17 lug 2022

GRILLO: DA ARTEFICE A CARNEFICE DELLA SUA CREATURA

 


(post del gennaio 2020)

Tutto prevedibile!
Le elezioni regionali svuotano i consensi del Movimento e manifestano la volontà di un ritorno al bipolarismo
Cosa pensava di fare Grillo che ha spinto il suo Movimento verso una governabilità che avrebbe tolto ogni possibile identità alla sua creatura? Delle due una: O Grillo è un ingenuo...o non ci ha mai creduto. Il chè non favorisce alcuna identità ad un Movimento nato per un cambiamento ad una politica delle vecchie contrapposizioni!
Come era prevedibile il disfacimento del Movimento, da tempo nell'aria, si è mostrato palese in queste elezioni regionali che hanno soprattutto messo in evidenza il ritorno ad un bipolarismo da tempo ostacolato proprio dagli stessi pentastellati.
Quelli come me che hanno sempre sperato in un cambiamento nel gioco di comodo delle vecchie contrapposizioni, ed hanno sempre meno creduto a questa organizzazione improvvisata ponendovi giornalmente chiari dubbi, avevano previsto il defluire dei voti del Movimento: Si era pensato che si fosse aperta un'altra strada e da quella sarebbero potute entrare altre forze politiche nuove...Una sorta di sradicamento dal vecchio modo di interpretare la politica...ed invece tutto il contrario...
Per quanto attiene il precario percorso dei 5stelle: Dopo appena una straripante vittoria in campo nazionale.... il Movimento.. invece di attendere ed occuparsi di costruire la loro organizzazione in modo più logico e democratico ..edificando con metodo una struttura più consistente nel territorio, ha creduto di poter governare senza quella maggioranza che gli avrebbe permesso di non dipendere da alcun legame con altri partiti. Il giochino fallimentare che li ha visti legati da una parte prima.. e da un'altra dopo.. nella ricerca di una impossibile sintesi era prevedibile, come prevedibile era il fatto che tutto ciò avrebbe portato ad un rafforzamento del gioco bipolare da loro stessi sempre avversato: Se si nasce per contrastare un bipolarismo è più che chiaro che non ci si può legare a nessuno dei poli..tranne che non rendersi credibili!
Come ripetuto più volte in questo Blog..avrebbero dovuto attendere e nel frattempo meditare attraverso un dialogo approfondito sulla loro identità e sulla struttura valida per una forte presenza nel territorio nazionale. Nel loro modo di governare, ricco di un forte iper moralismo, irriducibili nel non comprendere la questione di un Sud che li ha sostenuti con una enorme quantità di consensi, riforme come quella reddito di cittadinanza che difficilmente troverà sbocchi sulla più importante fase, il voler procedere senza una organizzazione consiliare aperta, continuando a ricercare figure parlamentari attraverso l'uso di un computer e delegando ad una sola figura tutto il peso del'organizzazione...hanno messo in evidenza una direzione verticistica che non ha mai reso credibile il Movimento e l'intenzione di un vero cambiamento.
Qualcuno crede ancora che l'arrivo di un Di Battista possa cambiare qualcosa al loro interno...in realtà non potrà mai risolversi alcunchè ..sia per il fatto che l'organizzazione ad oggi è rimasta quella che è, sia perchè ormai risulta tardi qualunque trasformazione interna la si voglia ..Non è più credibile avendo basato il suo andamento contro ogni compromesso! L'elettorato odierno è ormai fluido: Il loro posto oggi sembra essere nelle mani delle sardine e molti consensi si sono evaporati andando sia a destra che a sinistra. Al Movimento di Grillo non rimane che mettersi da parte, riflettendo sui loro molteplici errori.. comprendere che la politica non si fa senza una organizzazione di base forte e compatta negli ideali, né con figure inventate o ricercando soluzioni azzardate.
Come scritto diverse volte... il Movimento 5stelle che era stato premiato abbondantemente al sud ricevendo una infinità di consensi, non ha percepito l'importanza di quei voti ...non impegnandosi verso uno sviluppo sul lavoro e sulle infrastrutture.. dedicandosi quasi esclusivamente ad una azione di sostentamento attraverso un reddito senza alcun riscontro sul lavoro e dove tanti cittadini hanno cercato di lucrare illegalmente...Il reddito non ha funzionato per nulla!
Il riscontro di tutto ciò viene messo in evidenza nelle elezioni regionali della Calabria che torna in mano ad una destra. Una destra salviniana o della Meloni che nulla di buono potrà mai portare in quel territorio.
Al sud si ritorna ai soliti schemi destra- sinistra.. ed il popolo sembra adattarsi alle vecchie contrapposizioni politiche di comodo poiché manca una politica nuova che possa rendere forza ai valori stessi del territorio e dove chi fa politica sembra farla solo per un proprio interesse...Dopo il fallimento di questo Movimento che avrebbe potuto aprire nuove strade si ritornerà alla vecchia politica..mentre il divario continua ad aumentare!
Adesso abbiamo un'altra delle tante dicotomie politiche: Un Paese diviso in posizione bipolare ed una possibile legge elettorale nazionale propendente verso il proporzionale.
v.cacopardo

Il garante, l’empirista ed il dilettante fortunato

 


post di Paolo Speciale


Come non sempre accade in una crisi di governo, oggi  i protagonisti della politica nazionale sono i tre Presidenti, e ciò con buona pace dell’ex Giuseppe Conte. Ex da tutto, sia da Palazzo Chigi, sia sostanzialmente da quel  Movimento di cui, Rousseau o non Rousseau, rimane  un estraneo  oggi anche scomodo.
Durante il suo premierato, Conte non è mai stato considerato un esponente Cinque Stelle, ma solo il premier dell’emergenza Covid. Poi ha impersonato, senza volerlo, il bersaglio della colpevole ingratitudine della nazione e di chi la rappresenta, che gli ha preferito tout court  un uomo di caratura internazionale. La storia lo consacrerà come un dilettante  – solo della politica a cui siamo abituati e senza intenzione offensiva – con la fortuna di essersi trovato – lì ed ora - a gestire un evento straordinario che gli ha conferito una popolarità inaspettata. Spazzato via dal ciclone Draghi non appena apparve più che manifesto il disagio economico emerso con la pandemia, oggi il Professore Avvocato Conte consuma la sua vendetta, apprestandosi a ritirare i suoi ministri dopo il rovinoso strappo già subito dal Ministro degli Affari Esteri.
Mai come adesso una “questione personale” forse ha influito sui destini di più soggetti, ciascuno dei quali a pieno titolo coinvolti, nel bene e nel male, in un duello che resta comunque impari e certo dai più non voluto. 
Vittima primaria lo stesso Movimento Cinque Stelle, che andrà avanti nel suo processo di decomposizione; vittima anche un PD debole, demotivato, in attesa di una adrenalina che ormai tarda troppo e che finirà per trasferire altri consensi – inutili ed insufficienti sul piano pratico - ad un Renzi  che si illuderà di poter tornare sulla scena da protagonista.
Dall’altra parte, un centro destra fiducioso in elezioni immediate, che si riscopre unito e che certo non lamenta l’assenza dal Governo del Paese, come del resto nessun’altra forza politica di rilievo, tranne Fratelli D’Italia, che brama in tal senso.
Ora, andare  al voto anticipato segnerà il ritorno di quel particolare bipolarismo italiano che dovrebbe far tornare la politica nuovamente ripartita in maggioranza ed opposizione? E come si concilierebbe tutto ciò con una ancora da più parti invocata unità nazionale che faccia fronte alle montanti emergenze nazionali ed internazionali di carattere sociale ed economico?
Il  Presidente Mattarella, conscio della ricaduta improvvisa nel tunnel  della mancanza di una vera leadership a livello esecutivo, prova a trattenere, anche esercitando il suo ruolo di garante, un Draghi empirista  tutt’altro che teoretico, che grazie all’esperienza ha capito che il “tirare innanzi” non funziona ma soprattutto non gli aggrada; meno che meno un ritorno rigenerato che presto andrebbe verso una analoga dissoluzione.
La parola torni al popolo? Certo, ci mancherebbe altro.  Purché siamo tutti consapevoli e pronti a considerare che dalle urne potrebbe uscire l’ennesimo quadro di difficile interpretazione; perché forse il bipolarismo è un male necessario, così come lo sarebbe anche un sistema proporzional – capillare, dove TUTTI – o quasi – siano rappresentati.
Ma  il Governo di unità nazionale potrebbe non più costituire per forza una necessità-emergenza e divenire ordinario, in quanto legittimato da una diffusa tolleranza?  Se così fosse, la democrazia  - nella sua più comune accezione di lotta politica in sede parlamentare in cui siano presenti i ruoli di maggioranza-governo ed opposizione-controllo sull’operato dell’Esecutivo – sarebbe garantita e quindi presente ed operativa?
Infine, cosa si intende da più parti quando si dice “si torni alla politica, quella vera”, e quale sistema elettorale nella più comune accezione consente il totale ed ampio dispiegamento di quella democrazia che finalmente si realizza concretizzando il suo fine storico? Le riforme? A quelle non ci fa più caso nessuno; eppure sarebbero la vera adrenalina per la rinascita di una politica che sia praticata e trattata nuovamente con il rango di “scienza”, che molto le si addice.