La politica è un mezzo…..che nel suo percorso deve accompagnare l’evoluzione di una società. Se la
società tende a crescere o a
modernizzarsi secondo un naturale processo culturale, l’attività
politica deve seguire e condurre questa evoluzione secondo i principi di un
giusto ed equilibrato cammino.
E’ indiscutibile il fatto che in
tutti questi anni, il processo della politica, non sia stato guidato giustamente,
non tanto per gli errori apportati ma, per l’assoluto rifiuto da parte di chi l’ha
esercitata.. che si è lasciato coinvolgere dall'illusione di non dover
operare nelle costanti ed utili ricerche per una sua innovazione: molti, se non
tantissimi, si sono cullati indugiando nella speranza che bastasse
affrontare il tutto in termini di adattamento e nella certezza che, le linee guida
di questa scienza, sarebbero potute crescere indipendentemente da una essenziale ricerca.
Verrebbe quasi spontaneo proporre una metafora con un mezzo di trasporto. Un esempio che, sebbene paradossale, riesce a rendere
l’immagine di ciò che si vuole esprimere: Immaginiamo un’auto che ha finito col
camminare senza un necessario e costante controllo dell’olio, dei freni, delle gomme e di tutto ciò che poteva rendergli sicurezza. Il suo autista si è lasciato trasportare da un mezzo che aveva la necessità di ricambi
utili per poter proseguire la strada in direzione di un giusto traguardo.
Il paragone, sebbene assai
paradossale, esprime il senso di ciò che si vorrebbe manifestare e, cioè, la
perplessità nei confronti di chi ha preteso di guidare quest’auto, pensando di poterla sfruttare astenendosi da un
necessario compito: quello di curare con attenzione il mezzo, quello di
aprire un cofano per ricercare i guasti, di controllare le temperature e gli impianti…..ma ancora di più,… nessun interesse verso il cambiamento
del vecchio motore, ma solo un'apparente modifica della carrozzeria, non del tutto necessario per il cammino verso l'indispensabile traguardo.
Leggendo il post “la
componente pragmatica sulla politica e sul sociale” nella pagina “studio e
analisi” di questo blog, vi è un punto in cui affermo: “Se, come oggi, ci si adatta
lavorando nel proprio campo senza l’apporto di una vera e rivoluzionaria
ricerca, si rimarrà sempre immobili in un sistema dal quale si attinge ma, al
quale, non sarà mai reso un contributo per il giusto efficace
cambiamento. Ciò porta ad un inevitabile stallo dove lo stesso sistema si costringe in un
percorso viziato che tenderà sempre a riparare falle senza innovare mai nulla”.
Al punto in cui siamo,
sembra, che il problema non sia più quello di una mancanza di innovazione ma,
quello più tangibile, della fine di un sistema e di un modo di fare politica..
vincenzo Cacopardo
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