Il
commissariamento voluto da Renzi.. evidenziato in questo editoriale
dal giornalista Tramontano.. è una realtà che si aggiunge alle
tante critiche già espresse in questo blog: L'operato di un premier
che si è sempre mosso con il metodo assoluto di chi, non trovando
alternative valide e sicure, ha sempre finito col porre in campo
soluzioni analoghe.Il
sindaco d'Italia usa burocrati,
magistrati, revisori dei conti e tappabuchi, in mancanza di
alternative valide all'interno della sua compagine..anche perchè
non ha saputo rottamare come si era proposto sin dall'inizio. In
realtà il giovane e furbo Premier ha paura di chi si muove accanto
e si fida persino poco della politica che lui stesso ha preteso.
Quando
la democrazia finisce in soffitta, arrivano i prefetti..scrive
giustamente Tramontano..Una realtà alla quale non è difficile dar
conto!..Renzi ha rivoluzionato la politica in senso aggressivo e
bellicoso.. creandosi amici..ma anche tanti nemici. Una metodologia
che la politica non perdona! ...Un premier che ha disgregato e non
aggregato, rendendo all'interno delle istituzioni autentiche
contrapposizioni violente.
Quel senso della democrazia a cui il
giornalista fa riferimento.. sarebbe stato assai utile per un'opera
di aggregazione fondamentale in un dialogo che sembra ormai definitivamente interrotto. La strada dei burocrati non è certo un
successo per chi continua ad imporsi in tono tanto determinato
..irrispettoso e cattedratico... non rendendo merito ad una politica
che si vorrebbe corretta e popolare e meno omologata in tal senso.
Di
sicuro una ulteriore sconfitta della classe dirigente politica.
vincenzo
cacopardo
Dall'Italia dei prefetti al Partito della Nazione, la marmellata di Renzi
"Se Renzi sta commissariando l'Italia, con uomini catapultati dall'alto, con questa fissa della task force straordinaria di burocrati, magistrati, revisori dei conti e tappabuchi, significa che la politica è un bluff"
Quando
la democrazia finisce in soffitta, arrivano i prefetti. Questi
servitori dello Stato saranno anche bravi ed efficienti, come Tronca
spedito da Milano a Roma, ma rappresentano un sintomo di un male che
non va sottovalutato. Se
Renzi sta commissariando l'Italia, con uomini catapultati dall'alto,
con questa fissa della task force straordinaria di burocrati,
magistrati, revisori dei conti e tappabuchi, significa che la
politica è un bluff. È solo parole, battute da sit-com con risata
preregistrata, carosello pubblicitario e presa per i fondelli.
Significa che la politica non fa il proprio mestiere. È fallita e
soprattutto non sceglie e non fa scegliere. I prefetti sono una
sospensione della democrazia, sono il segno che la crisi morale,
economica e istituzionale è così incancrenita che serve il
dictator dell'antica Roma repubblicana. È la più classica
sconfitta di una classe dirigente. Non solo, però. È anche un atto
di sfiducia verso gli italiani. È come dire: noi abbiamo fallito,
ma voi non avete voce in capitolo, perché la retorica del popolo
sovrano è una bufala. Niente elezioni, niente voto, nessun
controllo.
Il
capostipite di questa Siberia, di questo congelamento della
democrazia è stato il presidente poco emerito Giorgio Napolitano. È
stato lui il maestro della sfiducia al popolo. Renzi segue la sua
lezione. La conseguenza di tutto questo, al di là delle buone
intenzioni dei prefetti, è l'omologazione. Si fa passare l'idea che
l'amministrazione di una città non sia più una questione di scelte
e di costi sociali, ma basta applicare il manuale del bravo
amministratore statale. Come se su ogni questione, dai tram alla
gestione dei campi profughi, non ci sia una scelta politica, una
visione del mondo, una destra o una sinistra. L'inganno è questa
finta neutralità. Così anche i potenziali candidati sindaci si
presentano come «super partes», come personaggi senza partiti.
Negli ultimi giorni lo abbiamo sentito dire anche per le candidature
nelle grandi città: né destra, né sinistra. Quello che non si
dice, però, è che lo Stato in questo gioco è Renzi. È lui che
alla fine muove i fili, ma non ci mette la faccia. È comodo, perché
in questa marmellata nessuno si assume responsabilità. Non c'è
scelta, non c'è voto, non si paga pegno, non rischia nessuno. Chi
perde è solo l'Italia. Siamo in pratica tutti prefetti. Tutti
neutri, tutti statali, tutti grigi, tutti indeterminati, tutti
Ponzio Pilato, tutti cittadini onorari del Partito della nazione. In
pratica siamo tutti un po' Renzi.
Salvatore Tramontano
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