Gli
italiani al voto per le nazionali del 2018 vedranno il formarsi di
coalizioni e sbarramenti, ed una divisione tra la parte maggioritaria
e quella proporzionale, inoltre il divieto di voto disgiunto che di
fatto li obbligherà a scegliere quale delle due parti politiche privilegiare, non lasciando liberi sulla scelta della figura
di vincenzo cacopardo
Il
cosiddetto Rosatellum bis sostituisce l'Italicum modificato dalla
Corte Costituzionale alla Camera e il Consultellum per il Senato. Un
criterio elettorale voluto dalla maggior parte dei Partiti (escluso
il Movimento 5 Stelle e la sinistra più estrema) per poter assimilare in modo piu' omogeneo il sistema sia per la Camera che per il Senato. Un
sistema misto proporzionale e maggioritario, in cui un terzo di
deputati e senatori viene eletto in collegi uninominali e i restanti
due terzi sono eletti con un sistema proporzionale di lista.
In
pratica dei 630 seggi della Camera 232 saranno assegnati in collegi
uninominali (maggioritario) 386 nei collegi plurinominali
(proporzionale). Vi saranno poi 12 seggi che verranno assegnati con
la circoscrizione estero.
Per
il Senato 315 seggi di cui 116 saranno assegnati in collegi
uninominali (maggioritario) e 193 in quelli plurinominali
(proporzionale)..Inoltre 6 assegnati con la circoscrizione estero.
I
candidati più votati nei collegi uninominali (maggioritario) sia
alla Camera che al Senato.. otterranno
direttamente il proprio seggio, anche ottenendo un solo voto più del
contendente antagonista.
La legge prevede che il
territorio
nazionale venga diviso in collegi plurinominali definito attraverso
un decreto governativo. Il sistema del Rosatellum prevede che i
collegi plurinominali siano formati dall'accorpamento di più collegi
uninominali. Quindi in ogni collegio plurinominale non si potranno
eleggere più di 8 deputati, ma se ne potranno solo eleggere meno a
seconda della Regione. Nei singoli collegi plurinominali le liste
restano bloccate, ma i collegi dovrebbero essere abbastanza piccoli
da garantire la riconoscibilità dell'eletto.
Per ciò che riguarda la
soglia di sbarramento nella quota proporzionale per il singolo
Partito viene fissata al 3% su base nazionale, sia al Senato che alla
Camera. Ma viene prevista anche una soglia minima del 10% per le
coalizioni (all'interno del quale però almeno una lista deve aver
superato il 3%). Rimane comunque eletto ogni candidato di un Partito
anche se lo stesso partito viene escluso dalla spartizione dei seggi
per non avere raggiunto il 3%
Rimane
fondamentale sottolineare
l'importante
differenza stabilita dalla Costituzione, tra il voto per la Camera e
quello per il Senato che è sempre stato stabilito su base regionale.
Il Rosatellum prevede che la ripartizione dei seggi del Senato rimane
solo regionale e quindi meno dipendente dal totale nazionale dei voti
del Senato, fermo restando che le soglie del 3% e del 10% resteranno
calcolate su base nazionale.
Per
il resto, la parte proporzionale di Camera e Senato è
sostanzialmente uguale.
Questa legge, al contrario dell'Italicum, tende a premiare le coalizioni e non le liste. Pur tuttavia in considerazione che la Costituzione non prevede il vincolo di mandato.. dando in tal modo autonomia alle Camere, i Partiti coalizzati potranno sciogliere l'alleanza in qualsiasi momento. Ma la novità rilevante è che il voto sarà espresso su una sola scheda vietando di fatto il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale. Questo rilevante procedimento elettorale toglie sostanza e valore al sistema proporzionale e priverà lo stesso elettore di scegliere liberamente un partito e un candidato al maggioritario.
Questa legge, al contrario dell'Italicum, tende a premiare le coalizioni e non le liste. Pur tuttavia in considerazione che la Costituzione non prevede il vincolo di mandato.. dando in tal modo autonomia alle Camere, i Partiti coalizzati potranno sciogliere l'alleanza in qualsiasi momento. Ma la novità rilevante è che il voto sarà espresso su una sola scheda vietando di fatto il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale. Questo rilevante procedimento elettorale toglie sostanza e valore al sistema proporzionale e priverà lo stesso elettore di scegliere liberamente un partito e un candidato al maggioritario.