31 gen 2013

Berlusconi..maestro della simulazione



Se ne sentono tante in quest’ultima campagna elettorale!

Ma quando si parla di Berlusconi e delle sue capacità di bravo venditore…talmente abile da riuscire ad accattivare un gran numero di consensi. e..persino aiutato dall’inadeguatezza di chi gli si pone contro,… non si rende un utile servizio alla politica.

Errato considerare la politica come l’arte di saper vendere!.. In realtà dovrebbe essere l’arte di saper costruire.. e Berlusconi…malgrado la buona volontà, non è riuscito a realizzare innovazione e dare sicurezza al nostro Paese. Questo perché..le sue innate capacità di manager non sempre possono rendere profitto alla governabilità di uno Stato: Governare un Paese è cosa ben diversa dal dirigere un’azienda!
L’avanzata dei consensi portata avanti da Berlusconi a beneficio della sua coalizione, denota sicuramente l’ammirazione dei tanti cittadini, fin oggi perplessi, nei confronti di un uomo che sa usare meglio di altri la comunicazione. Ma quale comunicazione?  Non è detto che questo tipo di comunicazione…costruita con mestiere attraverso battute ironiche e brillanti sogni, da chi ne è davvero maestro....possa poi rivelarsi a vantaggio di ciò che deve poter esser fatto …Una comunicazione, di sicuro, coinvolgimente …ma per lo più fuorviante…utile sull’istante per attrarre ma…deviante per lo scopo di una fattiva  politica. 
I cittadini avranno, oggi, una possibilità di decidere…se operare una scelta politica di risanamento fondata sulle importanti riforme e le reali capacità di un Governo..o, affidarsi a chi, se pur armato di buone doti di venditore, potrà mai riuscire a portare a compimento le adeguate proposte di bonifica per la ripresa.

Parlare positivamente del futuro degli Italiani…può certamente servire a dare maggior forza alla società civile..ma far sognare il cittadino con l’uso emotivo di una comunicazione che incanta,..sembra una consueta commedia di simulazione… una strada fin troppo usata in questi ultimi anni…Meditiamo bene! 
vincenzo Cacopardo   

29 gen 2013

Grillo.. consapevole incantatore



Quando vedo Grillo in TV, al di là delle sue brillanti sceneggiate che toccano sicuramente le pance di parecchi cittadini,..non posso fare a meno di pensare a lui come ad uno di quei medicinali che… preso in dose equilibrata…aiuta il fisico..ma, ingerito in dose prolungata, rischia di incidere negativamente su tutto l’organismo.
Grillo.. è questo!
Sà... ed è capace di conquistare il pathos di chi lo ascolta ma, sembra anche essere consapevole che la malattia del suo Paese..non potrà facilmente risolversi con la dose giornaliera della sua medicina.
Beppe Grillo..conosce benissimo questi limiti e ciò si scorge con evidenza quando..dopo il suo spettacolo che incanta ed infervora gli animi dei cittadini presenti…viene contestualmente intervistato: il suo volto sembra cambiare …in quel momento..le parole non riescono più ammaliare e le risposte sono più confuse..meno chiare ed evidenti. La sua coscienza ed il suo intelligente intuito, conoscono bene le difficoltà di dover costruire ciò che egli stesso.. a volte anche ragionevolmente..vorrebbe distruggere.
Lui sa benissimo quanto è più facile assistere ad un gioco di rottura e quanto è assai più difficile partecipare alla difficile costruzione di un sistema in un Paese…conosce bene il rischio di un probabile suo default in un impegno per una ricostruzione che sembra essere più grande di quanto si possa immaginare... Tanto lo percepisce...da intuire l'importanza strategica di non partecipare ad una sua diretta attività in seno al Parlamento.
Ai suoi discepoli …poiché di questo si tratta… essendosi lui proposto come l’unico e solo profeta a capo del suo Movimento, ..posso soltanto suggerire i pericoli che nascondono simili moti populisti intrisi della retorica demagogia che.. lo stesso Grillo.. continua ad esaltare. Movimenti che marciano nell’inconsapevole percorso degli assolutismi. Si comincia spingendo ed affascinando con estrema facilità il pubblico, al quale non mancano di certo i pretesti per combattere l’attuale sistema…e si finisce con lo scontrarsi con qualcosa di tanto grande.. da autodistruggersi in un batter d’occhi, con lo stesso pathos e la stessa forza con la quale si è iniziato a demolire.
Vincenzo Cacopardo

Nessuna logica democratica senza prevenzione





Sembra che in questo Paese le cose debbano per forza accadere per poter suscitare..poi.. una strana meraviglia! Si rimane sempre impotenti di fronte a qualunque possibile azione preventiva. Ci si dovrebbe invece adoprare affinché, nel nostro sistema democratico, si possa agire con migliore efficienza e tempestività per offrire maggiore sicurezza, salvaguardando il diritto dei cittadini… Il recente caso dei derivati del Montepaschi né è una ennesima prova!

Ma si potrebbero elencare diversi casi, anche più gravi (terremoti-instabilità degli edifici-speculazioni selvagge-atti di criminalità..etc) dove..pur a conoscenza del pericolo che incombe..tutto prosegue nell’indifferenza di chi dovrebbe adoprarsi per operare preventivamente.

Il tema della sicurezza è un tema difficile che riguarda tutto il sistema per l’aspetto spesso contrastante tra libertà, regole ed odierno vivere sociale. Mai come oggi.. occorrerebbe un grande impegno e posizioni politiche non estreme, ma determinate, al fine di non spezzare quel filo sempre più sottile che lega la nostra società al vero significato della parola “democrazia”.

Non v’è dubbio che la regola primaria del nostro Stato sembra essere quella repressiva: La repressione resta certamente utile come componente metodologica della struttura amministrativa dello Stato ma, non potrà mai essere ostentata come la sola alternativa risolutiva dei problemi della società.



Anche la nobile politica dovrebbe regolare i rapporti prima che gestirli nel contesto comune di uno Stato. Questo dovrebbe valere sia per le recenti problematiche che coinvolgono gli Istituti Bancari..che per tutti quei rapporti strettamente legati con la società civile…Ma pensiamo davvero che in nome di una libertà ..possa rinforzarsi il valore stesso della democrazia…senza un principio di controllo preventivo?

Con lo stesso concetto, in questo Paese, si pensa di poter realizzare forme di governabilità..senza il fondamentele processo induttivo che dovrebbe determinarne un fine sicuro e costruttivo... Indurre un processo di costruzione solido alla base..equivale a prevenire ogni possibile impedimento e dare più sicurezza in fase di esercizio.  

Rimane..dunque..fondamentale il compito della politica che, attraverso una programmata regolamentazione, possa riuscire ad offrire modelli più funzionali per la sicurezza, proiettandoci, non soltanto verso l’Europa, ma in una casa comune dove possano sposarsi e convivere diverse culture.

Persino riguardo alle ultime questioni legate all’economia avanzata ed alla inarrestabile recessione di questi ultimi tempi, non si è voluto affrontare il problema in termini di prevenzione.. per porre in tempo le opportune regole al fine di promuovere azioni di contenimento. Chiaro esempio di come sia venuta a mancare un’azione preventiva di studio politico e di come si sono voluti chiudere gli occhi di fronte ai difficili problemi che ne sarebbero scaturiti.

Le enormi problematiche alle quali assistiamo.. che investiranno il futuro dei nostri ragazzi… sono il sicuro esempio di quanto determinante sia il ruolo preventivo di una politica per la collettività e quanto indispensabile sia la tutela di un interesse pubblico che solo le istituzioni possono salvaguardare attraverso giuste azioni preordinate.
vincenzo Cacopardo

28 gen 2013

L'Europa....e la ricerca dei propri valori



Diversificare lo sviluppo ed equilibrare il benessere sociale di vincenzo cacopardo
La tecnologia avanza…aerei supersonici che ci porteranno in un’ora dall’Europa in America… la scienza, la medicina, l’informatica etc…tutto progredisce a beneficio dell’uomo, per le sue attività e per il suo benessere.. Quello che appare davvero strano è.. come, in questo quadro, l’uomo non sia riuscito a garantirsi una reale tranquillità nei rapporti sociali che lo abbiano potuto portare ad una vita più serena... ad un efficiente sistema di collettiva prosperità: Qualcosa simile ad un sistema sufficientemente equilibrato che possa esprimere classi più o meno agiate..ma comunque  sostanzialmente capaci di vivere il benessere di una vita sociale edificata su valori comuni…Ma così continuando...però...si potrebbe dare troppo sfogo al solito dialogo demagogico privo di risposte concrete…. 
Sono comunque certo che tutto ciò, sia stato aggravato a causa dei modelli costruiti sulle vecchie storiche posizioni ideologiche.. risultate da intralcio ad una politica che avrebbe dovuto già da tempo proporsi più funzionale ed innovativa per uno sviluppo. Modelli basati su contrapposizioni che hanno sempre determinato azioni e reazioni continue e persino costose in termini di tempo, energie e risorse..
Gli Stati europei..persino quelli più socialmente progrediti e con un miglior welfare..non dovrebbero mai sottovalutare l’importanza di guardare oltre le antiche logiche di queste posizioni ideologiche.
La politica, la cui funzione primaria dovrebbe essere quella di regolare i rapporti e governare, non riesce oggi, a garantire quella indispensabile serenità per una vita in comune. Questa anomalia determina un disagio notevole che turba, anche se inconsapevolmente, la stabilità di una società nella quale si dovrebbe coltivare ed ampliare un sereno rapporto di scambio.
Il rapporto di crescita dovrebbe essere portato avanti con equilibrio, facendo sì che, l’evoluzione tecnologica possa stare al passo con un armonico sviluppo sociale e culturale...Creare quell’equilibrio necessario per un progresso utile e costruttivo.
Ma quando si parla di progresso… non si può di certo trascurare l’odierna importanza di un cammino verso l’integrazione Europea: Chi potrebbe oggi aver sbagliato.. se non la classe politica internazionale che non è riuscita a contrastare i principi di tale crescita costruiti unicamente sui consueti vantaggi economici di ogni singolo Paese? Come si può, ancora oggi, porre la base di una crescita internazionale sulla prevalenza di una ristretta e generica economia finanziaria? Come si possono ancora mettere i Paesi della comunità in frenetica e costante competizione tra loro.. senza offrire ad ognuno di essi una possibilità di sviluppare meglio le intrinseche risorse derivanti dal proprio vissuto storico, aiutandoli...così...nella loro individuale crescita?  
Immaginiamo..al contrario...di poter vedere nel prossimo futuro una politica internazionale lavorare per una Europa costituita da un insieme di Paesi che…pur guidati da una indipendente politica territoriale… possano riuscire a conseguire modelli di sviluppo inerenti la loro particolare caratteristica storica e territoriale. Nuovi modelli di sviluppo che non pongano più una ricerca di aggregazione dentro gli stretti confini  di una politica radicata ma, in un armonica crescita che guardi soprattutto ad un primario benessere collettivo. Un benessere che non potrà più basarsi su una lotta delle economie tra gli Stati appartenenti…poiché questa porterà inevitabilmente a scontri e conflitti..allontanando il pensiero dei cittadini dall’idea di un possibile inserimento.
Ricercare un’integrazione degli Stati per il conseguimento di un’unica Comunità federata.. è laborioso e non è uno scherzo!.. ma lo potrebbe diventare se il percorso che si intende seguire non è accompagnato da quella logica costruttiva ed armonica che guarda ad uno sviluppo dei singoli Paesi in base alle proprie culture e le proprie risorse naturali.
I Paesi più forti devono e possono comprenderlo senza cedere nulla del proprio benessere..ma operando in favore di questo.. per  evitare che possa rompersi quel filo sottile che lega il difficile processo verso l’integrazione.
Diversificare sviluppo e risorse per non renderci stupidamente concorrenziali!..ma di sicuro.. non sottovalutare il bisogno di un equilibrato benessere collettivo per evitare la conseguente instabilità che potrebbe solo portare una definitiva conclusione del percorso che fu tanto desiderato dalla figura lungimirante di Schuman.

27 gen 2013

Studio teorico per un percorso innovativo della politica



Studio teorico di ricerca per un piano di riforme per il funzionamento di una nuova politica


Oggi il sistema parte dal basso verso l’alto, ritorna in basso filtrando tra due Camere per pura ratificazione e senza un vero funzionamento democratico escludendo ogni diritto di vera partecipazione del cittadino. Un domani potrebbe partire dal basso ed arrivare in alto in due diverse fasi elettorali ( legislativa di ricerca ed amministrativa di governo). Un esecutivo potrà amministrare in modo pratico, fattivo e funzionale mentre un’altra azione costruttiva potrà salire  verso l’alto in modo dinamico con un indirizzo politico di merito spinto dalle continue proposte dei legislatori in contatto con le “officine di ricerca dei Partiti” e con i cittadini. Potrà essere la vera politica a guidare il Governo attraverso una decisa spinta costruttiva.



RICERCA DI UN NUOVO FUNZIONAMENTO DELLE CAMERE PER RUOLI



Lo studio potrebbe vestire la struttura già esistente delle due Camere ed apparire demagogico se non legato ad un vero cambiamento di alcune parti del testo della Costituzione. fondamentale resta comunque il dato che nessuna personalità possa mai rivestire simultaneamente i diversi ruoli politici (parlamentari e/o amministrativi.)

Più che uno studio vorrebbe essere un disegno sul quale impostare una ricerca di percorso. Un percorso che vorrebbe costruirsi attraverso l’uso di appositi “piani programma” per la definizione di una strada che possa rendere più stabilità al Governo senza intaccare la guida Parlamentare sulla quale si fonda il principio della nostra Repubblica. Uno studio per la ricerca di una politica funzionale per ruoli.

1- Una politica di ricerca e di idee diretta verso un consenso dei piani programma portati dai Partiti che indicheranno anche proprie liste (candidati legati al preciso patto programmatico) supportata da un sistema elettorale proporzionale. ( i Partiti, opportunamente ristrutturati, avranno quindi una precisa direttiva e cioè quella di studiare con i cittadini un programma per la nuova legislatura)

2-Una politica di amministrazione per l’attuazione del programma, con una lista di candidati amministratori per l'altra Camera, eletti attraverso un sistema più ristretto, poiché valutati per i propri meriti, le capacità ed i  loro curricula.

Nessun Partito potrà esprimere candidati per il ruolo amministrativo.

Il primo passo rimane sicuramente una modifica del testo della “Costituzione” in riferimento alla politica elettorale, per un rinnovamento utile ad un cambiamento delle stesse procedure. Un cambiamento che possa contraddistinguere con equilibrio i ruoli ed i compiti della politica.  

Nulla potrà’ essere definito se non in dialogo e con la partecipazione di chi aspira associarsi ad un principio di vera innovazione del sistema istituzionale. Sembra quindi ovvio ed opportuno chiarire che un simile cambiamento non potrebbe sortire alcun successo se non studiato nel dettaglio ed operato con un percorso che possa individuare precise fasi di necessità ma anche chiari e possibili piani di fattibilità.



linee guida generali per un percorso da studiare

                                   

1) studio della divisione dei poteri della politica

2) studio della divisione operativa e funzionale delle due Camere

3) studio delle normative indicanti il ruolo e la funzione dei Partiti    

4) le nuove regole per la campagna elettorale

5) studio delle procedure per la presentazione dei “piani programma” 

6) la nomina e il nuovo ruolo del governo

7) la nomina e il nuovo ruolo del presidente della repubblica

8) studio sulle normative del sistema elettorale regionale

9) studio sulla nomina dei politici regionali e degli Amm.ri comunal

10) studio sulla abolizione dei consigli provinciali e comunali




26 gen 2013

Perchè vedere oltre un bipolarismo?...




di vincenzo cacopardo


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In genere, quando devo esprimere una preferenza politica per qualcuno..non mi curo in profondità dell’aspetto della figura ma.. vengo trascinato dal progetto che egli propone e se il suo programma è  innovativo, rispetto ad una funzionalità, ai metodi..ed induce alla ricerca di nuove idee,…vengo decisamente affascinato e coinvolto.

Seguendo i processi della politica con grande passione ma anche in modo analitico e ragionato, non riesco a comprendere come ci si possa, ancora oggi, adeguare ad un sistema che non potrà portare più alcuna crescita.

Se Berlusconi, dopo vent'anni, non ha saputo offrire più innovazione...ma litigi o difficili promesse da  mantenere…se il PD ha perseverato con presenze parlamentari ultra ventennali senza uno sguardo verso il futuro, continuando a proporsi col vecchio metodo di una politica contro ed oggi torna in voga attraverso una figura comunicativa dirompente ma poco credibile….se Grillo irrompe nel campo attuando in seno al suo movimento una estrema oligarchia e nessun dialogo costruttivo tra gli iscritti…, se Monti sembrava esser venuto fuori da un passato che lo ha sempre collocato tra i forti poteri dell’economia internazionale…se persino Renzi appare come un Messia pronto ad infondere speranza.. ebbene..io credo che  sia necessario leggere con attenzione il momento storico che coinvolge la politica. 


Dopo quasi un ventennio di bipolarismo si è generato un quadro politico costruito su una orrenda politica incentrata esclusivamente sul litigio o su un dialogo impossibile. Chi ha pensato di imporre una scelta partitica bipolare soltanto per definire sinteticamente una sicura governabilità, non è riuscito a comprendere che  la politica del nostro Paese non è mai stata pronta: “Si è teso ad imporre una governabilità per una illusoria stabilità che, favorendo una semplificazione amministrativa, ha finito col soffocare sempre più i pensieri e precludere ogni strada alle idee"... 

Tutto ciò appare diverso dal passato in cui i veri valori erano fondamentali proprio per la costruzione di ogni Governo…. Occorre intuire che non si dovrebbe soltanto chiudere la porta ad una “passata politica”, ma ricercare nuovi percorsi interrompendo quella strada che identifica in una “destra” e in una “sinistra” ogni possibile programma. 

Se alcuni processi nel passato possono avere avuto una propria ragione, nell’immediato futuro, potrebbero finire col reprimere quelle idee innovative che di norma dovrebbero guidare un adeguato percorso della cultura politica del Paese. L’importanza di potersi muovere con la forza di una nuova” forma mentis” è fondale e primaria rispetto a qualunque altro problema! 

Ci si dovrebbe rendere estranei alle logiche dei vecchi sistemi e vedere oltre gli schemi del passato, con una dinamica più moderna ed una metodologia che guardi ad un vero funzionamento. Chiudere gli occhi ad un passato pieno ormai di inutile burocrazia e vuoto di azioni preventive assai più utili per la costruzione e la sicurezza della società, ma, soprattutto, senza l’assolutismo di un sistema che possa dividere il pensiero politico in due.


Qualunque buona politica non potrà mai assumere posizioni nette, assolute e  definitive, ma deve attivarsi di continuo per la ricerca di nuovi percorsi per il miglioramento della sua azione, soprattutto attraverso il dialogo: Senza un vero dialogo, con una scelta limitata a due monolitiche posizioni, schiacciando pesantemente ogni possibile pensiero aperto, si costringono ancor più le scelte dello stesso cittadino. Una società che si contraddice quando continua a ricordarci l’importanza dei valori che si vanno perdendo.


Questa è la ragione per la quale io credo che, con questo sistema... non potrà mai esservi alcun miglioramento della nostra politica… Occorre un percorso dettato da un intuito particolare che.. mettendo in serio dubbio il processo bipolare, si proponga la ricerca di un sistema più consono ma soprattutto più utile. 

Tutto è ormai cambiato….guardare in lungimiranza non vuol dire essere profeti ma, più specificatamente, attenti precursori ed anche un pò pionieri con uno sguardo diretto verso il futuro.