12 giu 2013

Un commento sull'editoriale di Antonio Polito



Dall’editoriale del Corriere della sera del 12/6 “L'altra Italia che non vota” 
Antonio Polito scrive:
“Nel trionfo di Ignazio Marino ci sono dodicimila voti in meno di quanti ne ottenne Francesco Rutelli nel tonfo del 2008. I vincitori di questa tornata amministrativa faranno bene a tenerlo sempre a mente: i consensi ottenuti domenica e lunedì sono pochi. Non sarebbero bastati per vincere un anno fa e potrebbero non bastare tra un anno. L'improvvisa impennata dell'astensione meriterebbe anzi qualche riflessione un po' meno rozza di quelle che circolano. C'è chi l'attribuisce alla crisi economica, ma altrove l'apatia elettorale è cresciuta piuttosto in periodi di prosperità, quando cioè le cose andavano troppo bene per cambiare (Blair e Clinton ne approfittarono), e si è ridotta in tempi difficili (vedi Obama). Dire che è segno di sfiducia nella democrazia rappresentativa è d'altronde un truismo, se non si spiega perché”.

L’impennata di assenteismo, giustamente evidenziata dall’esperto giornalista, risulta preoccupante, ma anche abbastanza scontata.. poiché al momento attuale il cittadino soffre di più nel formulare un consenso in un sistema che sembra non funzionare più. Inoltre.. le precarie sorti economiche delle amministrazioni comunali, non riescono nemmeno a stimolare una scelta sicura su una figura in grado di portare in porto un qualsiasi programma. Pur tuttavia, sembra fin troppo scontata un’alternanza.. soprattutto in una logica di sistema che…a parer mio.. appare poco funzionale e che..dovrebbe anche far riflettere sull’aumento delle astensioni stigmatizzata dal giornalista: - Il cittadino si astiene poiché è stanco di esser parte passiva di questo sistema di elezioni!

Il giornalista chiude poi l’articolo con queste parole:
“governando con pazienza e stabilità, producendo risultati e cambiamenti reali, il Pd può trasformare questo effimero successo (una non sconfitta, per dirla alla Bersani) in un radicamento elettorale finalmente più ampio. Le vie della vocazione maggioritaria sono infinite, ma il governo Letta al momento è la migliore di cui il Pd disponga”.


A prescindere dall’attenta analisi proposta nell’intero articolo, io credo che non vi possa più essere spazio per simili grandi Partiti, senza procedere in via prioritaria verso un loro rinnovamento. Se sembra scontato che il PD, nel territorio, risulta.. da sempre.. il più presente,.. è anche vero che nelle elezioni politiche..ha continuamente rischiato. Un partito che paga il conto di una vera mancanza di innovazione e che non avrebbe mai dovuto aderire con ostinazione agli inutili scontri sulle contrapposizioni. Come afferma giustamente…anche se un pò sarcasticamente.. Polito “il governo Letta al momento è la migliore via di cui il Pd dispone”
Vincenzo Cacopardo

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