di vincenzo cacopardo
Con le ultime
contestazioni alla Camera sfociate in un Aventino, la politica assume
sempre più il tono di una bagarre e mentre il PD, in solitario.. con
l'appoggio di un centro ex Scelta Civica, prosegue la sua pericolosa,
opera di riforma costituzionale in una atmosfera tanto
anormale..quanto discutibile, la parola del Presidente garante tarda
a farsi sentire.
Se vi era un'occasione
per promuovere una nuova riforma di cambiamento bisognava guardare
molto più avanti , occorreva scorgere un futuro innovativo più
consono alla nostra cultura politica, più funzionale e meno
compromesso..arginando una lunga serie di evidenti anomalie.
L'occasione era data
proprio da una utile divisione dei ruoli (induttivi e deduttivi)
proponendo all'uopo la separazione stessa dei compiti delle due
Camere....ossia un ruolo amministrativo legato alla integrità morale
e l'efficienza di chi amministra e governa... ed un ruolo di ricerca
delle idee e dell'ordinamento normativo proposto attraverso i
Partiti. Partiti che a loro volta andavano riformati attraverso una
regolamentazione più appropriata al loro evidente scopo di dialogo
con i cittadini.
E'
indubbio che oggi il sistema sostiene la teoria delle figure
politiche inserite contemporaneamente nei due ruoli come appartenenti
ad un unico lavoro. Questo sistema ha fatto sì che oggi.. il
politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel
contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo,
viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.
Di
conseguenza...l'occasione sarebbe dovuta essere quella di studiare
una legge elettorale diversa .. separata per competenze e ruoli.
Uno
studio organizzativo che avrebbe dovuto basarsi su principi di
merito, specializzazione e suddivisione del lavoro, per evitare i (
più che evidenti) conflitti derivanti.
..Ma questo argomento rimane difficile da far comprendere a
chi... come i nostri politici.. restano appesi ad una forma mentis
antiquata e legata a principi vecchi che ne impediscono ogni
innovazione.
Difficile persino da
far comprendere ai nuovi entrati del M5Stelle che, se pur armati di
buona volontà verso un cambiamento del sistema politico, si ostinano
ad indirizzare il loro pensiero verso un'ipotetica e demagogica
democrazia diretta, screditando ed offendendo chiunque non la pensi
come loro. Democrazia diretta sulla quale non si continuano a vedere
proposte funzionali ragionate. Una strana avveniristica ideazione
che mal si confà con un Paese come il nostro... sia per problemi
logistici legati all'entità della popolazione....che per quelle
fissate dal rapporto indiretto con le indispensabili istituzioni
Parlamentari già in essere.
La ricerca di un vero
cambiamento sarebbe.. invece.. dovuta partire da una equilibrata
distribuzione e divisione dei ruoli delle Camere che ne rappresentano il
consenso, ed è proprio questo.. che deve essere
offerto e diviso in base al merito ed alle idee sul programma. Certo
questa non sarebbe la soluzione conclusiva.. se non venisse studiata
nella sua fattibilità attraverso un dialogo collettivo, ma
sicuramente, difendendo meglio i valori di una democrazia popolare,
potrà anche arginare la più grande malformazione su quel conflitto
perenne in seno alle istituzioni politiche dando maggior forza agli
indispensabili pesi e contrappesi di cui tanto si parla.
Oggi la fretta sembra comandare su tutto e l'approssimazione... unita alla semplificazione promuove una governabilità... tanto faziosa, quanto poco edificata nei suoi principi..
Contento il Paese...
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