di vincenzo cacopardo
Il sindaco Italia con la
sua bella ministra Boschi continuano a menarla sulla loro assurda
logica che chi non è per le loro riforme... è contro ogni riforma
ed ogni cambiamento. Molti cittadini sembrano cascare in
quest'inganno intontiti dalla comunicazione ipocrita e menzognera di
chi pensa alle riforme come fossero oggetto di trattativa al fine di
ottenere una governabilità di comodo.
In questo quadro non si
spiega bene l'atteggiamento del Capo dello Stato, da me sempre
sostenuto nella sua figura di grande equilibrista di una politica che
sembra oggi dover affrontare un cambiamento epocale.
Ho sempre dato atto al
nostro Presidente di essersi quasi immolato in un impegno per il bene
del Paese malgrado l'età... ed ho sempre ammirato la forza che ha
avuto nell'affrontare il disagio della lunga crisi istituzionale
degli ultimi anni... ma oggi, in verità, non posso esprimermi alla
stessa maniera e pur rispettando la sua dedizione e l'impegno per
venirne fuori, non sono convinto del percorso riformista al quale il
Presidente lascia una mano così libera. ..Il Presidente è garante della
Costituzione e dei principi democratici a cui essa si appella...
E' vero... vi fu da parte
sua un sacrificio nel voler restare nella carica di Capo dello Stato
a condizione che i Partiti iniziassero un'opera di riforme tra cui
quelle istituzionali e costituzionali (legge elettorale-titolo
quinto-Senato) che avrebbero dovuto mettere a posto l'assetto
politico dell'intera Nazione, ma oggi questo cambiamento, pur non
avendo una precisa deriva autoritaria spinta con forza dalle regole definite
del Premier, appare fin troppo rigido e spedito..quasi condizionante
per la stessa democrazia del Paese....una democrazia che è in sé il
vero valore che lo stesso Capo dello Stato non può che proteggere.
Le domande lecite che
qualunque cittadino come me può porsi.. non avendo mai criticato
l'opera di mediazione politica espressa dal Presidente Napolitano.. e
quindi non esprimendo alcun pregiudizio in proposito... sono queste:
Possiamo davvero porre nelle mani di pochi ( tra cui un pregiudicato
in attesa di altri giudizi) la difficile impresa di rinnovamento
istituzionale del Paese? ..Un' opera che appare oggi come una vera
rivoluzione e che determinerà il delicato percorso della politica
nel futuro? E' giusto usare una strada che sembra premiare
prettamente indirizzi e proposte governative per un simile
cambiamento?..Non sarebbe stato più logico l'uso di un'Assemblea
Costituente con figure di costituzionalisti capaci di osservare i
principi di una vera democrazia..salvaguardando, nel contempo, la giusta strada di
un fine governativo?
L'autorità della figura ed il senso dello Stato espresse comunemente dal nostro Presidente.. si sarebbe potuta esprimere anche in tal senso..
E' fin troppo facile
intuire come in questi giorni si stia mettendo a rischio il vero
principio di una democrazia e non vorremmo mai pensare che il nostro
buon Presidente..al solo fine di far contenta una Comunità
Europea..possa sostenere un simile percorso tendente a discreditare il
funzionamento delle stesse istituzioni a vantaggio di una qualsiasi
governabilità .
Se la deriva non è
autoritaria è certamente costrittiva e costringente!
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