Nel suo editoriale “La bulimia del candidato” Ernesto
Galli della Loggia apre l’articolo
scrivendo: “Sei mesi fa l'Italia era completamente innamorata di Matteo Renzi: con lui
il Pd avrebbe di sicuro vinto le elezioni alla grande. Ma pure oggi, e anche domani,
egli rappresenterebbe un candidato di certo fortissimo in qualunque nuova
elezione. Le cause della popolarità del sindaco di Firenze sono notissime.
All'Italia vecchia e immobile del sempre eguale, all'Italia dell'insipida
chiacchiera politica per addetti ai lavori, dell'arabesco concettuale avvitato
su se stesso, egli contrappone con la sua figura un Paese giovane, voglioso di
muoversi e di mettere nuovamente alla prova le proprie energie, di tentare vie
nuove. Che parla senza usare mezze parole. Certo: egli è anche uno portato ad andare a volte oltre il
segno, a mostrare un po' troppa disinvoltura e ambizione, a strafare e magari
anche un po' a straparlare. Ma al quale tutto si può perdonare grazie a quanto
di positivo e di nuovo rappresenta. Perché alla fine, per la maggioranza degli
italiani Renzi è questo: la promessa di un cambio di passo, di una rottura, di
una reale diversità; una ventata di aria fresca. Per un Paese in crisi non è
davvero poco.”
Più avanti sottolinea che: “Pur nell'ipotesi che riuscisse a fare il
segretario e si andasse entro breve tempo - diciamo un anno - alle elezioni,
Renzi, tra l'altro, si troverebbe davanti a un'alternativa comunque
scomodissima: o fare la campagna elettorale alla testa di un partito ancora
pieno di Rosy Bindi, di Finocchiaro, di Cuperlo e compagnia bella, e magari con
un D'Alema passato inopinatamente dal ruolo di Grande Rottamato a quello di
Lord Protettore, dunque un partito che sarebbe la smentita vivente di ciò che
invece è il suo segretario.”
Queste valutazioni espresse con chiarezza, non fanno che avvalorare alcune
tesi circa il carattere e le ambizioni del giovane politico a cui, in tanti.. nel
nostro Paese, si affiderebbero. Un carattere che sembrerebbe mostrare la natura di un
personaggio più divo e arrivista che predisposto con passione alla costruzione
di una politica davvero innovativa. In tanti potrebbero nutrire seri dubbi, non
certo sulla preparazione del politico, ma sull’ambizioso carattere e sul metodo
con cui Matteo Renzi affronta il tema della politica odierna e cioè...non traducendo questa brama nei fatti…non staccandosi definitivamente da un vecchio
Partito e rendendosi più autonomo attraverso un preciso progetto politico
anteposto al disegno, sicuramente più temerario, di voler governare…
L’errore che potrebbe commettere è sempre il medesimo: quello di essere
convinto di poter procedere verso una governabilità senza l’edificazione delle
basi necessarie per fornire vera forza ad un esecutivo.
Senza quelle condizioni di rottura e di novità che, come afferma Galli
Della Loggia, “di fronte al
deserto e al vecchiume della Destra, egli ha saputo rappresentare e in cui il
Paese non vuole cessare di sperare”.
vincenzo Cacopardo
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