NEBBIA PADANA di Domenico Cacopardo
Le mosse di Bersani delineano un itinerario
ripetitivo di vecchi riti. La consultazione delle parti sociali, di
recente immolata all’idea vincente di una democrazia competitiva,
dimostra come niente di nuovo agiti la mente dello stagionato burocrate
emiliano, capace di officiare il rito, non di innovarlo.
Ma non bisogna lasciarsi fuorviare dalle prime impressioni.
Dietro lo sciocchezzaio elettorale, le infelici battute, c’è un uomo di
ferro, forgiato in anni di governo regionale, conoscitore dei meccanismi
istituzionali, fisiologici e non, con una sola idea-guida: il potere chi
lo ha, lo esercita.
Perciò, la tenacia nel pretendere l’incarico ha la sua ragione:
prendere in mano il mazzo di carte. Ora che lo ha, ne farà un uso
spietato. Ci saranno varie crisi di coscienza nelle case berlusconiane e in quella grillina.
Aspettare per vedere. Sapendo però che il prezzo della
partita sarà pagato dall’Italia: Cipro non è tanto lontana da non farci
capire cosa aspettarci.
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