Un articolo inviatomi dall'amico Paolo Speciale
L’ormai prolungata assenza fisica sul palcoscenico della politica del Cavaliere – le cui condizioni di salute evidentemente non sono più quelle di un tempo – accentua e pone in sempre maggiore rilievo l’esigenza di dare un volto al leader ad uno schieramento che stenta, per colpa di una Lega cristallizzata che insiste nel propinare ossessivamente improbabili tesi anti migratorie, a trovare quella identità storica conquistata negli anni novanta grazie alla fagocitazione dei partiti componenti dell’arco costituzionale di fatto abbattuti dalla scure giudiziaria di quel periodo storico.
Si pone più che mai oggi infatti –e non solo per il centro-destra – la irrinunciabile esigenza, grazie anche all’avanzare nel tempo della attuale legislatura nonché a causa delle scadenze elettive di livello istituzionale come quella del Colle, di offrire agli elettori una occasione di voto con cui esprimere una scelta in cui la “politica” prevalga grazie a ritrovate ideologie e posizioni coerenti, scevre da un sensibile dannoso trasformismo, negli ultimi tempi presente a causa della emergenza sanitaria e della incombente necessità di svolgere una autorevole ed adeguata interazione dell’Italia a in seno all’Unione Europea.
Nazionalismo, trasformismo, ma anche garantismo, quest’ultimo invocato insieme al liberismo ed ai principali valori di matrice Cristiana.
Tutti strumenti per l’esercizio di una politica valida eppure nell’ultimo decennio malposta, dove gli stessi programmi non sono più tali perché privi di effetto, a causa della sopravvenuta assenza di quello spot che va dritto a colpire ed a conquistare la facoltà di scegliere e quindi il consenso. E ciò in considerazione dello “spot” cui non si vuole qui attribuire inattendibilità od ingannevolezza, quanto l’opposto.
Ora, le attuali forze in campo si sono accorte di questa “latitanza” e cercano comprensibilmente un riciclo della esternazione del clamoroso, dell’elemento che possa scuotere il metabolismo e la genesi del pensiero e del convincimento, presso tutti i livelli culturali e sociali.
Il Cavaliere se ne è accorto primo fra tutti, vittima egli stesso (oltre agli impedimenti fisici dovuti all’età) della sua deformazione professionale ed oggi scende in campo quale primizia di stagione e con i media editoriali di cui dispone per “configurare” quel centro destra che può ancora fare colpo, specie sino a quando Draghi rimarrà alla guida dell’esecutivo, quasi certamente sino a fine legislatura.
Ed ecco i fattori costituenti del centro destra da premiare celebrati solennemente da Berlusconi durante il TG5 delle ore 13,00 di oggi con un video servizio di durata non proprio conforme ad una ipotetica par condicio.
Garantismo, liberismo, europeismo, ma anche ispirazione ai valori del Cristianesimo, assenza di elitarismo, libera iniziativa per tutti tutelata da uno Stato centrale ma non centralista, anacronistica messa all’indice di ogni forma di comunismo soffocante. Insomma liberi tutti e concezione cristiana dell’uguaglianza universale; tutti bei principi importati dalla Rivoluzione Francese, eppure ciclicamente riscoperti come l’uovo di colombo.
Sarà il fattore generazionale – affine a valori comunemente intramontabili - ad invogliare il Cavaliere al richiamo di questi capisaldi nella impossibilità (forse non del tutto credibile) di investire ufficialmente un suo successore?
Certo, delude più di tutti il rimando ai principi cristiani. Si tratta infatti di un elemento – non unico - che lo accomuna sempre più alla Lega salviniana che, nonostante nessuno o quasi se ne sia mai accorto, è da trent’anni la croce e delizia di Forza Italia, anche nell’era post bossiana.
Per quanto attiene al rapporto politica – religione, di cui ci sarà occasione di parlare specificatamente in altra occasione, la storia ci insegna quanto siano e debbano stare lontane l’una dall’altra; proprio come due elementi della chimica con i quali è meglio non consentire contatti, poiché si tratta di elementi posizionati a debita distanza di certo già durante la Creazione, e questo dovrebbe valere sia per chi ha fede sia per chi ne ha un’altra o nessuna.
P.Speciale
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