Come si può ben comprendere,
oggi, il bisogno di cambiamento è legato al tempo…ad un momento storico che
quasi lo esige e lo pretende. I grandi dotti della politica sembrano attaccati
ad un barroccio dal quale non vogliono o.. non sanno.. più staccarsi. Questo
carro è quello di un sistema politico viziato all’interno di una spirale nella
quale sembra essersi racchiuso. C’è persino chi pensa che qualcuno soffi sul
fuoco al fine di aumentare la fiamma del disagio sociale..forse perché siamo in
troppi nel pianeta o.. per motivi ed interessi dei quali non è dato sapere.
Per ciò che riguarda il
nostro Paese, la speranza della ricerca attraverso una nuova forma mentis,
sembra ogni giorno allontanarsi..Nessun politico al di fuori di Grillo (di
sicuro utile per scuotere dal passato..ma altrettanto pericoloso per l’incapacità di una
ricostruzione saggia e ponderata) si identifica pienamente nel disagio del contesto
sociale, alzando lo sguardo in direzione di una definitiva rottura con le vecchie logiche del sistema.
Come uscirne allora? Quali potrebbero
essere le strade più adatte al fine di non venire risucchiati da un cinismo o
da un pericoloso processo di autoritarismo? Qualcuno come me… sostiene che
occorrerebbe immedesimarsi e lavorare per un modo più funzionale di vedere la
politica (anziché ostentare populistiche propagande)…ponendo lo sguardo in
lungimiranza nel contesto della modernizzazione di una società in cui la
tecnologia pare avanzare a dismisura, ma salvaguardando il principio democratico ed i fondamentali valori connessi.
La nostra Nazione…sebbene in ritardo ..ha dato inizio ad
un’azione di rinnovamento istituzionale attraverso un primo studio condotto da poche
decine di saggi. Questa necessità è stata voluta dal precedente governo..ma, in
realtà è sempre rimasta costretta dalle diverse posizioni dei Partiti uniti nel
coacervo di una governabilità che si è voluta per la sicurezza
del Paese. In molti pensano che, a prescindere dal chiaro compromesso che
lega le diverse posizioni, si possa egualmente procedere ad una nuova riforma
elettorale tenendo separata la ricerca delle nuove riforme costituzionali.
La domanda che mi pongo è..
però.. quella di non comprendere come si possa dare corpo ad una nuova legge
elettorale se non si individua attentamente una generale logica funzionale del
sistema che coinvolga pienamente ed in modo democratico la partecipazione del cittadino. Il
che dovrebbe dare più spinta ad una naturale regolamentazione degli stessi
Partiti: - Creare una legge elettorale per poi lasciare liberi e senza alcun
vincolo i Partiti nella loro partecipazione ai bisogni dei cittadini, sembra
una simulata e generica soluzione..Non sarà nè una preferenza...nè un premio di maggioranza a risolvere tale problema, poichè ogni governabilità costruita in tal modo, sarà sempre destinata a soccombere sotto le ferree logiche di una democrazia.
Non sarebbe, quindi,
necessario dare prima corpo ad una efficace regolamentazione dei Partiti
affinchè possano presentarsi come una solida interposizione per i bisogni reali
della società? Non sarebbe più logico far partire dal basso tali procedure di
rinnovamento?
vincenzo Cacopardo
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