29 apr 2016

Amministrative a Roma: destra e sinistra spaccate e compromesse

di vincenzo cacopardo

Berlusconi pensa a difendere i suoi interessi mette da parte Bertolaso (che pare destinato ad apparire come una marionetta nelle mani di una politica priva di coerenza) e converge il suo elettorato su Marchini, rendendo.. in tal modo.. la sua figura (più autonoma) come portatrice di una politica di destra: D'altronde i due personaggi si somigliano in quanto imprenditori che mirano ad interpretare la politica delle amministrazioni comunali da condurre e promuovere attraverso una filosofia aziendale. Qualcuno inoltre asserisce che Berlusconi agisca in forza di un nuovo Nazareno per proteggere le proprie aziende favorendo..in tal modo.. la sinistra renziana.

Ma al di là del merito di Alfio Marchini..la cui volontà non sembra potersi mettere in dubbio..rimane sempre il quesito della possibilità di poter dare libero sfogo al suo progetto. La sua esperienza è di certo superiore a quella della concorrente del Movimento 5 Stelle per il maggior tempo della sua durata in seno al consiglio, ma sono altri i dubbi che si sollevano: Difficilmente l'elettorato romano può superare la fiducia che sembra essersi persa per le due vecchie posizioni politiche (destra-sinistra) che in questi ultimi anni hanno monopolizzato l'attività amministrativa di una città che meritava maggior rispetto... E se Marchini (pur nato in zona autonoma) viene sponsorizzato da un elettorato di destra, assume di certo una posizione più di parte . Non può esserci una battaglia a priori contro il candidato Marchini (che potrà anche godere di specifiche qualità), ma di sicuro un dubbio che permane nella formazione della sua squadra per via delle precedenti esperienze dell'Amministrazione politica capitolina sempre in mano ad interessi di questi due Partiti che hanno finito col condizionare ogni primo cittadino..aumentando specifici interessi... e rendendo la città in stato di degrado.

In questa annosa e banale lotta tra le parti... nessuna delle due pare oggi fermamente compatta..nè in grado di poter infondere fiducia piena ai cittadini a causa delle precedenti esperienze vissute: Se Giachetti deve vedersela col proprio partito coinvolto oggi in una lunga serie di equivoci giudiziari, Marchini avrà a che fare con una destra spezzata e..per certi versi incompatibile.. che finirà col togliergli parte dei suoi personali voti.. non garantendogli un serio appoggio per la vittoria. 


Né inesperta ed impreparata..nè inadeguata...come sostengono i soliti denigratori, ma con buona conoscenza della storia di Roma, Virginia Raggi, al contrario, continua più coerentemente ad essere appoggiata dal proprio Movimento... sostenendo una campagna elettorale all'insegna delle cose concrete. Oltre alla concretezza sembra anche essere genuina e naturale. Il suo stile comunicativo all'insegna dei social è ormai conosciuto dai cittadini romani anche se non del tutto condiviso. Resta il fatto che continuano ad attaccarla per quella innata autenticità che infonde tanta paura alla politica vecchia che basa la sua strategia su una ingannevole comunicazione.

Il movimento 5Stelle l'ha messa in campo anche per la innata sobrietà che trasmette senza esaltare alcunchè e mantenendo un equilibrio che è anche un altro motivo di allarme per i tanti che esercitano la politica con troppo determinismo. Una parte della città di Roma resta preoccupata per via della connaturata paura del nuovo ed il dubbio del diverso: La difficile lotta per la metamorfosi su un modo di interpretare la politica che vede passare la mano a figure che meno si conoscono e che affrontano il cambiamento all'insegna di una difficoltosa rivoluzione sociale concentrata sul rispetto dei cittadini e sull'equità.

L'unico problema serio per lei non dovrebbe essere la vittoria, quanto invero la tenuta della poltrona che conquisterà.. che sarà di certo contrastata all'interno della stessa amministrazione da quella politica che guarda fin da adesso con invidia ogni suo possibile successo. Tenderanno quanto prima di inserirla in un imbuto di compromessi ed implicazioni attraverso trabocchetti di ogni genere. L'attenzione e la precauzione saranno d'obbligo 

28 apr 2016

L'arrivo di Renzi in Sicilia: opportunismo e risibili “patti”


Dopo che il suo governo ha trascurato per lungo tempo il sud e si è trattenuto una gran quantità delle sue risorse..il premier ostenta nuovi risibili “patti” per Palermo e Catania"
di vincenzo cacopardo

Si vocifera di una prossima apparizione in terra siciliana del premier Renzi. Secondo le voci il premier verrebbe per la firma di un “patto” in favore di Palermo e Catania visitando entrambe le città. Non si sa quale sia la sua vera intenzione, ma..in previsione di un patto da stabilire che potrebbe portare risorse (più che le solite parole).. si prevede di certo il solito prostrarsi delle figure amministrative (presidente della regione e i due sindaci dei capoluoghi più importanti in testa) pronti e genuflettersi di fronte a chi, con la forza del suo esecutivo, ha invero finito col trattenere, quelle risorse che.. per fondamentale logica.. avrebbe dovuto ritornare allo stesso popolo siciliano e con il quale oggi prevede, con la usuale dose di opportunismo, il concludersi di nuovi “patti” . 

Le parole di Renzi suonano come le solite voci propagandistiche: "Per troppi anni l'italia ha buttato via fondi europei anche perché la riforma del titolo V e l'eccessiva frammentazione burocratica hanno impedito di spendere questi denari, che pure sono cruciali per la ripresa della nostra economia. Firmiamo degli accordi con le singole regioni e con le principali città del sud. Impegni scritti, reciproci. Così noi controlliamo loro, loro controllano noi: e i cittadini controllano entrambi.”

Questo suo intervento verbale è accompagnato dalla promessa di fondi diretti alle città di Palermo e Catania (che sembrano limitarsi a cifre di poca evidenza in considerazione delle molteplici difficoltà fino ad oggi irrisolte) ..ma la dialettica del Premier rimane quella magniloquente di sempre.. mai priva di un consueto opportunismo: Dopo due anni del suo governo in totale assenza di interesse verso l'isola ed in previsione di un futuro politico difficile da scorgere, Renzi cerca di accontentare come può la Sicilia.. facendo apparire questo suo intervento per le due città dell'isola come un nuovo particolare “patto” verso la rinascita del sud. Un sud che in realtà meriterebbe maggiore e più appropriata attenzione in senso progettuale..Ma quale nuovo patto o impegno utile potrà mai essere risolutivo e concludente senza un adeguato programma studiato in favore di un'economia del meridione? ...

Questi invece.. i pesanti dubbi...che dovrebbero far meditare i cittadini siciliani:
Sembra che il governo nazionale, nell’ultimo anno e mezzo, abbia astutamente sottratto alla Regione siciliana oltre 10 miliardi di Euro. Per la ragione che i fondi strutturali dell’Unione Europea (cioè i fondi destinati alle Regione ad Obiettivo Convergenza come la Sicilia) funzionano a rimborso: Se la Regione li anticipa..successivamente l’Unione Europea, (dopo che le risorse sono state spese nel rispetto degli obiettivi programmati), li deve erogare, restituendo alle Regioni i fondi che le stesse Regioni hanno anticipato. Per essere precisi va sottolineato che, ai fondi dell’Unione Europea si aggiunge il cofinanziamento dello Stato. Nella Programmazione 2014-2020, ad esempio, lo stanziamento per la Sicilia ammontava a 4,7 miliardi di euro circa: di questi,2,7 miliardi di Euro sono carico dell’Unione Europea e 2 miliardi di Euro è la quota di compartecipazione dello Stato. Nel 2013, solo di accantonamenti, tolti dal Bilancio regionale 915 milioni di Euro. Nel 2014 tolti alla Regione un miliardo e 150 milioni di euro più 200 milioni di euro per il pagamento degli 80 Euro in busta paga ai dipendenti con meno di mille e 500 Euro al mese(geniale trovata di un premier attento a propagandare la propria immagine) A tutto ciò bisogna aggiungere altri scippi come l’IVA e L’IRPEF maturati in Sicilia e trattenuti a Roma in modo poco lecito e i soliti 600 milioni all’anno della sanità. Ricordiamoci anche di come si sono enormemente ridotti i trasferimenti ai Comuni siciliani.In tutto ciò pare esservi una palese responsabilità politica del presidente della Regione Rosario Crocetta..poichè, avendo firmato nell’estate del 2014, con il governo Renzi un accordo-capestro in base al quale la Regione siciliana rinunciava, per quattro anni, agli effetti positivi di alcuni pronunciamenti della Corte Costituzionale favorevoli alla Sicilia in materia di contenzioso Stato-Regione, rinunciava di fatto agli effetti positivi di una sentenza sulla territorializzazione delle imposte che avrebbe fatto affluire nelle ‘casse’ della Regione oltre 4 miliardi di Euro. Il presidente della Regione ha dimostrato in tal modo di tutelare le esigenze del governo Renzi piuttosto che gli interessi di 5 milioni di siciliani.”

27 apr 2016

Raggi:ogni mezzo per metterla fuori gioco

"continuano le sfrontate falsità sulla candidata dei 5Stelle..segno di inquietudine e conseguenza di una politica scorretta".
di vincenzo cacopardo
Non so se Virginia Raggi riuscirà o no nell'impresa di vincere le lezioni comunali nella capitale..certo è che sembra esser divenuta la più acerrima avversaria del Pd che la teme fortemente escogitando ogni maldicenza per metterla in cattiva luce. Il rischio sembra grande poiché la perdita del comando della città di Roma..dopo vent'anni di potere gestito dalla sinistra.. sta facendo perdere le staffe al Partito romano di Renzi. In questo momento sempre più acceso non pare, tra l'altro, per nulla definito il gioco delle parti all'interno di una destra frantumata in più nomi sui candidati.
La trama contro la candidata dei 5Stelle è motivata dalla grande paura di perdere il potere amministrativo sulla città di Roma che il candidato Giachetti non pare aver la forza di sostenere attraverso un adeguato consenso. Se prima ci si era mossi in modo subdolo ed irrispettoso contro la Raggi per la sua collaborazione legale dentro lo studio di Previti ..subito dopo ci si è mossi.. attraverso l'Unità, che ha diffuso un video falso per dimostrare come la neo candidata fosse stata berlusconiana...poi ancora con la storia sull'Acea.. sostenendo che le affermazioni sull'acqua (quel bene primario per la Raggi da proteggere) avrebbero fatto crollare le quotazioni in Borsa, danneggiando i romani. Infine hanno persino tirato fuori la balla ad arte gonfiata che la potenziale prima cittadina avrebbe lavorato in uno studio vicino all'ex ad di Ama, Panzironi per fini particolari: Nonostante le smentite di Alemanno, la corrente renziana continua ad escogitare di tutto... intendendo farla apparire persino come una organica alla destra.. ben nascosta.
Insomma.. si cerca in tutti i modi di mettere in cattiva luce Virginia Raggi cercando di escogitare ogni mezzo pusillanime e screanzato...La paura fa novanta!.. Come afferma quel detto..nel senso che ci si muove in tutti i modi per infierire perchè si è terrorizzati dall'angoscia che una candidata del Movimento 5Stelle possa assurgere alla più alta carica della capitale..e magari dimostrare di impegnarsi in modo favorevole. Tuttavia..se non si trovano questi mezzucci ve ne sono altri che appaiono ormai come consuete cantilene: Come quella dell'incompetenza..di un presupposto di incapacità di saper gestire la cosa pubblica che i candidati di questo movimento non potranno mai avere...
In realtà fino ad oggi la stessa politica di questo monolitico partito del PD ha dimostrato ampiamente di non essere capace di gestire l'amministrazione di questa città..sostenendo figure dimostratisi poco adatte e mettendo in evidenza altrettante incompetenze.
L'unico reale problema per la Raggi..sarà il fatto che dopo la sua possibile vittoria.. potrà essere ostacolata nella conduzione del suo mandato da quella politica non capace di digerirne l'affermazione e da coloro che si muovono ancora all'interno di questa Amministrazione..pronti a fare muro creandole voluti e continui intralci. 






26 apr 2016

La vecchia politica e i dubbi sul nuovo che avanza

La rottura di un vecchio sistema politico..indispensabile per aprire nuove brecce all'innovazione
di vincenzo cacopardo

Il Movimento 5Stelle potrebbe essere il vero Movimento di rottura ad offrire una buona spinta verso un cambiamento della politica nel Paese. Resterà poi da vedere se sarà in grado di sostenere il suo consenso attraverso le capacita di saper governare ed amministrare in modo utile e funzionale. Un Movimento che, malgrado il successo, viene osservato come un'organizzazione adatta per la rottura del sistema.. ma non ancora pronta ad identificarsi in una vera forza per via di alcune poco chiare linee di metodo ed organizzative.

Una parte della popolazione ha preso in avversione questo Movimento per via del fatto che si è sempre messo in evidenza con troppa enfasi sul piano dell'onestà: Come si fosse sollevato a nuovo educatore con in mano il vessillo dell'impurità sul quale costruire un consenso. Alcuni non sopportano i suoi componenti perchè li identificano in coloro che pur volendo apparire “puri”.. usano l'integrità morale a scopo esclusivo e promuoversi al di sopra della società... Altri ancora li comprendono poco perchè incapaci ed impediti...proponendosi ostinatamente contro il governo.. chiedendone ripetutamente la sfiducia e perseverando in un effetto politico di ritorno negativo.

I deputati del Movimento 5 Stelle sembrano armati di buona volontà..anche se scompaginati per via del difficile compito sottoposti ad affrontare in modo alquanto improvvisato. Vi sono invero dei punti sui quali occorrerebbe soffermarsi. Punti che riguardano la loro organizzazione ed il metodo confuso con il quale continuano muoversi. E' quindi un vero peccato percepire come in realtà, cambiando il metodo e ricostruendo meglio l'organizzazione, essi potrebbero oggi trovarsi come il Partito di maggior consenso arrivando persino a superare abbondantemente il 40% dei consensi.

Sia i loro approssimativi discorsi indirizzati verso una teorica “democrazia diretta” sia la loro “superficiale elezione” attraverso i mezzi del computers.. non potranno mai convincere in pieno. Soprattutto quando il compito è quello di valutare un candidato per un ruolo amministrativo.

Per ciò che riguarda questo primo punto..bisognerebbe inizialmente mettersi d'accordo su ciò che in realtà può voler dire il loro concetto di democrazia diretta..e come gli stessi componenti del Movimento intenderebbero realizzarla.. In tanti si riempiono la bocca di questo termine dimenticando forse che un Paese come il nostro.. con oltre 40 milioni di cittadini con diritto al voto.. non potrà mai far fronte od essere gestito attraverso una fantomatica democrazia diretta: Una cosa è voler sostenere una democrazia partecipativa ..un'altra è credere di poter riscontrarsi con un concetto di democrazia diretta...Insomma.. credo sia giusto spostare l'attenzione verso un pensiero di democrazia partecipativa, ma impensabile poterla definire attraverso l'uso del mezzo computerizzato. ..Nella democrazia diretta o partecipativa il potere sovrano è esercitato direttamente dal popolo, ma ciò poteva avvenire nel passato.. nell'antica Grecia, dove i cittadini (esclusi schiavi, donne e cittadini stranieri) si riunivano nell' Agorà (oggi la piazza) per discutere attivamente di leggi o posizioni politiche da prendere. Nella democrazia odierna...ossia indiretta o rappresentativa, il potere sovrano è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo. La nostra Nazione è una Repubblica parlamentare (quindi a democrazia indiretta) per questo ha le Aule Parlamentari ed usa come unici strumenti di democrazia diretta il referendum, l'iniziativa popolare e la petizione popolare.

Per il riscontro delle figure del Movimento: Se per quanto riguarda quelle da mandare in Parlamento figure nuove ( che non devono per forza rappresentare capacità amministrative, ma abilità di dialogo, idee e preparazione politica) la scelta operata convince già poco...ancora meno potrà convincere quella di valutare un candidato che, per reggere la pubblica amministrazione, deve di sicuro avere una dose di esperienza e le innate capacità occorrenti. Si crea poi una certa confusione..esasperata persino dalla mancanza di base di un dialogo e la conoscenza delle capacità di ognuno che in questo Movimento vi entra senza essersi mai scambiato preventivamente in proposito al proprio pensiero ed alle idee con gli altri.

Questi argomenti oggi creano un blocco all'espansione di questo Movimento che in relatà appare l'unico a poter rompere il precario equilibrio di un sistema politico ormai al fallimento ed aprire una breccia su un nuovo pensiero politico di vera innovazione. In base a ciò dovrebbe essere proprio questo Movimento a suggerire la divisione dei ruoli e la riforma dei Partiti.. lasciando maggiore spazio alle idee e capacità di gestione all'amministrazione del bene pubblico e governativo. Dovrebbe essere una ragione per motivarli e spingerli a muoversi in altro modo..e cioè.. in favore di un uso diverso delle Aule... lasciando l'una libera nel pensiero in contatto con i cittadini (salvaguardando una partecipazione più ampia) e l'altra separata in un uso amministrativo e di controllo con l'esecutivo...attraverso una più sensata differenziazione dei ruoli che possa arginare i molteplici compromessi.

In tutti i modi la domanda da porsi oggi rimane di certo una: E' meglio rompere un sistema per nulla funzionante, compromesso e corrotto come quello odierno che si propone ancora con le consuete figure che continuano a creare iniquità e mancanza di una vera efficienza all'ordinamento politico (giocando insistentemente sulle obsolete contrapposizioni destra-sinistra) o rischiare.. indirizzando il consenso verso la rottura di un vecchio sistema che aprirebbe nel breve futuro nuove brecce ad altre idee ed alla possibile innovazione? Se la risposta non è facile.. resta comunque elementare percepire lo stato di degenerazione di una politica che, anche sul piano amministrativo, attraverso i continui scandali sulle banche ed in favore di interessi supremi, ha dimostrato tanta incompetenza rendendo la popolazione in uno stato di povertà e frustrazione insopportabile..Una politica che non pare aver più nulla da insegnare agli altri che vengono oggi indicati come i nuovi incompetenti!



23 apr 2016

Alfio di Costa pensa alla rinascita della sua terra


Un sogno che intendo trasformare in realtà!”

Alfio di Costa..in giro per la Sicilia a raccogliere il sogno dei tanti che ancora credono al riscatto sociale dei valori di un'isola che merita assoluto rispetto

Di Costa è un ingegnere di Nicosia appassionato di politica. Uno di quelli che sogna di poter offrire alla terra siciliana l'essenziale recupero politico e sociale. La sua candidatura a capo della regione siciliana non potrebbe mai interpretarsi come una comune conquista di potere, ma il giusto conseguimento di un lavoro che da qualche anno lo impegna nel rappresentare e sostenere i valori inestimabili della sua terra siciliana...Un lavoro lungo e difficile che è la prova stessa del suo amore verso la sua isola.

Il suo progetto Insieme si Può” per il quale lavora con vera passione è conosciuto soprattutto grazie ai mezzi di comunicazione delle piattaforme informatiche che non mancano di sottolineare la sua presenza comunicativa. Malgrado le centinaia di migliaia di visualizzazioni sui social... Alfio di Costa non esprime alcuna attitudine a propagandare in tono enfatico la propria immagine poiché per lui ciò che più conta è l'idea programmatica del suo progetto.. che rappresenta il vero motore di spinta verso l'innovazione di questa regione mal governata da una politica che ormai non ha più nulla da offrire: Una cosa è l'immagine ..un'altra è la sostanza di un progetto utile alla mia terra!

Tantissimi cittadini sembrano curiosi di conoscere fuori dalla rete Alfio Di Costa...Si domandano se in realtà, per via delle visualizzazioni nei social, il suo movimento è qualcosa di diverso dalle tante organizzazioni politiche che invadono il nostro Paese...Le sue risposte lasciano pochi dubbi: Non ho di certo risorse tali da mettere in campo per pubblicizzarmi, ma nutro una gran passione in ciò che faccio..Giro di continuo l'isola e incontro tanti cittadini, che sebbene stufi di parlare di politica, mi accolgono con affetto e con velata speranza. Io li stuzzico con argomenti sulla vita quotidiana e temi sociali chiedendo loro cosa in realtà occorrerebbe per migliorare le condizioni di vita del territorio... Apprezzano la volontà e la passione che vi metto.. Li ascolto con interesse..le loro risposte servono e mi creano quel bagaglio di nozioni essenziale.. utile ad integrare il programma del Movimento ed interagire meglio con chi non mi conosce. Ma la sostanza non cambia questa terra offre risorse e valori che non possono mai trascurarsi e di cui la politica oggi non riesce a farsene forza! “Il mio sarà un sogno?..Forse..Ma un sogno che intendo presto trasformare in realtà!”
vincenzo cacopardo



22 apr 2016

Politica, finanza ed equità sociale


Un sistema destinato ad implodere
L'equilibrio stesso della natura dovrebbe averci insegnato come l'essenziale eufonia può anche ricercarsi nei temi riguardanti la convivenza del vivere sociale.”
di vincenzo cacopardo

Solo il vuoto di questa strana Europa può dare ancora forza ad un premier che..nel nostro Paese ha esordito con trovate spettacolari e continue promozioni! Se il nostro ex primo ministro è stato definito come l' incredibile comunicatore dellle false promesse.. la responsabilità è soprattutto di una comunità Europea che lo ha appoggiato per specifico interesse. Una Unione dalla peggiori caratteristiche... simulata in un circuito di ipocrisia ormai del tutto evidente (che farebbe di certo rivoltare nella tomba i padri di quell'altra Europa a cui si aspirava).

Renzi ha sempre saputo di essere sostenuto.. e per questo si è gonfiato giorno per giorno di suggestive autoconvinzioni!..Nel nostro Paese la spinta in questa direzione l'ha di certo promossa Napolitano..prima attraverso il sostegno del governo Monti (governo all'insegna degli immensi sacrifici per quell'Italia della sana borghesia e dell'indigenza)..e successivamente forzando sulla nomina dello stesso boy scout fiorentino. Il presidente emerito, (forse uscendo dai suoi reali compiti).. valutando solo il momento e non dimostrandosi invero lungimirante, ha chinato la testa a Bruxelles e seguito pedissequamente le indicazioni di questa Europa che di certo si è schierata, attraverso pesanti critiche, contro i nostri precedenti governi Nazionali.

Oggi..dopo quasi tre anni.. il nostro sistema politico è ormai sorretto in buona parte dall'ignoranza e dalla forza di un cinico pragmatismo. Condizionato di certo anche dai tanti che, presi da enormi problemi personali, non hanno alcun tempo per immedesimarsi nella odierna oratoria dei complessi giochi istituzionali..fomentata da chi ama parlare di politica in termini sportivi o con slogan.. più che con l'impegno verso il sociale.

In ogni campo della politica odierna: dalla giustizia e l'economia.. ai temi dell'immigrazione, dalle riforme per arginare ogni principio di democrazia e favorire di una comoda governabilità ..alla spettacolarità delle proposte su bonus e regalie... Tutto il modo di muoversi del nostro ex primo ministro toscano che ha governato tre lunghi anni, ha avuto una linea precisa di rispetto per le misure che oggi la stessa Europa intende sostenere: Dividere in due il pensiero politico.. evitando che il cittadino possa riflettere più in profondità. Mantenendo quindi la concentrazione su due posizioni limitate che rendono una falsa giustificazione al modo di procedere di un sistema politico sempre più semplificato. Sicuramente più comodo per i pochi attori interessati, ma di certo non funzionale per l'intera platea!

La precedente politica di Monti (che tanto si è riempito la bocca sul tema dell'equità) ha steso letteralmente una gran parte della società borghese.. oggi impoverita. Quella classe che, pur avendo una buona cultura di base, ha deposto le armi..non avendo ormai risorse e nessuna forza mentale per immedesimarsi con attenzione sui temi sociali. 

 La politica internazionale dell'Europa ha imposto un percorso di semplificazione nell'economia come anche nel pensiero politico per uno scopo di comodo che potremmo meglio definire di convenienza all'attuale sistema in corso che... come tutti sappiamo... è innanzitutto sostenuto da una economia finanziaria che ha preso il comando su ogni altro valore. Ma lo ha fatto soprattutto incidendo sulla stessa materia politica che in teoria potrebbe essere l'unica disciplina in grado di ostacolare ogni principio di interesse non finalizzato in favore del bene sociale: L'arte della politica ha.. quindi.. ceduto il passo alla forza condizionante di una logica che non pare lasciare scampo ad altri valori se non a quelli della finanza speculativa gestita dai pochi.

Si dice che questo sistema sia il migliore non essendovene altri più efficienti: un falso! 

L'equilibrio stesso della natura dovrebbe averci insegnato come, volendo, l'eufonia può anche ricercarsi nei temi riguardanti la convivenza del vivere sociale. La politica imposta dalla Comunità è di tutta evidenza una politica che fomenta le reazioni poiché tende ad edificarsi su un percorso portato a dividere e non a concentrare gli interessi..esattamente come ha operato Renzi in seno al nostro Paese: Una politica disgregante! Al contrario..non si ci sofferma sul fatto che presto questo impianto imploderà poiché la forza della cultura e dei valori, che non ha bisogno di sostenersi attraverso alcuna moneta, col tempo e l'uso dei social informativi.. avrà facile gioco sulla impostazione stessa del sistema che continua a non permettere un percorso di equità sociale.

Non credo c'entri nulla essere schierati politicamente come socialisti o come popolari europei.. perchè oggi sono proprio queste vecchie posizioni ideologiche che fanno tanto comodo alla forza di chi ha in mano il potere della finanza e che le usa a proprio beneficio...imponendo scelte nette e meno equilibrate...che permettono ancora la loro sussistenza.


Non si vuole venire fuori da questo sistema per comodità di chi gestisce la finanza mondiale e quindi il vero potere! 

Contemporaneamente si vuol far credere alla gente comune che non vi possano essere altre strade alternative. Occorre di certo concentrarsi in un ragionamento promosso attraverso una nuova forma mentale che solo una innovativa ispirazione potrebbe suggerire. Purtroppo siamo ancora legati ad una “forma mentis” così limitata rispetto ad una visione più moderna della cultura politica, per cui... il più astuto comunicatore preparato, anche se non ispirato da utili idee, finisce col prevalere. Inoltre.. il sistema stesso non aiuta gli audaci ..soprattutto in tema politico, dove oltre ad una mentalità più aperta occorrono idee, metodo e saper dialogare tra le parti.

21 apr 2016

i pericolosi toni dell'antitesi sul tema della giustizia


...danno un'idea chiara della leggerezza politica di un premier
di vincenzo cacopardo

Le dissertazioni sulla giustizia di Matteo Renzi sembrano molto simili ai discorsi affrontati da Berlusconi durante il suo premierato. Il Premier, intervenendo al Senato sulle mozioni di sfiducia al governo si è sfogato indicando piccoli punti che seppur reali..rimangono troppo ristretti nel merito. "Da cittadino penso che quando un magistrato è messo nelle condizioni di lavorare deve essere accompagnato dal sostegno e non dalle critiche, ma quando non si arriva a sentenza mi ergo dalla parte della giustizia contro il giustizialismo che fa solo vittime e non aiuta il paese". "I giudici devono parlare con le sentenze, ma queste sentenze devono arrivare presto, vogliamo sapere chi è il colpevole e chi ruba", ha detto. L'Italia ha conosciuto giudici ammazzati dalle mafie "ma anche una vera e propria barbarie di giustizialiamo".

Chiunque quando ha in mano il potere dell'esecutivo si siede nell'agiata poltrona di comando non interferendo, anzi elogiando il lavoro della giustizia ed il sacrificio degli stessi magistrati. Ma.. una volta seduto.. si scontra con una realtà che pone lo stesso Ordine a dover far fronte ad indagini da parte delle procure su atti illeciti di una mala politica che ogni giorno sono in crescendo. Il giudizio del premier di turno mano a mano va mutando con l'idea che vi possano assere volontà e determinate manovre per impedire ogni percorso governativo...fino ad esplodere nella retorica di una giustizia poco funzionante e sempre nemica di ogni politica di gestione governativa. ..(Insomma.. secondo Renzi..chi governa può pensare di essere attaccato dagli oscuri poteri della giustizia..ma vieta ad altri che si pensi che possa essere sostenuto da altrettanti oscuri poteri finanziari)

Personalmente credo che sia rimasto ancora da dirimere il vero problema di base e cioè quello che indica il giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato..ma soprattutto in riferimento all’importanza che potrebbe avere il posizionamento del potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto con quello parlamentare. Al di là del fatto che si tratta di due specifici poteri, diversi dall’Ordine autonomo giudiziario, si mette oggi in evidenza un conflitto che spesso (proprio in mancanza di una politica corretta e seria) pone la stessa magistratura a dovere far fronte ad indagini poco gradite sulla stessa classe politica...la quale contrattacca pensando a suo comodo di poter definire un confine che ancora oggi non pare avere precisi limiti. Tutto ciò anche a causa di una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone sufficienti e chiare limitazioni alla loro separazione di compiti, destinando, in modo troppo sintetico, la guida e l’indirizzo della politica dello Stato all’esecutivo.

Come potrebbe oggi un premier.. o qualunque ministro, meravigliarsi nei confronti dell’ordinamento giudiziario, quando nel contempo, si espone ad illogici conflitti, ponendo la stessa magistratura nel dubbio e nel sospetto dell’insorgenza di possibili compromessi in seno alle istituzioni? Sono proprio questi conflitti e le spaventose anomalie a porre la stessa magistratura nell'incertezza e nella inclinazione di dovervi mettere chiarezza!

Al di là delle solite oratorie di Renzi..esasperate da una comunicazione a dir poco pretestuosa e quanto mai deleteria, non credo che si possa affrontare un argomento talmente delicato con la innata natura tendente solo a semplificare ed esprimersi per slogan. Quando si affrontano questi delicati temi bisognerebbe non limitarsi agli sfoghi ..ma affrontare il dialogo attraverso una analisi più profonda. Il problema giustizia è uno dei più importanti ..la cui mancata soluzione impedisce in un certo senso il percorso sicuro e più immediato della stessa crescita del Paese ed è del tutto evidente che una riforma sulla giustizia affrontata di recente dal suo stesso governo non abbia per nulla inteso aiutare un percorso positivo di sicurezza. Una riforma che ha inteso soffermarsi ostinatamente sull'impegno delle giornate lavorative dei giudici.. dimenticando quanto l'organizzazione stessa e l'immensa mole delle pratiche da sveltire meriterebbero.. almeno.. un impegno di risorse decisamente diverso da quello che oggi vi mette lo Stato. Chiunque entra in un Tribunale si accorge di come lavorano i giudici che si fanno carico di smaltire centinaia e centinaia di pratiche l'anno. Non occorre forse partire da un riassetto dell'organizzazione attraverso un impegno di spesa più consono?

Non per difendere in toto il lavoro di qualunque magistrato, ma sicuramente per porre l'attenzione sui tanti governi.. come quello odierno.. che si lamentano non operando mai in favore di una giustizia più organizzata e da snellire. ..Non v'è dubbio che oggi il giudici e magistrati siano costretti a lavorare in solitario...Se nella funzione di un primario ospedaliero, consistente nell’esaminare e fornire indicazioni per varie decine di casi al giorno, lo stesso viene coadiuvato da una corte di ausiliari, aiuti, assistenti, persino studenti oltre che infermieri, che operano per lui una serie di indagini necessarie sul malato.... il magistrato non ha nulla che assomigli ad una simile squadra di aiuti e assistenti che lo possano assistere...Riceve un aiuto dal cancelliere limitato a funzioni unicamente materiali come la formazione dei molteplici fascicoli, la redazione dei verbali, la pubblicazione delle sentenze etc.

E' più che vero che una sentenza deve passare in giudicato come afferma il Premier, ma la politica non può nemmeno pretendere di lavorare per una sua logica di convenienza garantendo ogni politico a scopo di interesse senza operare preventivamente. La politica dovrebbe lavorare per togliere alla stessa magistratura ogni dubbio sulle figure politiche stesse che propone e per la quale si attiva!


Anche in questo delicatissimo campo, per via della incomprensibile e deleteria politica delle contrapposizioni, si finisce in un limitato giudizio espresso per parti prese: o sei un giustizialista...o un garantista! La politica delle reazioni finisce col pregiudicare persino le posizioni in campi delicatissimi come questo!..Ma che vuol dire? .Non v'è dubbio che in previsione di una politica bipartitica voluta dall'attuale governo.. tale argomento potrà solo degenerare in scomposte azioni e contrarie reazioni!  

19 apr 2016

Referendum riforme costituzionali: Informarsi bene per comprendere meglio


di vincenzo cacopardo
Il referendum di Ottobre sulle riforme costituzionali non avrà quorum e sarà di certo una consultazione ben diversa da quella sulle trivelle. Un referendum di grande importanza. Non vi sono precise o possibili strumentalizzazioni di tipo economico o ambientalista o di sicurezza, ma è di certo un quesito che tocca l'etica politica nel suo insieme ed i derivanti valori costituzionali. D'altronde è innegabile che dalla Costituzione si definiscono i principi di una politica corretta per il paese.

Andare a votare non significherà dare fiducia o no all'attuale governo, ma difendere i principi costituzionali che dovrebbero sostenere una buona democrazia e quindi cercare di comprendere se tale riforma riesce o no a sostenere i giusti pesi e contrappesi per fornire sostegno alle istituzioni rendendo il sistema equilibrato.

Ora..se è più che certo che il bicameralismo paritario andava corretto... non è per niente comprensibile che ciò avvenga in forza di una riforma che mette insieme una serie di contraddizioni facendo aumentare conflitti ed anomalie... Equivale a dire: ho un tavolo da rassettare..ma invece di riordinarlo tolgo di mezzo una serie di carte che in realtà potrebbero aiutarmi ed essermi utili. Una metafora che sottolinea quanto importante possa essere rendere funzionale l'ordine e la dinamica di ogni cambiamento senza buttare via ciò che di utile il passato potrebbe averci regalato...Insomma.. cambiare non potrà mai voler dire rivoluzionare senza senso!..Cambiare in meglio non vuol dire peggiorare! A maggior ragione quando quest'ordine appartiene di diritto a tutti i cittadini di un Paese che vuole di certo un cambiamento, ma anche una grande dose di saggezza per ricercarlo.

Non sembra per nulla illogica la proposta di avanzare un referendum per le riforme della Costituzione per parti separate..Cioè proporre i quesiti ai cittadini separatamente in modo da non restare accalappiati nella irragionevole trappola del “tutto o niente” L'argomento resta sicuramente assai delicato ed è talmente intuibile come si possa anche essere d'accordo con alcune modifiche ..e per nulla con altre... D'altronde la riforma proposta in atto non è per niente il risultato di un percorso coerente. Bisognerebbe conoscerla bene per potersi rendere conto di come sia stata voluta per fretta e con superficialità. Sarebbe sufficiente prendere ad esempio l'elezione del Presidente della Repubblica dove viene mantenuta la platea degli elettori data dai membri del Parlamento in seduta comune, ma ovviamente cambia il numero, visto che i Senatori saranno solo cento. Non ci saranno i delegati regionali, anche perché i nuovi senatori saranno già rappresentanti degli enti locali. Cambia però il quorum: Nei primi tre scrutini l'elezione avverrà come ora, solo con maggioranza dei due terzi dell'aula. Dal quarto scrutinio la maggioranza richiesta passa ai tre quinti e dal nono scrutinio in poi la maggioranza dei tre quinti dei votanti ..Se poi i votanti presenti in Aula saranno solo dieci poco importa! ..Un bel pasticcio che da l'idea di come si sia svolto l'iter di questa delicata riforma.

Certo sarà difficile poter immaginare che la bella addormentata tra i Boschi..possa di colpo destarsi dal suo stato di ipnotico che non le lascia vedere oltre il suo pensiero..Come riesce persino impossibile pensare che lo stesso premier talmente pieno di sé e presuntuoso possa ricercare qualche via diversa ...in tal modo impedendo che la consultazione possa realmente basarsi in una lotta tra lui e chi è contro: La frase subdola che gli torna utile Chi è con me è col cambiamento..chi non è con me non vuole cambiare”

Non possiamo, infine..nè dobbiamo dimenticarci del metodo più volte sottolineato in questo blog con il quale Renzi, in modo supponente e prevaricatore, ha proceduto verso la trasformazione di una carta costituzionale, attraverso la forza di un esecutivo e senza un'adeguata Costituente.

Considerare la governabilità come un punto d’incontro di un programma voluto dai cittadini..rinnovare il lavoro ed il fine funzionale dei Partiti..eliminare i conflitti perenni esistenti nella politica e nelle istituzioni.. Dovrebbero essere questi i temi delicati delle importanti riforme che non potranno mai risolversi con la prepotenza assoluta (seppur ricca di astuzia) di un’unica figura.



Un commento critico all'articolo di Domenico Cacopardo sul referendum

Quella retorica sui principi..che riduce ogni beneficio sui valori...
di vincenzo cacopardo

Non pare perdere occasione il cugino Domenico nell'esprimere tutto il suo entusiasmo a beneficio di una politica governativa..osannando in un crescendo rossiniano...il falso cambiamento voluto dal giovane premier. Domenico Cacopardo accenna ad un braccio di ferro come spinto da una parte della popolazione e non, al contrario, stimolato di proposito dal capo del governo in una sfida sulla sua personale figura. In realtà.. di recente.. non sembra vi siano state consultazioni simili che abbiano superato su base nazionale il 50% e quando si parla del 32,15% dei votanti per un quesito per molti versi secondario, non si può restare apatici circa la rappresentanza di coloro che si sono diretti alle urne.
Mi pare del tutto risibile leggere su questo articolo di Domenico Cacopardo di una corrente principale che corre nell'alveo riformista”: Se questo è quello che viene definito il vento del riformismo..siamo davvero messi bene!

Apprezzo la scrittura dei romanzi di Domenico, ma da tempo non riesco a comprendere come si possano affrontare questi temi con lo spirito delle uniche logiche di un sistema che guarda solo e semplicemente ai profitti.. in dispregio ad ogni principio di democrazia.. e dimenticando ogni altro valore che la società dovrebbe costruirvi attorno. La sua maniera assai pragmatica di scrivere di politica..ricca di una reale visione ai limiti del cinismo è proprio ciò che oggi si vuole combattere per definire al meglio un cambiamento che guardi all'equità ed ai suoi valori connessi: E' proprio il grande difetto di anteporre ogni principio (tra l'altro vecchio) per poi contrapporlo a qualsiasi valore utile alla definizione di un vivere comune più armonico!

Il caso del referendum sulle trivelle (dall'esito di certo scontato) ha però dimostrato come oltre tredici milioni di persone che hanno votato SI..non possano non contare nulla! Inoltre vorrei fare notare ai tanti che non sono andati al voto.. che questo referendum avrebbe potuto avere una sua logica se considerato per regioni...Insomma..se una regione è invasa dalle trivelle mentre un'altra non le ha..è chiaro che la consultazione assume un carattere diverso per il riscontro stesso di un quorum. Vi è poi il problema riguardante le royaltys..che ..come si è detto.. in parte vanno alla regione di pertinenza..e questo sposta automaticamente l'interesse sul relativo territorio!

La battaglia politica finisce col divenire in realtà anche una battaglia per la tutela di interessi economici. Non è dunque esattamente spiegabile la ragione per tutelare gli interessi delle compagnie.. evitando di immedesimarsi anche a difendere gli interessi degli enti locali che concedono i loro territori alle compagnie. Si entra inevitabilmente sull'argomento del guadagno dello Stato, delle Regioni e dei Comuni dalle attività di estrazione di gas e di petrolio. (Per l’Italia siamo ad un’aliquota del 7% per le estrazioni di petrolio in mare e del 10% per l’estrazione di gas che vengono però pagati solo se la produzione annuale supera le 50.000 tonnellate per il petrolio e gli 80.000 metri cubi per il gas). Grazie a queste franchigie impianti “poco produttivi” diventano convenienti perché poi la società produttrice può rivendere il prodotto “a prezzo pieno” La Stampa, a tal proposito, ha scritto che, “nel 2015 su un totale di 26 concessioni produttive solo 5 di quelle a gas e 4 a petrolio, hanno pagato le royalties. Tutte le altre hanno estratto quantitativi tali da rimanere sotto la franchigia e quindi non versare il pagamento a Stato, Regioni e Comuni”.Gli eventuali proventi delle royalties vengono quindi ripartiti.. facendoci capire come le pretese delle diverse Regioni di avere una voce in capitolo non sia del tutto infondata, anche perché lo Sblocca Italia prevede che le Regioni che autorizzano attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi vengano in parte esentate dal patto di stabilità.

Un referendum definito male e senza una logica che ha finito col testare un chiaro malumore verso il governo...Un' errore quello di averlo ridotto in una lotta pro o contro Renzi!..Una lotta sicuramente voluta dal premier e non come afferma Domenico, sostenuta dai tanti giornalisti che, per spirito di servizio, hanno messo in luce le distonie di un sistema ricco di conflitti ed anomalie.

Non si può ridurre la questione attraverso il titolo di Una dura sconfitta per le regioni” poiché si continua a ripetere il solito errore della incongruente antitesi senza entrare nel merito di una discussione che invade mille problematiche come quelle ambientali, di salute e di vera resa economica dei territori. Se c'è qualcuno che ha sempre inteso porre la questione come un braccio di ferro è stato proprio il nostro Premier Renzi che, con la solita determinazione e la saccenteria che lo accompagna, continua costruire muri di separazione nel proprio Paese che occludono ogni scambio politico più fattivo.

Ma si resta più impressionati dalle tante figure di intellettuali che gli vanno appresso per un assurdo principio pragmatico e per porre ostacolo contro chi nel merito e nel metodo chiede maggior equilibrio e più attenzione verso il futuro della società e che con disprezzo viene anche definito detrattore. Tutto ciò si nota nel tono di questo articolo di Domenico che... con forte carica di astio..(di certo immotivata)... si accanisce contro Mentana, Travaglio, Scansi, Casaleggio ed Emiliano. Con chi.. per un verso od in un altro.. ha tutto il diritto di rappresentare meglio i contorni non volutamente definiri della questione e di esprimere la sua posizione in proposito.


Una dura sconfitta per le regioni

"Sempre impegnate contro tutte le iniziative produttive"

di domenico Cacopardo

L'Italia è un bel Paese nel quale le istituzioni hanno toccato il punto più basso della loro storia. La Banca d'Italia non solo è esautorata, ma, con la perdita di prestigio, paga anche una situazione bancaria nella quale, evidentemente, la vigilanza non è riuscita a impedire i disastri e le malversazioni di cui siamo stati attoniti spettatori.
La magistratura è ai limiti della considerazione dei cittadini italiani e rialza leggermente il basso gradimento di cui gode solo quando affronta, a torto o a ragione, il mondo della politica.
La situazione è tanto deteriorata che, rinunciando al senso della storia e a essere partecipi del processo di trasformazione innescato nella società che, di sicuro, toccherà i privilegi e i privilegiati, i magistrati hanno eletto alla presidenza della loro associazione Pier Camillo Davigo per un impossibile ritorno al passato. Tanto che questo magistrato al culmine della carriera invece di prospettare una strada per dare ai processi tempistiche europee, si è scagliato contro la prescrizione, ipotizzando in modo implicito procedimenti che possano durare ancora di più di quanto durano adesso. Un modo inaccettabile di tenere sotto scacco la società civile.
Ci domandiamo perché l'economia non riparte e perché la crisi continua, senza osservare il ruolo devastante delle regioni che, con normative restrittive e ricattatorie, pongono ostacoli ad attività ovunque favorite e promosse. La stessa protervia di Michele Emiliano (un magistrato regalato alla politica) che, ignorando lo stato dei depuratori pugliesi, se l'è presa con le piattaforme che danno un modesto contributo alla nostra bolletta energetica, dimostra come un vecchio modo di fare politica, legato ai privilegi delle vecchie Nomenklature continui a pretendere un ruolo cancellato dalla Storia. Emiliano, la cui ostensione e le cui prestazioni televisive hanno sfavorito la causa referendaria, non vede il «game out» e rifiuta di ammettere la sconfitta, immaginando fantascientifici scenari di rivincita
Ma gli sconfitti più sconfitti sono gli esponenti del Movimento 5 Stelle la cui attrattiva crolla nel momento in cui sembrava avessero raggiunto il massimo splendore, tanto da farli definire dai sondaggisti delle parrocchiette televisive (antiRenzi) possibili antagonisti di Renzi nel ballottaggio che dovrebbe esserci dopo la prima fase delle elezioni politiche. Il 28/29% di cui erano stati, falsamente, accreditati si sfarina all'interno della sconfitta referendaria. Non impareranno la lezione, vittime come sono di un sistema fondato su un dittatore indiscusso, Grillo, e sul suo braccio destro (o principale decisore?) scomparso in questi giorni e surrogato per via ereditaria (gli affari della ditta di famiglia) da Davide Casaleggio. Fanno una figura barbina gente come Travaglio e lo speciale protetto della zarina de La7 (che, per ovvi motivi, non nomino) Scanzi: probabilmente abbracciando la causa NoTriv hanno rallentato per qualche giorno l'inesorabile caduta del loro giornale. Ma, a furia di distribuire tossine, la gente si stanca e trova gli antidoti.
Risalta, nel panorama, Giorgio Napolitano, un politico non immune da critiche anche fondate, ma uomo coraggioso che, di fronte alla pusillanimità di tanti personaggi istituzionali, ha avuto il coraggio di parlare con chiarezza esprimendo le proprie opinioni. Se ci fate caso, coloro che non aderivano al fronte referendario erano soggetti a una generale damnatio, manifestazione contemporanea di intolleranza e di fascismo.
Due considerazioni finali sul referendum: la prima è che il fronte referendario ha perduto la partita. La stragrandissima maggioranza degli italiani ha mostrato disinteresse e contrarietà, indiscutibile dato politico.
La seconda è che questo è un Paese povero, senza risorse naturali, che ha inventato la propria ricchezza sulla trasformazione. Da molti anni, hanno avuto voce in capitolo coloro che auspicavano (e hanno attuato) una legislazione restrittiva, soprattutto le Regioni che hanno imposto una marea di condizioni e di balzelli (metodo ricattatorio i cui scopi sono immaginabili) tanto gravi da spingere coloro che avrebbero voluto investire nella loro Nazione a espatriare. La crisi occupazionale nella quale versiamo e della quale non si vede soluzione, si fonda su un clima generale delle istituzioni pubbliche contrario alle attività produttive. Le ultime perdite (la più grande ed eclatante, la siderurgia) aggiungono migliaia di lavoratori all'elenco dei disoccupati senza una prospettiva di rioccupazione. E lo scandalo maggiore è la bieca acquiescenza del sindacato votato ad appoggiare una normativa impeditiva, piuttosto che a sostenere le esigenze dei produttori di fronte alla mano pubblica votata alla rapina.
In questo contesto, va ricordato al presidente Mattarella che lui, proprio lui, deve porsi il problema di uscire dalla mediocrità, cercando di farsi coraggiosamente interprete del popolo italiano e delle sue pulsioni riformiste. Cambi squadra e cerchi qualcuno che sia capace di accendere di passione e di contemporaneità i suoi discorsi, abbandonando la retorica veterodemocristiana e i toni da sagrestia per riprendere la strada percorsa da alcuni presidenti del passato, tra i quali voglio ricordare Saragat, Cossiga e Napolitano. Non cito Pertini, non per dimenticanza, ma perché lo considero espressione consunta della peggiore retorica e incapace di interpretare il suo ruolo per quello che era (il New York Times, in occasione della sua visita negli Usa lo dipinse allo stesso modo in cui aveva dipinto Leone: una macchietta). Leggere le memorie di Antonio Maccanico per comprendere. Gli altri, a parte De Nicola ed Einaudi che appartengono all'archeologia della Repubblica –personaggi ammirevoli e disinteressati-, non meritano una citazione essendo stati mediocri nella vita politica e nell'esercizio delle loro funzioni istituzionali.
Domenica, 10 regioni hanno voluto giocare a braccio di ferro con gli italiani. Nelle urne hanno sonoramente perduto. Oggi è un altro giorno, non piove e si consolida la speranza che il cambiamento prosegua per la sua impervia via. Grideranno a più non posso i parassiti che sin qui hanno prosperato. Ma la corrente principale del fiume corre nell'alveo riformista.
Per il momento due sole calde richieste al premier Matteo Renzi: parli di meno e meno a casaccio. Rifletta di più. La seconda: allontani dal video la signora Serracchiani che fa più danni di Bertoldo a ogni apparizione. Grazie.