"BISOGNEREBBE IMMEDESIMARSI CON ATTENZIONE AL PERCORSO CHE LA POLITICA HA AVUTO IN QUEST'ULTIMO VENTENNIO"
La nascita di Forza Italia
Quando nel 94...Silvio Berlusconi con Forza Italia fece la sua
apparizione nel mondo della politica, nel nostro Paese…tutto sembrava dovesse
cambiare!
Si stava spazzando via la prima Repubblica ed in Parlamento
nuovi personaggi prendevano il posto di altri che si ritrovavano per lo più
inquisiti o sotto processo. Si aveva la strana impressione che tutti volessero
dimenticare un certo passato..poichè attratti da un nuovo insperato futuro
politico.
Ma l’illusione durò assai poco!...Forza Italia apparve presto
non esattamente preparata, dando più l’impressione di un partito-azienda, con
gran parte dei personaggi improvvisati e presi dalle imprese editoriali dello
stesso Cavaliere. In partenza vi era stata impressa una forte immagine ma, col
tempo… una palese carenza di idee e la mancata esperienza nella materia
politica… contribuirono a frenare l’ascesa di questa organizzazione.
Si era voluto sperare in un nuovo Partito in contrapposizione
ad una sinistra trovatasi più forte e molti vi avevano creduto, come altri
avevano creduto alle elezioni attraverso il maggioritario ed un nuovo sistema
di governabilità bipolare capace di togliere di mezzo le vecchie forze del
centro. ..Nessuno però…aveva seriamente pensato quanto avrebbe inciso nel
quadro politico..la mancanza repentina delle forze moderate che per decenni
avevano amministrato il Paese.
Così…con la nuova immagine del partito di Forza Italia, la
coalizione di destra riuscì ad arrestare l’avanzata delle forze di sinistra,
vincendo le elezioni ed occupando un potere che.. ben presto, fu costretta a
cedere: Quella difficile alleanza con la Lega Nord, malgrado gli sforzi del
Cavaliere, riuscì a reggere ben poco.
Dopo la difficile fase di un governo tecnico guidato da Dini,
appoggiato dalla Lega e dalla sinistra, nel 96..si ritorna a votare. Un nuovo
polo sotto la sponsorizzazione delle foglie di un ulivo, riuscì a riunire una
frastagliata sinistra..vincendo le elezioni ma, dovette vivere con forti
contraddizioni la sua lunga fase governativa, sforzandosi non poco..
nell’adattare una certa ideologia ad un sistema sempre più competitivo: Per
certi versi non sufficientemente preparata a governare, essa sembrava più
diretta a costruire accordi con un’opposizione per un maggior quieto vivere e
per realizzare il sogno di un più efficace ingresso in Europa.
Col tempo..il debole patto di desistenza sostenuto con il
partito di Rifondazione.. naufragò, spingendo il governo Prodi verso la
definitiva caduta. Quel ricercato cambiamento che si era auspicato nel 94 per
una migliore immagine di una nuova Repubblica, sembrava non aver ottenuto alcun
risultato positivo: molti partiti….difficili alleanze…azioni politiche
costrette.
Il trasformismo
All’inizio del 98, i cittadini più attenti all’evoluzione
politica del momento, avevano potuto prendere atto del crescente apparire di
piccoli movimenti moderati che, non riconoscendosi in un’estrema logica bipolare,
si erano ritrovati uniti nella ricerca di una politica più dinamica e meno
costretta. Erano movimenti rimasti per lo più fluidi, liberi e politicamente flessibili..ma
che rincorrevano l’idea di divenire un’unica forza moderata per la costruzione
di un nuovo centro. Ciò risultava di forte reazione ad un bipolarismo ed alla
sua indiscutibile azione restrittiva; era quindi necessario ..per queste nuove
forze…la creazione di un polo che accorpasse pensieri e principi di chi vi si
sentiva riconosciuto.
Il nuovo movimento virtuale UDR, sponsorizzato da Cossiga,
era venuto fuori da le esigenze sopra menzionate ed aveva assunto una posizione
di decisa rottura andandosi ad incuneare fra i due poli in un contesto politico
che appariva ormai bloccato. Si era posto come centro moderato alternativo alla
maggioranza e questa posizione aveva creato non poche polemiche fra gli addetti
ai lavori che vi avevano identificato la inquietante riedizione di un vecchio
partito. L’azione di questo nuovo movimento aveva comunque destato l’interesse
di altri cittadini proprio perché vista nell’ottica di una posizione di rottura
nei confronti del sistema bipolare e sembrava dovesse costruire un maggior
consenso in quanto…non si proponeva.. nell’immediato.. ruoli governativi: Sembrava
proprio il successo di una politica innovativa che mirava ad assicurare
un’azione dinamica di primaria utilità rispetto ad un’ostinata e costretta governabilità.
Quello che è accaduto nel 98 nel Paese..ha sicuramente destato
non poco l’interesse dei cittadini ma, di certo.. non ha reso ragione a quei
soggetti politici che con troppo disprezzo sono stati chiamati “traditori” e
“trasformisti”. Se qualcuno ne ha approfittato..non è detto che tanti altri non vi abbiano creduto.
In realtà quei mutamenti e quelle trasformazioni si sono rese naturalmente necessarie per l’effetto di un’azione assai costretta che un bipolarismo troppo anticipato e non attentamente studiato, aveva determinato (e successivamente, ve n’è una chiara conferma): Non trasformisti quindi...ma,forse...costretti a trasformarsi per dare più forza ad una indispensabile politica di base!
In realtà quei mutamenti e quelle trasformazioni si sono rese naturalmente necessarie per l’effetto di un’azione assai costretta che un bipolarismo troppo anticipato e non attentamente studiato, aveva determinato (e successivamente, ve n’è una chiara conferma): Non trasformisti quindi...ma,forse...costretti a trasformarsi per dare più forza ad una indispensabile politica di base!
Molti avevano intuito nel neonato movimento di Cossiga, una
posizione politica lungimirante, fluida e più costruttiva, forte del richiamo
culturale del momento: una corsa in coerenza col tempo...successivamente
dimostratasi..non altrettanto coerente nel tempo.
Infatti..non appena entrata a far parte del nuovo governo D’Alema, il grande entusiasmo cessò si esistere: l’ingresso nell’esecutivo e la pretesa di una politica diretta prevalentemente verso l’Europa, non potevano reggere la prova di un partito ritenuto ancora virtuale nel Paese.
Infatti..non appena entrata a far parte del nuovo governo D’Alema, il grande entusiasmo cessò si esistere: l’ingresso nell’esecutivo e la pretesa di una politica diretta prevalentemente verso l’Europa, non potevano reggere la prova di un partito ritenuto ancora virtuale nel Paese.
L’inerzia dell’azione bipolare e l’inconsistente ricerca
delle riforme
Nei lunghi anni a venire si è dato corso ad una inerzia di un sistema bipolare senza alcuna ricerca delle indispensabili riforme e senza la giusta valutazione di una funzione politica che potesse dare maggiore sfogo ad una governabilità forte costruita dalla base.
L’ingresso in Europa aveva costretto non poco l’azione politica
delle Nazioni che ne hanno fatto parte…obbligandole ad un necessario ordine
politico per una più efficace e sicura posizione in seno alla stessa Comunità. Questo
condizionamento ha finito con l’incidere molto più sulla governabilità…che
sulla politica nel suo complesso, una governabilità che si è sempre desiderata
stabile come presupposto essenziale per una più ricercata “unione di economie”.
In questi anni..i due poli (destra–sinistra)..hanno continuato a
scontrarsi sui diversi principi..alternandosi e contrapponendosi con sempre
maggiore forza senza fare esperienza di un passato che aveva visto.. proprio
nel trasformismo.. un preciso segnale di avvertimento nei confronti di una
politica troppo costretta. Questa lotta alla difesa delle rigide posizioni
ha finito col rendere ancora più difficile l’equilibrata ricerca delle
riforme.
Proprio oggi... la politica riscontra una chiara variazione del sistema..un netto ribaltamento nei confronti del bipolarismo che
costringe le posizioni divergenti volute nel passato ad un’unione per la
necessità di offrire al Paese un qualsiasi governo di sicurezza.
Unagovernabilità che è apparsa quasi la fotografia di una passata Democrazia
Cristiana risorta obbligatoriamente a conforto e per la risoluzione dei tanti
errori commessi.
Conclusione
Rileggendo la storia politica di questi ultimi vent’anni, non può
sfuggire a chiunque l’inconsistenza di una politica nazionale che sembra aver
dormito e messo le radici sui palazzi del potere.. senza alcuna vera capacità di
intuito lungimirante.
Una politica che oggi dovrebbe vedere in prima linea figure come i fedeli centristi.. che, pur avendo sempre lottato contro il sistema antifunzionale del nostro
bipolarismo, non sembrano più urlare per l’inganno perpetrato a danno della Nazione, ..ma, (per avere ricevuto in cambio poltrone governative)..paiono fingere e
dimenticare.
Come potremo dunque definire una simile classe politica che
sembra averci imposto una continua illusione di cambiamento?.Incapaci!..o subdoli ingannatori? ...Come potremmo (sebbene solo nel merito), non dare ragione a quei movimenti che oggi invadono le piazze urlando all'inganno?
Vincenzo Cacopardo