(Tratto
da “studio e analisi” argomento : la democrazia)
Nel
passato concetto Aristotelico, la nostra forma odierna di governo, più che ad
una compiuta democrazia, potrebbe accostarsi a quella di un’oligarchia (governo
di un'elitè ) sebbene essa resti mascherata da false sembianze democratiche
che, seppur ingegnose, non rendono di certo utilità al funzionamento del
sistema.
Il
significato della parola “democrazia” dovrebbe includere in sè un logico
percorso di costruzione …tuttavia la vera difficoltà odierna sembra essere la
giusta metodologia per far sì che tale processo possa essere costruito col
presupposto di sortire un utile successo.
Quando si guarda al nostro sistema di democrazia, sarebbe
opportuno fissare l’attenzione sul momento di passaggio che questo sistema
muove in direzione di una governabilità indiretta che, per ovvie ragioni, non
potrebbe essere diretta dal popolo. Un passaggio che, in teoria, dovrebbe
vedere nelle elezioni, il vero funzionamento di costruzione di un impianto in
favore dei cittadini e che, al contrario, finisce col non tener conto del loro
pensiero.
Un altro essenziale problema, spesso sottovaluto,
è proprio il ruolo che assumono alcuni personaggi inseriti nel meccanismo di
costruzione delle regole che, di per sé, dovrebbe proporsi come un sistema alla
base del concetto di “governo del popolo”
Occorre forse percepire che, in un percorso di vera
democrazia, non si possono ammettere precise personalità che dettano un
programma (seppur
assai generico) e che, nel contempo, assumano il particolare ruolo di
esecutori. Questo pensiero vorrebbe
specificare l’importanza che, in una vera concezione di democrazia, dovrebbe
esservi nella costruzione positiva di quel “governo del popolo” che non potrà
mai sposare un contrastante sistema formato da particolari “elites” che dettano
le regole del gioco e nel contempo le eseguano.
Il concetto di premier ideatore ed esecutore del programma non
potrebbe mai conciliarsi con la elaborazione di una vera democrazia che si
vorrebbe a sovranità popolare.
Dovrebbero,
in realtà essere i cittadini a dover guidare il programma dettandolo verso
l’alto, assumendo così un vero ruolo di governabilità suggerito dal pensiero dei
tanti…seppur assimilato e proposto dai Partiti.
Sembrerebbe
più logico e meno compromettente poter orientare il programma attraverso una
guida dei cittadini che scambiandosi con i Partiti ed i candidati proposti,
possano fornire le idee necessarie per rendere più coerenza ad una
governabilità popolare:-Un percorso di
governabilità democratica che dovrebbe seguire nel merito le indicazioni del
programma voluto dai cittadini e che tenderà a ridiscendere verso la base
popolare con più metodo e meno compromessi.
Salvare la nostra democrazia
significa fornirgli un supporto valido sul quale sostenersi con forza.
Ad ogni "programma" deve attribuirsi un
carattere chiaro ed un fine specifico, ma l’assunzione congiunta di
ambedue le funzioni (legislativa ed esecutiva) da chi assume un ruolo politico,
fa sì che possano facilmente distorcersi le primarie caratteristiche
progettuali.
In
quest’ottica i Partiti non dovrebbero approcciarsi ad alcuna funzione
amministrativa di governo, ma solo immedesimarsi nella ricerca dei progetti
scambiandosi con i cittadini. Potranno, così, contribuire a consolidare la base
di una vera democrazia.
vincenzo Cacopardo
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