Poche persone sembrano
incuriosite da questo blog…poiché disinteressate a questi argomenti ed, ancora
meno, alla lettura dei post che parlano in senso teorico di idee… Avrei sperato
in un maggior dialogo in proposito!...
La gente non crede più allo studio
delle idee per la politica che possano scaturire attraverso analisi e ricerche… non si
interessa perché sembra ormai subire cinicamente un processo di condizionamento
dovuto al particolare sistema. Per questi cittadini, la risposta è sempre
uguale:…sono sempre loro a dettare le
regole!
Tanti di questi cittadini, contraddittoriamente,
restano incollati al televisore per assistere al teatrino della
politica odierna, una politica ancora di spettacolo che continua perseverando
sull’immagine di personaggi che paiono giocare su chi è il migliore, il più
affidabile, il più furbo, il più onesto…..Sembra che loro sappiano e conoscano tutto
in modo quasi divinatorio, non ponendosi la più semplice e modesta delle
domande: sarà giusto continuare ad
ingannare il Paese non immedesimandosi in una ricerca che possa avere riscontri
più validi con le soluzioni?
Ciò non può per niente confortare
la nostra società: se il cittadino crede
che, astenendosi da una sua immedesimazione nella politica, possa esservi una
naturale rigenerazione del sistema… potrà solo illudersi! L’ importanza della
ricerca in questo campo è essenziale, ma la nostra società restando cinica e non credendo alle idee, né immedesimandosi
su una base teorica, non potrà mai incoraggiare alcuna crescita in tal senso.
La politica irrompe sulla
realtà di tutti giorni modificando la nostra maniera di agire, indirizza e
determina persino il modo di pensare ed una cultura. Il pensiero del singolo è essenziale ma, se
egli rimane spettatore senza alimentare, attraverso il dialogo, una propria
idea, il sistema finirà sempre col coinvolgerlo passivamente, trasportandolo in
un percorso del quale, poi, avrà poco da lamentarsi.
Vincenzo
Cacopardo
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Le "gravità" del Centro
RispondiEliminaAbbiamo già avuto modo di denunciare le scadenti perfomances di un Centro composto da forze politiche caratterizzate da una imbarazzante inettitudine ed inadeguatezza al ruolo che storicamente appartiene loro nella ciclicità storica che attraversa tutti i processi temporali democratici dei Paesi della moderna Europa.
Particolarmente “grave” e destabilizzante è infatti da ritenersi la impropria uniformità di fatto statuitasi tra l'espressione politica “moderata” e centrista - intrinsecamente ascrivibile alla forza elettiva di ispirazione liberal-cristiano-democratica interagente con la costola più “laica” di essa confluita in un PD sempre più eclettico - ed il Professor Monti.
Se da un lato infatti il vecchio e spesso temuto Grande Centro ha colto pienamente l'opportunità contingente di assurgere a supremo arbitro delle controversie “pagane” delle altre forze in campo, ha colpevolmente e parimenti rinunciato – ed è questa una inspiegabile ed illogica contraddizione - a mostrare quell'aspetto primario che costituisce la linfa vitale della politica in ambito democratico-occidentale,che è l'elaborazione di un programma chiaro e caratterizzante, che perentoriamente non consente di sottoscrivere deleghe in bianco a soggetti che, seppur in atto legittimati a governare, non possono tuttavia essere considerati stabilmente immuni, in virtù di una invocata soluzione di continuità incompatibile con la imminente scadenza della legislatura, dal referto delle urne.
Tizio chiede consensi senza vincolo di mandato, per girarli a Caio che certamente “farà il bene del Paese”. Perchè allora chi vuole continuare a ben governare non intende scendere in campo direttamente, incrementando la possibilità di scelta dei molti elettori che stanno al capezzale ormai da tempo di un sistema che non ha fatto nulla per non autodistruggersi, coniugando recidivamente e fatalmente il malaffare alla mancanza di elementi di trasporto e di richiamo del consenso diffuso?
Paolo Speciale