20 giu 2018

IMMIGRAZIONE: hotspot e sicurezza


Come prima Minniti...adesso anche Salvini ... ed ormai una buona parte del mondo della politica italiana.. intenderebbe muoversi sul tema dell'immigrazione arrestando la marcia verso il nostro paese sullo stesso territorio africano grazie agli iniziati accordi con la Libia e la Tunisia. 
di vincenzocacopardo
E' chiaro che questa è sempre apparsa (sebbene non affrontata in tempo) la soluzione più conforme ed efficace per frenare l'esodo. Tuttavia quello che non è del tutto chiaro è se il governo di Tripoli potrà essere sempre sicuro e stabile per continuare sulla strada della cooperazione. Se cioè.. possiamo avere una sicurezza per la creazione futura in loco degli hotspot occorrenti. Se oltre la Libia anche la Tunisia possa essere definitivamente d'accordo e provvedervi per un soccorso in favore dell'occidente...E se vi possano aderire altri Paesi africani...
Fino a pochi giorni fa in Libia vi furono violenti scontri tra due milizie all’aeroporto di Tripoli. Con bilanci pesantissimi di decine di morti e feriti. Tra le vittime ci sarebbero anche civili. Lo scalo è stato bloccato. A fronteggiarsi sarebbero state due milizie legate al governo di Accordo nazionale libico: la milizia Zamrina di Bashir Al Buqra e le forze di deterrenza speciali - Rada - di Tripoli di Hathem al Tajouri. 
Per la Libia, Paese centrale nella crisi migratoria potrebbe essere un anno di difficili soluzioni. Dopo la disgregazione avvenuta con la caduta del regime di Gheddafi, le elezioni del 2012 e quelle successive del 2014 non hanno fornito un Governo organico al Paese che è precipitato in una serie di guerre civili in cui si combattono milizie locali di parte. Il paese non è ancora stabile e si attendono nuove elezione per quest'anno. Qualcuno ancora oggi dichiara che la Libia non è ancora pronta ad una vita democratica...ponendo un concreto rischio di fallimento anche sull'opera di contenimento della migrazione verso il continente europeo.
Per quanto riguarda la Tunisia, malgrado la differenza sostanziale con la Libia, la situazione rimane un po' diversa, ma sempre di continuo allarme che pare offrire sempre meno speranze di solida stabilità democratica. C'è una nuova mutazione nelle dinamiche migratorie verso l'Italia. Da un po' di tempo sembra essersi riaperta la rotta tra le coste della Tunisia e Lampedusa a fronte di una diminuzione dei flussi dalla Libia. 
Vi è una grande disponibilità da parte del nostro Paese in una collaborazione con la Tunisia per la soluzione della migrazione. Tuttavia una certa corruzione nel paese e' in aumento molto più di quanto non accadesse durante il regime di Ben Alì. Ciò ha spinto ad esasperare certe disuguaglianze sociali. Per questa ragione negli ultimi due anni essendo stata delusa l’aspettativa di riscatto... è riesploso anche lo svolgimento dell’immigrazione clandestina. E se i meccanismi di mobilità sociale sono pressoché completamente bloccati, i percorsi di istruzione non sembrano garantire una collocazione appropriata nel mondo del lavoro. Inoltre le denunce della società civile restano non esaurite o represse con violente forme di autoritarismo. La sicurezza del paese non pare dissimile a quella condotta da un regime totalitario lesivo della dignità delle classi meno agiate...Insomma..si parla sempre di più di soprusi ed impunità che non aiutano ad un approccio positivo verso le soluzione delle problematiche dell'immigrazione.
In questo quadro che vede i due Paesi posti davanti alle nostre coste da dove partono immigrati e clandestini insieme...ci si domanda se non occorra un piano più approfondito ed un controllo sul territorio costante a salvaguardia dei necessari hotspot.. Comprendere se i rischi non possano essere valutati con maggior approfondimento senza sottovalutare le problematiche che questi Paesi hanno al loro interno.
Una nostra presenza in quei territori..ma sicuramente quella di una organizzazione come l'ONU potrebbe offrire maggiore sicurezza ed affidabilità al progetto degli hotspot africani per il necessario primo smistamento



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