14 ott 2014

due parole su conflitto, ruoli e poteri..

ANALISI DEL FUNZIONAMENTO DELL'AZIONE POLITICA
di vincenzo cacopardo

La sensazione che si continua ad avere è quella di pretendere un buon funzionamento della politica senza prestare attenzione all'uso dei metodi con i quali si continua a procedere: Pensare di poter far camminare la politica, attraverso nuove riforme, in modo costruttivo...con il sistema attuale e con l'evidente compromesso tra il potere parlamentare e quello governativo, rimane solo un miraggio...

Avremo sempre di che lamentarci!
L' indiscutibile andamento positivo attraverso una mirata separazione dei ruoli al fine di rendere maggiore qualità..sembra ormai essere l'unica strada sulla quale immedesimarsi per il futuro... Quello che oggi manca è una reale qualità della politica...qualità che può portare di conseguenza una maggiore efficienza dei percorsi oggi ostacolati dai continui compromessi. 

La separazione dei ruoli... potrebbe far funzionare meglio l'andamento politico istituzionale proprio perchè verrebbero a limitarsi i conseguenti compromessi tra le forze politiche che vedono...da un lato.. continue deleterie correità per la costruzione delle normative e...dall'altro.. relativi insistenti ricatti verso l'attività governativa.
D'altronde è anche chiaro che...chi deve amministrare una città metropolitana ha un ruolo preciso che si esplica prevalentemente sulla capacità di far funzionare i servizi per il cittadino e di salvaguardare i confini della propria città. Differentemente da chi si deve proporre per ricercare soluzioni prettamente politiche per difendere valori e funzionamento in ordine istituzionale dell'intero Paese. 

La ristretta visione dettata da un Premier proveniente da un ruolo di sindaco e che ha preteso di riformare la politica di una intera Nazione attraverso una riforma costituzionale come fosse quella di una città, mette in evidenza tutti i limiti ed è la prova provata di questa importante differenza che può attribuirsi ai ruoli! 

-Se, dunque, si desidera più qualità...e meno becero determinismo fomentato da un sistema che oggi vede i due ruoli uniti in un'unico obiettivo diretto esclusivamente dai Partiti e se si vuole rendere più sicuro e costruttivo un principio democratico, sarebbe il caso di valutare attentamente la possibilità di dividere i ruoli attraverso due compiti..e con due conseguenti tipologie di elezioni: l'una diretta solo per la ricerca dei programmi suggeriti dai Partiti (opportunamente ridisciplinati)..e l'altra, separatamente, verso figure atte ad amministrare e valutate per capacità, moralità, esperienza e proprio curriculum. Due tipi di valutazioni per due compiti diversi.. che potrebbero consentire da un lato ciò che per logica dovrebbe costruirsi attraverso l"'induzione" di un programma votato dai cittadini con l'aiuto dei Partiti e...dall'altro il riconoscimento di personalità capaci di saperlo mettere in atto in modo "deduttivo":- l'uno separato nettamente dall'altro, ma in evidente e costante sintonia.

Queste, forse, potrebbero essere le vere positive e moderne antitetiche funzioni per una politica più attiva: Chi amministra non dovrebbe intervenire nella funzione ed il lavoro dei Partiti e nella esecuzione dei programmi...così come chi studia e ricerca il programma con l'aiuto ed i suggerimenti dei cittadini..non dovrebbe inserirsi in alcun modo in un ruolo amministrativo. I risultati delle votazioni offriranno maggioranza ad un consenso su un programma da dover seguire.... mentre i risultati della elezione delle personalità proposte per amministrare.. daranno un esito sulle figure migliori che elette..avranno il compito di metterlo in atto, ma non potranno avere alcun peso sul merito programmatico (onde evitarne i conflitti)..tranne che per motivi esclusivi inerenti il metodo.

La rozza demolizione del bicameralismo paritario che si è pretesa di portare avanti... a prescindere da una analisi più appropriata ed una ricerca più efficace, ha teso ad eliminare tale possibilità di veduta, poiché ha posto un indirizzo diverso (molto discutibile) per le Camere... soprattutto nel metodo oltre che nel merito.:La differenza dei ruoli andava ancor prima valutata con maggiore attenzione, in considerazione che la politica oggi necessita maggiormente di un reale funzionamento, ancor più che di un ridimensionamento delle sue spese. 

La soluzione dettata dal Governo Renzi, attraverso un referendum, sembrava aver preso la più facile direzione di un'unica strada: quella semplificativa di un alquanto limitato risparmio, ma non certamente quella di un funzionamento oggi più che necessario e sicuramente primario rispetto ad ogni possibile economia: Un risparmio, tra l'altro, che si sarebbe potuto ottenere prevedendo di dimezzare indennità e numero dei deputati e senatori, senza dare un generico taglio che esclude definitivamente il ruolo più utile al Senato della Repubblica...Un solco seguito dal M5s con la proposta sul taglio dei parlamentari che non può aiutare il percorso di una politica utile e fattiva.
Si è agito in modo grossolano(oltre che di evidente interesse), quando vi era l'occasione di muoversi in questo delicato terreno con maggiore sensibilità politica al fine di rendere utilità, prestigio e qualità all'azione istituzionale.

Il fatto in sè, per altro grave, avrebbe poi portato conseguenze... ma denota sicuramente quanto un certo determinismo, figlio della storia del nostro Paese, può solo arrecare risultati effimeri e naturali pesanti reazioni... Fors'anche alcuni risultati si sarebbero manifestati nell'immediato, successivamente avrebbero dimostrato poca utilità nel futuro... arrecando conseguenze negative che non avrebbero portato mai la politica in direzione di una vera qualità..massacrando un primario principio di democrazia

In realtà questa unione intrinseca dei due poteri non può che continuare a favorire una certa mentalità... tendendo a sostenere la formazione di un controproducente interesse che tanto comodo sembra fare ai tanti che occupano le poltrone: Chi studia e vota le leggi( schierato in un Partito) esercitando un potere esecutivo, rimane in evidente conflitto..il suo lavoro politico rappresenta una delle più sostanziali e controproducenti anomalie della politica odierna.

Quando si affronta un tema in proposito a possibili ed innovative RIFORME, intendendo rivoluzionare in termini più funzionali l'iter di un sistema ormai vecchio ed obsoleto della politica dei poteri, cercando di suddividerli in modo costruttivo e meno compromettente, ci si batte contro il muro di gomma dei tanti soloni saccenti, furbi legislatori... ben forniti di paraocchi: Per loro non può esistere alcuna alternativa!...dappertutto è così!..impensabile dividere questi due poteri! Nessuno di costoro è in grado di vedere in LUNGIMIRANZA, nessuno riesce a leggere in prospettiva, nessuno guarda al futuro...nessuno si approccia ad una seria RICERCA... in molti guardano solo ad un preciso interesse o seguono pedissequamente come pecore l'unica strada. 

Eppure il futuro della politica deve poter ricercare in questa nuova direzione!


Non suddividendo in modo più corretto il potere legislativo da quello esecutivo e continuando a sostenerli insieme in un'opera di edificazione comune della politica, non si fa altro che continuare a costruire CONFLITTI e COMPROMESSI che non potranno mai favorire ogni altro lavoro positivo di riforme. Ogni nuova riforma rimane legata da questo principio che ne smorza in buona parte l'efficienza..crea continue e ripetute ANOMALIE.. non lasciando mai spazi a visioni più logiche che potrebbero porre fine ad un certo malcostume. Un sistema nuovo di separazione dei ruoli non riuscirebbe forse a frenare, ma sicuramente a limitare, le contestate procedure che legano ogni parlamentare alla costruzione di scambi e favoritismi da restituire a coloro che potrebbero averne agevolato la candidatura.

Con una riforma il tal senso sarebbe impensabile relegare la Camera legislativa ad un ruolo di pura ratificazione ( come è oggi) subordinata al potere dell’esecutivo, ma si potrà  renderla più attiva dinamica e libera in termini di bisogni, idee e indirizzi. Si potrà auspicare una politica di base in Parlamento con un potere più diffuso e meno condizionato ma, sicuramente più sinergico.
Inoltre la possibilità di riuscire ad individuare un nuovo sistema funzionale che possa dividere l’esercizio dei due poteri in modo più equilibrato potrebbe assecondarne il riconoscimento anche da parte dell’ordine giudiziario:- Infatti.. se coloro che  legifereranno  saranno identificati in un ruolo ed una carriera non legata a doppio filo con chi opererà in ruolo esecutivo, sarà molto più difficile determinare compromessi e malcostume e la politica potrà, forse, rendere alla stessa “magistratura” la rinnovata immagine di una classe attenta a lavorare il modo meno pregiudicato.

Chiudere una strada amministrativa al politico parlamentare potrebbe allargare notevolmente le sue qualità rendendo le stesse funzioni legislative più utili.


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