4 giu 2012

La politica... tra miti e democrazia



di vincenzo cacopardo
L’idealizzazione di un fatto o di un personaggio che presenta caratteristiche straordinarie viene definito “mito”, questi assume automaticamente un valore diventando una guida per la società ed anche motivo di stimolo per ogni popolazione. Il “mito” ha sempre esercitato una grande funzione per la civiltà ed ha contribuito a formare una cultura rivelatasi quasi essenziale per le esigenze psicologiche degli esseri umani: Ognuno sente come necessario legarsi ad un’immagine mitica per poter porre su di essa il sogno di una immaginaria realizzazione.

Ma tutto ciò rimane il prodotto di una mentalità arcaica dominata da un pensiero incantato che finisce col determinare l'irrazionale concetto che tutto possa essere possibile. 

A differenza delle favole, legate prevalentemente alla fantasia e quindi utili all'uomo, i miti assumono un carattere di sacralità poichè spesso legati a strutture religiose che  infondono un segno diverso (Eros e Agape, il mito di Perseo e della Gorgone, Ercole e Anteo, etc). Alcune forme di “mito” possono invece essere interpretate come semplici narrazioni modificate in senso razionalistico:  “la storia di Roma”, ad esempio, sembra essere stata raccontata attraverso riferimenti mitici. 

Esistono, quindi, le narrazioni mitiche che contribuiscono a descrivere più enfaticamente la storia dei popoli, al fine di renderla più interessante (il mito di Ulisse o quello di Enea). Difficile, in questi casi, distinguere il mito dalla leggenda. Nel passato, sia per Platone, come anche per Aristotele, il mito rappresentava l’antitesi della verità, più recentemente, secondo Jung, è stata l'espressione  di “un inconscio collettivo” capace di imporre simboli e particolare forza emotiva. 


Nel contesto odierno, che si muove in senso tanto pragmatico e realistico, la ricerca del mito sembra opporsi, trovando sfogo sulla forza emozionale dell’essere umano, in particolar modo, in uno stato collettivo che ne sublima il momento (uno stadio…una  piazza... un cinema).

Questa antitesi pare essere un effetto di reazione di fronte ad un mondo che cammina in direzione di una particolare logica razionale: l’uomo moderno sembra aver bisogno di idealizzare, sublimare e quindi mitizzare qualcuno o qualcosa..il suo è sicuramente un bisogno legato ad una insicurezza dei tempi che mette in seria discussione una società ormai disorientata anche da modelli sociali che non offrono più alcuna fiducia tangibile.

I modelli più fondati della politica, si basano oggi sul concetto di democrazia ed ogni forma di “mito” sembra non poter legare con questo paradigma...in quanto..proprio la esaltazione della figura, contraddice lo stesso presupposto etimologico della parola che indica "il governo del popolo": L'esaltazione del leader contribuisce, inevitabilmente, a sminuire ogni libero indirizzo popolare.  

In politica si tendono a costruire forme di mitizzazione sempre più anelate.. idealizzando in modo esasperato l’immagine, creando attorno a queste un alone di sublimazione che finisce col mettere in evidenza l’assolutismo del personaggio e dogmatizzare ogni suo pensiero: Una democrazia compiuta non può permettere alcun dogma, ma solo pensieri e idee che possano essere interpretate, discusse e dibattute..attraverso uno scambio dialettico.

I vecchi Partiti (che dovrebbero oggi essere le vere officine di idee in contatto con i cittadini) hanno sempre teso a costruire e mettere in evidenza solo un leader. Questo loro percorso ha fatto sì che non si prodigassero in azioni di contatto e di edificazione di strade più utili ma, prevalentemente, esaltazioni di una particolare figura che potesse rappresentare il "mito". Il frutto di tutto ciò è davanti ai nostri occhi: Partiti falliti nella loro opera di costruzione di una società sopraffatta da postulanti o assolutisti che non potranno mai definire una vera democrazia in favore dei cittadini: Difficile che un vero concetto di democrazia possa svilupparsi sposando l’assolutismo dei miti della politica odierna!



1 mag 2012

Studio di un’idea innovativa per il lavoro dei pubblici dipendenti

IN UN PROSSIMO FUTURO........FORSE.


In un Paese in cui si chiede di diminuire la spesa pubblica…occorre spingersi verso idee rivoluzionarie. Ho sempre pensato che..le idee si riscontrano attraverso una appropriata ricerca che ne individui una precisa necessità ed affrontarla con l’uso della teoria.  Bisogna però saper teorizzare in modo innovativo poiché.. se le teorie sono la vera anticamere per un riscontro efficace con la pratica,  devono per logica esser seguite da uno studio di fattibilità...cioè non restare appese nell'incongruenza e nell'immaginario.


L’attuale ricerca in proposito, retoricamente indirizzata verso consuete tassazioni..la si lasci a chi, in via troppo pragmatica, segue solo i percorsi razionali di un bilancio dello Stato costruito sui numeri. Numeri….che di fatto..sembrano continuare ad impedire una maggiore immedesimazione sulle vere idee funzionali alla crescita e ad una effettiva diminuzione della spesa pubblica. La mia attenzione ricade più specificatamente sulle Amministrazioni Pubbliche, ma anche sui mega Ministeri che oggi rappresentano un costo notevole per l’apparato dello Stato per la loro elefantiaca struttura non esattamente efficiente rispetto all’esoso costo.


Un’ idea indirizzata verso la ricerca di una buona parte del lavoro dipendente che potrebbe essere svolto in casa


- Premesso che oggi il lavoro pubblico dovrebbe essere portato avanti per un contenuto qualitativo e non in relazione al tempo che ci si deve dedicare. - In considerazione..che un impegno può essere espresso ovunque..dovendo valutare un principale interesse dell'Amministrazione indirizzato verso i risultati funzionali al servizio da rendere. - Premesso anche.. che l'uso della tecnologia risulta oggi primario, poichè tutta la documentazione può essere trasmessa per posta elettronica, si dovrebbe valutare in profondità l'importanza di poter fare svolgere una gran parte dello specifico lavoro dei dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche o di particolari organi dello Stato.. nella propria casa..con l’uso di un computer offerto in prestito dallo stesso datore di lavoro. (Ci si riferisce, naturalmente, a quel lavoro tipico del “back office” che attualmente viene svolto nei tanti uffici pubblici che oggi vedono un nugolo di dipendenti spesso assorbiti in altri compiti). Sembra perciò chiaro che questo non potrebbe essere realizzabile per tutti coloro che lavorano in una posizione di “front office” la cui presenza in loco resta indispensabile. Inoltre bisogna individuare attentamente quei compiti strettamente connessi con una certa privacy che difficilmente potranno vedere un lavoro in un luogo esterno agli uffici preposti. 




Se è vero che molti dipendenti comunali…o degli enti locali in genere, sembrano occuparsi poco di cose inerenti il proprio lavoro…è anche vero che spesso restano in attesa di un impegno lavorativo indicato dal proprio Dirigente che tarda ad arrivare. L’attesa potrebbe anche dipendere da chi …come un Assessore, da cui gli stessi Dirigenti dipendono, resta impedito nell’attesa di una delibera pertinente un indirizzo dovuto a precise scelte di tipo politico. A volte si può vedere un notevole numero di impiegati occuparsi insieme di una pratica in un percorso burocratico che tende a portare diverse problematiche per la soluzione di un semplice atto: In questo campo il metodo è essenziale tanto quanto il merito.

Immaginiamo però di poter svolgere un compito lavorativo nella propria casa ed in contatto con l’ufficio del Dirigente attraverso un computer: Quanto risparmio per un’Amministrazione sugli arredamenti, sulle forniture di ufficio, sulla sicurezza, sull’energia, sul tempo..persino sui costi assicurativi dei dipendenti, con la possibilità di svuotare immobili di proprietà dell’Amministrazione per poterli vendere e far cassa.


Una vera novità potrebbe..quindi.. consistere nell’affidare un certo tipo di lavoro da poter svolgere su richiesta specifica del proprio Dirigente il quale, per ottenere un risultato meritevole, predispone con metodo e per tipologia il determinato incarico imponendo un preciso termine temporale. Dovrebbe essere la stessa Amministrazione ad affidare all’impiegato un computer che, con gli adeguati collegamenti, gli potrà permettere, restando nella sua abitazione, di rimanere in contatto con gli altri componenti dell’ufficio e col proprio Dirigente. Al di là dei contatti e lo scambio dei documenti tramite computer… sarà comunque necessario un’indicazione periodica per un incontro voluto dallo stesso Dirigente che potrà in ogni momento contattare e decidere sugli incontri di lavoro.


Il  Dirigente, vero ed unico coordinatore, sarà l’unico ad usufruire di un ufficio dal quale potrà organizzare il lavoro di “back office” facendo anche da tramite col “front office”



Immaginiamo...quante figure femminili potrebbero giovarne: svolgere il proprio lavoro restando a casa , potendo così, accudire i figli..senza alcuna richiesta di aspettativa.. e svolgendo nel contempo anche i propri lavori di casa. Immaginiamo.. anche.. quanta meno gente scenderà per strada  con le proprie automobili invadendo le città che oggi soffrono di traffico e mancanza di luoghi di sosta. Vi potrà essere un forte risparmio sui carburanti e meno pericolo per il dipendente.


Si potrebbe anche rimodulare il contratto di lavoro in favore di ambedue i contraenti, operando una ricerca in favore del merito e della capacità di risparmio ottenuta grazie al servizio portato dal lavoratore: chi opera meglio nel merito potrà ottenere maggiori premi…Se il sistema di metodo condotto dal Dirigente porterà buoni risultati, sarà premiata la stessa Amministrazione.


Non si può restare ancora immobili con questi vecchi modelli che vedono gigantesche strutture per uffici non sempre utili in rapporto al costo. Bisognerebbe intraprendere un vero studio di fattibilità per un simile progetto che potrebbe contrarre fortemente le spese pubbliche. Uno studio che necessita ovviamente di una attenta ricerca sul piano tecnico organizzativo. Il compito del sottoscritto può soltanto essere quello di individuare un percorso innovativo dal quale si potrebbero ricavare ulteriori spunti. Un’idea che potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro, ma anche certi aspetti socio culturali dell’intera società lavoratrice. 
vincenzo Cacopardo

16 mar 2012

Umiltà e speranza...stimoli per un vero cambiamento




di vincenzo cacopardo
Molti come me..pur restando per natura alquanto agnostici, riescono comunque a credere nel genere umano e cioè...in quel percorso che per l'uomo indica un significato, se pur questo..non sia dato comprendere in profondità.
Di sraprende per far sì che la sua presenza in terra assicuro per molti non è facile comprendere il principio della fede.. poiché essa assume un’apparenza non propriamente umana ma, malgrado il momento storico...che appare più simile al più basso medioevo, si può riescire tuttavia a credere nella forza dell’uomo e nella speranza che essa possa offrire un senso alla vita. Una speranza che si evidenzia nella stessa natura che ci circonda, la quale…malgrado le intemperie e lo stesso degrado causato dal genere umano, persevera con ostinazione in un naturale percorso di vita: L’uomo sembra avere in sé..qualcosa che rappresenta una marcia in più e, per questo... è colui che dirige ed è responsabile del proprio destino nel mondo.

Fatta questa premessa…non ci si può esimere dall'esprimere una personale considerazione sul nuovo Pontefice, che, seppur criticato da una parte della società, appare al mondo come un umile Pastore che comunica con una particolare  umanità simile a quella che fu di Cristo.

Sono sempre stato affascinato dalla figura di Cristo che, al di là dei miracoli evidenziati nel Vangelo(ai quali non riesco a credere), ho sempre osservato e valutato su un piano prevalentemente umano: Egli fu sicuramente il primo uomo al mondo che ha espresso la sua umanità col profondo sentimento dell’amore. Oggi..con la figura del nuovo Papa che sembra manifestare, oltre ad una umana simpatia…un’umiltà pari a quella di chi portava il suo nome, non si può non leggere in profondità un legame con il lato umano che Cristo diffondeva. Riesce difficile non metterlo in relazione col momento storico e l’infinito bisogno che l’uomo ha di credere in sé stesso: Papa Francesco sembra un'efficace figura di stimolo per l’uomo che deve liberarsi da un passato che lo ha visto attore di una crescita sfrenata senza controllo…fino ad un riscontro con il peggiore cinismo che ha finito col renderlo schiavo di se stesso.

I messaggi del Pontefice sono sempre chiari e la dicono lunga su tutto ciò quando ci parla di credere in positivo e non cedere al pessimismo ed allo scoraggiamento, abbandonando..quindi…un percorso che ha solo contribuito a seppellire ogni nostro sentimento verso il prossimo. Un Pontefice che…attraverso l’innegabile simpatia…e con l’innata forza della sua umiltà…sembra esprimere empaticamente quell’energia positiva di cui si ha oggi bisogno e la politica…nella sua opera di metamorfosi... dovrebbe trarre esempio e spunto da questo semplice messaggio per l' atteso cambiamento.


14 mar 2012

Habemus pontificem: vero gesuita o umile francescano?...




L’inaspettata personalità promossa nella difficile opera di rinnovamento del papato…sembra avere radici umili che la pongono più vicino alla   figura        pastorale di Papa Giovanni Paolo 2°. Sarà un Papa di transizione?..Di sicuro il suo approccio verso il popolo di Roma ha voluto mettere in risalto..con straordinaria empatia, la primaria figura di un Vescovo davanti a quella di un Pontefice.

Eredità del Cardinale Martini..il nuovo Papa, appare tanto umile quanto riservato e meno dottrinale nel suo avvicinamento alla gente… quando, con estrema umiltà si inchina per ricevere, dal suo popolo di fedeli.... una preghiera per una sua benedizione. 
Il nuovo nome del Santo Padre Bergoglio "Francesco", eprime in sé tanta umiltà quanto sacrificio per il futuro impegno: Se ne và un Papa costretto dal rinnovamento ed arriva un Papa obbligato al rinnovamento.

Al di là delle sue personali simpatie per il calcio ed una passione per il tango..che gli rendono ancor più…una impronta umana e socievole, non ci si può esimere da una analisi che vede oggi questo Papa come il primo Cardinale eletto Pontefice appartenente all’ordine dei Gesuiti. Un Ordine che nel passato si è espresso in termini di servitore di Cristo attraverso la spada.

Se, dunque..un certo lato francescano non può che affascinare e richiamare l’attenzione del popolo dei credenti verso la fede..l’impronta gesuita, agli  occhi della società, è stata spesso ridotta a retorica puramente strumentale: Ricordiamo in proposito certe condanne rivolte all’atteggiamento  dei Gesuiti cui si è sempre rimproverato di guardare alla religione…più con mero strumento di parte…che come fondamentale valore spirituale...generando ubbidienza subordinata a prevalenti interessi della Compagnia.

Si è sempre contestata alla scuola gesuitica tradizionale un’assuefazione ad un comportamento ambiguo e conformista…..pur tuttavia bisogna aggiungere che, in questi ultimi anni, i Gesuiti hanno fatto notevoli sforzi di ammodernamento nel campo pedagogico.

Con l’elezione di questa figura francescana umile di fatto e nel nome…pare opportuno mettere in evidenza un commento di Vincenzo Gioberti nel contenuto della sua opera polemica “il Gesuita moderno” pubblicata nel 1847:- “Solo quando i Gesuiti scopariranno dalla scena politica e dalla storia del cattolicesimo..sotto la guida illuminata del Pontefice, si potrà svolgere quella funzione universale assegnata da Dio”.

Sarà forse Papa Francesco la nuova guida illuminata? L’impronta francescana e la formazione gesuita del nuovo Pontefice…potranno convivere e svolgere positivamente l’importante funzione universale?

vincenzo Cacopardo