12 dicembre 2012 - 08:44
di Enzo Coniglio -
Essere
cristiani, si fa presto a dirlo. Testimoniare le proprie convinzioni
nel vissuto di ogni giorno, scommetendosi in prima persona all’interno
della dialettica sociale: e qui che il discorso si fa quanto mai
complesso e in alcuni casi angosciante per il credente.
Esagerato? Niente affatto perchè il
Cristianesimo non è una filosofia, una dotta disquisizione tra
intellettuali, ma un modo di pensare, di essere e di agire di cui è
impastato questa nostra vita ricevuta in comodato d’uso e senza
eccessive certezze, anzi con pochissime certezze dogmatiche.
Sarebbe favoloso se potessimo separare
la Parola dal Mondo e vivere come individui senza responsabilità alcuna
verso noi stessi e verso gli altri. Niente da fare. Il Cristianesimo è
una scommessa e una testimonianza che non offre sconti di sorta; è
terribilmente esigente: “Chi ama il padre e la madre più di me, non è
degno di me… Se qualcuno ti dà uno schiaffo , porgi l’altra guancia… Se
mi vuoi seguire, lascia i tuoi beni, dalli ai poveri e seguimi… Ama il
prossimo tuo come te stesso.. E’ più facile che un cammello passi per la
cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei Cieli”… e potremmo
continuare.
Ma fermiamoci qui e tentiamo una
riflessione concreta. Tentiamo di applicare tali riflessioni alle
dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal Cardinale Angelo
Bagnasco, Presidente della Commissione Episcopale Italiana (CEI).
Nell’intervista, il Cardinale afferma
con assoluta certezza che il Presidente Mario Monti sta facendo molto
bene, che la ricetta da egli applicata è ottima e che i cittadini
dovrebbero seguirla per non disperdere i grandi sacrifici compiuti dagli
Italiani. Un messaggio chiaro che non lascia dubbi nel cristiano che
ascolta. Mario Monti appare come l’uomo della Provvidenza che ha salvato
l’Italia dallo sfacelo e che quindi merita l’appoggio necessario nel
suo progetto politico. Una precisa scelta di campo quella del Cardinale
Bagnasco, ispirata dal pensiero cristiano impastato nella vita sociale e
politica italiana attuale.
Nessun dogma, sia chiaro; nessun obbligo
di seguire una tale scelta ma certamente una “moral persuasion”, la
“tentazione” efficace di seguire il parere di una tale autorevole
Pastore che presiede la Conferenza di tutti i Vescovi.
Andando in giro, ascoltando, analizzando
e meditando secondo il suggerimento di Ignazio di Loyola, si constata
però che emergono dei dubbi seri e fondati sulle pur pregevoli
affermazioni del Cardinale Bagnasco.
Ad esempio, sembrerebbe logica ,
addirittura lapalissiana, l’idea di Bagnasco di non disperdere i grandi
sacrifici imposti ai “poveri cristi” degli italiani poco abbienti a tal
punto da registrare oggi che un “cristiano” su quattro è ridotto sulla
soglia della povertà e che una intera generazione di giovani non ha
alcun futuro! Sembrerebbe logica ma non lo è necessariamente. Capita
infatti talvolta, a titolo di esempio, che un medico in buona fede
imponga ad un paziente una cura molto dolorosa e scopra in un secondo
tempo di essersi sbagliato. Cosa dovrà fare in questo caso il paziente?
Continuare la cura sbagliata perchè ha già fatto molti sacrifici? Al
contrario, dovrà liberarsene immediatamente e chiedere eventualmente i
danni al cattivo medico.
Fuori dalla metafora, c’è da chiedere al
Cardinale Bagnasco se possiamo essere proprio sicuri che la ricetta
imposta da Monti e dagli altri “saggi” della Troika sia adeguata per
uscire dalla crisi e se sia “compatibile” nelle premesse e nelle azioni
richieste, con il pensiero cristiano. Non si tratta di domanche
retoriche ma di domande responsabili avendo ben chiare le gravissime
responsabilità che deriverebbero dall’aver eventualmente appoggiato e
suffragato una ricetta inefficace o peggio ancora deleteria per la vita
stessa dei cittadini.
E’ da tener presente che nella
valutazione cristiana degli eventi concorrono due tipi di
considerazioni: una religiosa e un’altra tecnico- fattuale che
presuppone una conoscenza specifica, specializzata del tema oggetto di
discussione; in questo caso, la crisi finanziaria e tutte le variabili
che l’hanno prodotta e i vari pareri e ricette proposte dagli esperti
del settore per superarla. Ci risulta che il Cardinale Bagnasco è un
eccellente Uomo della Chiesa ma non è affatto un economsta e quindi
potrebbe esprimere sul versante tecnico , un giudizio errato in tutta
buona fede. La religione cattolica non gli conferisce sull’argomento
alcuna certezza speciale.
L’esperienza storicizzata relativa alle
decisioni assunte dalla gerarchia in settori non specificatamente
religiosi, ci lascia molto perplessi.Basti ricordare, a puro titolo di
esempio, la condanna di Galileo dovuta appunto alla mancanza di
conoscenze scientifiche sul cosmo da parte degli uomini di chiesa che lo
hanno condannato.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II – di
cui ricorre il 50° anniversario, ha dibattuto tale tematica e ha
concluso che simili errori si possono più facilemente evitare associando
i laici cristiani, esperti nelle singole discipline, alla riflessione
sulle grandi tematiche della nostra società, riconoscendo ad essi un
ruolo specifico e non meno importante di quello del clero.
Se il Cardinale Bagnasco avesse
effettuato una tale ricognizione unitamente ai cristiani laici esperti
in materia, avrebbe rilevato che il motivo che impedisce a molti di loro
di condividere la ricetta di Monti è la convinzione che essa sia
incompatibile con l’essenza stessa del pensiero cristiano.
Per tali esperti, la crisi è dovuta alla
finanziarizzazione dell’economia, alla speculazione della grande
finanza internazionale che impone interessi crescenti sui Paesi
maggiormente bisognosi di aiuto affossandoli definitivamente, come nel
caso della Grecia. Si tratta di autentici tassi usurai che arricchiscono
ogni giorno di più l’1% della popolazione dei super ricchi e fanno
aumentare a dismisura lo squilibrio tra ricchi sempre piùricchi e poveri
sempre più poveri. Con banche che possono permettersi di speculare
falsando il valore del LIBOR rubando legalmente a milioni di
concittadini e con società di rating che possono permettersi di
assegnare dei rate del tutto false e ingannevoli ; oppure di borse
valori che per il 75% sono delle autentiche roulette che non riflettono
affatto la situazione dell’economia reale. Per non parlare dei Paradisi
fiscali dove possono essere tranquillamente lavate, assolte e benedette
immense ricchezze sottratte alla comunità e ottenute con operazioni che
la chiesa cattolica classificherebbe come “gravemente peccaminose”.
La ricetta di assoluto rigore imposta
dal Prof.Monti e della Troika, si inserisce all’interno di questo
modello che a molti cristiani appare poco “scientifico” e per nulla
cristiano. Oltretutto anche recentemente gli esperti del Fondo Monetario
Internazionale e la stessa Presidente del Fondo, Signora Christine
Lagarde, ha riconosciuto che la ricetta del rigore imposta fino ad ora,
si è rivelata del tutto inefficace e ha creato tanto dolore, tante
lacrime e sangue che potevano essere risparmiate.
Ma quello che è più importante è che
questi cristiani credono che la ricetta di Monti si inserisce
all’interno di un pensiero economico che pone il denaro e il mercato
come il primum e la persona umana come uno strumento rovesciando i
valori dettati da Cristo e seguiti dal Cristianesimo. Sarebbe in
opposizione ai princìpi dell’Umanesimo cristiano.
Non si può servire Dio e Mammona.
Chi ha ragione? Il cardinale Angelo
Bagnasco o gli esperti economisti che avanzano tali riserve? Non si
tratta soltanto di una sfida colorita o drammatica tra più persone che
dicono di ispirarsi al pensiero cristiano ma molto di più. E’ una
riflessione dialettica sul Cristianesimo che è libertà, scommessa,
angoscia di scelta, è testimonianza, ricerca costante di una Parola che
con tanta sofferenza si fa carne per vivificare la nostra società, fino
alla morte più crudele su una croce.
Ed è questa Parola che si fa politica
attiva a servizio dei cittadini senza sconti per nessuno, neppure per
singoli uomini della gerarchia, convinti che chi ama il padre, la madre o
il Pastore più di Lui non è degno di Lui.
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