20 ago 2012

Il pensiero del cardinale Bagnasco, la crisi e una scelta cristiana



Mons Angelo Bagnasco

di Enzo Coniglio - 

Essere cristiani, si fa presto a dirlo. Testimoniare le proprie convinzioni nel vissuto di ogni giorno, scommetendosi in prima persona all’interno della dialettica sociale: e qui che il discorso si fa quanto mai complesso e in alcuni casi angosciante per il credente.

Esagerato? Niente affatto perchè il Cristianesimo non è una filosofia, una dotta disquisizione tra intellettuali, ma un modo di pensare, di essere e di agire di cui è impastato questa nostra vita ricevuta in comodato d’uso e senza eccessive certezze, anzi con pochissime certezze dogmatiche.

Sarebbe favoloso se potessimo separare la Parola dal Mondo e vivere come individui senza responsabilità alcuna verso noi stessi e verso gli altri. Niente da fare. Il Cristianesimo è una scommessa e una testimonianza che non offre sconti di sorta; è terribilmente esigente: “Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me… Se qualcuno ti dà uno schiaffo , porgi l’altra guancia… Se mi vuoi seguire, lascia i tuoi beni, dalli ai poveri e seguimi… Ama il prossimo tuo come te stesso.. E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei Cieli”… e potremmo continuare.

Ma fermiamoci qui e tentiamo una riflessione concreta. Tentiamo di applicare tali riflessioni alle dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Commissione Episcopale Italiana (CEI).

Nell’intervista, il Cardinale afferma con assoluta certezza che il Presidente Mario Monti sta facendo molto bene, che la ricetta da egli applicata è ottima e che i cittadini dovrebbero seguirla per non disperdere i grandi sacrifici compiuti dagli Italiani. Un messaggio chiaro che non lascia dubbi nel cristiano che ascolta. Mario Monti appare come l’uomo della Provvidenza che ha salvato l’Italia dallo sfacelo e che quindi merita l’appoggio necessario nel suo progetto politico. Una precisa scelta di campo quella del Cardinale Bagnasco, ispirata dal pensiero cristiano impastato nella vita sociale e politica italiana attuale.

Nessun dogma, sia chiaro; nessun obbligo di seguire una tale scelta ma certamente una “moral persuasion”, la “tentazione” efficace di seguire il parere di una tale autorevole Pastore che presiede la Conferenza di tutti i Vescovi.

Andando in giro, ascoltando, analizzando e meditando secondo il suggerimento di Ignazio di Loyola, si constata però che emergono dei dubbi seri e fondati sulle pur pregevoli affermazioni del Cardinale Bagnasco.

Ad esempio, sembrerebbe logica , addirittura lapalissiana, l’idea di Bagnasco di non disperdere i grandi sacrifici imposti ai “poveri cristi” degli italiani poco abbienti a tal punto da registrare oggi che un “cristiano” su quattro è ridotto sulla soglia della povertà e che una intera generazione di giovani non ha alcun futuro! Sembrerebbe logica ma non lo è necessariamente. Capita infatti talvolta, a titolo di esempio, che un medico in buona fede imponga ad un paziente una cura molto dolorosa e scopra in un secondo tempo di essersi sbagliato. Cosa dovrà fare in questo caso il paziente? Continuare la cura sbagliata perchè ha già fatto molti sacrifici? Al contrario, dovrà liberarsene immediatamente e chiedere eventualmente i danni al cattivo medico.

Fuori dalla metafora, c’è da chiedere al Cardinale Bagnasco se possiamo essere proprio sicuri che la ricetta imposta da Monti e dagli altri “saggi” della Troika sia adeguata per uscire dalla crisi e se sia “compatibile” nelle premesse e nelle azioni richieste, con il pensiero cristiano. Non si tratta di domanche retoriche ma di domande responsabili avendo ben chiare le gravissime responsabilità che deriverebbero dall’aver eventualmente appoggiato e suffragato una ricetta inefficace o peggio ancora deleteria per la vita stessa dei cittadini.

E’ da tener presente che nella valutazione cristiana degli eventi concorrono due tipi di considerazioni: una religiosa e un’altra tecnico- fattuale che presuppone una conoscenza specifica, specializzata del tema oggetto di discussione; in questo caso, la crisi finanziaria e tutte le variabili che l’hanno prodotta e i vari pareri e ricette proposte dagli esperti del settore per superarla. Ci risulta che il Cardinale Bagnasco è un eccellente Uomo della Chiesa ma non è affatto un economsta e quindi potrebbe esprimere sul versante tecnico , un giudizio errato in tutta buona fede. La religione cattolica non gli conferisce sull’argomento alcuna certezza speciale.

L’esperienza storicizzata relativa alle decisioni assunte dalla gerarchia in settori non specificatamente religiosi, ci lascia molto perplessi.Basti ricordare, a puro titolo di esempio, la condanna di Galileo dovuta appunto alla mancanza di conoscenze scientifiche sul cosmo da parte degli uomini di chiesa che lo hanno condannato.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II – di cui ricorre il 50° anniversario, ha dibattuto tale tematica e ha concluso che simili errori si possono più facilemente evitare associando i laici cristiani, esperti nelle singole discipline, alla riflessione sulle grandi tematiche della nostra società, riconoscendo ad essi un ruolo specifico e non meno importante di quello del clero.

Se il Cardinale Bagnasco avesse effettuato una tale ricognizione unitamente ai cristiani laici esperti in materia, avrebbe rilevato che il motivo che impedisce a molti di loro di condividere la ricetta di Monti è la convinzione che essa sia incompatibile con l’essenza stessa del pensiero cristiano.

Per tali esperti, la crisi è dovuta alla finanziarizzazione dell’economia, alla speculazione della grande finanza internazionale che impone interessi crescenti sui Paesi maggiormente bisognosi di aiuto affossandoli definitivamente, come nel caso della Grecia. Si tratta di autentici tassi usurai che arricchiscono ogni giorno di più l’1% della popolazione dei super ricchi e fanno aumentare a dismisura lo squilibrio tra ricchi sempre piùricchi e poveri sempre più poveri. Con banche che possono permettersi di speculare falsando il valore del LIBOR rubando legalmente a milioni di concittadini e con società di rating che possono permettersi di assegnare dei rate del tutto false e ingannevoli ; oppure di borse valori che per il 75% sono delle autentiche roulette che non riflettono affatto la situazione dell’economia reale. Per non parlare dei Paradisi fiscali dove possono essere tranquillamente lavate, assolte e benedette immense ricchezze sottratte alla comunità e ottenute con operazioni che la chiesa cattolica classificherebbe come “gravemente peccaminose”.

La ricetta di assoluto rigore imposta dal Prof.Monti e della Troika, si inserisce all’interno di questo modello che a molti cristiani appare poco “scientifico” e per nulla cristiano. Oltretutto anche recentemente gli esperti del Fondo Monetario Internazionale e la stessa Presidente del Fondo, Signora Christine Lagarde, ha riconosciuto che la ricetta del rigore imposta fino ad ora, si è rivelata del tutto inefficace e ha creato tanto dolore, tante lacrime e sangue che potevano essere risparmiate.

Ma quello che è più importante è che questi cristiani credono che la ricetta di Monti si inserisce all’interno di un pensiero economico che pone il denaro e il mercato come il primum e la persona umana come uno strumento rovesciando i valori dettati da Cristo e seguiti dal Cristianesimo. Sarebbe in opposizione ai princìpi dell’Umanesimo cristiano.

Non si può servire Dio e Mammona.

Chi ha ragione? Il cardinale Angelo Bagnasco o gli esperti economisti che avanzano tali riserve? Non si tratta soltanto di una sfida colorita o drammatica tra più persone che dicono di ispirarsi al pensiero cristiano ma molto di più. E’ una riflessione dialettica sul Cristianesimo che è libertà, scommessa, angoscia di scelta, è testimonianza, ricerca costante di una Parola che con tanta sofferenza si fa carne per vivificare la nostra società, fino alla morte più crudele su una croce.

Ed è questa Parola che si fa politica attiva a servizio dei cittadini senza sconti per nessuno, neppure per singoli uomini della gerarchia, convinti che chi ama il padre, la madre o il Pastore più di Lui non è degno di Lui.

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