BREVE
PREMESSA STORICA
Il pragmatismo nasce come movimento filosofico sviluppatosi negli
Stati Uniti d’America verso la fine dell’ottocento e diffusosi, in seguito,
anche in Europa. Tutti sappiamo bene che esso comporta
un atteggiamento mentale di chi
privilegia la pratica e la concretezza rispetto alla teoria, agli schemi
astratti ed ai principi ideali
Questo movimento ha sempre presentato al suo interno molteplici
indirizzi alternativi. In generale, tuttavia, esso genera nel pensiero un processo attivo sulla realtà. In
questa ottica universale, si identifica il significato dell’espressione con l’insieme delle
conseguenze pratiche che derivano dalla sua ammissione, ma si pone anche come
“la teoria di una verità” tendendo ad
identificare la verità con l’utilità pratica.
La genesi del pragmatismo fu profondamente influenzata dalla
teoria dell’evoluzione che vedeva l’essere vivente in rapporto dinamico e
conflittuale con l’ambiente in cui era immerso. Così, i pragmatisti lo compresero come uno strumento che facilita
l’adattamento dell’uomo nei confronti dell’ambiente.
Questo approfondimento filosofico portò a galla nuove tematiche
scientifiche ponendo il pensiero e la realtà come processi tesi a un reciproco
adattamento. Si supponeva dunque, che
spirito e materia non fossero principi
contrapposti, ma profondamente affini.
Il movimento pragmatista prende le mosse dalla teoria di Charles Sanders Peirce. Egli sostenne
che comprendere un'idea significa comprenderne le possibili conseguenze e le
possibili deduzioni. Pertanto un'idea potrà risultare valida se possiamo
verificarne l'esito. Ogni ricerca, ogni indagine, ogni processo di pensiero, è
finalizzato alla formazione di una sua credenza e di una regola comportamentale
valida per le circostanze .
Ma essa deve comunque essere verificabile nel suo significato concreto, tale cioè da poter
essere dichiarata anche inesatta e quindi
modificabile. Ciò significa che non può nascere dal sentimento né dagli
ideali, né può essere stabilita in modo metafisico. Essa deve nascere
dall'esperienza organizzata con metodo scientifico. In tal modo solo il metodo
può prevedere la possibilità di errori e opportunità di correzioni.
Pertanto ogni processo di pensiero razionale ha carattere di
correttezza se può auto controllarsi e potrà risultare chiaro se ne
scaturiscono chiari gli effetti pratici che può produrre.
In base a questi principi la scienza non riproduce un'immagine di
un mondo stabile e ordinato secondo leggi di necessità. Non c'è necessità
oggettiva. Tutti i procedimenti scientifici sono «probabilistici»; e l'immagine
del mondo costruita scientificamente è solo «probabile». In tal senso
l'attività scientifica rimane sempre aperta.
Fu invece, Platone,
molto tempo prima, a parlarci delle “ idee” ed a farne il principio del suo sistema filosofico. Con
ciò egli pose le basi di tutta la filosofia occidentale. Per lui le idee erano il
presupposto della conoscenza ed in loro
consisteva, pertanto, l'unione istantanea di essere e di pensiero.
Per Platone, le idee sono gli oggetti specifici della conoscenza razionale, ma
sono anche criteri di giudizio delle cose e cause delle cose naturali. Platone
criticava i Sofisti poiché il loro difetto fondamentale consisteva nel fatto che si rifiutavano di
procedere al di là delle apparenze e perciò ne rimanevano prigionieri.
Ma l’aspetto più interessante secondo
la sua dottrina era quello secondo cui la nostra anima, prima di calarsi nel
corpo, è sempre vissuta nel mondo delle idee, dove tra una vita e l’altra ha
accresciuto la sua conoscenza. Egli
affermava, perciò, che "conoscere è come ricordare" in quanto
noi abbiamo conoscenze innate.
Per non di meno, egli, dava alle idee l’ulteriore significato di
“valore”. Una caratteristica particolare che nel senso odierno sarebbe simile
ad “ideale” o “principio morale”. La dissertazione di Platone sulle idee va
oltre e rimane sicuramente molto profonda.
Sembra
interessante poter mettere insieme il concetto di Platone: le idee sono gli oggetti specifici della conoscenza razionale, ma
anche cause delle cose naturali, con quello di Peirce: un'idea potrà risultare valida se possiamo verificarne l'esito
per poter comprendere l’importanza che assieme hanno sullo sviluppo e la
determinazione di un buon funzionamento della società.
Le idee muovono lo sviluppo
Queste
premesse storiche sono fondamentali per affrontare qualsiasi analisi
sull’argomento, in quanto, i due movimenti filosofici, anche se derivanti ambedue
dal processo mentale dell’uomo, finiscono col
contraddistinguersi in modo netto al momento della fase di sviluppo e di
determinazione di ogni percorso.
Teoricamente, potremmo azzardare che chi opera attraverso la ricerca delle idee, tende più spesso a portare avanti queste con una visione poco concreta poiché, una esame più tangibile, nel processo mentale, potrebbe arrecare inconsapevole disturbo allo sviluppo dell’idea stessa. A sua volta, chi opera per la ricerca di soluzioni concrete e pragmatiche, difficilmente ripone le basi dello sviluppo della sua opera sulle idee.
Teoricamente, potremmo azzardare che chi opera attraverso la ricerca delle idee, tende più spesso a portare avanti queste con una visione poco concreta poiché, una esame più tangibile, nel processo mentale, potrebbe arrecare inconsapevole disturbo allo sviluppo dell’idea stessa. A sua volta, chi opera per la ricerca di soluzioni concrete e pragmatiche, difficilmente ripone le basi dello sviluppo della sua opera sulle idee.
Questo,
in generale, ciò che risulta dalla logica differenza dei due concetti che,
abitualmente, per principio, si differenziano in ogni percorso mentale
dell’uomo. In realtà non esiste una
vera contrapposizione idee–pragmatismo e qualora la si volesse porre, apparirebbe assai limitativa per
qualunque esame costruttivo sull’ argomento. Ambedue i concetti sono utili e
positivi nella costruzione di ogni progetto dell’uomo.
I due principi non sono in sé opposti, ma diversi e
spesso anche utili l’uno all’altro e nessuno meglio di chi opera per una utile
politica sociale dovrebbe tenerne conto: Oggi le idee, in casi specifici, potrebbero
rispettare una visione più pragmatica per un buon fine sociale, come ogni
indirizzo pratico dovrebbe sostenersi in armonia ed in equilibrio con la forza
delle idee, poiché insieme, possono rappresentare un potenziale valore
aggiunto.
C’è chi opera
non pensando minimamente ad una realistica visione della vita di tutti i giorni
e chi, invece, vive ed opera in determinati campi, lottando con la particolare
tangibilità di una esistenza che spesso impone scelte obbligate ma, resta il
fatto che, oggi lo spazio alle idee, appare sempre più chiuso dall’inconscia
paura di non determinare alcun riscontro positivo rispetto ad un mondo che
tende a muoversi prevalentemente in direzione di severi principi razionali
eliminando, in via preventiva, qualunque incognita ideativa o presupposto
teorico.
Anche la
politica, in questi ultimi anni, ha determinato scelte radicali dettate da
posizioni pragmatiche tese alla costruzione di
sistemi ristretti come quelle di un “bipolarismo” inventato per il
bisogno di una governabilità più sicura.
Una
scelta affrettata decisa senza
un’appropriata ricerca e che, nella realtà, è risultata disastrosa ed
anticostruttiva. In questo percorso si sono via via radicalizzate posizioni
estreme rendendo la politica, agli occhi di tutti, assai più litigiosa e debole
piuttosto che utile. Non si è voluto
tener conto che in quel momento si stava imponendo una netta chiusura alla
lunghissima fase storica della politica centrista e moderata il cui pensiero
aveva segnato il paese per decenni.
Si è, invece, voluto dare un calcio alla cultura del pensiero politico preferendo il pragmatico percorso di una governabilità stabile. Ma la politica non è forse pensiero? -Ma non era forse quello il momento in cui sarebbero dovute servire le idee? -Idee più impegnative ed utili alla ricerca di un nuovo percorso per il positivo riscontro con una nuova Repubblica?
Si è, invece, voluto dare un calcio alla cultura del pensiero politico preferendo il pragmatico percorso di una governabilità stabile. Ma la politica non è forse pensiero? -Ma non era forse quello il momento in cui sarebbero dovute servire le idee? -Idee più impegnative ed utili alla ricerca di un nuovo percorso per il positivo riscontro con una nuova Repubblica?
Se è vero
quello che ci diceva Platone sulle idee identificandole come presupposto della conoscenza e come unione istantanea di essere e di pensiero, possiamo davvero supporre
che, in momenti come quelli, tutta la politica non ha operato né per conoscenza, né tantomeno, in favore di un
sano pensiero .
-Si può
mai pretendere una governabilità stabile a tutti i costi in un sistema di
democrazia parlamentare che di per sé, anche costituzionalmente, impone di
ricercarla solo attraverso un’azione di costruzione di dialogo con le stesse
forze politiche? Si può pretenderlo prescindendo da una conoscenza storica, da
una cultura odal proprio pensiero?
Nel momento storico attuale, forse anche a causa di una forte recessione mondiale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza, non reagendo con la forza delle iniziative e delle idee e questo penalizza il giusto percorso della crescita di una società.
Nel momento storico attuale, forse anche a causa di una forte recessione mondiale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza, non reagendo con la forza delle iniziative e delle idee e questo penalizza il giusto percorso della crescita di una società.
Recenti
eventi storici, come quelli dell’unione dei paesi europei, avrebbero dovuto
determinare, attraverso una naturale integrazione ed aggregazione, maggior
successo per iniziative ed innovazione. Si sarebbe dovuta riscontrare
l’affermazione di un percorso costruito
attraverso un naturale scambio della conoscenza, del dialogo e delle idee. A
volte, come qualcuno asserisce, risulta più utile coniugare le diversità,
anziché tentare di aggregare certe omogeneità.
Le idee rimangono il disegno della mente e costituiscono un sapere interiore. Esse devono sicuramente rappresentare un modello assoluto di riferimento per la vita. Ma in un mondo come quello odierno, pare nessuno voglia muoversi attraverso queste rilevanti risorse del pensiero che sembrano le uniche capaci di spingere una positiva crescita ed, attraverso le quali, l’uomo potrà riuscire a sottrarsi alla propria sconfitta.
Le idee rimangono il disegno della mente e costituiscono un sapere interiore. Esse devono sicuramente rappresentare un modello assoluto di riferimento per la vita. Ma in un mondo come quello odierno, pare nessuno voglia muoversi attraverso queste rilevanti risorse del pensiero che sembrano le uniche capaci di spingere una positiva crescita ed, attraverso le quali, l’uomo potrà riuscire a sottrarsi alla propria sconfitta.
Al
contrario oggi, assistiamo ad un diffondersi esagerato di regole che
stabiliscono scelte razionali, sia sul piano economico che sul modello di vita
sociale in generale, tanto spinte dal raziocinio, che finiscono sempre col
soffocare qualunque impulso dettato dai pensieri e dalle idee.
Bisogna dare più spazio alle idee proprio perché con
esse si riuscirà a trovare un percorso migliore anche a costo di qualche piccolo
rischio. Il successo di ogni iniziativa
imprenditoriale, politica o sociale,
dipende da una serie di fattori di varia natura. Il fattore più
importante è senza dubbio la validità dell'idea anche se non vanno
sottovalutati altri aspetti, a prima vista secondari, che possono diventare
veri e propri ostacoli.
Dare spazio alle idee di ognuno non significa soltanto far crescere le persone, ma far crescere un intero sistema.
vincenzo Cacopardo
Dare spazio alle idee di ognuno non significa soltanto far crescere le persone, ma far crescere un intero sistema.
vincenzo Cacopardo