10 giu 2013

Una cultura politica ormai radicata




Sarebbe abbastanza naturale oggi chiedersi quali vere e funzionali riforme potrà mai mettere in atto una politica che sostiene un governo ponendo insieme due forze politiche contraddistinte da una visione di opposti ideali. Secondo molti, il percorso delle riforme costituzionali che si sta seguendo oggi, è un cammino irto di ostacoli. La nomina dei 35 saggi servirà per formulare il disegno di legge di modifica dell’assetto istituzionale del Paese.
Il governo Letta sembra dunque incamminarsi verso il difficoltoso sentiero della  modernizzazione della macchina dello Stato. Nel rifiutare il presidenzialismo i Partiti sembrano essersi divisi, ma qualcuno afferma che in realtà sono più uniti che mai.
Sembra chiaro che.. in proposito al presidenzialismo.. vi siano resistenze da ambo i lati e ciò potrebbe essere supportato da una ragione culturale che, contrariamente, spingerebbe il nostro Paese e la nostra società verso una netta metamorfosi del pensiero politico:-Tutto ciò che appartiene all’organizzazione delle Istituzioni subirebbe un vero stravolgimento, poiché la nostra politica è sempre stata legata ad un meccanismo moderato che porta ad una logica di dibattimento e di dialogo contrattuale.
Nasce perciò ancora fissa una domanda: potremo ancora trovare un utile scopo da una politica dell’alternanza? In tutti questi anni abbiamo toccato di mano le conseguenze catastrofiche di un bipolarismo che ha preteso di convivere con alcune norme costituzionali non perfettamente in linea con la filosofia politica che si vorrebbe bipolare.
vincenzo Cacopardo

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