Valerio Onida è stato professore ordinario di Diritto costituzionale
all’Università degli Studi di Milano, già giudice costituzionale e
Presidente della Corte, è.. oggi, uno dei componenti del ristretto gruppo dei “saggi”
che si è occupato di preparare le iniziative per le leggi nel campo economico e
sociale.
Secondo l’attenta analisi
del Professore "Il cosiddetto
presidenzialismo altera gli equilibri costituzionali e riduce le garanzie in
favore dell'esecutivo, risultando assai pericoloso ". Il presidente
emerito della Corte Costituzionale, non usa mezzi termini per bocciare le
ipotesi di riforma presidenziale. Egli
afferma che oggi: “risultano primarie
le riforme strutturali, le leggi e le amministrazioni”.
Come
si potrebbe non essere d’accordo con una simile affermazione? Per l’attento professore “la discussione sul Presidenzialismo
potrebbe portare ad un sistema pericoloso all’italiana.. al fine di cambiare un
apparato governativo ed un rifiuto della rappresentanza politica per puntare su
forme di democrazia diretta fin troppo assolute”.
Il Costituzionalista teme che questa forma
di sistema possa portare ben oltre una giusta valorizzazione degli istituti
di partecipazione e di democrazia diretta, ponendo il riferimento con i programmi e le regole di comportamento
del Movimento 5 Stelle: “Sembra che si
immaginino parlamentari eletti che non decidono nulla, ma eseguono le decisioni
che loro pervengono attraverso le risorse della «rete», in sedi esterne al Parlamento,
e cioè da tutti i cittadini che fanno parte del Movimento, con modalità però
soggette al governo di un «capo» (Grillo, o chi per lui) che controlla il
centro del sistema di comunicazione”.
In questa visione «antiparlamentare», gli
eletti, non agirebbero più «senza vincolo di mandato» — “il ruolo stesso del Parlamento e dei suoi
componenti verrebbe svuotato”.
Secondo Onida, “non è meno «antiparlamentare» la visione, opposta ma convergente, di
chi ritiene che la discussione parlamentare sia un orpello inutile e atto solo
a ritardare i meccanismi di decisione, che andrebbero affidati invece a un
«capo» (ancora una volta) eletto a termine e dotato non solo dei tradizionali
poteri esecutivi e di iniziativa «privilegiata» propri del Governo, ma sostanzialmente
di tutti i poteri, attraverso il controllo stretto di una maggioranza
parlamentare precostituita in modo non solo omogeneo, ma sostanzialmente
«servente» nei confronti del capo”.
Per il Professore.. la tesi di un
«presidenzialismo all’italiana», dimentica
il carattere dialettico di un vero presidenzialismo, sognando un Presidente che
non debba trattare con nessuno, nemmeno con la «propria» maggioranza, la quale
dovrebbe essere costruita e funzionare al suo esclusivo servizio.
Anche qui, siamo ben al di là delle
opportune misure dirette a rendere più efficiente il nostro Parlamento, rivisto
nella sua tipica struttura bicamerale che dovrebbe essere messo in grado di compiere
il suo lavoro in base a normative certe ed in tempi ragionevoli. Il Professor
Onida avverte: Prima di affermare l’implicita inutilità di un
Parlamento, sarebbe il caso di riflettere attentamente sul passato..
L’osservazione del
Costituzionalista non può che essere valida e puntuale ..in un momento storico in cui le forme di populismo vengono spinte all’eccesso ed in cui
aumentano a dismisura certe manifestazioni di piazza. Ma le sue argomentazioni dovrebbero anche leggersi come un’ulteriore spinta affinchè la politica possa esprimersi in termini più
innovativi in direzione della ricerca di un paradigma più funzionale ed
utile che possa rappresentarci in modo più specifico ed esclusivo.
vincenzo Cacopardo
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