di vincenzo cacopardo
In
riferimento agli articoli del giornalista De Bortoli..che definisce
il renzismo,
"un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra”.
Domenico Cacopardo si esprime così su italia oggi:
“Sembrava scritto tra la
fine degli anni ’80 e i primi ’90, il pezzo di Ferruccio de
Bortoli dell’altro giorno sul Corriere. Lamentava, l’ex
direttore, che la distanza tra cittadini e politica sia
crescente anche in relazione alla flessione del numero di coloro che,
a ogni elezione, raggiungono i seggi e depositano la propria scheda.
Una sorta di nostalgico com’eravamo, riferibile ai primi
decenni della nostra democrazia, nella quale partiti di massa
organizzati secondo la lezione del leninismo, mobilitavano le masse e
le convogliavano a votare per appartenenze più che per programmi. Il
sistema aveva una sua logica e, in fondo, funzionò per
cinquant’anni, anche perché i partiti, pur privi di una
disciplina legislativa, erano un luogo di incontro, di
dibattito e di selezione di una classe dirigente che seppe affrontare
momenti drammatici superandoli
con efficacia.”
Nell'
articolo Cacopardo mette in evidenza la
differenza tra uno Stato liberal-democratico e uno Stato di
tipo peronista..sottolineando che: “nel
primo si realizzano periodici, frequenti incontri
elettorali con la cittadinanza, sempre chiamata a esprimere un
giudizio su come s’è governato e su come ci si propone di
governare mentre nel secondo ci si rivolge direttamente al popolo,
l’organo più ondivago e influenzabile che ci possa essere, in
mancanza di regole stabili...Non sarà
la
crescita della governabilità in Italia a metterne in discussione la
sostanza democratica. Gli
Stati Uniti, il paese nel quale
è maggiore il peso del presidente, un re senza scettro, rimangono
una grande democrazia.”
Al di là delle espressioni usate
da Domenico (ondivago ed influenzabile) mi sembra assai
semplificativo esprimere a priori ogni giudizio verso un popolo che
viene sempre più costretto e ridotto nella sua espressione
democratica. E' poco appropriato il confronto con il passato
espresso nel suo articolo dal itolo: “Quant’ era
bello, quand’ era peggio”.. Con le urne piene di
voti espressi dalle truppe cammellate.
Non me ne voglia il cugino..ma non
mi sembra utile mettere a confronto due periodi così diversi per
tempo, per storia e per cultura di valori...e persino per condizioni economiche e sociali! Abbiamo potuto constatare
come tanti governi in questi anni siano stati "ondivaghi ed
influenzabili" allo stesso modo in cui Domenico definisce il nostro
popolo.. e come proprio l'ultimo, sotto il premierato di Renzi, lo
sia di continuo nei confronti di decisioni importanti...come gli immigrati..la guerra e le adozioni. Un esperto
consigliere di Stato dovrebbe comunque anche percepire quale distanza
in questi anni si è posta tra i cittadini e le forze politiche per
via di sistemi elettorali e le deformazioni partitiche volutamente
manomesse in favore di chi governa..Governare è un fine e non il
mezzo per ostentare forza, potere e decisioni assolute.. Il
compito di un esecutivo dovrebbe essere quello di eseguire in favore
di una democrazia parlamentare robusta ed equilibrata che non può
che scaturire dalla forza stessa del suo popolo...ondigavo od
influenzabile che sia!
Il percorso da seguire per riformare dovrebbe
partire da questi precisi principi attraverso una impegnativa
ricerca...che nessuno oggi si propone di portare avanti.
Continuo
poi a porre molti dubbi sulla sostanza di una democrazia americana: Una democrazia che pur fingendo di partire dal basso.. opera solo
in favore di chi ha potere e risorse finanziarie notevoli. Al di là
di questi requiliti.. chiunque altro pare venga tagliato fuori dalla loro
politica!
Quando
molti credono che la democrazia americana sia la migliore espressione
di democrazia…non fanno che idealizzarla e come tale finiscono per
esaltarla ..in realtà essa rappresenta un chiaro accentramento di
poteri che lavorano uniti per una economia mondiale dalla quale
trarre dubbi benefici privati. La loro politica.. che tanto esalta il
termine "democrazia" difendendolo a spada tratta.... poi,
nei fatti, non fa altro che falsificare l'essenza reale della
società, la quale sembra perennemente soggetta solo ed unicamente ad
interessi di capitali personali.
Una vera democrazia non
potrà mai attecchire in senso positivo in ogni Paese dove si esalta
il mito ed.. ancora più difficilmente potrà mai radicarsi in un
Paese come l’America che è depositario stesso del “mito”.
Domenico Cacopardo spiega che l'unico punto
giusto su una affermazione condivisibile espressa da de Bortoli è
l’auspicio di una disciplina dei partiti che imponga loro statuti
democratici, garantendo la libertà di espressione degli iscritti con
modalità garantite...aggiungendo che questo è proprio l’oggetto
di un disegno di legge di prossima discussione.
A tal proposito è
più che logico rimarcare come questo punto sarebbe dovuto essere il
primo ad essere affrontato dalle riforme suggerite dalla “bella
addormentata tra i Boschi” (una ministra che continua ad operare
deformando più che riformando in senso innovativo i principi di una
democrazia.. a comodo uso di una sicura e facile governabilità) .Il
suo percorso di riforme è tanto semplice e superficiale.. racchiuso
in un contesto categorico..che persino un qualunque studentello lo
avrebbe potuto portare avanti.
Non
possono essere le figure di Zagrebelsky e Rodotà il punto in
questione che solleva la forte critica di Domenico Cacopardo, come
non può esserlo la stessa critica su Renzi proposta da De Bortoli,
ma sembrano esserlo i principi ed un pensiero rivolto verso la difesa
dei valori che si vorrebbero garantire per evitare che una democrazia
possa soccombere.
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