanzie offerte al Cavaliere. Per opportunità lo spinoso argomento venne ancora una volta accantonato dal giovane rottamatore Renzi, pena la messa in crisi di un patto detto del “Nazareno” che condizionava in modo poco logico ed ambiguo tutta la politica del Paese.. e lo stesso Partito democratico.

Quella sul conflitto di interessi rimane comunque una riforma di primaria importanza che si apre a ventaglio su una moltitudine di principi...che tocca il cuore di ogni percorso politico che si vorrebbe sano e funzionale.. e che invade grossi campi del potere economico e politico...un tema che investe l'attività parlamentare e quella governativa insieme. Insomma.. una vera madre di tutte le riforme. Il problema del conflitto d'interessi dovrebbe trovare oggi una soluzione equilibrata: Una legge che definisca in modo chiaro, semplice ed efficace un quadro normativo per impedire alle principali cariche elettive del nostro Paese, di avere interessi che interferiscono nella loro azione politica.

Oggi dopo i vari fallimenti del passato i 5 Stelle vorrebbero dare inizio ad un lavoro in favore di un ddl che lo stesso  Di Maio ritiene prioritario. Da quel che si sa..il provvedimento dovrebbe prevedere anche un registro dei lobbisti e lo stop a quelle “porte girevoli” tra ex eletti e portatori d’interessi.
L'inizio di una riforma che riguardi il conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna, ma è inutile ribadire ( anche agli stessi pentastellati che lo propongono) che il vero conflitto (quello più macroscopico) permane se i ruoli stessi della politica (quello parlamentare..e quello governativo) non vengono meglio distinti e separati alla base... e questo potrà avvenire solo attraverso la scorta di un'altra riforma che regoli e disciplini i Partiti tagliandoli fuori da ogni operazione riguardante una funzione amministrativa di competenza: L'azione dei Partiti dovrebbe rimanere focalizzata e limitata sulla importante ricerca del dialogo con la cittadinanza ed il riscontro di quelle idee e normative utili a chi successivamente, in ruolo deduttivo, deve porle in atto con ordine e capacità. In tal modo il più evidente conflitto che genera costanti compromessi tra i Partiti ed il potere esecutivo verrebbe.. in qualche modo... limitato senza l'edificazione di interessi e conseguenti anomalie che contrastano e coinvolgono figure.

In quest'ottica rimane sempre più sorprendente pensare che un Premier possa rimanere a capo di un esecutivo e contemporaneamente segretario indiscusso di un partito.
Altro che conflitto!!

10 giu 2019

POTERE GIUDIZIARIO E POLITICA DELLA GIURISDIZIONE


Se c'è un caso di attualità che dovrebbe sorprenderci..non sono tanto i risultati delle elezioni ..quanto quello relativo il CSM che coinvolge ordine della magistratura e politica in un preoccupante compromesso
di v cacopardo


(Sembra che il caso coinvolga più direttamente il PD nella sua corrente renziana.)
Tutto nasce con il caso Palamara (nel 2008 nominato Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e poi dal 2014 membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura.) Il magistrato viene indagato per corruzione dalla Procura di Perugia: Palamara, candidato ad un ruolo di aggiunto, sembrerebbe anche avere intralciato la partita della nomina del successore di Giuseppe Pignatone a procuratore capo di Roma, da tempo sul tavolo del Csm.
Non manca molto che all'assemblea del CSM arrivano le conseguenti autosospesioni di 4 consiglieri togati (Antonio Lepre e Corrado Cartoni, entrambi di Magistratura Indipendente), che seppur non indagati, avrebbero partecipato con Palamara ad incontri con l'ex sottosegretario Lotti e Cosimo Ferri in cui pare si discutesse della nomina del procuratore di Roma. Da lì sembra essersi allargata una indagine con coinvolgimento di altri giudici... prima auto sospesosi e subito dopo rientrati...
Oggi questa allarmante faccenda..ha terremotato l’intero Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno della magistratura a cui come sappiamo, in base all’art. 105 della Costituzione, spettano assunzioni, promozioni, assegnazioni e trasferimenti...oltre alle azioni disciplinari nei riguardi dei magistrati.
Malgrado si facesse in modo che nessuno lo sapesse il fatto è venuto fuori implicando la figura di Luca Lotti, amico strettissimo di Matteo Renzi, già indagato per problemi giudiziari..che parrebbe si incontrasse con i giudici del Consiglio per l'assegnazione degli incarichi..tra cui la procura di Roma..Procura in cui tra l'altro si indagava sul suo caso. .Sappiamo che gli incarichi vengono assegnati da maggioranze costituite da magistrati e laici del Csm ed è quindi quasi logico pensare che vi sia una lotta di potere per la distribuzione delle poltrone. Tuttavia nella fattispecie..vi è un aspetto più inquietante ed è quello che coinvolge Cosimo Ferri deputato del Partito democratico, che parrebbe essere stato presente agli incontri intercettati dalla Procura di Perugia nell'inchiesta per corruzione a carico di Luca Palamara, leader di Unicost.
Questo quanto riportato dalla stampa!
Qualunque cittadino ha sempre nutrito sospetti circa le nomine politicizzate della magistratura..tuttavia questo caso emblematico dovrebbe scatenare la dovuta reazione per ristabilire ordine all'interno del CSM.
Dovremmo in proposito ricordare cosa sarebbe voluto essere per i padri costituenti il CSM: Una istituzione indipendente dagli altri poteri dello Stato per far sì che la libertà civile ottenga concreta realizzazione. Questa libertà non è quella politica, poichè non potrà mai essere un giudice ad impedire che si possano travolgere con la forza le istituzioni di uno Stato democratico.
Possiamo però asserire che in questa strada, non si è mai tenuto in giusta considerazione l’assioma politico che, creare un potere comporta... inevitabilmente... il sorgere di molti desideri per la sua conquista: Se questo potere si pone nelle mani degli stessi giudici, la conseguenza inevitabile sarà quella dello scatenarsi di una guerra interiore tra loro per la conquista di detto potere.
Quindi..come possiamo constatare dai fatti odierni.. la lotta delle “correnti” interne al CSM, ha finito col rompere il “vantaggio” che si sarebbe voluto. Ma l’aspetto più grave resta quello che si è creato un organismo che non riesce a trovare una collocazione legittima in un regime politico fondato sulla divisione dei Poteri. Tuttavia si tratta solo di un argomento verbale privo di realtà in quanto, come è ampiamente dimostrato, ogni potere di un’alta amministrazione assume conseguentemente un carattere politico. Quindi, anche in questo caso, l’amministrazione della giustizia ha finito con l'assumere un carattere politico..
La domanda che da tempo avremmo sempre dovuto porci sarebbe dovuta essere: Sarà mai possibile dirigere tutta la parte amministrativa dell’esercizio del Potere giudiziario senza fare politica della giurisdizione?
Questo di oggi rimane un fatto preoccupante che mette ancora una volta in luce i compromettenti atteggiamenti di una politica nei confronti di alcune figure di magistrati creando ulteriori dubbi sulla loro indipendenza.
Ma ancora peggio risulta essere l'atteggiamento di tutto il PD che è sembrato sottovalutare il valore politico di tali comportamenti e che dovrebbe esprimersi.. contro questi coinvolgimenti compromissori che vedono coinvolte figure del suo Partito con l'ordine autonomo...attraverso parole chiare e meno ambigue!