(Un pensiero sulla parola di Cristo, la Chiesa e l’entità soprannaturale
Divina )
Le tematiche di origine esistenziale hanno sempre
affascinato l’uomo e spingono costantemente verso le analisi del pensiero di
chi, nella storia, ha contribuito a dare forza alle stesse. Nei secoli passati..
alcuni noti personaggi hanno trovato.. nella religione cristiana…lo stimolo per
condurre ricerche attraverso propri studi teologici, apportando riforme che
hanno arricchito il sapere dell’umanità sulla particolare cultura religiosa che
ha attraversato il mondo.
La storia e le analisi della cultura teologica rinascimentale di Lutero e Calvino
Uno di questi fu Martin Lutero…un teologo tedesco
che ha decisamente riformato la visione ecclesiale cattolica ….Egli non visse
la crisi della religiosità tradizionale tipica di una cultura rinascimentale.
Era un uomo del passato che viveva la fede come i suoi antenati. Inconsapevolmente…
egli si trovò ad essere un grande stimolatore di un avvenimento storico.
Durante gli anni della sua giovinezza..Lutero
riesaminò mentalmente l'intera Bibbia per determinare se vi fosse un’ armonia
con le ulteriori dichiarazioni bibliche e ritenendo di averne trovato una
conferma. La dottrina della giustificazione per fede e non mediante le azioni
o qualsiasi penitenza, rimase il sostegno centrale de suoi studi teologici.
In realtà, lo studio della Bibbia, la preghiera e
la meditazione lo aiutarono a scoprire un diverso modo di considerare i peccatori. Per lui… la benevolenza
di Dio non si può guadagnare, ma può essere donata, se pur immotivatamente, per
una sorta di benignità a tutti coloro che mostrano una fede : Dio può
rendere la grazia e la salvezza discolpandoci per “giustificazione”.
Qui sta di fatto il perno su cui poggia la
dottrina Luterana! Lutero intende questa giustificazione in senso
letterale: (“ resi giusti da ingiusti”). Dio è
l’onnipotente che può quindi trasformare in giusto ciò che, per sua natura, è profondamente
ingiusto. Difficilmente l'uomo può adulare Dio con opere buone se, come
sempre accade,.. viene successivamente portato a peccare di nuovo. Dipende,
perciò, tutto e solo da Dio…poiché potrà sempre influire senza alcuna
intermediazione sull'uomo. Dio nella sua onnipotenza salva chi decide di
salvare. Per i protestanti è solo la fede che può salvare.
La Chiesa cattolica crede, invece, nella
necessità di una cooperazione umana, fatta oltre che di fede anche di opere.. e
pone anche un’intermediazione in proposito.. attraverso una figura sacerdotale:
l’uomo è spesso corrotto dal peccato originale, ma nel suo libero arbitrio può
trovare, con l’aiuto della grazia divina, la forza per risorgere. Per ottenere
la salvezza sono dunque necessarie, oltre alla fede, anche le opere di bene.
Se nella teologia cattolica..la “giustificazione”
è una conseguenza prodotta nell’uomo dalla grazia di Dio, per la teologia
luterana, la giustificazione risiede direttamente nella grazia di Dio, ossia è
uno dei modi in cui Dio può decidere di considerare “giustificato” il peccatore.
Insomma… per Lutero.. la salvezza non si ottiene
a causa delle buone azioni; si ottiene solamente avendo fede in Dio, che può
salvare chiunque voglia.
Ma secondo molti uomini di fede…in tal modo,
la dottrina luterana…tende a proiettare l'uomo verso la disperazione, al
contrario di ciò che la fede cattolica non farebbe …poiché, tramite i
sacramenti, si può credere di essere in
grazia di Dio.. mentre il luterano può solo sperare e credere di essere
“giustificato” e quanto più sarà stato peccatore, tanto più potrà e dovrà
esprimere la sua fede per essere salvato.
Diversamente
da come la pensava Jehan Cauvin, che nacquè in Francia ed è stato, con Lutero, il
massimo riformatore religioso del Cristianesimo europeo
degli anni venti e trenta del Cinquecento. Dal suo nome è stato coniato il
termine Calvinismo per
indicare il movimento e la tradizione teologica e culturale scaturita dal suo
pensiero
Fu a Basilea che Calvino portò a termine, nell'agosto
del 1535, la prima edizione di quella che resta la sua opera più significativa
e una delle migliori, per chiarezza e precisione di espressione, di tutta
la Riforma: la Institutio
christianae religionis. Scritta in latino e pubblicata nel marzo 1536 con una lettera di
dedica a Francesco I, nella quale Calvino difende l'evangelismo dalle accuse
dei suoi nemici
L'importante opera si presenta oggi divisa in quattro
libri di ottanta capitoli complessivi. ed esprime i temi canonici più importanti
dell’istituto cristiano. Calvino pone gli ordini in un nesso logico
consequenziale:
-Dio: come creatore e
luce di saggezza che ci guida
-Cristo: figlio di Dio
fatto uomo mediatore e riconciliatore tra l’uomo ed il creatore
-Lo Spirito santo come
principio immateriale mediante il quale Dio ci unisce a se
-La Chiesa come
struttura religiosa ed istituto di evangelizzazione fondamentale per la
conoscenza
La sua forte visione
evangelica si colloca in quest’ordine logico rafforzando una certa impostazione
cristiana.
Sembra tuttavia
essenziale ed opportuno soffermarsi in proposito:
Nel primo libro sulla conoscenza di Dio…Calvino afferma come conoscendo Dio ciascuno riesce a conoscere anche se
stesso. Nel profondo dei nostri limiti, scorgiamo Dio come una luce di saggezza..una forza che ci
guida verso una chiarezza di ogni
giustizia. La conoscenza di noi stessi ci invita sempre più alla ricerca di
Dio. Calvino afferma che la conoscenza di Dio è innata essendovi un legame
reciproco ed una percezione del divino in ogni uomo…anche qualora questa si
manifesta attraverso una adorazione
pagana. In questo libro Calvino mette anche in luce alcuni fattori, condannando
una certa furbizia umana che ha sempre usato la religione come una invenzione
per mettere una museruola al popolo e poter agire in modo corrotto.
Parla di una essenza incomprensibile e di maestà
nascosta lontana da ogni nostro senso : una realtà invisibile che si è manifestata attraverso la creazione
e che non e dato vedere a chi non ha il dono di una percezione illuminata
dall’alto
Infine Calvino si pone alcune domande essenziali sui
Sacri Testi arrivando a metterli in dubbio: Si domanda chi garantisce
dell'autenticità della Scrittura e se il fondamento della Chiesa è
rappresentato dalla dottrina che ci hanno lasciata i profeti e gli apostoli,
occorre che tale dottrina risulti certa prima che la Chiesa cominci ad
esistere. Ed ecco il fondamentale rilievo della parola di Dio suggellata dalla
testimonianza interiore dello Spirito. Un forte rilievo Calvino lo pone sulla
raffigurazione dell’immagine del Divino..appellando come una “grossolana
follia” l’idea di spingere l’uomo verso il desiderio di un riscontro visivo e
ripropone la dottrina ortodossa che
presenta Dio che si offre, per essere contemplato e distinto in tre persone. Il Padre, il Figlio e lo Spirito santo…
indicano, però, una distinzione e non una divisione…per la definizione di una
infinita semplicità.
Nel libro della conoscenza di Cristo, figlio del creatore, Calvino pone la sua
immagine come quella di colui che doveva essere
il mediatore e necessariamente vero Dio e vero uomo. Non potendo l'uomo salire
a Dio, egli discese verso l'uomo in modo da poter unire divinità e la natura
umana.
L’analisi teologica di Calvino, in proposito, ..poichè attinente alla figura umana,.. parte dalla definizione del libero arbitrio.
Come per Agostino, i genitori finiscono col generare figli colpevoli..
poiché concepiti dalla propria natura
viziosa. Essi possono essere santificati da Dio, non in virtù della loro
natura, resa perversa dal peccato originale e perciò incapaci di salvarsi da soli, bensì della sua stessa grazia.
Per Calvino si nega il valore della fiducia dell’uomo in se stesso e la
volontà dell'uomo non può mai essere libera senza lo Spirito di Dio.
Egli affermava che.. se la salvezza dell'uomo era
possibile solo attraverso Cristo, allora la legge mosaica fu data all’uomo per
mantenerne viva quest’attesa. Cristo,
venuto ad abolire la legge fatta di precetti e culti di sacrifici animali, con
la purificazione operata dalla sua morte, ha decisamente abolito tutte quelle
pratiche esteriori con cui gli uomini si confessano debitori di Dio senza poter
essere scaricati dei loro debiti.
Cristo rappresenta la riconciliazione dell'uomo con
Dio che, attraverso un'obbedienza soddisfa il giudizio di Dio. Tutto ciò è reso
possibile proprio perché Gesù, apparso in veste di Adamo, ne ha preso il nome
mettendosi al suo posto al fine di obbedire al Padre. Il sacrificio del suo
corpo, rappresenta il prezzo di soddisfazione del suo giudizio.
Il libro dello Spirito Santo esprime un concetto secondo il quale per ottenere i favori del sacrificio di Cristo occorre
che egli abiti in noi mediante la fede in lui. Fede che può ottenersi solo
dall'intervento dello Spirito Santo, che rappresenta l’unico legame mediante il
quale il figlio di Dio ci unisce a sé. Ogni parola, anche se autorevole poiché
derivante dalle Scritture, resterà sempre debole senza quella fede che non è
altro che la conoscenza fondata sulla promessa gratuita data in Gesù Cristo ed
avvalorata nel nostro cuore dallo Spirito Santo. Calvino crede dunque in un disegno,
secondo il quale Dio ha assegnato gli uni a salvezza e gli altri una condanna eterna.
L’opera si chiude con il libro sulla Chiesa nel quale Calvino esprime l’importanza
dell’istituto affinchè la stessa fede generata in noi possa crescere e
progredire. Dio ha impiantato l’organizzazione e gli strumenti adatti
particolarmente utili a tale scopo, perciò nessuno può sperare di ottenere, al
di fuori di questa, alcun perdono.
Calvino pone anche il dubbio sulle autenticità della
Chiesa dividendole in visibili ed invisibili e definendo invisibile quella Chiesa
formata dagli eletti noti solo a Lui. La Chiesa visibile, ossia tangibile, è
composta da buoni …ma anche da falsi ed ipocriti ed ambiziosi e persino
dissoluti, assai lontani dalla figura di Cristo. Non tutte la Chiese possono
dunque definirsi autentiche se non quando la stessa parola di Dio venga
predicata con purezza e lo stesso percorso sacramentale della vita sia seguito
secondo il verbo di Cristo. La Chiesa
non può quindi fare a meno dei suoi buoni pastori che guidano il gregge nella
giusta direzione.
Calvino rimane, però, polemico nei confronti della
Chiesa cattolica poiché essa non considera cristiani chi non segue
pedissequamente le sue decisioni indicate dallo Spirito Santo che regge un
giusto cammino. Un punto in cui Calvino manifesta un netto disaccordo.
Sostiene la validità del battesimo dei bambini, ma
nega che la mancanza di battesimo comporti l'esclusione di per sé dalla vita
eterna. Per lui, che rifiuta i sacramenti, poiché non hanno alcuna facoltà di
confermare ed accrescere la fede, il maestro interiore delle anime rimane lo
Spirito, il quale, grazie alla sua
potenza, è l’unico in grado di raggiungere i cuori e toccare i
sentimenti.
Un pensiero sulla parola di Cristo, la Chiesa e l’entità soprannaturale
Divina
di vincenzo cacopardo
Il libro della Chiesa di Calvino non può che essere il più interessante,
poiché fondato su una componente più umana che divina. Fino a quando gli
argomenti vengono affrontati sulla figura di Dio e dello Spirito santo, tutto
rimane avvolto in un’alea di mistero che solo la fede può dissolvere in una visione
che difficilmente potrà entrare in uno spazio umano. La polemica di Calvino con
la Chiesa cattolica resta dunque l’argomento più interessante che spinge a
rendere utile un’analisi più approfondita sul ruolo evangelico, la parola di
Cristo e l’entità superiore Divina.
A differenza di Lutero che affronta in termini teologici un tema della fede
per “giustificazione” e la salvezza dell’uomo, Calvino, pur nella sua visione
evangelica, affronta e contesta un concetto legato prevalentemente ad un
aspetto di gestione umana della struttura clericale che ha sempre rappresentato
il mezzo di trasmissione col divino.
Quando nel passato Calvino pose i dubbi sulla validità di una certa
Chiesa, approfondì un argomento di conduzione di una struttura costruita in osservanza di Dio…poiché voluta dagli stessi fedeli, ma…pur sempre, un'organizzazione
edificata dall’uomo e da esso gestita e quindi soggetta a manipolazioni tipiche
delle debolezze umane.
L’organizzazione della struttura della Chiesa rimane, ancora oggi, un
argomento di grande discussione che tocca da vicino i tanti uomini un po’
disincantati di fronte alla propria fede ed esistenza.
Ma come può essere oggi considerata la struttura clericale di una Chiesa da
un seguace della figura umana di Cristo, quando volesse scorgervi un luogo di partecipazione
interiore.. al di fuori di ogni visione sacramentale?
I
vincoli religiosi di una Chiesa cattolica sembrano costringere l’uomo
ad una visione incondizionata dell’ultraterreno, tendendo di fatto
a sminuire l’importanza umana di un mondo per il quale e nel quale
siamo immedesimati e posti a dover vivere. Nella storia cristiana e
nei Vangeli si fa riferimento ai miracoli di Cristo e ciò tende a
svilire, in un certo senso, a rendere meno comprensibile il messaggio
profondo di un uomo portatore di amore e carità.
Ma
per alcuni l’aspetto umano di Cristo rimarrà sempre prevalente e
decisamente più interessante di quello avvolto dal mistero divino.
Di certo.. la sua figura di uomo potrebbe riconoscerci più
legati a lui: Quando i Vangeli si dilungano nella descrizione dei
miracoli, sembra perdersi quell’importante e più realistico filo
che lega la figura di Cristo all’essere umano, pare disperdersi
quella carica della nota umile del suo verbo diffuso attraverso le
parabole, pare dissolversi la principale funzione della missiva che
egli diffondeva all’uomo: Gesù Cristo attraverso i miracoli
rischia di apparire un super uomo, un ultraterreno, finisce col
divenire un divo e persino un mito, quando, con evidente dicotomia,
egli sul piano umano manifesta umiltà, sentimenti come la carità,
l’amore e persino la speranza che rappresentano la semplicità e
l’equilibrio: Il meglio di ciò che è la vera forza tra gli umani
ed il contrario di ogni forma di esaltazione.
Qui
la Chiesa perde, secondo la mia visione, la più importante occasione
che dovrebbe spingerla ad insistere maggiormente sul messaggio
terreno di amore condotto dal suo unico e vero Pastore. Un Pastore
che parlava ai suoi discepoli, uomini come lui, partoriti in terra e
quindi facenti parte del mondo umano e non divino. Un mondo divino al
quale potrebbero accedere, forse solo come anime ed alle quali non
sembra sia dovuto percepire oltre lo stato della conoscenza umana.
Nelle immagini sacre del mondo cristiano, Gesù, in quanto uomo, è
stato reso visibile al contrario dell’entità Divina che non ha mai
avuto una precisa percettibilità umana. Questa differenza pone le
due figure in un piano nettamente diverso: Cristo vivendo in un
contesto umano ha toccato ogni sensibilità terrena, il Creatore se
anche presente, non si è mai manifestato in termini umani in
quanto il suo mondo è sempre stato quello nascosto, soprannaturale e
celestiale dello spirito e dell’anima.
La
Chiesa, attraverso la storia dei Vangeli ci parla di una nascita di
Cristo per grazia ed intervento dello Spirito Santo ponendo
così, il presupposto di un legame tra un mondo spirituale con quello
terreno. Questo presupposto non può che porre seri dubbi per la
stessa natura dell’uomo...non tanto per la possibile presenza di
due diversi universi, bensì per la coesistenza ed il legame tra
loro. Questi dubbi tornano nell’uomo proprio per la presenza di
tutto ciò che negli stessi Vangeli viene presentato sotto forma
innaturale di miracoli e prodigi possibili solo in un mondo
ultraterreno.
Qualunque
ostentazione verso l’individuazione del Divino potrebbe
rappresentare una visione troppo azzardata e persino superba se
espressa da un essere umano. Ciò... anche in considerazione delle
Sacre scritture che potrebbero essere state elaborate volutamente
costruendo attorno alla figura di un uomo, un ambito spirituale,
mistico e trascendente.
Il
modo di agire di ogni uomo dovrebbe basarsi su una visione
prettamente umana della propria permanenza in questo mondo, ed ecco
che il concetto di fede espresso dalla Chiesa potrebbe perdere il suo
valore ed essere fissato solo come l’effimera speranza di poter
vivere nel sogno e nella fiducia di un aldilà più sereno nel
conforto di un (comodo) Dio. Ma verrebbe di certo espresso con
maggiore efficacia l’utile ed indispensabile messaggio dell’amore
tra gli uomini.-Quando
tanti pensano di avere avuto il dono di aver trovato Dio (forse…
peccando un po’ di presunzione)…altri, non ostentando alcuna
sicurezza… continuano a cercarlo ..analizzando con maggior senso
critico ed equilibrio, l’ipotesi di una sua esistenza .
Una
ricerca impone determinate esperienze e queste non sempre appaiono
positive, ma risulteranno comunque utili, poiché solo chi guarda in
profondità potrà meglio accostarsi al divino. Ricercare attraverso
un proprio pensiero è un compito doveroso e necessario per
l’uomo. Molti invece si privano di questo restando appesi ad
una visione di superficie e ad una credenza universale acquisita per
tradizione: Sono coloro che
meno si pongono le domande sull’esistenza!
L’ignoto
e l’ultraterreno rimangono comunque le vere incognite che
coinvolgono l’essere umano che, seppur credente, non può
riuscire a percepirne il senso. Ma sono anche i misteri che
potrebbero ostacolare la difficile ricerca del suo "equilibrio.”
Ciò
detto nessun essere umano potrebbe sostenere l’esistenza di un
essere divino superiore, così come non potrebbe mai sostenere il
contrario: Il
messaggio di Cristo è già completo di ciò di cui l’essere umano
ha bisogno : amore, fratellanza, speranza ed
equilibrio. Comunque
sia quello che più andrebbe colto del suo messaggio, è proprio
quello sull’amore tra gli uomini. Quando, poi, egli parla del regno
del Signore, ciò potrebbe identificarsi come un legittimo messaggio
di speranza per un riscontro verso una vita migliore realizzata
attraverso la costante attesa di ciò che pare essere più giusto e
misericordioso. E
cosa vi è di più giusto in questa terra.. se non l’espressione di
un sentimento d’amore verso il nostro prossimo?
Ma
la Chiesa ha dei precisi obblighi nei confronti della sua storia
evangelica ed è legata ad un messaggio unico coltivato e diffuso nel
tempo. Il suo ordinamento, in un certo senso, le impedisce di
adeguarsi ai tempi ed il suo sapere si scontra più spesso con il
mondo moderno e con l’aumento di una “non credenza” supportata
da riscontri disumani di inaudita brutalità...anche senza fondate
giustificazioni.
Le
dottrine Luterane sulle “giustificazioni”come quelle Calviniste
evangeliche sull’importanza della Chiesa invisibile, sono concetti
che appartengono alla storia e quindi relativi ad un passato in cui
non esisteva l’enorme tecnologia e la grande conoscenza del mondo
di oggi! L’uomo è cambiato ed anche il suo modo di pensare ed
interagire, ma ha sempre bisogno di credere allo scopo della sua vita
in terra, ha bisogno di comprendere quale senso darle, desidera
conoscere meglio il significato della sua esistenza. La religione
cristiana oggi esercita il suo compito di evangelizzazione attraverso
la struttura clericale e la figura terrena del suo pastore in terra:
il Pontefice.
La
figura del Papa odierno Francesco è sicuramente il risultato di un
cambiamento voluto dalla stessa Chiesa che sembra aver percepito
l’importanza di una guida simile alla figura di Cristo, giusto per
il difficile momento storico che attraversa il mondo intero. Ma come
mai questa figura così umile e caritatevole tocca i cuori e la
sensibilità di tanti uomini? Se non perché si rivolge alla gente
esprimendo l’importante sentimento dell’amore come
ugualmente fece Cristo?
Papa
Francesco ha toccato l’animo umano e lo ha fatto parlando anche di
speranza, esponendosi meno ad una funzione di venerazione nei
confronti del Creatore. Ed ecco
che il mondo, raggiunto da una prevalente sensibilità umana, si
risveglia in una speranza…e nel desiderio di costruire un futuro
attraverso l’amore verso il prossimo.
Non
v’è dubbio che nella visione della fede cristiana, un ruolo
fondamentale lo svolge lo Spirito che per mezzo della sua
santificazione, dovrebbe riuscire ad imprimere ed infondere quel
legame tra l’uomo ed il Divino.
La
“percezione illuminata dall’alto”…come anche la
“testimonianza interiore dello Spirito” (espresse dal pensiero di
Calvino)… al fine di unire divinità e natura umana, restano
qualcosa di realmente arduo da comprendere poiché difficilmente si
potrebbero spiegare in termini razionali. Quella stessa razionalità
di cui ci ha fatto dono l’entità superiore.
Dunque
la religione cristiana pone le basi della sua forza su una fede e
questa.. sull’importante funzione dello Spirito Santo. La
mia osservazione, se pur agnostica, rimarrà sempre assai rispettosa
della figura di Cristo poiché legata in pieno all’essenziale
messaggio d’amore seppur ignora, ma non pone alcun diniego
sull’esistenza di un mondo ultraterreno, non potrà mai riuscire ad
immaginare ogni tipo di relazione con quello terreno come, invece,
suggerisce la fede cristiana suggerita da forti e dure teologie
tendenti ad abbattere ogni teoria contraria. Perché dunque, al di là
di ogni fede, non iniziare col considerare Gesù Cristo come un
grande uomo, un filosofo col dono di aver suggerito al mondo la
giusta via del vivere tra gli uomini. In lui si scorge anche la
saggezza dell’equilibrio, il dono di un messaggio sociale e la
statura di un sapiente politico… E perché ostentare sicurezze
verso un’entità divina capace di frapporsi, quando sembrerebbe
persino impossibilitata di poter interagire con un mondo terreno dove
tutto parrebbe affidato a noi stessi? Non esiste una verità assoluta
in proposito, ma solo quella affidata ad una fede!
Non
è tanto il quesito di una esistenza ultraterrena che dovrebbe
spingerci nella ricerca...ma l'importante messaggio di Cristo
sull'amore terreno in direzione di una speranza futura.
v.cacopardo
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