1 lug 2013

Un commento all'editoriale DI ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA sul corriere della sera

Nel suo editoriale “La bulimia del candidato” Ernesto Galli della Loggia apre l’articolo  scrivendo: “Sei mesi fa l'Italia era completamente innamorata di Matteo Renzi: con lui il Pd avrebbe di sicuro vinto le elezioni alla grande. Ma pure oggi, e anche domani, egli rappresenterebbe un candidato di certo fortissimo in qualunque nuova elezione. Le cause della popolarità del sindaco di Firenze sono notissime. All'Italia vecchia e immobile del sempre eguale, all'Italia dell'insipida chiacchiera politica per addetti ai lavori, dell'arabesco concettuale avvitato su se stesso, egli contrappone con la sua figura un Paese giovane, voglioso di muoversi e di mettere nuovamente alla prova le proprie energie, di tentare vie nuove. Che parla senza usare mezze parole. Certo: egli è anche uno portato ad andare a volte oltre il segno, a mostrare un po' troppa disinvoltura e ambizione, a strafare e magari anche un po' a straparlare. Ma al quale tutto si può perdonare grazie a quanto di positivo e di nuovo rappresenta. Perché alla fine, per la maggioranza degli italiani Renzi è questo: la promessa di un cambio di passo, di una rottura, di una reale diversità; una ventata di aria fresca. Per un Paese in crisi non è davvero poco.”

Più avanti sottolinea che: Pur nell'ipotesi che riuscisse a fare il segretario e si andasse entro breve tempo - diciamo un anno - alle elezioni, Renzi, tra l'altro, si troverebbe davanti a un'alternativa comunque scomodissima: o fare la campagna elettorale alla testa di un partito ancora pieno di Rosy Bindi, di Finocchiaro, di Cuperlo e compagnia bella, e magari con un D'Alema passato inopinatamente dal ruolo di Grande Rottamato a quello di Lord Protettore, dunque un partito che sarebbe la smentita vivente di ciò che invece è il suo segretario.”
Queste valutazioni espresse con chiarezza, non fanno che avvalorare alcune tesi circa il carattere e le ambizioni del giovane politico a cui, in tanti.. nel nostro Paese, si affiderebbero. Un carattere che sembrerebbe mostrare la natura di un personaggio più divo e arrivista che predisposto con passione alla costruzione di una politica davvero innovativa. In tanti potrebbero nutrire seri dubbi, non certo sulla preparazione del politico, ma sull’ambizioso carattere e sul metodo con cui Matteo Renzi affronta il tema della politica odierna e cioè...non traducendo questa brama nei fatti…non staccandosi definitivamente da un vecchio Partito e rendendosi più autonomo attraverso un preciso progetto politico anteposto al disegno, sicuramente più temerario, di voler governare…
L’errore che potrebbe commettere è sempre il medesimo: quello di essere convinto di poter procedere verso una governabilità senza l’edificazione delle basi necessarie per fornire vera forza ad un esecutivo.  
Senza quelle condizioni di rottura e di novità che, come afferma Galli Della Loggia, “di fronte al deserto e al vecchiume della Destra, egli ha saputo rappresentare e in cui il Paese non vuole cessare di sperare”.
vincenzo Cacopardo


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